SACCO E VANZETTI

Questo
mese voglio dedicare la mia recensione ad una fiction che hanno trasmesso su
Canale5 (1^ parte) e Rete4 (2^ parte) dedicata a Nicola Sacco e
Bartolomeo Vanzetti, due persone semplici immigrate in America in cerca
di fortuna…ma altro che fortuna…hanno trovato l’ingiustizia e la morte.
Questi “film verità”, che
ripercorrono la storia passata, a mio modesto parere, ci dovrebbero far
riflettere di quanto benessere attualmente gode la società e di conseguenza
noi tutti o comunque la maggior parte della popolazione, e farci apprezzare
quanto abbiamo e non sappiamo di avere…
La
fiction racconta che all’inizio del secolo scorso quasi quattro milioni di
italiani approdano negli Stati Uniti, e di questi circa il 70% arriva dal
meridione. L’impatto è traumatico. La speranza di costruirsi un futuro
migliore si infrange lentamente contro la durezza e le difficoltà della
nuova vita. Sono gli anni del “Ku Klux Klan” e della paura Rossa, il
comunismo. Il nazionalismo diventa lo scudo dietro il quale proteggersi
dallo straniero, ma soprattutto da coloro che criticano il sistema
capitalista: i sindacalisti, gli anarchici, i socialisti.
I due protagonisti principali
Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, sono interpretati rispettivamente da
Sergio Rubini ed Ennio Fantastichino; due grandi interpreti.
Sacco,
ricopre il ruolo di un meridionale che è salito su una nave diretta verso un
paese lontano dal quale si aspettava pane, giustizia e democrazia.
Vanzetti,
invece nella sua interpretazione fa prevalere l’aspetto umano su quello
politico. E’ un ideologo ed un idealista, c’è in lui un’ingenuità
terrificante per certi aspetti, pieno di aspirazioni e speranze. Diceva: “Io
cerco soltanto di battermi contro la supremazia dei forti sui più deboli”.
Brutti, sporchi e cattivi. Così la
benpensante borghesia di Boston vedeva gli immigrati italiani.
Sacco e Vanzetti avevano la colpa di essere italiani e pure
anarchici e non ebbero scampo fin dal giorno del loro arresto. Accusati di
rapina ad un portavalori sfociata poi in un duplice omicidio, Sacco e
Vanzetti vennero sottoposti ad un processo farsa e condannati alla
sedia elettrica sulla base di fragili prove e inconsistenti testimonianze
(alcune probabilmente addomesticate per avvalorare una sentenza già scritta)
mentre tutti gli elementi a discarico venivano regolarmente rifiutati dal
giudice Katzman. E non bastò la sollevazione popolare mondiale e
neppure l’intervento del Papa presso il governatore Fuller a
salvare la vita dei due italiani, giustiziati il 23 agosto del 1927.
Dunque è la cronaca di
un’ingiustizia, che nel tempo è diventata il simbolo per la lotta al
pregiudizio, a favore dell’impegno civile. Una storia universale, quanto mai
attuale.
Sacco
e Vanzetti rappresentano eroi casuali e tragici rivoluzionari che
inseguono l’amore per un ideale utopico.
La
fiction racconta la storia dei due italiani sin dall’inizio, partendo dal
loro casuale incontro, l’iniziazione alla politica di Nicola Sacco e la
nascita dell’amicizia tra i due. Sta proprio qui il centro di questa
fiction, nel rapporto solido e fidato di due amici, uno del sud e l’altro
del nord, simboli di un’Italia non ancora unita dall’idioma.
Non è un film di destra né di
sinistra né, tanto meno, contro gli americani. E' la storia di
un'ingiustizia commessa dagli americani su due italiani.
Un film
sulla dignità umana calpestata che ottiene riconoscenza nella memoria. Per
non dimenticare le nostre povere origini, e che un tempo eravamo noi gli
umili che venivano calpestati. Racconto di fratellanza e illusione: “Un
tetto per ogni famiglia, un pezzo di pane per ogni testa, un libro per ogni
cuore”.
By
Anna
Clabber
3616
|