Il Messaggero 10/01/2003
il caso finisce in Prefettura
di CLAUDIA GRANDI
e MASSIMILIANO PETRILLI

Debutto stonato. L’ingresso della musica leggera alle Muse inciampa sull’organizzazione. Se Baglioni ha regalato una serata indimenticabile, non altrettanto si può dire di come è stata portata avanti la vendita dei tagliandi. Con il risultato finale di poltrone assegnate due volte, posti in piedi venduti a 30 euro ma con spettatori che si sono accomodati lungo le scalinate a fianco della platea e a ridosso delle uscite di sicurezza. Tanto che il Comando dei vigili del fuoco sulla serata di mercoledì ha inoltrato alla Prefettura una segnalazione sulla carenza di sicurezza. Mentre gli organizzatori del concerto (Annozero di Domenico Mascitti e Giulio Spadoni e Capitanicoraggiosi di Marco Simonazzi e Pepimorgia) ribattono che è «tutto regolare. Il pubblico in piedi? E’ stato il sindaco ad autorizzare l'aumento di 80 posti della capienza del teatro per il concerto di Baglioni».
Il caos - Molti fans erano disposti a tutto pur assistere al concerto di Baglioni alle Muse. E sono stati accontentati con i posti in piedi. Che ben presto si sono però rivelati un boomerang. Dal punto di vista della sicurezza. Perché chi aveva acquistato il posto in piedi si è seduto tranquillamente sulle scalinate che dalla platea portano verso uscite di sicurezza di vi Gramsci e via della Loggia. Sistemazione che ha allarmato i vigili del fuoco i quali hanno avuto il loro bel daffare per cercare di far quadrare le esigenze degli spettatori con le norme di sicurezza. Fattore sicurezza la cui carenza ieri mattina è stata segnalata dal Comando provinciale dei vigili del fuoco alla Prefettura. «Provvedimenti? Decideremo quando avremo ricevuto il verbale che sarà sottoposto al prefetto Maninchedda» affermano i responsabili dell’ente.
La difesa - Ha la coscienza a posto Domenico Mascitti (Annozero). «E' stato lo stesso sindaco - afferma - ad aver concesso che per Baglioni fossero venduti più biglietti rispetto ai 1.057 previsti. Anzi, Sturani aveva autorizzato la presenza di 80 persone in più, mentre noi ne abbiamo avute solamente 60. Gli stessi vigili del fuoco erano a conoscenza del numero di biglietti venduti». Posti in piedi autorizzati, dunque. Ma di cui non era stata data alcuna comunicazione nei giorni scorsi da parte degli organizzatori. Spettatori “last minute" che si sono ritrovati praticamente al fianco di chi, settimane prima, sin dall’alba si era messo in coda al T-box del Palarossini per assicurarsi un posto in prima fila sborsando 57 euro (50 per il biglietto più 7 per la prevendita). «Ma chi ha pagato 57 euro - dice Mascitti - ha avuto il privilegio di avere biglietti numerati e quindi la poltrona riservata». Poltrona riservata che si è rivelata una poltrona per due per 12 spettatori che mercoledì sera hanno avuto la brutta sorpresa di trovare la propria poltrona occupata da un'altra persona. Com’è potuto accadere? «Purtroppo il concerto è stato organizzato in due sole settimane, con i relativi problemi. Tra le altre cose, i numeri delle poltrone sui biglietti sono stati scritti a penna ed è quindi capitato che sei posti siano stati assegnati due volte. Ce ne dispiace e gli spettatori loro malgrado coinvolti saranno risarciti del 50% del prezzo pagato». Posti in più alle Muse che, assicurano gli organizzatori, sono previsti anche per il concerto di Ligabue previsto per il 21 febbraio.
La Fondazione - «Quanto successo ha rafforzato in me la convinzione che le Muse hanno bisogno di un direttore che coordini la gestione. E che la biglietteria sia seguita direttamente dal teatro e non al di fuori della struttura» afferma Michele Brunetti, vicepresidente della Fondazione, che l’altra sera ha assistito al concerto in platea. «Per Baglioni qualcuno ha sbagliato e venduto posti in più e sbagliato segnando lo stesso numero di poltrona per più biglietti: spero che non si ripeta più». Aspetti negativi che, per Brunetti, alla fine «sono stati ampiamente compensati dall’ottima serata che per molti costituirà un bellissimo ricordo delle Muse».

