GIOVEDÌ, 10 LUGLIO 2003 Baglioni, notte di rabbia e botte "Organizzazione, che vergogna" In centinaia col biglietto rimangono fuori La difesa dei promoter "Molti tagliandi erano falsi: o forse è colpa di un errore di stampa..." PAOLO VIOTTI Hanno vietato, per giorni, di fare le pulizie allo stadio della Vittoria, perché Baglioni non voleva intrusi spioni. Ma l´effetto sorpresa è costato caro. Martedì sera il concerto ha rischiato di saltare per la rabbia degli spettatori, che dopo ore di fila, una rissa e un parcheggio caotico, hanno trovato il loro posto completamente ricoperto di escrementi di piccioni, che certo non hanno smesso di volare sugli spalti durante le prove. Ma l´atmosfera di «Ci sono anch´io tour», oltre che dalla sporcizia tra gli spalti, è stata rovinata anche da un centinaio di biglietti clonati, falsi o stampati male. È successo anche questo. Chi aveva comprato i posti in tribuna numerata (ben 41 euro a poltrona) li ha trovati occupati. «Ho protestato, ho chiesto spiegazioni ai ragazzi dello staff, ma nessuno mi ha saputo spiegare quello che era successo - dice Vittoria, una delle tante ragazze rimaste senza posto - alla fine io e le mie amiche ci siamo organizzate da sole. Io sono rimasta in piedi, qualcuna delle mie amiche è riuscita a trovare uno strapuntino nelle ultime file». Il concerto, nato sotto una cattiva stella, ha addirittura rischiato di non cominciare per le proteste degli spettatori rimasti in piedi con il biglietto in mano. Solo la prontezza di un ispettore di polizia è riuscita a limitare i danni. Il poliziotto ha calmato gli animi e ha promesso che avrebbe scritto una relazione al questore. «Per quanto riguarda i biglietti - dice Tommaso Ventrelli della Delta Spettacoli, l´agenzia che ha organizzato l´evento a Bari - Pensiamo ad un errore telematico o addirittura di stampa, ma stiamo anche prendendo in considerazione l´ipotesi che alcuni tagliandi siano stati contraffatti». Biglietti falsi? Sarebbe la prima volta. E su questo anche le forze dell´ordine stanno indagando, per capire se a Bari esiste una centrale di falsari professionisti in biglietti per concerti e spettacoli. Sulla pulizia delle tribune, invece, il funzionario della ripartizione allo sport del Comune di Bari spiega che: «L´arena in genere viene consegnata chiavi in mano, cioè in condizioni di pulizia perfette e deve essere riconsegnata nelle stesse condizioni». Ma questa volta gli organizzatori hanno preteso che l´ultimo turno di pulizie fosse il 3 luglio, cioè cinque giorni prima del concerto, sembra perché non volevano che nessun estraneo assistesse o disturbasse le prove. «È inevitabile - dicono al Comune - che in cinque giorni l´Arena si sporchi, anzi bastano solo 24 ore». Escrementi di uccelli, biglietti falsi, risse e malumore. Eppure i concerti di Baglioni da anni, da sempre sono il simbolo dell´amore, dei sogni e del romanticismo. «Altro che sogni - dice Andrea Lattaruli - Io voglio essere rimborsato. Sono venuto da Taranto per vedere questo concerto: 70 chilometri e quarantuno euro per passare una serata schifosa. Ho visto tutto lo spettacolo in piedi, lontano dalla mia ragazza, e nella puzza. L´organizzazione era vergognosa e se sono dei professionisti come dicono ci devono rimborsare». E le proteste sono continuate anche nel dopo concerto, quando Claudio Baglioni e tutta la troupe si sono spostati al «Pescatore» per la cena, e decine di cittadini, che abitano vicino al castello Svevo, hanno chiamato vigili urbani e polizia per il chiasso e i gridolini dei fan, raggruppati sul marciapiede davanti al ristorante in piena notte, per avere un autografo o semplicemente stringere la mano all´amato cantante.
