Fans all’
arrembaggio
Cosa significa essere fans?…..o meglio cosa vuol
dire essere straappassionati di qualcuno (naturalmente non il proprio vicino/a
di casa ma trattasi di celebrità + o – nota al grande pubblico) che ti fa
passare notti insonni in attesa del grande evento, dell’appuntamento che
aspetti da anni (a volte decenni) e che sembra non arrivare mai?
E’ difficile spiegarlo a parole,…eh lo so…di certo
non posso cavarmela così, con la più fatta delle frasi fatte…
Solo che trascrivere le proprie emozioni è già di
per se un’impresa figuriamoci quelle di terzi…
Di sicuro la fantasia fa brutti scherzi…inoltre
c’è la tendenza ad idealizzare il proprio mito (e altrimenti non lo si
chiamerebbe così)…è il primo trabocchetto in cui si cade (o si vuol cadere).
Istintivamente c’è la mania ad emulare ad esempio il modo di vestire, di porsi
in pubblico, di suonare (se si tratta di un musicista) del proprio beniamino.
Spesso a braccetto con i sogni (ad occhi chiusi)
ci sono gli incubi (ad occhi aperti), il timore che qualcosa vada storto,
l’imprevisto dell’ultimo minuto quando l’attesa dell’incontro sta per diventare
realtà.
Evidentemente questo accade quando l’aspettativa è
talmente grande ed ogni piccolo dettaglio possa rovinare tutto. Ho scoperto che
l’età non altera minimamente le sensazioni decsritte anzi sovente la maturità,
anzi direi il passare degli anni, amplificano invece che sminuire certe smanie.
Si pensa ai teenager come le vittime preferite dei media, viceversa ultra
quarantenni travestiti, ehm vestiti di jeans e scarpe da ginnastica si
ritrovano a fare la posta ai propri idoli o a spendere “fette di stipendio” per
memorabilia d’epoca.
A questo punto mi viene naturale parafrasare un
vecchio successo di 4 ragazzotti divenuti miti + miti che si può. Il brano in
questione è: With a little help from my friends (per quei pochi allergici
all’inglese la traduzione dovrebbe essere pressappoco: Con un piccolo aiuto dei
miei amici….
…a questo punto vi starete certamente
chiedendo…chissà dove vuole andare a parare….
Ebbene ho chiesto le esperienze personali ad
alcuni amici che reputo appunto
“Fans
all’arrembaggio” D.O.C. ma comunque con la testa sul collo
(si fa per dire). Entusiasti senza però scivolare nel fanatismo, certo
l’eccezione non manca mai ma di certo non vi dirò di chi si tratta…e forse lo
scoprirete voi continuando la lettura.
Essere un “Fans
all’arrembaggio” ….oops mi correggo un
Beatlefan…
Forse non importerà nulla ai lettori, ma volevo condividere con gli
‘internauti’ il mio personale Beatles' Day: proprio 25
anni fa (Napoli, settembre 1980) mia mamma mi regalò THE BEATLES
BALLADS, una compilation delle più celebri ballate dei Fab Four.
Naturalmente a sei anni non sai cosa sia veramente una compilation, preso come
sei a raccapezzarti tra le - tante! - musiche che si ascoltano a casa (Queen,
Burt Bacharach, Demis Roussos, Nat King Cole, Sergio Mendes, Tony Esposito...)
e le sigle dei cartoni animati che ti piacciono di più (Goldrake, Daitarn III,
Gundam, Heidi...).
Ebbene, l'ascolto dei Beatles ebbe per me un effetto 'deflagrante': l'ascolto,
l'estasi, l'innamoramento...
In principio fu Blackbird, la folgorazione. Poi Across
The Universe, l'incanto. Poi ancora Do You
Want To Know A Secret e For No One, la
conferma.
Qualche tempo dopo, la
scoperta di Sgt. Pepper (la sigla del programma
televisivo Tandem è ancora da me benedetta periodicamente!), l'ascolto
di Rubber Soul, la caccia ai dischi, la raccolta dei
primi articoli, le biografie, la nascita di una collezione...
Cosa significa essere un beatlefan,
dopo venticinque anni da quella indimenticabile folgorazione? Significa
assaporare ogni nota dei favolosi quattro
con quella inesauribile e immutabile capacità di meravigliarsi, di
approfondire, di stupirsi dinanzi a tanta straordinarietà compositiva ed
espressiva del celeberrimo ‘mostro a quattro teste di Liverpool, un’idra
quadrocefala che ha attraversato la storia del Novecento entrando
prepotentemente nell’ambito dei documenti/monumenti del ventesimo secolo.
Essere beatlefan significa ascoltare
dal vivo sette volte Paul McCartney – dai 15 ai 29 anni – attraversando parte
dell’Europa, da Napoli a Londra, da Parigi a Firenze, da Roma a Milano,
cercando di afferrare la magia della voce di Paul e la meravigliosa ‘sostanza’
delle sue canzoni…in attesa di rimandare la ricerca alla prossima volta, perché
non basterà mai un altro concerto!
