É l’analisi del proprio IO, mista all’emozione dei ricordi ed alla nostalgia del tempo che non c’é più Claudio uomo
ritrova finalmente, dopo anni di irreale distacco, se stesso bambino,
e si ricongiunge a lui in una cosa sola, per un attimo, guardandosi non
ancora cresciuto, ma sicuramente vedendosi molto più grande di sè
adulto, quasi come un vero
e proprio “RE”;
l’immagine che viene data
all’IO infantile appare positiva e di immensa vivacità, mentre il
Claudio uomo appare opaco, nascosto dietro un alone di indifferenza non
voluta, che va svanendo proprio nell’incontro con se stesso bambino. Quanto era
bello, con gli occhi di un bimbo, cogliere la vita nel sorriso di mamma,
e ritrovare tutto nel niente di allora, mentre oggi, ormai maturo, non
si riesce a cogliere alcunchè dal tutto che si ha. Per un attimo,
il “telo” della vita, vista dall’uno come “un bel ricamo”,
dall’altro come un susseguirsi di “NO” e di “SÌ”, di amore ed
odio, si annulla, lasciando incontrare i due IO dell’esistenza,
l’IO fanciullo della spensieratezza e dell’incanto, l’IO uomo,
della maturità e dell’amarezza. Ma, in questa
nostalgica visione retrospettiva, la domanda di Claudio é: ... Abbiamo
vinto noi, due facce di uno stesso IO che, a distanza di tempo, si
rincontrano per vincere insieme le paure della vita? Ma sì, anche
se temporanea, é una vittoria il potersi incontrare di
nuovo, , riuscire a riconoscersi da quegli occhi miopi, fondersi in
un unico IO, per poi separarsi un’altra volta ed andare ognuno per
la propria strada, il bambino verso l’album dei ricordi e l’uomo
verso il domani della vita. Ma ci sarà
forse un’altra occasione, per un nuovo incontro con Claudio fanciullo,
per riuscire a gustare, anche solo
per un attimo, un giorno che nasce, con la maturità disincantata
dell’uomo e con la forza spensierata del bambino. ... “ci rivediamo a Cla’” ... |