Le notizie di Aprile 2003

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30 Aprile 2003

BAGLIONI SCEGLIE ARTISTI PER LO SHOW

Claudio Baglioni parteciperà di persona alle audizioni per il migliaio di artisti che lo accompagneranno nel suo nuovo e imponente tour. Musicisti, ballerini e artisti di strada che saranno con lui al concerto allo Stadio Olimpico il primo luglio. È stata già fissata la data romana delle selezioni, il 17 maggio dalle ore 10 alle 22. Il luogo è ancora da definire. Salzano, che organizza il tour del cantautore romano, spiega: «In ogni città dove Claudio si fermerà a cantare, "recluteremo" un migliaio di artisti. Partiremo il 9 maggio e finiremo il 23». Le selezioni avverranno alla presenza di Bepi Morgia, regista dello show di Baglioni, e del coregorafo Luca Tommasini. Baglioni non assisterà alle audizioni complete, ma ha promesso la sua presenza a ogni data di questo mini-tour. E, a sorpresa, con la sua chitarra, potrebbe intonare anche qualche canzone.

 

 

PALCOSCENICI CALDI
PARTE LA STAGIONE DEI CONCERTI
L'ITALIA E' TUTTA UN TOUR
 
Tratto da "Panorama" in edicola questa settimana. 
 
"Promettono bene Claudio Baglioni
mesciato  dell'ultimo look <da giovane>...
Baglioni potrebbe riservare sorprese...
Torna dopo cinque anni di silenzio..."
 
"Claudio Baglioni
A distanza di cinque anni
dal tour record DA ME A TE
approda di nuovo nei grandi stadi
con uno spettacolo che,
per contenuti e dimensioni,
punta al titolo di
AVVENIMENTO MUSICALE DEL 2003."
 
 
 

 

28/04/2003 

ATTENZIONE domani: Il giorno 29 aprile 2003, 

all’interno del TG1 delle ore 20:00,

 andrà in onda un servizio sul primo brano

 del nuovo album di Claudio Baglioni “Sono Io”

 


 

Domenica 27 Aprile 2003

Essere attori e non semplici spettatori. Portare, nel cuore di un grande show (quello di Baglioni) la propria energia, la propria espressività, i propri gesti, la propria sensibilità, la propria voglia di spettacolo. Fondere le mille esperienze artistiche di altrettanti «io» nella più grande ensemble che abbia mai animato le scene di uno spettacolo pop. E' questo il senso di «Ci sono anch'io» l'iniziativa attraverso la quale Pepi Morgia e Luca Tomassini - rispettivamente regista e coreografo del tour - puntano a reclutare centinaia di artisti per ciascuna delle sette città (Ancona 14 giugno, Milano 19 giugno, Padova 23 giugno, Firenze 27 giugno, Roma 1 luglio Napoli 5 luglio e Catania 12 luglio) nei cui stadi Claudio Baglioni (nelle foto) ambienterà il suo live 2003. Uno show senza precedenti che avrà nel coinvolgimento e nell'improvvisazione due tra i principali elementi di vitalità e forza e che, ogni sera, porterà al centro della scena fino a mille artisti, tra band, orchestra, performers, ballerini, atleti e artisti di strada. Un happening incandescente. Uno spettacolo imprevedibile, ogni sera diverso. Un working-progress creativo che renderà il tour 2003 di Claudio Baglioni un'esperienza unica e irripetibile. Gli interessati alle selezioni di scuole di danza varia, artisti di strada, società sportive e ginniche, dovranno avere un riferimento preciso di un direttore artistico o responsabile e quindi compilare la scheda che si trova sul sito www.baglioni.it con i dati richiesti ed inviarla entro il 7 maggio all'attenzione di Andrea Asti o Daniela Bellini al numero di fax 06-3223113 o all'indirizzo e-mail tour2003baglioni.it.

