Un
architetto affermato. Vive e lavora
a Parigi.
Accanto a lui, Michelle. Passato da
modella; presente da donna bella,
brillante, appassionata. Michelle
ama Andrea, ma lui non la ricambia.
Non come lei vorrebbe. E’ così preso
da sé, dai suoi pensieri, dal suo
lavoro,
dalla sua visione del mondo, che non
ha quasi spazio per nient’altro.
L’adolescente sognatore,
insofferente alle regole, che voleva
cambiare il mondo e progettarne uno
a misura di sogno, non c’è più.
Al suo posto, un cinquantenne
cinico e disincantato.
Un’anima inaridita che vive un
eterno presente, dal quale tiene ben
lontani tanto i fantasmi del
passato, quanto i richiami e le
pretese del futuro.
Un progettista che progetta tutto
tranne la propria vita e la cui
unica ambizione è ormai quella di
perdersi nel flusso dorato di un
presente senza tempo.
La storia d’amore con Giulia – il
suo primo grande amore – è da tempo
dimenticata. Riposa in qualche
polveroso doppio fondo della
coscienza,
dove Andrea si guarda bene di andare
a rovistare. In fondo ha tutto ciò
che desidera: un lavoro che ama, in
uno studio prestigioso che porta
il suo nome; un fantastico
appartamento con vista su una delle
più
belle piazze del mondo; una donna
che lo adora e che tutta Parigi gli
invidia.
Equilibrio perfetto. Fin quando la
vita ci mette del suo.
Lo studio di Andrea, infatti, vince
un’importante gara internazionale
per la realizzazione di un’opera
pubblica a Roma – dove lui non mette
piede da piùdi vent’anni – e lui è
costretto a prendere un aereo e
volare nel cuore del suo passato.
Passato che lo prende alla gola
appena atterra.
Sulla
copertina di un romanzo che
campeggia nella vetrina della
libreria dell’aeroporto, infatti, ci
sono quattro lettere (“Q.P.G.A”) che
lo riportano istantaneamente nel
vortice di una stagione che credeva
dimenticata e irrimediabilmente
perduta.
Andrea
entra, compra il libro, lo infila
nella borsa.
E’
deciso a rimandare la lettura alla
serata. Ma sull’auto che lo
accompagna in città, la curiosità ha
la meglio e comincia a leggere. Gli
bastano poche pagine per capire.
Giulia è diventata scrittrice e
racconta la storia di un
piccolo-grande amore. Il loro
piccolo-grande amore. Andrea non
riesce a togliere gli occhi dal
libro. Nel cuore lacrimano emozioni
e si affollano domande.
A un certo punto, non ne può più.
Chiede all’autista di accostare e si
siede in un angolo della loro Roma a
leggere. Tutto d’un fiato. Fino
all’ultima riga.
E quando, qualche ora più tardi -
ormai quasi in ritardo per la
conferenza stampa - chiude il libro,
risale in macchina e si avvia verso
il Campidoglio dove lo attendono
giornalisti e autorità, non è più lo
stesso uomo sceso quella stessa
mattina a Fiumicino.
Ma le
sorprese non sono finite...
Un
viaggio intenso e appassionante nei
territori, gravidi di emozione ma
talvolta accidentati e impervi,
della memoria, alla ricerca di
identità personali, collettive e
universali, tra interrogativi che
ancora non hanno trovato risposta e
sentimenti creduti dimenticati che
tornano a bussare con prepotenza
alla porta della coscienza.
E’ questo il senso ultimo della
prima prova da narratore di Claudio
Baglioni – “QPGA” il romanzo che
uscirà in primavera per Mondadori –
che abbandona note e suoni, per
affidarsi alla sola forza delle
parole nude e raccontare uno dei
momenti-simbolo di ogni esistenza,
quello nel quale l’incanto si
spezza, il sogno svanisce e l’uomo
resta solo con se stesso ad
affrontare l’impatto con la nuda
realtà della vita.
In questo caso, in particolare,
l’infrangersi del grande sogno
d’amore adolescenziale di Giulia e
Andrea diviene metafora di un’Italia
che vede svanire l’illusoria
felicità del miracolo economico e
avvicinarsi uno dei decenni più
difficili della sua storia.
Un passaggio di stato che, a sua
volta, si colloca nel momento del
risveglio di un pianeta che ha
creduto nelle positive istanze del
cambiamento degli anni sessanta, ma
che si trova a fare i conti con un
presente duro, cinico, eticamente
instabile e profondamente diverso da
quello che, forse con un eccesso di
ingenuità, aveva immaginato.