IO  DAL  MARE

                                                                                   

È la storia di un’isola, Ischia, dove un uomo, Claudio Baglioni, nel lontano agosto del 1950 fu concepito.

È il racconto del suo amore per quel mare, fonte di vita  e di forza.

L’autore, venuto a sapere dalla propria madre, in età adulta, l’episodio riguardante le proprie “origini”, non ha voluto esimersi dal dedicare una canzone alla propria “isola”.

Mi trovo spesso in sintonia con lo spirito di questa canzone. Anche il mio concepimento è avvenuto al mare nell’agosto del 1962. Anch’io amo il mare, e lo considero quasi un “complice”.

Forti sono le immagini descritte, dagli “scogli di carbone dolce dentro il ferro liquefatto di una luna che squagliò un suo quarto”  al “bianco volar via di cuori pescatori acqua secca di un bel cielo astratto”.

Il mare è forza ed indipendenza, ribellione e passione.

Con il suo continuo rincorrersi di onde , fra schiuma di uragani ed urla di leoni, profondamente amato, non può essere infiammato neanche da quell’amore di un figlio che lo vede come sua origine e parte di se stesso.

Il mare è quello che vuol essere, non è schiavo a nessuno, completamente libero nel suo volere. Origine della vita per uomini ed animali,  é culla di Nettuno e specchio delle anime dei pescatori.

Fonte di cibo e rifugio per i “corpi caldi delle sirene”, ha visto l’amore di una giovane coppia, che lì si amò in un agosto, mentre il profumo dell’uva fragola inebriava un sole che scompariva fra le onde, lasciando una scia di fuoco sull’acqua d’argento.

Il mare è senza confini. Si unisce con il cielo all’orizzonte, facendo perdere lo sguardo in un azzurro infinito.

Il mare è vivo. Ha un cuore, regala sensazioni e sentimenti. Dona una grande tranquillità quando è calmo ed argenteo, riscaldato dal sole o illuminato da un quarto di luna. Fa paura ed è cattivo quando è agitato e tempestoso, quando spazza via ogni cosa con una rabbia maligna, quando scuote gli scogli bruni con la forza delle onde.

Il mare è grande libertà; neanche questo suo figlio può domarlo. Può  soltanto guardarlo con rispetto, ammirarlo nel suo continuo schiumare, consumare e tracimare, sotto quel caldo sole che illumina il nascere della vita giorno dopo giorno, sotto quella luna che augura la buona notte ai naviganti.

Tutto questo è il mare, un grande padre per quei suoi figli che lo amano e lo rispettano.

Il mare è forza, è tenerezza, è vita, è amore.

 

Stefania Scarpulla