NOTTI

 

La notte... un attimo magico della nostra giornata, della nostra vita, che, a seconda degli eventi, dei protagonisti e dei sentimenti, diventa un momento di riposo, di allegria, di musica, di meditazione, di solitudine o di sofferenza.

Della sua notte e delle tante notti nel mondo ci parla Claudio Baglioni, che di notti ne vede e ne conta centinaia, migliaia. I versi della canzone raccontano come le diverse persone sentono e trascorrono le ore della notte.

Strutturalmente e metricamente molto simile a “Fotografie”, anche “Notti” è caratterizzata da una parte centrale, in cui il ritmo cambia e le parole assumono un significato particolare:

“E se stanotte tu mi fossi accanto

stanotte che ti voglio e non sai quanto

e se potessi fare in modo che Roma

non fosse lontana per te.

Tu che sei stata e sarai tra le persone più mie

tu che mi stai nei quattro angoli del cuore

ridammi indietro questo amore

l’amore delle mani tue”

Questa parte richiama l’attenzione di chi ascolta la canzone, gustandone melodia e testo. Interrompe la carrellata di notti e di protagonisti che si rincorrono a ritmo sostenuto, quasi come in una corsa della vita. É un attimo di riflessione del protagonista–autore, che dichiara il suo amore a colei che è lontana, che non può essere con lui in quel momento.

L’oscurità ed il silenzio della notte amplifica ogni sentimento: la nostalgia diventa struggente, il dolore dell’abbandono lancinante, la solitudina sempre più nera, l’amore più profondo.

La notte si fa talvolta consigliera, come dicevano i vecchi saggi. Ma é anche un susseguirsi di rituali gesti quotidiani, che facciamo meccanicamente, con una sequenzialità quasi scaramantica.

E ricominciano le notti, quelle fredde di pioggia, quelle fiorite di primavera. Si sentono  in lontananza le sirene della polizia  e l’antifurto di un auto.

E poi le notti disperate di chi é solo, le notti senza amore, e quelle in autostrada, con i fari accesi ed il cuore in gola.

“Notti”, introdotta nella scaletta dell’ultimo tour “Cercando”, trova non pochi estimatori affezionati. Scritta all’inizio degli anni ’80, fa parte dell’album “Strada facendo” ed ha fatto sognare gente di tutte le età.

Il ritmo sostenuto della musica trascina e coinvolge chiunque, ma la parte centrale, con la dolcezza della melodia, dona ampio respiro ed un pizzico di commozione. Sembra quasi che, in questo continuo correre e rincorrere di notti e di nottambuli, si riesca a trovare un attimo per fermarsi,  per raccogliere i propri pensieri, per dichiarare i propri sentimenti a colei che rende insonni le tante notti.

E, proprio nella parte finale, ecco un ultimo riferimento a questo amore lontano:

 

“notti e già ne avrò passate cento

notti e quante amare

ad aspettare te”

 

Cento, mille, milioni sono le notti, in ogni angolo del mondo.

Ognuno, nel silenzio e nell’oscurità, fra gioie ed amori, solitudine e tristezza, musica e ricordi, rivive, notte dopo notte, le emozioni della vita.  

Stefania Scarpulla