Recensione di Stefania Scarpulla

Disegno di Emanuela Resta

Claudio guarda se stesso, un Claudio adulto che rivede il bambino di un tempo, con la gioia degli affetti e le paure dell’età infantile, ma con gli stessi occhi miopi, che tanto hanno segnato la sua vita.

É l’analisi del proprio IO, mista all’emozione dei ricordi ed alla nostalgia del tempo che non c’é più

Claudio uomo ritrova finalmente, dopo anni di irreale distacco, se stesso bambino, e si ricongiunge a lui in una cosa sola, per un attimo, guardandosi non ancora cresciuto, ma sicuramente vedendosi molto più grande di sè adulto,  quasi come un vero e proprio RE; l’immagine  che viene data all’IO infantile appare positiva e di immensa vivacità, mentre il Claudio uomo appare opaco, nascosto dietro un alone di indifferenza non voluta, che va svanendo proprio nell’incontro con se stesso bambino.

Quanto era bello, con gli occhi di un bimbo, cogliere la vita nel sorriso di mamma, e ritrovare tutto nel niente di allora, mentre oggi, ormai maturo, non si riesce a cogliere alcunchè dal tutto che si ha.

Per un attimo, il “telo” della vita, vista dall’uno come “un bel ricamo”, dall’altro come un susseguirsi di “NO” e di “SÌ”, di amore ed odio, si annulla, lasciando incontrare i due IO dell’esistenza, l’IO fanciullo della spensieratezza e dell’incanto, l’IO uomo, della maturità e dell’amarezza.

Ma, in questa nostalgica visione retrospettiva, la domanda di Claudio é:

... Abbiamo vinto noi, due facce di uno stesso IO che, a distanza di tempo, si rincontrano per vincere insieme le paure della vita?

Ma sì, anche se temporanea, é una vittoria il potersi incontrare di nuovo, , riuscire a riconoscersi da quegli occhi miopi, fondersi in un unico IO, per poi separarsi un’altra volta ed andare ognuno per la propria strada, il bambino verso l’album dei ricordi e l’uomo verso il domani della vita.

Ma ci sarà forse un’altra occasione, per un nuovo incontro con Claudio fanciullo, per riuscire a gustare, anche  solo per un attimo, un giorno che nasce, con la maturità disincantata dell’uomo e con la forza spensierata del bambino.

... “ci rivediamo a Cla’” ...