Alessio Tavecchio è nato a Bergamo il 7-12-1970 e attualmente vive a Monza.

Si è diplomato in informatica ed ha intrapreso gli studi universitari in ingegneria elettronica. Grandi sogni, alte ambizioni, ma un continuo senso d’insoddisfazione lo accompagnava, senza però impedire al suo cuore di sussurragli, di tanto in tanto: “Che cosa stai facendo, cosa stai cercando, dove vuoi andare... Fermati un attimo... ASCOLTAMI!

A 23 anni ha avuto un grave incidente motociclistico che ha cambiato radicalmente la sua vita. I medici non gli hanno dato alcuna speranza di tornare come prima, ma in lui è successo qualcosa di così grande e importante da permettergli di non rassegnarsi di fronte a questo limite.

Dopo la fase ospedaliera ha cominciato subito a nuotare e a vincere i campionati Italiani. Ha partecipato ai Campionati Europei di nuoto per disabili a Perpignan ‘95 (Francia) e anche alle ParaOlimpiadi di Atlanta 1996, giungendo sempre in finale. Ha imparato a sciare, lavora come consulente ACI per la prevenzione stradale nelle scuole, ma non solo; è attivo nel sociale con un grande sogno nel cassetto da realizzare: la omonima Fondazione da lui creata si prefigge di costruire un Centro di accoglienza, formazione e sport per disabili, unico nel suo genere in Italia. www.alessio.org

Ha scritto questo libro per far capire che la guarigione “impossibile”, va cercata giorno per giorno con grande FEDE in se stessi e in Dio.

In questa cronaca Alessio racconta in modo semplice e spontaneo la sua esperienza e il cammino nuovo che si delinea per lui, affrontando e superando limiti, dolori, paure, ma anche godendo della gioia e dell’amore che può cogliere ovunque per raggiungere quella guarigione Spirituale che sta assolutamente alla base di qualsiasi guarigione fisica.

La guarigione non è un obiettivo, ma è la conseguenza di un modo di vivere.

Prima dell’incidente il mio rapporto con Dio era praticamente inesistente. Il mio obiettivo principale era quello di vivere la vita al massimo, cercando di godere il più possibile, con il desiderio ossessivo di sempre “nuove emozioni”. La continua ricerca “esteriore” faceva parte di me, ma molte volte mi chiedevo se quello che conoscevo, quello che facevo, quello che imparavo, quello che accadeva fosse semplicemente “un caso” oppure se tutto avesse un senso, un significato profondo.

A volte desideravo con tutto me stesso di trovare anche un solo significato e di dare un valore più importante alla mia Vita, ma spesso era molto più semplice e comodo fuggire da questa voce della coscienza per tuffarmi ad alta velocità nel caos della quotidianità.

Il malessere che provavo e che mi faceva sentire perennemente scontento, malgrado avessi tutto per essere felice, nasceva dal fatto che l’Io di Alessio, non era in contatto con il suo nucleo, la sua anima. Risultava quindi vana ogni ricerca sui perchè della mia esistenza. Non capivo che per poter cogliere nel mondo esterno la soluzione dei miei problemi, occorreva analizzare prima di tutto il mio malessere interiore. Siccome però sfuggivo perennemente dal mio intimo potenziale spirituale, fuori non potevo trovare altro che occasioni di fuga...

A forza di fuggire e fuggire arrivò improvvisamente quel giorno, che sembrava fosse una delle tante noiosissime domeniche alla ricerca di qualcosa da fare e che invece si è rivelata una data che avrei ricordato per sempre: domenica 5 dicembre 1993, l’appuntamento più importante della mia vita: l’incidente motociclistico.

Questa esperienza, drammatica dal punto di vista umano, mi ha rivelato il mistero della vita spingendomi, mio malgrado, a varcare quella soglia che chiamiamo morte e che invece mi si è rivelata come un passaggio della coscienza ad un livello diverso da quello conosciuto nella dimensione fisica.

Mentre il mio corpo giaceva in stato di coma la mia coscienza ha effettuato un “viaggio” in compagnia di “un’angelo” di nome Mara, che mi ha guidato oltre i confini del razionale, in luoghi fuori dal tempo e in avventure sconosciute.

Prima di riprendere possesso del mio corpo fisico, ho visto e mi sono immerso in una Luce così intensa, radiosa e splendente che compenetrava il mio Essere e nutriva ogni parte di esso. Una sensazione unica che ha provocato in me uno stato di pace e felicità mai raggiunta prima. Una pace che non era né interiore né esteriore, ma semplicemente unica con il TUTTO. Sapevo che lo stato di estasi che provavo era il massimo raggiungibile, che niente di più bello poteva esistere nell’universo. Era una luce palpabile, così vera e soprattutto VIVA. Viva di un qualcosa che mi ha permesso di gridare: allora Dio esiste!