 

Il Messaggero 10/01/2003
Cosa funziona e cosa non va a 3 mesi dall’apertura. Teatro sempre esaurito, gestione con pecche
Pienone Muse, sicurezza a rischio

Baglioni-trionfo. Ma il caso dei posti in piedi finisce in prefettura
Che le Muse fossero una cosa grossa si era capito subito, da quella favolosa domenica mattina di tre mesi fa. L’autunno si faceva attendere, l’aria era tiepida e dalle rare aiuole di questa nostra città potevi immmaginare che spuntassero le ultime margherite. Ma che per le Muse non sarebbero state tutte rose e fiori, sotto sotto, si poteva intuire. Sì le Muse sono sul serio una cosa grossa, troppo grossa per essere gestita in modo superficiale, improvvisato, imprevidente.
Il concerto di Baglioni ha messo a nudo difetti che forse sarà il caso di correggere, e alla svelta. Gente col biglietto in mano ma senza poltrona. Gente seduta alla meno peggio sui gradini di passaggio: spettatori precari, confinati in questa specie di loggione post litteram per il quale è stato chiesto il corrispettivo di un biglietto a prezzo ridotto. Spettatori di complemento eppure felici di esserci in questa serata memorabile, e se di una poltrona si può fare a meno in un palas o in uno stadio ci si può anche rinunciare alle Muse. Atmosfera retrò e non solo per la suggestione anni 70 della musica baglioniana che a molti ricordava amori più o meno piccoli: era dai tempi del cinema Fiammetta o dello Splendor, quando ci si accalcava per vedere Jesus Christ Superstar, che non si aveva un colpo d’occhio del genere. Ginocchia scricchiolanti, contorsionismi da assestamento articolare. Ci mancancavano le “becche", le noccioline americane e i cremini.
Si apprende che il sindaco ha autorizzato gli 80 posti in piedi: perché si è preso questa responsabilità? E perché 80 e non 60 oppure 100? Con quale criterio è stata fissata la cifra? E perché dei posti diciamo così “strapuntino" non è stata data informazione preventiva? Da quel che si sa dovrebbe accadere lo stesso per il concerto di Ligabue, previsto per febbraio: che cos’è, un’eccezione destinata a diventare regola?
Il pubblico sistemato alla bell’e meglio davanti alle uscite di sicurezza non è un biglietto da visita all’altezza di un teatro con ambizioni internazionali. Ai tempi del Fiammetta e dello Splendor, almeno, la sicurezza era poco più di una parola: oggi invece le norme in materia sono serie e tassative e sul tema si organizzano persino convegni ad alcuni dei quali avrà certamente partecipato anche il sindaco.
C’erano stati campanelli d’allarme. La situazione talvolta era sfuggita al controllo degli organizzatori, tra gaffe e licenze particolari: il concerto di Accardo, ad esempio, e la serata del Gospel. Non tutto era andato come sarebbe dovuto andare. La Fondazione Muse - che aveva registrato questi scricchiolii - dovrà impegnarsi, noi crediamo, per puntellare tutto il baraccone. Sarebbe un peccato rovinare quel che di buono è stato fatto finora con la brillante stagione della lirica e il valido cartellone della prosa. Ed è sempre più urgente, a questo punto, fare chiarezza sulle figure che devono governare il futuro delle Muse.

Il Messaggero Venerdì 10 Gennaio 2003
Ad ogni spettacolo c’è il tutto esaurito

Le Muse mancavano da sessant'anni e l'assenza si è fatta sentire tutta nella prima stagione lirica, di prosa e di musica classica. Talmente tanta era la voglia degli anconetani di mettere di nuovo piede in un teatro con la "T" maiuscola, che praticamente tutti gli spettacoli di scena alle Muse nei suoi primi mesi di vita, sono andati esauriti.
Un successo di pubblico che ha coronato tanta attesa e che non ha subito alcuna flessione per nessun genere di spettacolo. Basta scorrere l'elenco dei biglietti staccati da ottobre ad oggi. In tutto, oltre 20.000 presenze per una ventina di spettacoli andati in scena alle Muse. Il che significa che, ipoteticamente, un anconetano su cinque si è seduto almeno per una volta sulle poltrone del teatro.
A ruba, sin dalle prime ore di prevendita, i biglietti per la lirica, dalle tre serate dell'Idomeneo alle tre della Lucia di Lammermoor alle tre della Madama Butterfly.
A gonfie vele anche la prosa, con le quatto serate (compresa l'affollatissima anteprima per stampa e autorità) del "Come tu mi vuoi" con la Cardinale e con le due del "Volpone" con Glauco Mauri.
Bene i concerti, con il tutto esaurito per il concerto di Natale di Accardo il 20 dicembre, il sold out per il jazz di Dianne Reeves il 16 novembre, il gospel del 27 dicembre ed il concerto delle corali Ferretti, Marini e Cruciani di scena il 21 dicembre. Senza considerare l'autentica ovazione per Claudio Baglioni che mercoledì sera ha richiamato ad Ancona fans da tutta Italia.
Una partenza in quarta, non c'è che dire. Partenza che ha coinvolto non solo gli addetti ai lavori, ma anche le attività collaterali che ruotano attorno a piazza della Repubblica: ristoranti, bar, pizzerie. Tirati a lucido in vista dell'inaugurazione del 13 ottobre, i locali del quadrilatero piazza della Repubblica, via Orefici, piazza del Papa e via della Loggia sembrano aver avuto una buona ricaduta dall'apertura delle Muse. Incremento di clienti non tanto provenienti dagli spettacoli teatrali (la culture del pre e soprattutto del dopo teatro non ha ancora fatto breccia dalle nostre parti), bensì attirati da una zona di Ancona fino ad ottobre al di fuori della classica passeggiata in centro.
Sono in molti a dirlo: se fino a qualche mese fa l'area di piazza della Repubblica e del porto esercitava una scarsa attrattiva nei confronti degli anconetani, ora la curiosità di ammirare anche solo da fuori il teatro o magari di assistere all'ingresso in pompa magna del pubblico delle première, sta portando nuova linfa al "quartiere delle Muse". Senza considerare gli artisti che si sono esibiti al Massimo e che, tra una prova e l'altra, non hanno disdegnato uno spuntino in uno dei locali della zona.

