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“Quando non avremo un palco, ma magari sarà di nuovo a casa nostra, ricorderemo questi giorni, questi occhi, queste energie. Ma è stato giusto finire così, perché così sono tornato a casa…”.

Il tema della casa ha sempre accompagnato l’uomo nei suoi momenti di solitudine, perché essa è legata al bisogno di stabilità e lì, si riesce a incontrare se stessi. Solo i pensatori più solitari, quelli il cui pensiero è diventato più fecondo, riescono a diventare esperienza, scoprendo che l’uomo abita nel mondo come se abitasse in una casa.

E con quelle parole che forse nascondevano questo significato, Claudio Baglioni ha concluso il suo tour dei record! Un successo quasi inaspettato, che contiene tanta meraviglia e gratitudine.

Ed io… in questa notte così particolare, sto celando la mia malinconia dentro la sua voce… Ripenso a quel treno che mi portava a Caserta, per vivere l’ultimo momento di quel trionfo; denso di un’atmosfera esclusiva e non so… Avrei voluto essere trascinata altrove. Ma dove? Si! Nella profondità della mia memoria per rivivere di nuovo tutte le mie tappe fatte “ insieme ” a lui ed alle persone che mi hanno coccolata nelle varie città.

Con lo sguardo rivolto al finito, posso dire che il senso della storia è spesso nemico della vita, della mia vita perché mi rende schiava del passato al punto di aver paura di non vedere più quello che anche un bambino riesce ad afferrare. I filosofi qui mi definiranno una seguace di Nietzsche! L’uomo però non può essere a-storico come l’animale che subito dimentica. Ma come per ogni agire, ci vuole l’oblio. La serenità, la fiducia nel futuro dipendono dal fatto che si sappia bene dimenticare, quanto ricordare al tempo giusto, soprattutto i momenti piacevoli. Ho sempre immaginato che il tempo, avesse una traiettoria lineare, in cui si può scorgere il suo punto di arrivo che motivasse il suo tragitto. O come si direbbe in greco, il suo telos.

Ecco allora le lunghe file davanti ai cancelli, cercando di rubare espressioni così totalmente soggettive da racchiudere in una foto; gli abbracci con le amiche che a volte i tanti km ti impediscono di dare e ricevere quando più li desideri; lo striscione da esibire e le mille curiosità di chi ti gira intorno domandandoti cosa c’è scritto.

E poi Claudio! Le sue prove diverse da luogo a luogo, i suoi sorrisi che comprimi stretti stretti nel cuore per non cederne nemmeno una parte; le sue e le mie canzoni.

Le lacrime dolci e amare che vibrano con “ I Vecchi “, ripensando a quell’Angelo che mi guarda sempre dal cielo, nascosta dentro ad una stella. E lo so, che con questa canzone, tutte le persone che mi vogliono bene, sono abbracciate alla mia sensibilità.

“ Con tutto l’amore che posso “ che non smette mai di farmi sognare e di far identificare l’amore come il valore più alto nella mia classifica. Perché…

“Amare significa esistere come se l’amante e l’amato fossero soli al mondo “...

Alla fine lei… la vita… è adesso! Una vita che Claudio ci dice che non è mai sazia di vivere in alcun presente. Vivere significa continuare e ciò che importa, non è quello che vogliamo, ma il modo in cui lo desideriamo.

E’ questo concetto della vita che lui ha voluto trasmetterci, che per me rappresenta il simbolo unico di questo tour.

Carlo Michelstaedter, filosofo, diceva di persuadere la vita e di non adattarsi alla sufficienza di ciò che ci viene dato; Claudio Baglioni ci dice: “ Ma chi ce la ridà questa vita?! “, fissando il polso come osservando l’orologio quasi per fermare quell’attimo, nell’eternità.

Ed io… In piedi sulla sedia per avere la sensazione di saltare ancora più forte e guardare quegli occhi che hanno fatto e faranno parte della mia realtà per sempre… perché si… Alcune cose non te le toglierà mai nessuno!

Un bacio, al prossimo viaggio!

Sabrina