Sul palco assieme a Baglioni
Anche a Padova i provini per reclutare artisti

 

Sabato 26 Aprile 2003

 

Baglioni scrive al premio Città di Recanati

 

di Claudio Baglioni

Non so se sia per il fatto che sono, ormai, un veterano tra i sostenitori del «Premio Città di Recanati del cui comitato artistico di garanzia faccio parte da ben tredici anni, ma credo davvero che questa rappresenti un'isola felice e un punto di riferimento irrinunciabile, sia per chi fa che per chi ascolta musica. Fa bene, infatti, sapere, soprattutto in un momento nel quale è particolarmente forte la crisi del sistema musica, almeno nelle sue forme tradizionali, che esiste un'occasione come Recanati. Un porto riparato, un approdo sicuro nel quale si incontrano anime che vibrano ancora per la comune febbre di musica e che mettono la loro sensibilità al servizio di quella di tutti, nella certezza che l'arte della musica e della canzone, in particolare, possano rappresentare una piccola ricchezza in più tra gli strumenti dei quali tutti ci dotiamo per affrontare il non facile viaggio della vita, nei rapporti con noi stessi e con gli altri. Confesso che, ogni anno, attendo questo appuntamento con una tensione particolare, soprattutto perché costituisce, e non solo per chi, come me, vive di musica da molto tempo, uno dei rarissimi momenti nei quali, più che dare, si riceve in dote qualcosa. Una sorta di trasfusione al contrario che, attraverso parole e note nuove, trasferisce nuove energie, nuove motivazioni e perché no... nuove domande alle quali provare a dare piccole risposte. Ed è bello sapere che questo tendere non si è esaurito e non si esaurirà e che c'è chi porta, un po' più in là, la voce della musica e gli occhi con i quali guarda il mondo. Più che questa o quella nuova tendenza, è bello, allora, confrontarsi con questa piccola galassia di mondi nuovi e scoprire che c'è ancora un tendere a ricevere e restituire emozioni e pensieri, attraverso uno dei linguaggi più antichi e più ricchi di stimoli che l'uomo conosca.

 

 

 

 

IL 23 GIUGNO ALLO STADIO EUGANEO

Maxi spettacolo con Baglioni

domenica 27 Aprile 2003

 

Claudio Baglioni, uno dei cantautori più grandi della storia della musica italiana, farà tappa lunedì 23 giugno allo stadio Euganeo per l'unica data del nord-est Italia. Claudio Baglioni farà un grande ritorno con una tournèe che toccherà solo pochi grandi stadi italiani tra cui Padova a rappresentanza del Triveneto: i circuiti di vendita dei biglietti stanno registrando notevoli impennate. La produzione d'altronde si preannuncia imponente come non mai: si parla addirittura del più grande spettacolo mai visto fin'ora, con un enorme palcoscenico centrale, raggiunto da passerelle, che sorgerà imponente nel centro del campo da gioco dello stadio. Il costo dei biglietti è 25 euro per la tribuna non numerata e 40 euro per la tribuna numerata est/ovest più i diritti di prevendita.

 

CASTING
Claudio Baglioni cerca artisti per il tour

domenica 27 Aprile 2003

Se siete fan di Claudio Baglioni e avete doti artistiche potreste essere reclutati per il gruppo di spettacolo che seguirà il tour 2003. All’iniziativa «Ci sono anch’io» possono partecipare scuole di danza, artisti di strada, società sportive compilando la scheda sui siti www.baglioni.it e www.friendsandpartners.net (info: 06.36.00.45.58 e 02.48.05.731).

 

 

Baglioni cerca ballerini
e artisti: ecco come fare

24 aprile 2003

Cercansi band, orchestre, performers, ballerini, atleti e artisti di strada per lo spettacolo-concerto che Claudio Baglioni terrà al Del Cònero il 14 giugno. Come fare? Si dovrà avere un riferimento preciso di un direttore artistico o responsabile e quindi compilare la scheda che si trova sul sito www.baglioni.it e www.friendsandpartners.net ed inviarla entro il 7 maggio 2003 all’attenzione di Andrea Asti o Daniela Bellini al numero di fax 06-3223113 o e-mail tour2003@baglioni.it  info@pagecomunicazione.it  (tel. e fax 071.7590287).


 

 

24 Aprile 2003

 

Baglioni recluta artisti per il tour

 

FIRENZE — Saranno Pepi Morgia e Luca Tomassini, rispettivamente regista e coreografo del prossimo tour di Claudio Baglioni (nella foto), a reclutare centinaia di artisti per ciascuna delle città in cui l'artista romano ambienterà il suo live 2003: Ancona 14 giugno, Milano 19 giugno, Padova 23 giugno, Firenze 27 giugno, Roma 1 luglio, Napoli 5 luglio e Catania 12 luglio. Gli interessati alle selezioni di scuole di danza varia, artisti di strada, società sportive e ginniche, dovranno avere un riferimento preciso di un direttore artistico o responsabile e quindi compilare la scheda che si trova sul sito www.baglioni.it e www.friendsandpartners.net con tutti i dati richiesti ed inviarla entro il 7 maggio 2003 all'attenzione di Andrea Asti o Daniela Bellini al numero di fax 06-3223113 o all'indirizzo e-mail tour2003@baglioni.it