C.Gr.

Il Messaggero 10/01/20036
La vita è adesso,e Claudio trionfa
di CLAUDIA GENTILI

ANCONA - Una vertigine il passaggio di Claudio Baglioni alle Muse. Una vertigine contagiosa che ha preso tutti, ma proprio tutti. Anche chi mercoledi sera era lì magari soltanto per accompagnare amici e famigliari, o per lavoro, addetti alla sala, vigili del fuoco, forze armate. Non è stato soltanto un concerto. Un vero istrione, Baglioni apre con “Tu come stai". Tre ore di intenso crescendo musicale ed emozionale fatte di canzoni e aneddoti, racconti e battute. Il pubblico canta, il pubblico ride divertito. Sta tutto in punta di sedia. Rapito da un Baglioni altrettanto emozionato. A volte gli si spezza la voce, dimentica un testo. Che importa? «Sei meraviglioso!» esulta la platea a vederselo lì davanti, un pezzo di storia italiana, ancora capace di essere umano, fragile e imbarazzato da tanto affetto, a vederselo lì che canta quello che gli va dando il cuore. Finisce una canzone, si alza dal pianoforte, ringrazia, ci pensa su un momento, afferra una delle quattro chitarre a disposizione e ricomincia. Quello alle Muse è stato un fuori programma del tour “Incanti" (2001), rispolverato per Ancona. «Non seguirò la scaletta di quel tour - spiega - ho dovuto trovare un'altra motivazione. Ancona e il mare. È da lì che veniamo tutti?». Trent'anni di musica. Poster, Io sono qui, I vecchi, Tamburi lontani, Oceano a metà, Avrai. La voce va su, più su, non finisce mai. Ma dove lo prende tutto quel fiato? Il pubblico applaude, fa il controcanto. Mille giorni di te e di me. Poi i bis. Tutti sotto al palco, lungo il corridoio centrale e quelli laterali, in un teatro finalmente libero da etichette e bon ton, finalmente con la sua parte di leggera “adolescenza", con il primo amore per questo Baglioni davvero splendido. Sposta la sedia sul proscenio, si avvicina un po' di più al suo pubblico. Niente amplificazione. Prime battute inconfondibili: “Strada facendo". Solo chitarra e... voci. La sua, quella del pubblico. Una strofa per uno. Come ad una festa in cui c'è sempre quello che con una chitarra sotto braccio dà la svolta alla serata. Tornando a casa si può anche dire: Caspita, stasera ho cantato con Baglioni...Va beh, è finito. Bello... Aspetta un attimo. Il pubblico si risiede di corsa. Signora Lia, Viva l'Inghilterra, Porta Portese una dietro l'altra attraversano le corde senza interruzioni. Questo piccolo grande amore, Amore bello “un lento, l'ultimo oramai". Finito. Aspetta...Si inchina, ringrazia, si rimette al piano! Entusiasmo. Pelle d'oca. Passerotto. La vita è adesso. Tutti in piedi! Braccia tese. Lui si inchina mimando le movenze di un cigno. È la buonanotte. Che serata...L'appetito tornerà il 21 febbraio per Ligabue.

