La guerra dei mondi
Quante volte guardando il cielo in una notte stellata ci è capitato di
confondere un aeroplano con un UFO? Forse non adesso che siamo "adulti" e
smaliziati, ma quando eravamo bambini e tutto ci sembrava possibile, siamo
stati convinti, anche solo per un secondo, di avere avvistato gli
extraterrestri.
Ma se a noi piace immaginare ogni tanto di averli visti, loro dall'altra
parte ci vedono senz'altro. E ci studiano, ci contano, ci pesano. O almeno
così ha pensato H.G. Welles nel 1898 quando pubblicò "La guerra dei
mondi", il libro che fu già alla base dell'omonimo film-cult della
fantascienza del 1953, e adesso ripreso da Steven Spielberg per farne un
kolossal.
Di alieni al cinema ne avevamo già visti parecchi, proprio Spielberg con
E.T. e Incontri ravvicinati del terzo tipo ci aveva fornito due modi
diversi di immaginarli. Con "La guerra dei mondi" il cineasta di
Cincinnati affronta l'approccio violento tra la nostra cultura e quella
aliena. Loro, "gli invasori" venuti per distruggere, noi "i terrestri" qui
a difendere il territorio seppur l'imponenza delle forze avversarie non
sembra lasciarci scampo.
In
questo scontro epocale, la nostra storia diventa quella di Ray Ferrier (Tom
Cruise) e dei suoi due figli Robbie (Justin Chatwin) e Rachel (Dakota
Fanning). Alla loro salvezza coinciderà la nostra sopravvivenza.
Spielberg attualizza il tema di Wells fornendoci una lettura strettamente
correlata al mondo di oggi e al post 11 Settembre. E' stupido cercare i
nemici tra noi, siamo tutti un unico pianeta, una sola razza che abita lo
stesso mondo. E se qualcuno ad inizio film chiede se gli attentati sono di
natura terroristica, è solo perché si vuol rendere chiaro il paradosso che
impera nel nostro quotidiano. Messe da parte le norme che regolano la
civiltà (siano esse la patente o la possibilità di uccidere pur di salvare
la propria pelle) siamo tutti uguali. L'emergenza appiana quelle
differenze che spesso ci separano, riportando tutto su una dimensione più
essenziale, animale, ma al contempo "umana".
In questo ritorno al primordiale, siamo noi i protagonisti di "Il grande
fratello" degli alieni (che entrati finalmente nella "casa" guardano
avidamente le nostre foto), chiunque (e non solo "qualcuno") può morire
incenerito da chi esegue una pulizia etnica, così come per la prima volta
è la nostra di specie a dover soccombere per dar spazio ad una più forte
ed "evoluta". Cambiano i rapporti di forza e l'unica possibilità di
resistere è rimanere uniti. Gli uomini e le piante, gli animali ed i
microbi. Tutti bene o male, esseri della Terra che si devono difendere.
"La guerra dei mondi" è paura, angoscia, senso di impotenza e soprattutto
fuga. La prima parte del film è grandissimo cinema, un vero nodo alla gola
per lo spettatore. Spielberg si trova a suo agio fra bombardamenti e
esplosioni, segue le scene spesso camera a mano riuscendo a ricreare
perfettamente il panico e il senso di confusione del normale cittadino,
così come dimostra quanto sia ancora abile con l'horror quando la tensione
scende negli scantinati.
L'estremo realismo della vicenda, perfettamente
ricreato dal punto di vista estetico, si perde purtroppo quando si tratta
di parlare dei risvolti intimi dei nostri protagonisti, apparendo in più
circostanze poco credibile. Perché combattere un invasato Tim Robbins
pronto alla resistenza? Perché credere che scappare a Sud significhi
salvezza? Troppo viene lasciato alla libera interpretazione dello
spettatore.
La struttura del "road movie", con tanto di partenza (NewYork) e un punto
di arrivo (Boston) che coincide con l'epilogo non sembra la più
appropriata per una storia di guerra così complessa , ma forse questo è il
limite di un po' tutti i film sugli alieni: una volta creato un senso di
frustrazione così intenso nei confronti di questi mostri così forti e
apparentemente senza punti deboli, appare banale qualsiasi soluzione che
capovolga il tutto. E così ci si aggrappa al doppio finale per dare
solidità alla storia: quello generale che porta ad un nuovo equilibrio, e
quello più intimo e familiare, che soddisfa anche chi si è affezionato ai
protagonisti X della vicenda.
Nonostante qualche pecca, La guerra dei mondi rimane comunque uno dei
migliori spettacoli che il cinema hollywoodiano abbia offerto negli ultimi
anni. Parafrasando un celebre spot, Spielberg rimane comunque sempre
garanzia di alta qualità.
By Anna
Clabber3616 |