 

 

 

 

PER IL NUOVO TOUR CHE FARÀ 

TAPPA ANCHE A PADOVA

CLAUDIO BAGLIONI CERCA ARTISTI

24 aprile 2003

 

ROMA. Essere attori e non semplici spettatori. Portare, nel cuore del più grande show del 2003 la propria energia, la propria espressività, i propri gesti, la propria sensibilità, la propria voglia di spettacolo. Fondere le mille esperienze artistiche di altrettanti "io" nel più grande ensemble che abbia mai animato le scene di uno spettacolo pop. E' questo il senso di «Ci sono anch'io», l'iniziativa attraverso la quale Pepi Morgia e Luca Tomassini - rispettivamente regista e coreografo del tour - puntano a reclutare centinaia di artisti per ciascuna delle sette città (Ancona 14 giugno, Milano 19 giugno, Padova 23 giugno, Firenze 27 giugno, Roma 1 luglio Napoli 5 luglio e Catania 12 luglio) nei cui stadi Claudio Baglioni ambienterà il suo live 2003. Uno show senza precedenti che avrà nel coinvolgimento e nell'improvvisazione due tra i principali elementi di vitalità e forza e che, ogni sera, porterà al centro della scena fino a mille artisti, tra band, orchestra, performers, ballerini, atleti e artisti di strada. Un happening incandescente. Uno spettacolo imprevedibile, ogni sera diverso. Un work in progress creativo che renderà il tour 2003 di Claudio Baglioni un'esperienza assolutamente unica e irripetibile.

Gli interessati alle selezioni di scuole di danza varia, artisti di strada, società sportive e ginniche, dovranno avere un riferimento preciso di un direttore artistico o responsabile e quindi compilare la scheda che si trova sul sito www.baglioni.it e www.friendsandpartners.net con tutti i dati richiesti ed inviarla entro il 7 maggio 2003 all'attenzione di Andrea Asti o Daniela Bellini al numero di fax 06-3223113 o all'indirizzo e-mail tour2003@baglioni.it

 

 

 

 

Sul palco con Baglioni

24 Aprile 2003

 

di Titti Giuliani Foti

Fans, 'baglionimaniaci', appassionate tutte: questo è il vostro momento. Quanto dareste per essere sul palco con il soggetto del vostro desiderio? Quanto sareste disposti a sborsare per vivere le canzoni di Claudio da vicinissimo, e anzi, ballarle, sentirle dal più profondo, sviscerarle accanto a lui sul palco? Il sogno diventa realtà e addirittura gratis: il management di Baglioni ha infatti ideato un esperimento unico nel suo genere. Prima della fatidica data del concerto dal titolo «Ci sono anch'io» del 27 giugno — Stadio Comunale — ci saranno le selezioni per poter partecipare al grande progetto. Saranno provinati tutti coloro che propongano danza varia, artisti di strada, società sportive e ginniche, che dovranno avere un riferimento preciso di un direttore artistico e resonsabile. Poi sarà obbligo compilare una scheda. E tutti sul palco con il grande Baglioni, sì. Ma ci vuole anche un po' d'ordine. Per cui il modulo per partecipare sarà da scaricare da Internet sul sito «www.baglioni.it» oppure «www.friendsandpartners.net». Una volta compilata la scheda dovrà essere inviata con tutti i dati richiesti entro il 7 maggio 2003 all'attenzione di Andrea Asti o di Daniela Bellini al numero di fax: 06\3223113. Oppure all'indirizzo e-mail: «tour2003@baglioni.it». In un secondo momento l'organizzazione provvederà a chiamare e darà appuntamento per il provino.Un'idea per condividere canzoni che sono diventate la colonna sonora di vite, amori, separazioni. I selezionati saranno sul palco assieme a Baglioni nel mezzo dello stadio e diventeranno una scenografia umana unica nel suo genere. E una magia che si creerà grazie ai tanti — e non sarà diversamente viste le misure-over dei palchi che l'artista preferisce— che animeranno le sue canzoni. Si preannuncia un happening incandescente. In ogni luogo e per ogni data del tour, Baglioni avrà con sè gente diversa, a garanzia di uno spettacolo imprevedibile. Un working-progress creativo che rendera' il tour 2003 un'esperienza assolutamente unica e irripetibile. Voleva stupirci con effetti speciali. C'è riuscito.