La Gazzetta del Mezzogiorno mercoledì 9 luglio 2003 Leggendo le cronache baresi, ieri mattina, balzava evidente la diversa considerazione del concerto dell'altra sera di ........ Leggendo le cronache baresi, ieri mattina, balzava evidente la diversa considerazione del concerto dell'altra sera di Claudio Baglioni all'Arena della Vittoria. Per qualcuno si è trattato di un pazzesco happening, all'insegna di un clima di tensione, concluso da una gigantesca rissa sedata a stento dalle forze dell'ordine. Per qualcun altro di una ben orchestrata truffa, con vendita doppia di biglietti numerati per lo stesso posto, ed un profluvio di denunce per reati vari. Per altri ancora, noi esattamente, della più sensazionale festa collettiva che Bari abbia vissuto negli ultimi anni, densa di citazioni colte e popolari insieme, a dispetto di chi considera la musica «leggera» un sottoprodotto nemmeno degno dell'aggettivo culturale, come se fosse necessaria una patente di «culturalmente elevato» per chi arte produce e non per il prodotto (e Ligabue, trucida e folle anima persa? E Van Gogh? E lo stesso Modigliani?...). La Delta Concerti che organizzava la serata ha fornito in un breve comunicato le sue spiegazioni. In riassunto: lo stadio che pomposamente chiamiamo ora arena è in condizioni disastrose, ci sono ovunque seggiolini divelti, e rimuovere gli escrementi dei colombi è impossibile, perché migliaia di volatili abitualmente dimorano nella struttura. Qualche errore di duplicazione dei biglietti potrebbe essere avvenuto, soprattutto perché ormai è molto diffusa la vendita «on line» e la trasmissione dei dati potrebbe aver causato equivoci. Qualcuno, invece, ha grossolanamente contraffatto alcuni biglietti. Chi ha subito questo disagio ha certamente ragione, abbiamo cercato di provvedere celermente. Scusate, abbiamo fatto del nostro meglio. Cose che accadono ad ogni concerto in tutto il mondo (chi scrive ha il privilegio raro di aver quest'incarico dal direttore da ormai vent'anni), cose che accadono quando si utilizza raramente una struttura (non esistono dati certi), cose che accadono quando chi amministra non è in grado e non ha alcuna intenzione di fornire un minimo di assistenza dignitosa a quindicimila (15mila, 30mila non entrano manco a premerli sulle gradinate del vecchio stadio) se non con il generoso e ottimo impegno delle forze dell'ordine. Se poi trovate sbarrato l'accesso al vostro settore perché è in «overbooking», non prendetevela, quella è una saggia decisione per non provocare inutili e pericolosissime calche. Fate come facciamo noi che facciamo questo mestiere per voi che leggete e non per noi stessi: fate il giro, andatevi a mischiare alla folla e mettetevi comodi e tranquilli a seguire il concerto da un posto «non da giornalisti non paganti» facendo però i «giornalisti». Dunque raccontando quello che è stato: una stupenda festa per tutti, senza alcun accenno di risse (chiedete in Questura, se non ci credete), e con qualche disagio. Ma non è forse un disagio già l'esistenza? Non perdiamoci di vista, perché la musica è la cosa più bella che c'è in giro (ma non fatelo sapere all'assessore...). Francesco Costantini
La Gazzetta del Mezzogiorno mercoledì 9 luglio 2003
Egregio direttore, mi chiamo Vito e sono quel giovane ventenne che le scriveva i ringraziamenti per le gite di ScopriPuglia, e che ora è ........ Egregio direttore, mi chiamo Vito e sono quel giovane ventenne che le scriveva i ringraziamenti per le gite di ScopriPuglia, e che ora è qui per ringraziarla ancora una volta per un'altra iniziativa della Gazzetta. Perché un'anteprima speciale? Semplice... martedì 8 luglio c'è stato il concerto di Claudio Baglioni cui ho partecipato, ma voglio ringraziarla per ciò che ho vissuto insieme a tanti altri fan, lunedì alla Gazzetta. I momenti belli da raccontare sono tanti, ma io partirei dalla splendida iniziativa delle telefonate. Appena appresa la notizia della possibilità di poter parlare col mitico Claudio, mi sono attaccato al telefono finché non avessi parlato con lui. Sinceramente mi ritengo molto fortunato, giacché alle 14,15 sono riuscito a prendere la linea e, a detta di Claudio, sono stato il primo di Bari che riusciva a parlare con lui. Sono molto contento che la mia domanda sia stata pubblicata sulla Gazzetta e tra l'altro vorrei ringraziare Claudio per la sua completa disponibilità... non tutti i cantanti avrebbero fatto una cosa di questo genere. Successivamente sono venuto alla Gazzetta nell'attesa che uscisse in compagnia di un gruppo di fan. Intorno alle 16,30 con immensa gioia abbiamo visto comparire, dopo tanta sofferenza, il grande Claudio che, come promesso, anche da lei direttore, si concedeva a foto e autografi. Provo ancora i brividi nel raccontare quei momenti. Successivamente, non ancora sazio, mi sono recato allo stadio e come per magia Claudio, appena arrivato, si concedeva ancora una volta a foto e autografi. Personalmente ho atteso sino alle 21 per farmi fotografare con Claudio, ma a posteriori posso dire di aver fatto la scelta giusta. Concludo ringraziandola ancora una volta per la disponibilità offerta e per le sempre più coinvolgenti iniziative da lei proposte. Vito Calabrese Bari Grazie a lei,Vito, e a tutti i giovani (e meno giovani) che hanno confortato la nostra iniziativa insieme a Claudio Baglioni. Che lei descrive come un successo, e gliene siamo grati. Insieme alla considerazione per un artista che ha confermato il suo valore con la semplicità e la totale disponibilità con le quali si è «donato» ai suoi estimatori. Davvero una bella giornata che anche i nostri lettori hanno reso possibile.