Il Resto del Carlino 10/01/2003
Baglioni: un omaggio alla città

Baglioni incanta le Muse. Un pubblico in delirio per il cantautore romano che in un concerto acustico ha proposto oltre due ore di spettacolo. Spigliato mentre raccontava aneddoti di vita ed emozionante nell'interpretazione dei suoi maggiori successi. E' stato richiamato in scena più volte dopo la chiusura del concerto e ogni volta ha stupito regalando attimi indimenticabili con quelle che sono state spesso definite le più belle canzoni d'amore. Prima del termine del concerto Baglioni, ha abbandonato il pianoforte e le tastiere e con una chitarra si è seduto al bordo del palcoscenico privo del microfono. Si è rivolto al pubblico, quello seduto e in piedi in quella grande piazza che è il Teatro delle Muse.

Il Resto del Carlino 10/01/2003
Baglioni e le Muse: un «Incanto»


ANCONA — E' riuscito ancora una volta a stupire. Parole d'amore come solo lui sa cantare. Claudio Baglioni nel concerto acustico al teatro delle Muse ha fatto battere i cuori di centinaia di fans venuti da tutto il centro Italia. Vecchi e nuovi brani seguiti passo passo dalle voci del pubblico.
Le parole, con l'assenza della maggior parte delle strumentazioni usate nei concerti, avevano un significato ancora più intenso e sono riuscite a trasmettere emozioni forti come se il tempo non fosse mai trascorso. Pianoforte, chitarra e tastiere questi gli unici elementi che hanno arricchito l'intensità della voce del cantautore romano. Spigliato e scherzoso nel palco ha intervallato la musica e le canzoni con aneddoti di vita particolarmente curiosi o imbarazzanti.
Ha ricordato piccoli momenti del suo percorso personale e artistico, dalle prime uscite con le ragazze fino al momento in cui ha provato imbarazzo nel rilasciare un autografo. Momenti che hanno fatto sorridere il pubblico, prevalentemente composto da donne. Baglioni, dopo le prime note ha ringraziato l'amico di sempre, Pepi Morgia che come un «aguzzino» lo ha 'costretto' ad esibirsi al teatro delle Muse, nonostante non fosse prevista nessuna altra data del tour. Un evento quello dell'altra sera esclusivo così come il suo concerto, inventato, improvvisato, dettato solo dalle emozioni. Ogni tanto qualche fiamma di accendino compariva tra una poltrona e l'altra. I primi fan di Baglioni hanno fatto il loro ingresso al teatro almeno un'ora prima dell'inizio del concerto e in pochi minuti hanno invaso completamente lo spazio fino ad occupare i posti in piedi ai lati del palcoscenico. Difficile contare i bis richiesti dopo oltre due ore di concerto, tutti rigorosamente sulle note più conosciute quelle di 'Piccolo grande amore', 'Avrai', 'E tu'. Questa volta le parole erano ancora più nude: Claudio Baglioni si è infatti spogliatodel pianoforte, delle tastiere e dei microfoni e invitando al silenzio ha ripercorso tutti i successi più conosciuti seduto in una sedia rivolto al pubblico di quella che fin dall'inizio è stata concepita come una grande piazza.

di Maria Gloria Frattagli

Il Resto del Carlino 10/01/2003
Mascitti: «Un'esperienza indimenticabile»

ANCONA — Prima esperienza all'interno del rinato teatro per gli organizzatori della rassegna «Incanto alle Muse». Un'organizzazione che è stata rapportata a quella più volte applicata all'interno degli stadi e dei palasport.
«Abbiamo preso possesso del teatro — ha detto Domenico Mascitti 'Anno Zero' (nella foto) non conoscendo a fondo la nuova la struttra. Al momento del nostro ingresso le difficoltà sono state quelle legate ai vari livelli del teatro e quindi ad una diversa disposizione degli spazi rispetto a sport e palasport. C'è stato entusiamo nel veder crescere questo spettacolo e devo dire che il pubblico anconetano e non, l'altra sera, ci ha dato veramente soddisfazione».
Sono 969 i biglietti venduti compresi quelli in piedi. Tanta era la voglia di cantare e ballare che durante lo spettacolo coloro che avevano 'conquistato', facendo la fila al botteghino, il biglietto per i posti a sedere si sono alzati per cantare e vedere ancor più da vicino Claudio Baglioni.
«Sono soddisfatto — aggiunge Mascitti — della collaborazione con Pepi Morgia, un grande personaggio del panorama musicale. Qualche disguido si è verificato solo con sei biglietti. Il pubblico si è dimostrato molto caloroso e la città di Ancona si è ormai dimostrata una piazza collaudata che darà grandi risultati. Un ringraziamento è doversoso nei confronti della Fondazione delle Muse che ci ha dato, assieme al sindaco Sturani, la possibilità di fare questa mini rassegna».
Adesso tutto è pronto per il prossimo appuntamento del cartellone di musica leggera: il 21 febbraio il palcoscenico delle Muse sarà tutto di Ligabue.
m. g. f.

 


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