 

24 Aprile 2003

Essere attori e non semplici spettatori. Portare su un palco la propria voglia di spettacolo. È questo il senso di "Ci sono anch´io", l´iniziativa attraverso la quale Claudio Baglioni intende reclutare centinaia di artisti per ciascuna delle sette città (tra le quali anche Catania, il 12 luglio) nelle quali ambienterà il suo tour live. Gli interessati alle selezioni potranno consultare il sito www.baglioni.it e www.friendsandpartners.net o inviare i propri dati al fax 06-3223113 o all´indirizzo e-mail tour2003baglioni.it

Roma - Giovedì, 24 Aprile 2003

Baglioni cerca i protagonisti del suo nuovo spettacolo

Partono le selezioni per partecipare allo spettacolo-concerto di Claudio Baglioni. Essere attori e non semplici spettatori. Portare, nel cuore del più grande show del 2003 la propria energia, la propria espressività, i propri gesti, la propria sensibilità, la propria voglia di spettacolo. Fondere le mille esperienze artistiche di altrettanti "IO" nella più grande ensemble che abbia mai animato le scene di uno spettacolo pop. Questo è il proclama dell'artista romano e il senso di "Ci sono anch'io" l'iniziativa attraverso la quale Pepi Morgia e Luca Tomassini - rispettivamente regista e coreografo del tour - puntano a reclutare centinaia di artisti per ciascuna delle sette città (Ancona 14 giugno , Milano 19 giugno, Padova 23 giugno, Firenze 27 giugno , Roma 1 luglio Napoli 5 luglio e Catania 12 luglio ) nei cui stadi Claudio Baglioni ambienterà i concerti del suo nuovo tour 2003.

Lo spettacolo, che seguirà l'uscita del nuovo album dal titolo ancora topsecret, avrà nel coinvolgimento e nell'improvvisazione due tra i principali elementi di vitalità e forza e che, ogni sera, porterà al centro della scena fino a mille artisti, tra band, orchestra, performers, ballerini, atleti e artisti di strada. Sarà uno spettacolo imprevedibile, ogni sera diverso, come le tante giornate del mondo in cui mille, milioni di storie convvono contemporaneamente sullo stesso pianeta.

Per "riempire" gli spazi scenici Baglioni è alla ricerca per ogni singola data di scuole di danza varia, artisti di strada, società sportive e ginniche, che dovranno avere un riferimento preciso di un direttore artistico o responsabile e proporsi compilando la scheda che si trova sul sito www.baglioni.it con tutti i dati richiesti ed inviarla entro il 7 maggio 2003 all'indirizzo e-mail tour2003@baglioni.it o al numero di fax 06-3223113 all'attenzione di Andrea Asti o Daniela Bellini.

Partono le selezioni per partecipare all'evento musicale del 2003

Essere attori e non semplici spettatori. Portare, nel cuore del più grande show del 2003 la propria energia, la propria espressività, i propri gesti, la propria sensibilità, la propria voglia di spettacolo. Fondere le mille voglie artistiche di altrettanti "io" nella più grande ensemble che abbia mai animato le scene di uno spettacolo pop. È questo il senso di "ci sono anch'io" l'iniziativa attraverso la quale Pepi Morgia e Luca Tomassini - rispettivamente regista e coreografo del tour - puntano a reclutare centinaia di artisti per ciascuna delle sette città (Ancona 14 giugno, Milano 19 giugno, Padova 23 giugno, Firenze 27 giugno, Roma 1 luglio, Napoli 5 luglio e Catania 12 luglio) nei cui stadi Claudio Baglioni ambienterà il suo live 2003. Uno show senza precedenti che avrà nel coinvolgimento e nell'improvvisazione due tra i principali elementi di vitalità e forza e che, ogni sera, porterà al centro della scena fino a mille artisti, tra band, orchestra, performers, ballerini, atleti e artisti di strada. Un happening incandescente. Uno spettacolo imprevedibile, ogni sera diverso. Un working-progress creativo che renderà il tour 2003 di Claudio Baglioni un'esperienza assolutamente unica ed irripetibile. Gli interessati alle selezioni di scuola di danza varia, artisti di strada, società sportive e ginniche, dovranno avere un riferimento preciso di un direttore artistico o responsabile e quindi compilare la scheda allegata con tutti i dati richiesti ed inviarla entro il 7 maggio 2003 all'attenzione di Andrea Asti o Daniela Bellini al numero di fax 06-3223113 o all'indirizzo e-mail: tour2003@baglioni.it.

