100 MILA EURO PER MADRE TERESA

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Foto di Nicola ALLEGRI

Al Bano per un caffè in casa Allegri. Conosco Al Bano del 1967. Quindi, da quasi 39 anni. Una conoscenza nata per lavoro, per un’intervista, quando Al Bano cantava “Nel sole”. Ma proseguita poi sul piano personale fino a diventare amicizia. Di caffè ne abbiamo presi tanti insieme. Da un po’ di tempo, i mass media si interessano molto più del solito di questo cantante popolarissimo. E per la verità lo fanno, almeno a quanto sembra, con spirito un po’ bellicoso, con il desiderio e l’intenzione di volerlo distruggere, ridicolizzare, quasi ne fossero invidiosi. Ma hanno perduto la battaglia. L’effetto ottenuto è stato l’opposto di ciò che volevano. Infatti, la sua popolarità è aumentata. Più i mass media gli vanno contro, più aumenta la simpatia della gente.

Ma di queste cose Al Bano non parla mai. Non lo interessano. Non le segue. Pensa al suo lavoro. Canta. E canta con gioia, contento della simpatia della gente.

E così, in questo nostro incontro, abbiamo bevuto il caffè parlando di cose del passato, quasi non esistessero le vicende in corso. Abbiamo ricordato vecchie storie, progetti, sogni, ideali. Conversando, ho avuto l’impressione che questo strano cantante sia rimasto ancora quello che avevo conosciuto 39 anni fa. Conserva lo stesso entusiasmo, le stesse idee, gli stessi progetti, la stessa liberta.

Mentre lui parlava, io lo guardavo e riflettevo ricordando quello che ho letto su di lui e visto alla televisione in questo ultimo anno. Essendo stato coinvolto in vicende che hanno tenuto le prime pagine della cronaca rosa dei settimanali, (ma se ne sono interessati ampiamente anche i quotidiani e perfino i telegiornali) è stato argomento di discussioni e di analisi. Tutti gli esperti del pettegolezzo, che viene anche chiamato gossip, hanno fatto commenti, interpretazioni, supposizioni, previsioni, ed hanno emesso giudizi. Alla fine Al Bano è stato un po’ massacrato. Ma si è trattato di un massacro solo virtuale, nella mente dei commentatori, perché nella realtà Al Bano è quello di sempre, con un’energia impressionante, un entusiasmo travolgente e una serenità adamantina. L’unico effetto, a livello di massa, di questa campagna che doveva essere denigratoria, è esattamente il contrario di ciò che i media si erano proposti di raggiungere. E così, alla fine, i critici hanno sterzato bruscamente riportandosi su posizioni benevoli e diventando, almeno alcuni, suoi sostenitori.

Bevendo il nostro caffè, Al Bano ed io abbiamo parlato di vicende che in genere non finiscono sui giornali.  Al Bano ha una strana e curiosa abitudine. Non tiene mai per sé i soldi che non sono frutto del suo lavoro, della sua fatica. Se per caso vince un premio in soldi, quei soldi non li usa, li regala in beneficenza. Non so da chi abbia ereditato questa abitudine. Forse dall’orgoglio contadino dei suoi antenati. E’, comunque, una consuetudine che risale ai primi anni della carriera e alla quale è sempre stato fedele.  Ogni tanto mi interpella, chiedendomi, con discrezione, indirizzi di orfanotrofi, istituti religiosi bisognosi, e io capisco che ha dei soldi da mandare.

Una ventina di anni fa, conobbe madre Teresa di Calcutta. Fu in occasione del battesimo di una sua figlia. Mi disse che desiderava un battesimo privato, per evitare la ressa della gente e dei fotografi, che, come era già accaduto, avrebbero rovinato la serietà del rito religioso. Gli organizzai una cerimonia a Roma. Celebrante, era un vescovo cecoslovacco, monsignor Pavel Hnilica, amico personale del papa, Assistente un sacerdote, Don Sergio Mercanzin, fondatore e direttore di “Russia ecumenica”. E madrina della piccola figlia di Al Bano, Madre Teresa di Calcutta. Madre Teresa era molto amica di monsignor Hnilica, che le chiese se accettava quel ruolo insolito e lei accettò molto volentieri.

La cerimonia aveva tutti gli ingredienti del grande evento, ma rimase una cosa intima e riservata. Nel senso che il battesimo si tenne in una cappella privata, lontana da sguardi e curiosità mondane. Le uniche persone presenti erano i familiari di Al Bano e qualche amico. Però, d’accordo con Madre Teresa e con monsignor Hnilica, non si rinunciò a fare delle fotografie, che sono un documento straordinario di quella bellissima cerimonia. Al Bano chiamò il fotografo Bruno Oliviero, noto come il “fotografo delle dive”, concordando con lui che le foto sarebbero state vendute a tutti i giornali che le avessero richieste ma che il ricavato doveva andare tutto a Madre Teresa. Oliviero fu d’accordo e quelle immagini finirono sui giornali di mezzo mondo procurando alle opere caritative di Madre Teresa di Calcutta un cospicuo assegno.

Da allora, Madre Teresa è sempre stata nei pensieri di Al Bano.

In varie altre occasioni mi ha chiamato chiedendomi di metterlo in contatto con le suore di Madre Teresa, e io capivo perché.  Recentemente, Al Bano ha vinto una causa in Spagna con un sostanzioso risarcimento danni. Mi ha chiamato per dirmi che, com’era sua abitudine, quei soldi non voleva neppure toccarli. Aveva già scelto alcuni istituti cui fare beneficenza, ma voleva far avere un’offerta anche alle Suore di Madre Teresa. Mi chiedeva di trovargli l’indirizzo della Casa delle suore di Madre Teresa di Madrid. Glielo trovai e comunicandoglielo, con discrezione gli chiesi che genere di offerta faceva: “Centomila euro”, rispose asciutto. Mentalmente calcolai che si trattava di quasi duecento milioni di vecchie lire. Una bella somma. Ma non feci commenti. Una ventina di giorni più tardi, mi chiese l’indirizzo romano delle Suore di madre Teresa, per una nuova offerta. Approfittai per sapere dalle suore stesse se avessero ricevuto i centomila euro dalla Spagna e la  madre superiore mi rispose che erano già arrivati, ma anche già partiti per l’Africa, dove c’era un’emergenza. “La Provvidenza ci ha aiutato” ha commentato.

Di queste cose non parlano i giornali. Ed è bene che lo facciano perché la carità deve essere discreta e silenziosa. Come dice San Paolo, “la carità non si vanta, non si gonfia”. Ma, secondo me, sarebbe importante anche se si conoscessero queste vicende perché potrebbero far capire che il mondo dello spettacolo non è fatto solo di superficialità, pettegolezzi e stupidaggini. Ci sono anche altri valori, molto seri, e per fortuna anche assai diffusi tra gli artisti.