La
vita è adesso, avevo saltato sulla vita incurante del precario equilibrio
della mia sedia... Via, avevo lanciato la voce al cielo e le mani a cogliere
l'aria densa di musica, intrecciando tante altre
braccia alzate... mi preparavo ad andarmene, è finita pensavo!
Guardavo il cielo che si accendeva di un blù intenso spegnendo il
giorno, un giorno di grandi emozioni, un giorno di grandi allegrie e di
grandi nostalgie. Un abete si slanciava contro il cielo
e tutti gli altri alberi erano ormai sagome scure contornate dall'azzurro
di un cielo che sembrava abbracciarli. Che ci faceva quella gru che spuntava
lontana, dietro la
copertura del palco, ad offendere l'armonia di quella che si poteva
immaginare come una foresta di un'isola sperduta?
Pensavo agli ultimi giorni di questo periodo, un periodo passato
intensamente rincorrendo Clà in appuntamenti che si sono moltiplicati
vincendo la mia volontà, al di la di ogni mia difesa. La voglia di musica
che non si sopisce mai, gli amici, i sorrisi, le braccia intorno a me...
nonavevo difese!
Quanta strada fatta, quanta strada che probabilmente dovremo fare... quanti
giorni davanti in cui come questa volta vedremo nastri d'asfalto inghiottiti
da un auto alla ricerca di quel posto dove vive
la musica, la "nostra" musica, la "sua" musica.
E ancora una volta eccoci li, è sabato e sono con Rita e con una macchina
carica di passione a vivere gli incontri di quel giorno. Chi abita ad un
passo da me e che non conoscevo fino a pochi giorni prima, chi conosci bene,
ma che attendi in un altro posto con quella bella sensazione che si ha
quando hai voglia di rivedere qualcuno.
Le parole vanno da sè mentre la mia auto corre divorando l'asfalto e
lasciandosi dietro la striscia bianca della mezzeria. Che strana quella
striscia, tanta ne lasci dietro e tanta ne trovi davanti... in un succedersi
incessante di futuro da percorrere come di passato lasciato alle spalle, ma
il passato lo conosci, sai che tempo hai lasciato, che battito del cuore hai
lasciato un pò più indietro... invece il futuro è sempre da scoprire, anche
se credi di conoscere la strada che hai davanti
c'è sempre una curva da affrontare con prudenza, memori di una volta passata
in cui già si è affrontata con stridio di gomme e con un batticuore, c'è un
rettilineo davanti al quale non farsi prendere dalla noia e che sai di dover
affrontare cantando a squarciagola o suffusamente, così come
ti consiglia la nostalgia o la gioia di quel momento, c'è una collina che ha
la solita sagoma di sempre, ma che oggi offre colori diversi e
sorprendenti... è la vita che scorre, dobbiamo portarci dietro i ricordi e
le sensazioni di ieri per vivere meglio i giorni e le sensazioni di domani,
diventando sempre più tossici di sentimenti... Ehi, mi accorgo che stò
rubando un concetto, questa frase è di Claudio come più o meno l'ha detta
nel raduno.
Un autogrill, la fame incalza, che bello quel tavolo pieno di allegria e di
buoni presentimenti. Mi ricorda i miei sabati di quando ero ragazzo, quando
si viveva con il fervore di mille progetti e di
mille avventure coltivate dalla nostra speranza. Si viveva così l'attesa
della domenica che poi, anche
se si rivelava deludente, aveva lasciato dentro di noi la bella sensazionedi
quella magnifica attesa.
Aspettando chi ancora doveva finire il pasto, si progettava la
giornata e ancora una volta era evidente e bello sentire quella comune
grande voglia di andare verso Clà, lasciando indietro almeno per un pò gli
affanni, i pensieri e le tristezze...tesi ad aprire il cuore per ricevere
nuove energie da portare con noi.
E ti ributti sull'asfalto con la consapevolezza di vivere presto un nuovo
sogno, e ogni volta su questa strada io trovo un pò di me e metto via la mia
rivolta con la mia spada e di nuovo mi dò a te, sulla via di casa mia...
già, la mia casa o almeno quello che vorrei che sia, una casa di
armonia e di speranza da alimentare ad ogni battito del cuore, insieme a
tanti sorrisi che trovi accanto e assieme a tutti gli amici che magari non
stanno nella sedia accanto, ma che sono ben presenti in te e che tu "sai"
che ci sono!