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Venerdi 18 aprile 2003

Baglioni, record on line

ROMA — Più di 33 mila ascolti in 5 ore (circa 110 al minuto), con un picco di 16 mila contatti contemporanei intorno alle 21,30: sono queste le cifre registrate sabato scorso, dalle 17,30 alle 22,30 — rese note ieri — dal sito ufficiale di Claudio Baglioni (www.baglioni.it), quando, a sorpresa, il musicista romano (nella foto) ha deciso di far ascoltare online "Requiem", suo contributo alla riflessione per la pace. Visto il successo dell'iniziativa il brano sarà nuovamente ascoltabile sul sito durante i giorni di Pasqua

 

giovedì 17 aprile 2003

INTERVISTA CON BAGLIONI

di TIMISOARA PINTO


«SONO io», nuovo singolo di Claudio Baglioni, da oggi in tutte le radio, anticipa di oltre un mese l'uscita del nuovo album del cantautore romano, ancora rintanato in uno studio milanese nei pressi di Porta Genova. «Quando mi chiedono qual è la cosa più bella di Milano - ironizza lasciando trasparire un po' di stanchezza - rispondo il treno per Roma. Nel disco c'e' tutto quello che avevo dimenticato».
Ci vuole parlare degli altri brani dell'album?
«Il disco è caratterizzato da due elementi dominanti. Il primo è senz'altro la dignità dell'io, non inteso come ego, ma in quanto storia da rispettare. L'altro è l'amore, non quello per determinate persone ma per il mondo intero. Musicalmente è vario: si va da una rock ballad come "Sono io" a "Requiem" un pezzo con un respiro decisamente più ampio. Sembra scritto apposta per questo clima di guerra in cui viviamo. In realtà l'ho scritto sette, otto mesi fa. L'idea è quella di paragonare l'umanità ad una grande orchestra; se la guerra cerca di sopraffare il suono dell'armonia e della bellezza, spetta a noi suonare il nostro strumento e quindi il nostro cuore il più forte possibile, più forte della morte».
La condiziona l'etichetta di cantautore del "romanticismo adolescenziale"?
«A 35 anni esatti dal mio debutto sono felice di fare canzoni d'amore ed almeno cinque brani dell'album parleranno dell'amore sentimentale in senso stretto. Certo non credo alle etichette, anche perché ho scritto molto di più di quello che può essere definito in una sola volta».
Si è parlato di un suo presunto nuovo look biondo platino. Quanta importanza dà alla sua immagine?
«Dopo la catacomba lavorativa in cui ero sprofondato, mi è dispiaciuto davvero dover rientrare, accolto da una chiacchiera di questo tipo. Ma ci sono abituato e anche questo è un segno dei tempi. Qualche anno fa si parlò del mio lifting. In quel caso mi fecero sentire un operato e un cretino, anche perché mi dissero che avevo pagato molto di più di quello che in realtà costava un intervento del genere».
A proposito di senso del ridicolo: una volta ha affermato che andare in tv è come essere insieme Don Chisciotte e Lancillotto. Che rapporto ha adesso con la tv?
«A forza di essere eroici si finisce a dover fare i conti con le fregature. La tv è spiazzante, a volte ti obbliga a produrre con frenesia, altre volte con leggerezza. Ad ogni modo non ti accoglie mai in maniera vera. L'unico modo per affrontarla è quella di proporsi come personaggio televisivo. Il varietà non esiste solo perché c'è qualcuno che aziona una telecamera, ma purtroppo le idee scarseggiano sempre di più ed ecco che la tv diventa un grande videocitofono».
Il tour partirà all'indomani dell'uscita del disco. Anche questa volta ha pensato ad uno spettacolo complesso, pieno di sorprese ed effetti speciali?
«Gli spazi modificano la musica. Prendiamo l'Olimpico dove sarò il primo luglio: io so che ho a disposizione circa trecento metri di spazio da gestire. Per questo ho scelto di essere di nuovo al centro della scena».