La Gazzetta del Mezzogiorno mercoledì 9 luglio 2003
SIN
DAL POMERIGGIO LE PAZIENTI CODE DA PARTE DEL POPOLO DEI «BAGLIONI
BOYS» LA
LUNGA «PROCESSIONE» DEI SUOI FAN E
la sera prima del recital, un assaggio della nostra gastronomia di
Lucio Palazzo Una
lunga e composta processione in omaggio al divo. Il popolo dei Baglioni
Boys inizia a far rotta verso l'Arena della Vittoria fin
dal pomeriggio di ieri; alla fine, gli spettatori del grande
show «multi art» saranno circa 15mila, divisi fra gradinate,
tribune e distinti. Baglioni
intanto continua quello che ormai è un vero idillio con Bari.
Per prepararsi a dovere alle tre ore e mezza di concerto, lunedì
sera, dopo il filo diretto alla Gazzetta, Claudio ha
pensato bene di riunire il suo staff a cena al Pescatore,
ristorante preferito da Antonio Cassano e
sembra che lo stesso campione barese abbia consigliato al
cantautore di assaporare le nostre specialità gastronomiche
proprio in quel locale. Baglioni è
molto amico del gemello di Francesco
Totti.
Il menù era annunciato: latticini a gogò e pesce fresco,
portate che Claudio non si fa mai mancare nei suoi raid
pugliesi. Prima di cena, un giro a curiosare fra i vicoli
di Bari vecchia nei pressi del Castello Svevo. La voglia di
conoscere a fondo la città è una costante di questi giorni di
Baglioni a Bari: lunedì pomeriggio il cantautore ha voluto
partecipare alla riunione di redazione della Gazzetta
chiedendo (peraltro già informato) notizie su particolari di
eventi di cronaca ancora in parte sconosciuti: vedi sequestro
delle due farmacie baresi. Prima
curiosità della serata: più l'area si riempiva di fans, più
aumentava la componente arancione fra il pubblico. Tutti con una
maglietta o con un cappellino in tinta, come indicato da Vento,
uno dei più famosi capi fans, notissimo sul web. È bastata una
e-mail a giro e tutti sono arrivati con l'arancione addosso:
dopo il tour giallo e quello rosso, questo è il colore che gli
aficionados hanno stabilito, in linea con la grafica del nuovo
album Sono Io, l'uomo della storia accanto. I
baglioniani iscritti al CLAB (Claudio Fan Club) hanno però
storto il naso in questi giorni, visto che, come nelle altre
città, per la prima volta non sono stati ammessi alle prove
prima del concerto. Un colpo d'occhio spettacolare ha
accompagnato tutto lo show, complesso, ma mai banale. I Baglioni
Boys hanno salutato con una vera ovazione l'ingresso di Ron
che ha duettato con Claudio su Amore Bello e Non
abbiam bisogno di parole. Ron,
di padre tranese, aveva espresso nell'intervista di martedì con
la Gazzetta la volontà di mostrare al cantautore
romano la splendida cattedrale di Trani: chissà che nelle
prossime ore i due non possano essere avvistati per i vicoli
della splendida cittadina del nord barese. Fra
i numerosi volti conosciuti sugli spalti un sorprendentemente
appassionato Antonio Stornaiolo (Tata) fan del
grande Claudio, sorpreso a canticchiare alcuni pezzi d'annata.
Assente Emilio Solfrizzi, vero cultore del
Baglioni dei primi anni e noto negli ambienti per una imitazione
del cantautore da far sfigurare anche il miglior Fiorello.
Lo spettacolo non perde mai il ritmo iniziale e l'ingresso dei
numerosissimi performer baresi tiene alta l'attenzione; i
ballerini di tango, i karatechi, gli atleti; tutti in una
successione studiata e ben orchestrata. Concerto,
evento, musical, festa multi colore fate voi: Baglioni, a 31
anni da Questo Piccolo Grande Amore, resta uno dei
pochi veri divi italiani.
La Gazzetta del Mezzogiorno mercoledì 9 luglio 2003
Ieri
sera all'Arena della Vittoria. Oltre
quindicimila persone da tutta la regione per l'atteso concerto BAGLIONI
KOLOSSAL INCANTA BARI Il
gran circo del Divo Claudio: luci, canzoni ed emozioni senza
fine di
Francesco Costantini Eccolo,
finalmente, l'uomo della storia accanto, l'uomo della maglietta
fina dei vostri sogni di adolescenti, delle mille storie di te e
di me. Dopo l'Homo Baglionikus Introversus, l'HB
Technologikus, quello Cryptikus e il Minimal,
ecco la versione Kolossal:
tre ore e spiccioli di concerto, 38/39, fors'anche quaranta
pezzi per raccontare trentacinque anni di storia artistica e
personale che si fanno storia del costume e dell'identità
collettiva del Paese. Dicevano
mancasse la Puglia, Bari in particolare, a questo suo tour 2003
fatto di sole premiere, eventi singoli irripetibili,
ogni sera distanti e diversi pur su un canovaccio comune.