Uno sguardo a cogliere una collina di filari d'uva ordinati e geometrici,
sembrano stesi morbidamente sul campo che li accoglie così, come potrebbe
aver fatto un magico e immenso contadino, che lì,
li ha depositati con un largo gesto della mano. Impressiona quel morbido
verde sopra il giallo di
una terra grassa e generosa, un vero ricamo della natura e dell'uomo sulla
terra Umbra. Un'opera d'arte per chi la sa apprezzare. Mi ricordo che Clà ha
origini umbre, forse l'Umbria dandogli origini ha
voluto ricambiare il regalo, donando un ricamo da porre sul difficile
mestiere di esistere, per
chi questo ricamo lo sa cogliere e apprezzare.
E' bello vedere che tutti i nostri occhi sono rapiti da quella visione, ma
la macchina corre via lasciandoci dietro un'altro ricordo da portare con
noi.
Attigliano, arriva il momento del primo provvisorio distacco, un paese
tranquillo accarezzato dal vento, una stazione dall'aria vivace e un treno
per Viterbo che si porta via le mie compagne di
viaggio. Non vedo quel treno, Roma mi aspetta.
E Roma arriva puntuale, e puntuale riprendo la strada per un altro viaggio.
Questa volta sono del tutto da solo, Rita ha dovuto rinunciare per dare un
attimo di sè ad una madre che la stava aspettando, qualche volta la scelta
di non esserci è più grande e coraggiosa di quella di esserci!
Avrei voluto restare fuori, ma le mie compagne di viaggio e le persone che
dovrò incontrare una volta arrivato si adoperano per abbattere le mie
difese... vedrò tanta gente penso un attimo prima
di fermarmi in colonna poco distante da un'auto che si è rovesciata, non c'è
quasi nessuno, ma il
lavoro della macchina del soccorso stradale blocca il traffico e il tempo
corre inesorabile... non mi arrabbio più di tanto, penso a quella persona
che magari correva incontro ad una luce o fuggiva
dal buio, penso che io in questo momento sono più fortunato di lui, ho delle
amiche che mi aspettano e che sanno aspettarmi.
Trovo un biglietto e l'abbraccio delle mie amiche che mi aspettavano, solo
un pò di delusione nel vedermi solo, alcune lo sapevano, ma la voglia di
ritrovare Rita per loro è conservata per il
giorno dopo, per un abbraccio più stretto e forte.
Claudio ci inonda di musica. noi lo inondiamo di affetto... mani alte nel
cielo strette a sentirsi vicini, mani strette a volare insieme in una
speranza. Gioia e felicità si manifestano nel coro di alè-ho-ho che i
musicisti riprendono e che Claudio segue con dei vocalizzi, poi... "la vita
è adesso" e un generatore di corrente che fa le bizze. Claudio corre nel
retropalco, i musicisti aspettano e il magnifico pubblico di Claudio
riprende a cantare da dove lui si era interrotto.
Facce divertite dei musicisti che accompagnano con gesti delle braccia il
canto di noi tutti, per un attimo ho pensato che volessero unirsi a noi, ho
pensato che volessero scendere dal palco e cantare per regalare questo
tributo di stima a quell'uomo grigio e mai domo.
A quel punto stavo sotto il palco, strano stare lì, sembra che Claudio ci
guardi tutti ad uno a uno, sembra che ci guardi quasi a sentirsi fra amici e
a farsi rassicurare dai nostri occhi.
Poi la corrente ritorna e il tributo ce lo offre Claudio regalandoci un "Gagarin"
fuori programma, seguito dalla solita energica "Via". Mani tese a sentire il
suo saluto, mani tese a lanciare il
cuore.
Alcuni occhi ricambiati e via sulla strada del ritorno, lasciando un
arrivederci a chi ha diviso con me questa avventura e questo viaggio.
Questa volta con Rita, un viaggio nella campagna romana, la sapevo bella, ma
oggi mi stà sorprendendo... forse i miei occhi sono già predisposti a
lasciar entrare qualcosa di magico e sanno cogliere più del solito quello
che hanno intorno...Sutri, un gioiello inaspettato. Un panino mangiato più
perchè qualcosa bisogna mandare giù che per voglia e appare davanti a noi il
cartello che indica Viterbo. Intanto per telefono mi tengono informato sulla
situazione e una volta arrivati mi guidano ai
posti che con generosità mi avevano riservato.
C'è un clima festoso, un clima di gioia e di serenità... forse il vedere che
tutto stà funzionando bene, che non ci sono problemi logistici rassicura e
predispone la gente a vivere con intensità questa
festa, facile farsi coinvolgere!
