Famiglia Cristiana scarica le pagine del giornale. Grazie a SARAH di Claudio Baglioni IN 8 CD "I COLORI DELLA
VITA". Conta la categoria con cui ci si confronta, nella solitudine, nella coppia, in famiglia, con gli amici, nella folla. Perché il valore in campo è così alto che racchiuderlo nella camicia di forza delle parole è quasi impossibile. L’arte – e, quindi, anche la musica – aiuta, ma non risolve. Si mette tra noi e il senso ultimo delle cose e concorre a illuminare la strada, ma sta a noi assumere la fatica e i rischi del viaggio. La parola, l’invenzione più grande È il percorso dall’anima
(dove l’amore prende forma e noi acquisiamo coscienza di lui) alla mente
(dove il pensiero ne elabora l’essenza), alla parola (dove la definizione
prende voce): è un percorso, inevitabilmente, imperfetto. Ad ogni passaggio,
infatti, ci allontaniamo dal "cuore" del problema e perdiamo
qualcosa nella capacità di coglierne valore, senso e missione. Probabilmente è la parola più
usata. Sicuramente la più abusata. Poche altre, infatti, patiscono così
tanto l’erosione dell’inflazione. Dire: "ti amo", quando non è
così, è un delitto. Un delitto inferiore solo a quello che commettiamo
quando, pur sentendo di amare, non lo diciamo. Come ogni parola, anche
l’amore può essere tutto o nulla. Non dipende da lui. Dipende da noi. Dalla
nostra capacità (o incapacità) di mantenere ciò che quella parola promette. L’uomo: il finito che cerca l’infinito La distanza si riduce ogni
volta un po’, ma non si annulla mai del tutto. Probabilmente perché, mentre
dentro di sé l’uomo ha coscienza dell’infinito, tutto, intorno a lui, è
finito. Un conflitto che non abbiamo modo di sanare. Forse per questo lo cerchiamo sempre, senza fine e senza macchia, nella coppia, tra genitori-figli, nell’amicizia (secondo alcuni la forma d’amore più alta), nell’amore per gli altri e per la vita. E, quando finisce o rivela certe impurità, ce la prendiamo con lui. Errore di prospettiva: confondiamo cause ed effetti. Se non siamo noi il suo strumento, ma pretendiamo che lui diventi il nostro, non possiamo, poi, scaricare su di lui la responsabilità per errori che sono nostri, non suoi. Non è l’amore che delude l’uomo, ma l’uomo che delude lui. Anche perché, mentre lui è sempre all’altezza del suo mandato, la stessa cosa, purtroppo, non si può dire di noi. Non sappiamo da dove arrivi, ma, quando si perde, ci affanniamo a domandarci dove finisca e, soprattutto, perché. Un perché introvabile, ancora di più di quello del suo apparire. E il vuoto che lascia è sempre più grande di quello che aveva colmato, arrivando. E rimaniamo così, come se non ci restasse altro che accettare l’incomprensibile inevitabilità del suo dissolversi. La più grande energia dell’uomo Mistero, dunque. Mistero
trovarlo, mistero viverlo, mistero perderlo. Come diceva un grande musicista: Love is the answer (L’amore è la risposta). E, spesso, la differenza tra pensarsi, dirsi o essere davvero degni dell’appellativo "uomo" è tutta lì. |