Quando però, mi sono risvegliato in questo mondo, ho dovuto fare i conti con la situazione fisica che mi si prospettava: Alessio con un volto nuovo e su una sedia a rotelle per tutta la vita

Il rifiuto a questa nuova vita è stato totale. Volevo gridare, spaccare tutto, lanciare qualsiasi cosa a portata di mano con tutta la rabbia che avevo in corpo, ma non riuscivo a fare niente di tutto ciò. Mi dicevo, “è impossibile, assurdo, inaccettabile che una cosa così sia accaduta proprio a me. Che cosa succede? Che situazione è? Perché io?!!!

Ero completamente disperato, abbandonato, non sapevo più cosa fare, cosa pensare, come affrontare di nuovo il futuro... Avevo quasi voglia... Voglia di morire...

Ma subito mi sono detto “...morire? Ma cosa sto dicendo? Io sono già “morto” e se adesso sono qui vivo con una seconda possibilità di esistere, ci sarà un motivo. Un motivo tutto da scoprire, un motivo tutto da vivere.”

Certo, l’incidente ha cambiato radicalmente il mio modo di vivere, rendendolo più faticoso, difficile e impegnativo, ma grazie a questa esperienza di Luce è successo qualcosa di così bello e straordinario che mi ha permesso di andare oltre questi limiti. Non potevo più lamentarmi della mia condizione, anzi ero contento, sicuramente più di quando avevo la mia integrità fisica.

Ma cosa è successo di così bello e straordinario?

È stato l’incontro profondo con me stesso, con il mio nucleo, con la mia vera essenza, con ciò che in realtà sono. Il ricordo di quello che ho vissuto in quella dimensione mi ha permesso di capire che sono un’anima al comando di un corpo fisico e non di essere un corpo che posside una parte spirituale. È questo radicale cambiamento di identificazione che ha prodotto in me una nuova visione di vita più vera, che mi ha spinto a reagire positivamente di fronte ad un evento considerato drammatico.

Ciò mi ha permesso di maturare, di lasciar affiorare la parte migliore di Alessio e conoscere la forza che non avevo mai pensato di possedere. Finalmente l’incontro con me stesso, che sempre avevo sfuggito, era avvenuto. Certo, sembra incredibile a dirsi, ma “grazie” a questo incidente, “grazie” a questo appuntamento imprevisto, è avvenuto quello che ho sempre desiderato intensamente, quello che un tempo era il mio sogno: un cambiamento e un miglioramento di vita, netto, improvviso, radicale.

Sono convinto che queste “modalità” sono personali, nel senso che ce le creiamo noi strada facendo, perché solo noi sappiamo cosa realmente ci serve per raggiungere lo scopo. Penso che questa capacità di scelta del percorso, risieda nel nostro inconscio, nella parte più profonda, intendo quella spirituale di cui non siamo consapevoli finché cercandola non la incontriamo.

È chiaro che nessuno coscientemente va a cercarsi un incidente o si crea una malattia grave per capire meglio come realizzare il progetto di vita ma, per favorire la nostra evoluzione, l’anima può mettere in gioco, o meglio, utilizzare anche lo “strumento” corpo.

La maggiore consapevolezza che acquisiamo giorno dopo giorno ci aiuta a migliorare la qualità della vita, a salvaguardare il nostro corpo e ci dà la forza di proseguire il nostro cammino con coraggio e con gioia.

Per questo motivo la preghiera è diventata la base di riferimento della mia esistenza perchè è il mezzo che mi permette di rimanere in contatto con il mio nucleo, con quell’essenza spirituale dove risiede la forza e l’amore, dove ritrovo Dio. La preghiera è una comunicazione intima, ma semplice come parlare al nostro migliore amico.

I miei primi tentativi di comunicazione con il Divino iniziavano sempre con un’invocazione d’aiuto, con una richiesta di guarigione perchè il mio desiderio primo era quello di recuperare l’uso completo e perfetto del corpo. Via via che proseguivo lungo il “cammino” della guarigione interiore, che sono sicuro è alla base di qualsiasi guarigione fisica, la mia preghiera, la mia comunicazione spirituale, si è trasformata essenzialmente in un ringraziamento.

Ho raccontato in un libro questa mia storia vissuta e sofferta, non ancora conclusa, con l'intento di stimolare, far conoscere, risvegliare, allargare gli orizzonti e tentare di far capire che ogni cosa è collegata, ogni avvenimento è un segnale e, che la sofferenza e le disgrazie possono essere un prezioso strumento di crescita ed evoluzione se capite ed interpretate. Ho cercato di spiegare come un grande dolore o un'apparente ingiustizia possano essere considerati positivi ai fini di capire il “perché” e impostare un lavoro concreto di riparazione dell'errore che ha generato la disgrazia, vivendola in modo creativo e cercando anche di inventarsi qualcosa di originale piuttosto che lasciarsi andare, subendo come ineluttabile ciò che ci succede.

Il libro che ho scritto è una storia vera, è un grido nel buio verso la Luce, una testimonianza che il mondo deve conoscere per tentare di dare una valutazione diversa alla parola sofferenza, per capire che non è mai il momento di arrendersi: NON ORA.