Da lontano scorgo amicizie sulle tribune mentre io mi trovavo nel parterre,
tanto lontane che per sentirci dobbiamo parlare per telefono, lontane si,ma
tanto vicine ai miei pensieri. Come sempre gli
incontri sono tanti, si vorrebbe spendere qualcosa di più di sè stessi con
ognuno, ma spesso è
davvero difficile, quasi impossibile.
Ci sono volti che non riesco a trovare, altri che so di non vedere, ma che
cercherò di portare qui ugualmente, perchè la scelta di non esserci a volte
è solo fisica, ma un pensiero può sempre volare
dove trova l'acqua che acquieta la sua sete.
E' ora... è davvero festa.
Claudio appare con la sua fedele chitarra intonando "Mia libertà" quasi
avolerci dire che questo sarà un giorno da vivere senza freni e senza
vincoli per le nostre emozioni, ma rimane di certo sorpreso davanti al mare
di fogli che alzati nei vari settori, disegnano la bandiera italiana.
E sono onde, onde azzurre spinte da mille mani e dal vento della musica che
corrono sopra le nostre teste, sono onde di un mare sconfinato di passione e
di mani a passarsi una speranza dall'una
all'altra, sono onde che avevano il cielo e la terra a far da sponde.
Claudio è divertito e divertente, matrimoni che l'hanno visto come suonatore
un pò suonato, una macchina della tradizione(la macchina di santa Rosa) mai
vista e da vedere, due Remi (umani) sul palco per una barca che non c'è e un
Remo (anch'esso umano) per una Gondola immaginaria, un Pino Insegno pur
abile intrattenitore che a volte è costretto a ricordare a Claudio che il
suo mestiere è fare il musicista e che invece il comico è lui ed è li per
quello.
Ragazzi coinvolti... una la conosco bene, è uno dei visi che non ero
riuscito a vedere, eccola lì in braccio a Claudio e poi valida interprete di
"Tutto l'amore che posso". E' particolarmente spigliata ed esuberante,
sembrava davvero a suo agio. Il pianto di commozione di quell'altra ragazza
che esegue "Fratello sole e sorella luna"... è bravissima e alla fine libera
il fiume dell'emozione, quel fiume che nasce dal cuore e sgorga dagli occhi,
Claudio è visibilmente commosso e gli sussurra qualche parola
all'orecchio mentre la accompagna verso la scala...per quella ragazza quelle
parole resteranno un segreto fra lei e il suo sogno realizzato.
Altri ragazzi, più o meno intonati, più o meno padroni della scena... non
cela faccio più a star seduto, guadagno il fondo del prato dietro le sedie e
mentre stò chiacchierando con un'altro incontro, Claudio esegue una "Volare"
da brividi.
Sono poche le note che riesco a far sentire a chi non c'è, mi dispiace, era
una performance davvero notevole. Un momento con altri compagni di viaggio
nelle emozioni e stò cercando di rientrare da
Rita... salgono parole per aprire un futuro da vivere anche quando il
presente sembra già tanto, parole che ci invitano a credere che ogni domani
è un nuovo dono: " il figlio migliore è quello che non è ancora nato, le
parole più belle sono quelle che non ti ho ancora detto"...Patapan... un
brivido attraversa la mia schiena, mi assale la paura che Claudio non arrivi
alla fine quando la sua voce
sembra spezzarsi. C'è un silenzio da brividi, le stelle sono sulla terra e
brillano nel contorno di tanti visi, anche chi ascoltava con me al telefono
credo che non abbia retto... musica e parole che portano lontano, portano in
quella pianura che con i suoi colori ci stava avvolgendo con il suo
abbraccio, inostri occhi guardavano sbarrati chiedendoci se erano lucine o
se erano stelle, quel tram...ognuno di noi ha un tram che non ha portato
tutto il suo carico di affetti, tutti assieme, al capolinea! E' un applauso
liberatorio ed affettuoso quello che sale quando Claudio arriva alla fine
della canzone, tutti in piedi come se tutti volessero abbracciarlo, dargli
una pacca su una spalla, stringergli la mano...
essergli vicino per tenerselo un pò con sè.
Forse ognuno di noi ha vissuto il suo piccolo dramma, qualcuno di noi ha
rivissuto una sua sofferenza e ripensato a chi non lo ha capito, qualcuno di
noi ha pensato al sacco pesante che la vita gli ha caricato in spalla e a
come sia dura una strada in salita, qualcuno ad un pianto di una persona
cara che non ha saputo tramutare in un sorriso, qualcuno ad una vita perduta
che non si sa ritrovare.