Essere beatlefan significa piangere
come bambini alla Royal Albert Hall di fronte alla magia beatlesiana che si
compie: Dhani Harrison suona per il suo papà scomparso un anno prima,
lasciandosi affiancare dagli ‘amici’ Paul, Ringo, Eric, Ravi, Billy, Tom, Jeff…
Essere beatlefan significa aspettare
dodici ore – dalle 5.00 del mattino alle 17.00 del pomeriggio - nella Galleria
di Milano per stringere la mano al ‘maestro’ Paul e per cercare di fargli
capire quanto la sua Musica abbia cambiato le nostre vite, i nostri gusti, la
nostra voglia di capire il mondo.
Essere beatlefan significa
condividere con tre amici il palco imbracciando un basso Rickenbacker e
suonando cinquanta/settanta sere all’anno, da otto anni, i brani dei Fabs senza
mai stancarsi, trovando in essi ogni volta una nuova, inafferrabile magia…
Essere beatlefan significa correre
verso le strisce pedonali di Abbey Road rischiando di essere ucciso dalle auto
in corsa, commuoversi mentre si immagina il momento in cui le si attraverserà
per la prima volta (a diciotto anni), sapendo che ci sarà un giorno in cui si
ritornerà ‘nella strada dei Beatles’ (è già accaduto altre due volte, ma vi si
ritornerà ancora!)…
Essere beatlefan significa ascoltare
centinaia di volte le note delle canzoni dei Fab 4 provenienti dagli oltre 40
palchi distribuiti in tutta Liverpool, scalpitare per il concerto di una tribute-band, osservare i luoghi che
hanno visto crescere John, Paul, George e Ringo per capire quale elemento
topografico, geografico, ambientale possa aver influito sulla crescita umana,
professionale e artistica dei quattro.
Essere beatlefan significa guardare
il rondò di Penny Lane come se si trattasse del centro della coscienza dell’intero mondo lasciandosi prendere in
giro dai passanti che rivedono quotidianamente la stessa scena…
Essere beatlefan significa
intrufolarsi negli studi di Abbey Road mimetizzandosi da orchestrale della
London Symphony Orchestra guadagnandosi un rimprovero dal receptionist degli
studios!
Essere beatlefan significa ascoltare
ogni 29 settembre quel Beatles Ballads
che ha dato inizio a tutto, sapendo che quel vinile mi racconterà meglio di
qualsiasi altra descrizione…
Michelangelo Iossa
D: Cosa vuol dire essere “Fans all’arrembaggio” ?
R:…significa appartenere e condividere, far parte
di una “collettività” e provare sensazioni comuni perché non ha senso essere
fan se non si ha la possibilità di condividere le emozioni.
Nico
Lioce
D: Cosa vuol dire essere “Fans all’arrembaggio” ?
R:…In una parola …anzi in due penso di poterr dire
che si tratta di : Amore incondizionato!!!
Giusi Ciccarelli
(Dolcissima fanciulla dai colori
giallorossi in tutto e x tutto Vendittiana e Romanista)
Tutti mi chiedono “Perchè?” oppure “Ma chi te lo
fa fare?” e concludono con “Tu sei matta!”
Beh non lo so neanche io, fatto è che quando gli
U2 chiamano, L. (cioè io) risponde!!!
Non starò qui ad elencarvi le qualità del mitico
quartetto irlandese, ci sono già migliaia di riviste che lo fanno, ma vi
racconterò le emozioni che mi hanno dato e le esperienze che mi hanno fatto
vivere… Sono emozioni difficili da spiegare, quelle che le loro canzoni mi
trasmettono, mi tirano su il morale quando sono triste, e lo esaltano
all’ennesima potenza quando sono di buon umore!!!
Non dimenticherò mai il mio primo concerto,
roma-torino da sola, e una volta nello stadio, non lo ero più… c’era lì ad
aspettarmi una grande famiglia! Non conoscevo nessuno, ma quell’atmosfera che
si percepiva chiaramente nell’aria fu unica: eravamo tutti amici, uniti dalla
stessa passione! E immaginate quindi per me cosa fu vederli, e soprattutto
sentire dal vivo quelle canzoni che avevo ascoltato solo tramite un lettore CD…
stare lì nello stadio a pochi metri di distanza da loro, e sentirmi
completamente avvolta da quelle melodie… ancora oggi quando ci ripenso gli
occhi mi diventano lucidi…!
E ovviamente quando si è presentata l’occasione di
rivederli non potevo certo perderla! Ore passate su internet per reperire tutte
le informazioni possibili sulle date dei concerti, sulla composizione del
palco, e infine, per riuscire a trovare i tanto agognati biglietti!!! L’ansia
giorni e giorni prima del concerto, le ore in fila ai cancelli dell’Olimpico,
sotto un sole che non dava tregua… e finalmente eccoli di nuovo lì, sul palco,
pronti a regalarci emozioni!
E sempre tramite internet ho avuto la possibilità
di conoscere un gruppo di persone che come me, anzi, più di me, sono legati profondamente
alla band irlandese, tanto da dedicargli un sito e un forum (il più grande
d’Italia), e addirittura così appassionati da aver organizzato un raduno
nazionale a cui hanno partecipato giovani e non provenienti da tutta l’Italia…
eh sì, fanno anche questo gli U2!
Ormai mi sono entrati nell’anima, e non pensate a
semplici infatuazioni da adolescenti… gli U2 hanno fatto la Storia!
Lorena
(Un fiorellino con
un debole per il basso, ehm per un bassista)
Ps:
Chiunque voglia lasciare un pensiero sul tema trattato può inviarlo al seguente indirizzo: drivingrain@tiscali.it
Paolo #14