YESTERDAY... è già ieri, quello che ancora oggi
non riesco a credere.
E' un giorno freddo, uno di quelli che non si scordano mai. Ma oggi c'è
Cla a Cantù e nulla
mi ferma, nemmeno questo gelo pungente. Un'ora e mezza (dopo due di
viaggio)
attendo davanti all'ingresso riservato agli associati ClaB (e con me
altri clabber), ma è un'attesa che ci piace per ciò che ci aspetta,
per le emozioni che attendono di entrare nella nostra anima e nelle
pagine dei più bei ricordi. Entriamo verso le 18.00 ma Claudio ancora
non é all'interno del Palasport. Giunge verso le 18.30, tutto vestito
di nero, prende il microfono e con voce raffreddata ma sempre
d'incanto: "Scusate il ritardo ma ci siamo persi per la Brianza!
Come state? Raffreddati anche voi?". Qualche canzone, la prova
microfono, il suono e le luci. Un Claudio che nonostante il poco
movimento
(ancora per la gamba?) e tanto infreddolito ("Ho il microfono
come un ghiacciolo") sa stupire
con voce, battute e la semplicità che tanto amiamo. Le prove durano
un'oretta poi "Dobbiamo andare,
fuori ci sono dei ghiaccioli che aspettano. Non applaudite troppo che
poi ci montiamo la testa"
accenna qualche passo di danza e un immaginario incontro di pugilato
poi lascia il palco.
Noi che lo acclamiamo a gran voce, lui si ferma raggiunge una zona di
pubblico (é a pochi metri
da me) e firma un pò di autografi, dal pubblico una signora "Non
é giusto, vieni qui... anche solo un
ciao!" e Cla "CIAO!", la signora ribatte "Ma non
devi dirmelo, devi scriverlo!" risatine generali
lui sparisce nel tunnel che lo porta in camerino. Alle 21.00 comincia
un concerto (il II "Crescendo" per me) pieno di bellissime
scenografie, un'ottima voce e musica, un Claudio che sapeva quando e
come muoversi permettendo a tutti un'ottima visuale. Tre ore
meravigliose di splendida musica e di continue emozioni. Grazie a te
grande mago, che ogni volta sai stupire. Solo un piccolo neo: quando
lo incontrai per la prima volta gli chiesi l'autografo, ma mi rispose
che non poteva farlo a me sennò poi doveva farlo a tutti. Un
ragionamento che non ha bisogno di commenti, infatti ho accettato
questa condizione. Forse, ieri, avrebbe dovuto fare la stessa cosa. Ma
non importa piccolo grande amore, mi è bastato il tuo saluto, il tuo
sguardo, il tuo sorriso. Mi è bastato guardarti, immaginare di
abbracciarti e sapere che eri lì per regalare un pezzo di te ad
ognuno di noi. Ti voglio bene grand'uomo e sempre te ne vorrò. Non mi
basti mai.