Solo e leggero

(La notte di Santa Lucia)

 

Stasera sono solo e leggero.

Sull’erba tengo

la schiena e passa

dentro di me il soffio

dell’insetto amico e il traspirar

di terra accaldata, carezze

dolci a suggerir riposo.

Fili sottili di prato e punte

di foglie perdute mi spingono

in alto. Lèvito in nuvole

che sono ombre, faccio parte

del silenzio che sovrasta.

 

In punta di piedi

il vento muove campanelli

delicati, portano all’infanzia.

Nell’attesa di Santa Lucia a spasso

per le strade di dicembre.

Rapidi pensieri tra le braccia

grandi della nonna a far di conto

del mio operato: buono o cattivo?

La Santa verrà a visitarmi?

Per me, sarà qualcosa sul camino?

In quell’istante di domande

avevo tutto.

 

Adesso che il tempo

è rimasto indietro, punge

il male della perdita che non rimedia.

Ricordo

per tener viva la gente cara.

E così m’alzo da terra a contar

le stelle chiamandole

per nome.