14 Marzo 2004
«GENOVA PER ME? SEMPRE UNA PRIMA»
di Claudio Baglioni
“C'è un legame importante, molto più profondo di quanto non appaia, tra la mia vicenda di uomo ed artista, questo fortunatissimo "Crescendo" e questa città. Un filo rosso. Doppio. Non solo, infatti, proprio da qui partiva quella straordinaria "nouvelle vogue" che dava - di fatto - origine alla canzone d'autore italiana, ma il fatto stesso che io abbia deciso d'imbracciare una chitarra e darmi a questo strano mestiere ha in qualche modo a che fare con il desiderio di suonare le canzoni di un certo Fabrizio - vostro indimenticabile concittadino - dal quale ho ereditato il bisogno di raccontare la vita, così come capita di scorgerla dalla prua ondeggiante di una canzone. Ecco perché per me, Genova non è mai una replica, ma sempre una prima. Anche in questo caso che di replica, effettivamente, si tratta, visto che a distanza di pochi mesi torno, come si dice, sul "luogo del delitto". Mi riferisco a quell'infortunio organizzativo che cercò - peraltro senza riuscirvi - di rovinarci la festa lo scorso ottobre. Ma lunedì prossimo al Mazda Palace non si tratterà tanto di saldare il debito contratto quella sera con la passione (e la pazienza) della gente di Genova, quanto di replicare un piacere e rinnovare un’emozione. Il piacere e l'emozione di essere qui, in questa che non è solo capitale europea della cultura ma anche una vera capitale internazionale del fascino. Qui tutto è poesia: dal modo nel quale questo presepe metropolitano scende dalla montagna alla battigia, dove fa ressa come una flotta sempre sul punto di prendere il mare; all'incredibile paletta di colori delle case di qui, che in tutto il mondo sono da sempre sinonimo di Liguria, fino al suono spesso di una lingua nelle cui parole la musica è di casa, come il libeccio in questi carruggi, una lingua carica di una struggente "melancolie" che, proprio come questa terra rubata ai monti e al mare rapisce e non abbandona più. Per questo le emozioni assumono una filigrana particolare quando la casa di "Crescendo" può specchiarsi in questo mare e aprire le sue porte a raccontare e ospitare storie. Le storie di questi 35 anni di musica molti dei quali trascorsi "Crescendo" insieme. Trentacinque anni narrati attraverso questo insolito palco che è allo stesso tempo scena e simbolo di un inedito viaggio nella memoria, nel presente, e anche nel futuro. Un viaggio che parte dalle emozioni ruvide e sgrammaticate della "cantina" nella quale, con gli amici della prima ora, provavamo a vedere se la musica poteva davvero essere il passaporto per il futuro; che passa per il "soggiorno" della maturità, dove si compie il lento e faticoso lavoro di costruzione di un linguaggio più intenso, più intimo, più personale; che sale fino alla "terrazza" sulla quale ci si raccoglie ad ascoltare vibrare le incontenibili emozioni che accompagnano ogni vigilia, come in un interminabile capodanno; fino al palco vero e proprio sul quale - a quasi due ore e mezza dall'inizio del concerto - va in scena lo show: semplice e nudo come e semplici e nude sono spesso le emozioni più grandi. Un viaggio nel quale, sera dopo sera, ti accorgi che la qualità più importante sono i compagni di strada e l'emozione più forte è tutta nel magico corto circuito che si crea quando la musica che scende dal palco incontra quella che sale dal Palasport e ti accorgi che attori e spettatori hanno unito la loro porzione di sogno per dar vita ad un sogno più grande. E' questo il cortocircuito al quale cercheremo di dar vita lunedì sera, nella speranza di ricambiare a ciascuno di voi l'mozione e la passione che ci donate e sentire che scambiandoci parole note e pensieri stiamo ancora una volta ‘crescendo’. Insieme.”
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