Manuale d'amore è un film vivace, lieve e al tempo stesso profondo, che racconta, senza giudizi di sorta e senza voler trovare risposte, le strade tortuose del cuore che ha "le sue ragioni che la ragione non conosce". E’ difficile parlare d'amore... facile cadere nel cliché, nella banalità, così come sfociare nella favola consolatoria o nel dramma. Ma in questo caso il regista si pone come semplice osservatore e documentarista dell'animo umano, fotografando le quattro stagioni del sentimento d'amore. Manuale d'amore è una commedia in quattro parti che ripercorre le fasi-chiave del percorso di coppia: l'"innamoramento", la "crisi", il "tradimento" e l'"abbandono".
"Crisi" mette a confronto Margherita Buy e Sergio Rubini nella fase in cui, all'amore, sottentrano il rifiuto dell'altro e la paura della solitudine. Appropriata la dose di malinconia; un pò ovvia l'ottusità del personaggio maschile a fronte della trepida Buy. Le cose vanno peggio con "Gelosia", dove la vigilessa Ornella scopre l'infedeltà del marito (Dino Abbrescia): si trasforma in una furia contro gli uomini in genere; e gli automobilisti in particolare. E' farsesco senza pentimenti "Abbandono", con tanto di personaggio nascosto sotto il letto e sul cornicione per sfuggire al marito dell'amante; lo sostiene però un Verdone in gran forma, cui tocca anche il compito di rilanciare il ciclo amoroso con una donna che lo spettatore ha visto all'inizio. Malgrado tutti i personaggi del film siano delegati a fare da trait-d'union tra i diversi capitoli, le quattro parti sono, in realtà, autonome ed intendono fornire un ragionevole divertimento al pubblico. La visione di questa commedia può far rivivere ad ognuno di noi le quattro fasi cicliche dell’amore…e come la “pizza quattro stagioni” ci sarà lo spicchio che piace di più e quello che sarà meno gradito… Buona visione. By Anna Clabber3616 |