C'eravamo solo noi della Gazzetta a dirvi di star
tranquilli, che Claudio passava le notti a rigirarsi come un
panzerotto nell'olio bollente al pensiero che mancasse un
riferimento, uno sguardo, una lama di luce puntata verso il
Petruzzelli. C'è nel nuovo album, c'è da quella notte della
Befana in cui Baglioni cantò il suo grido di artista ferito al
cospetto delle rovine, quella notte da cui – sono parole sue
– tutto questo progetto prese le mosse. Non poteva non esserci
in quest'estate bollente. E
allora, benvenuti sull'arca di gloria, sulla Baglioni Enterprise,
sul ponte sterminato di questa
portaerei che si perde nella notte, sulle gradinate di questo
vecchio stadio ribattezzato pomposamente arena nella
speranza che lo diventasse e poi abbandonato alla sua triste
solitudine, bentornati al Circo di Mangiafuoco, miei cari amici,
allo show che non ha mai fine… Circondato
dalle torrette dei fari, il Divo (divino, questo era
l'appellativo che toccava all'imperatore Claudio) guida un
traffico intenso di musici e figuranti, saltimbanchi e
ballerini, ginnasti e karateki, palloncini e palloncioni,
acrobati e pattinatori, busker e performer a vario titolo, tutti
selezionati – come ormai già saprete – nelle scorse
settimane in Puglia. Una sarabanda, una festa di piazza, una
kermesse come non si è mai visto orchestrata dalla regia di
Pepi Morgia
e dalle coreografie di Luca Tommassini. Una
prova di maturità, dice qualcuno; una
strepitosa prova di freschezza creativa, di voglia di dare al
pubblico qualcosa che rimanga unico, di capacità di legare in
uno show i sogni di bambino e la raffinata sensibilità di un
artista adulto, aggiungeremmo noi. Musica
a gogò, dicevamo. Pochi sapidi spruzzi del recente Sono io
- L'uomo della storia accanto (il brano omonimo, Tutto
in un abbraccio, Grand'uomo, il divertissement di Serenata
in sol) e via, tutto-Baglioni-canzone-per-canzone. Subito
un medley, in apertura, chitarra a tracolla, a ricordare chi era
(51 Monte Sacro, Signora Lia, Tu come stai, Notte di note,
Sabato pomeriggio, A modo mio, W l'Inghilterra, Poster, Porta
Portese) e andiamo, incontro a questo lungo destino felice
di uomo e di artista. Si pilucca fior da fiore – Strada
facendo, Dagli il via, Uomini persi, Avrai (scritta quasi
25 anni fa per la nascita del figlio Giovanni).Quante volte,
Cuore di aliante, Buona fortuna, Acqua dalla luna, Bolero, E tu,
E adesso la pubblicità, Ninna Nanna, Noi no – sin quasi
a non averne più. Confusi
e felici, i quindicimila di Bari non si perdono una nota, non
saltano una battuta che è una, ottemperano al rito col massimo
della sacralità. Macchie
arancioni ovunque, il colore che i fans hanno scelto
autonomamente per identificare questo tour, che par d'essere ad
una finale dell'Olanda, che diventano una scia nel buio quando
Ron si materializza per cantare a due voci Amore bello
(davvero la più rosalincellamaresca delle hit del Principe d'Orange)
e Non abbiam bisogno di parole. Calda la notte,
caldissima la gente, bollente Claudio che sembra sfidare la sua
stessa resistenza fisica per andare avanti ad oltranza, «oltre»,
come piace dire a lui. Mille giorni di te e di me,
secondo chi scrive la perla di trent'anni e passa di canzoni, e
la «famigerata» QPGA – come indicano in assoluto
understatement le scalette da qualche anno in qua, una Questo
piccolo grande amore
con la quale il cantautore romano fa finalmente pace, che smette
di scavare, ruotare, torcere, strizzare e manipolare per
renderla così com'era, il più fantastico inno incantato
all'amore puro, pulito, adolescente che qualcuno abbia scritto
in Italia (è o non è la Canzone del Secolo?). Io sono qui,
La vita è adesso, Via… Non perdiamoci di vista, che
stare insieme, condividere le emozioni è la cosa
più bella che ci resta.
Incredibile,
generosissimo, monumentale Baglioni. |