"Un medico che vede il millesimo malato grave deve capire che per quel
malato è la prima volta che si sente grave!" "Tu hai distribuito mille
sorrisi e sei stanco, ma il millesimo è la prima volta che ti incontra ed
anche a lui devi saper sorridere nello stesso modo" Vivere è percorrere una
strada impervia, per noi e per chi incontriamo nel cammino vicino a noi.
Poi esplode la festa... Claudio sostenuto dai suoi splendidi (finalmente)
musicisti ci travolge di note per un finale incandescente..."via"... ed io
ero li sulla mia sedia ormai convinto che fosse
finita, ero li che guardavo il blù del cielo aspettando l'ultimo saluto,
quando Claudio si siede al
pianoforte ed intona "Tienimi con te". Note che portano lo sguardo in cielo,
si è accesa una stella, forse è un pianeta, ma non importa...è quello che
vuole la nostra fantasia e per me è una stella,
la mia stella!
Si Claudio, ti terrò sempre con me fino alla fine del tempo, anche quando
sarai un pensiero di giorni passati, anche quando mi farà rabbia pensare a
te che starai godendo il tuo meritato riposo e a
me mancherai tanto, ti terrò con me quando scambierò lo sguardo con gli
amici e con gli orizzonti
che grazie a te ho conosciuto e rincorso per cercarti. Ti terrò con me
perchè, anche se tu non lo sai, ti ho sentito vicino quando sulle tue note e
sulle tue parole ho mosso la mia mente cercando delle verità e cercando
l'illusione che da un grammo di utopia.
Ti terrò con me cercando un mondo a forma di me, dolore, senza lo squallore
di un vivere senza
vita, senza la paura e il buio che dà un universo senza fondo.
E tu tienici con te, guarda i nostri visi e ascolta le nostre storie, porta
con te i nostri respiri e i nostri sorrisi, le nostre braccia alzate e i
nostri cori. Cori magari stonati, ma che vogliono dire a te e a noi stessi
che siamo li, fianco a fianco... a volte abbiamo ombre di giorni vissuti
senza quel sole che entra dentro ad illuminare il cuore, ma siamo sempre
pronti a spiegare le nostre vele al vento della
tua musica, per cercare un segno, un suono, un sogno che ci faccia camminare
con gli occhi spalancati come carte assorbenti sulle strade dei giorni della
vita.
Quell'ultima canzone strappata come un memo per scriverci che un giorno qui
ci rivedremo... gli ultimi saluti a chi ho potuto abbracciare, baciare,
stringere le mani e quelli che ho potuto raggiungere solo per telefono... un
saluto a Silvia e a chi abita nella sua casina.
Ci incamminiamo per le strade di Viterbo, è davvero accogliente questa
città, Ci avviciniamo a porta Fiorentina fra un correre frenetico di
telefonate... c'è Claudio in un ristorante conosciuto, sappiamo dove va a
mangiare, noi abbiamo una fretta terribile e non riusciamo proprio a fermare
il tempo che passa inesorabile... una pizza veloce appollaiati su un
trespolo di una pizzeria al taglio, proprio davanti al ristorante dove si è
recato Claudio, ma non possiamo aspettare... ce ne andiamo a malincuore,
proprio non si può, la strada davanti è lunga e domattina ci aspetta il
lavoro.
E la mia macchina torna a divorare la strada, la stanchezza nelle mie
compagne di viaggio comincia a farsi sentire, ma non mi vogliono lasciare
solo e a turno riescono a tenermi con loro...
confortate anche da alcuni dolcetti sardi che mi erano state donate da delle
amiche, sarde appunto, che non smettono di viziarmi con le loro specialità.
Metto Davide van de Sfroos e la stanchezza o la comprensione sono tanto alte
da non sentire nemmeno un rimbrotto, pure da chi non lo sopporta e che stava
in dormiveglia.
Un autogrill di notte è sempre un qualcosa di particolare, quello in cui ci
siamo fermati noi era assolutamente deserto, aveva un'aria sonnolenta fra
luci che a quell'ora sembrano davvero farne
un'isola nel mare buio della notte.
Bologna Milano sarebbe stata di una noia terribile se non mi avessero
accompagnato nel fare un coro sulle note di "Acustico", il nostro Clà già ci
mancava e in qualche modo dovevamo trovarlo
vicino a noi ancora per un pò.
Lodi... gli ultimi saluti, fa freddo, baci e abbracci... ci dividiamo,
e via sulla via di casa mia... per trovarci domani ancora tutti fianco
a fianco, incontro all'aurora di un giorno più bianco, ritorno di eroi,
prima persi e poi fianco a fianco per stringersi intorno al sogno mai stanco
che è in noi. Renato
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