Il Boss a Milano
polvere, fantasmi e diavoli
Speciale Devils&Dust
Bruce chiude al Forum di Assago, Fortis: è un
vero sciamano
Ottomila fan ieri sera al Filaforum di Assago, Milano, hanno salutato
Bruce Springsteen nella terza e ultima data del suo breve tour italiano.
Tre concerti unici, magici. Rispetto a Bologna e Roma, a Milano il
concerto è stato un po' più rock, per un pubblico che il Boss considera
forse più in sintonia con 'Born In The Usa' che con 'Devils & Dust'.
Sarà per questo che Bruce non concede momenti del tipo 'My Hometown',
come aveva fatto a Bologna. Poco importa, il suo popolo è lì in assoluta
adorazione mentre Springsteen demolisce l'America della terra promessa.
Chi ha visto i suoi show ne è uscito davvero
colpito. Come Emanuele Filippini, calciatore della Lazio, presente a
Bologna e a Roma: "Secondo me il concerto di Roma è stato più bello
di quello di Bologna, forse perché Springsteen ha cambiato la scaletta e
si è avuto modo di ascoltare altri ripescaggi vecchio repertorio. E'
stato stupendo, per me e mio fratello è davvero un mito". Per
Alberto Fortis "è stata la prima volta che l'ho gustato appieno. Mi
ha colpito la vocalità e la sua 'trasformazione' soprattutto in 'Reason
To Believe': ha rievocato davvero la polvere dell'America e del blues. E'
uno sciamano, ho imparato molto da questa sera".
Anche a Milano Bruce ha cambiato la scaletta,
inserendo 'Black Cowboys' dal nuovo album e Open All Night', 'Thougher
Than The Rest' e 'Lost in the Flood'. Mentre il vento forte spazzava
Milano, il Boss ha salutato tutti chiudendo ancora una volta con la cover
dei Suicide 'Dream Baby Dream'.
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