 

Giovedì 17 Aprile 2003

Abbiamo incontrato il cantautore romano, da oggi in tutte le radio con il singolo «Sono io», che precede l’album- ancora senza titolo- in uscita a fine maggio

Baglioni ricomincia da sé


Milano. In un mondo di esistenze parallele, che spesso solo casualmente trovano il loro punto d'incontro, Claudio Baglioni cerca uno spazio tutto su sussurrando all'orecchio delle anime sole «quello della storia accanto sono io». Avviene tra i solchi di «Sono io», il singolo da oggi nelle radio ad assaggio del nuovo album previsto per la fine di maggio. «Un disco in cui ricomincio da me» spiega il cantautore romano, anticipando spirito e contenuti di quello che sembra reclamare fin da ora un posto fra i suoi lavori più sentimentali. «C'è stato un periodo in cui ho guardato alla parola "amore" quasi con imbarazzo, limitandone al massimo l'utilizzo. Ora no, questo viaggio alla ricerca di un "io" che sappia prevalere sul "noi" mi ha spinto a fare un cd che trabocca di sentimento. Un lavoro con cui apro un nuovo ciclo. Non si tratta di una ripartenza quanto piuttosto di un arrivo, visto che attraversa di fatto tutti questi miei 35 anni di onorata carriera. Prova ne sia che ad inciderlo mi sono bastati 6-8 mesi contro i 2-3 anni degli altri". "Requiem" e "Per incanto di un amore" carezzano i sentimenti feriti dalla guerra.» «L'idea di comporre un pezzo maestoso e ottocentesco come "Requiem" m'è venuta lo scorso anno durante il concerto barese nel cantiere del Petruzzelli. Faceva un freddo tremendo e, osservando i miei musicisti intirizziti, gli ho letto negli occhi la sofferenza che l'amore per questo mestiere riesce a far sopportare. Ho pensato che l'umanità, in fondo, è un'enorme orchestra che suona la partitura della vita; qualche strumento ogni tanto s'ammutolisce e al suo posto allora echeggiano sopraffazione e violenza. Così ho scritto frasi come 'non siamo riuscito a fermare la morte, ma almeno per un momento abbiamo suonato più forte di lei'. "Per incanto e per amore", invece, è una specie di preghiera che parte da una cantata di Bach per coniugare musica occidentale e sonorità orientali. Credo che sulla questione irachena il mondo abbia perso ancora una volta l'occasione di darsi una direzione. C'è troppo individualismo e troppo poca individualità. Manca una guida. E il viaggio nella nuova era è ancora là da cominciare. Mi commuovo quando alzo gli occhi e vedo le bandiere della pace al balcone, ma, come diceva Gaber, liberà è partecipazione. Libertà è superare i problemi assieme. Noi invece siamo un popolo che non ama molto gli ostacoli, perchè preferisce sperare nei miracoli.»
L'album arriverà nei negozi alla vigilia del tour negli stadi che vedrà l'idolo di «E tu» debuttare il 14 giugno ad Ancona per poi proseguire il 19 alla volta di Milano, il 23 di Padova, il 27 di Firenze, 5 luglio di Napoli e il 12 di Catania. «Mi piacerebbe fare i concerti nei campi che ci sono all'estero, dove non esistono recinzioni, vetrate, fossati, ma in Italia questo abbiamo e con questo dobbiamo fare i conti» conclude. «Gli stadi sono grandi strutture in cui devi fare necessariamente qualcosa di grande; così ho pensato di far salire sulla nostra carovana 70-80 performers professionisti, cui affiancare in ogni città 700-1000 giovani artisti selezionati localmente dal coreografo Luca Tommassini e dal regista Pepi Morgia attingendo alle scuole di ballo e di recitazione. Anche dal punto di vista scenografico abbiamo intenzione di lavorare a stretto contatto con le accademie delle belle arti per costruire e decostruire alcune scene durante lo spettacolo rendendole i set di un immaginario film musicale. Un kolossal di quasi tre ore perchè la gente se l'aspetta e perché in certi contesti anche la durata diventa contenuto. In scena avrò un'orchestra di 42 elementi, oltre ad un gruppo di 6-7 vecchi compagni di strada come Paolo Gianolio alla chitarra, Paolo Costa al basso, Danilo Rea al piano. Gli stessi che suonano nel disco, assieme a qualche amico inglese come il batterista Gavin Harrison o l'ex bassista dei Simple Minds John Giblin.»
Paride Sannelli

venerdi 18 Aprile 2003

Claudio Baglioni presenta il nuovo album: tredici brani per parlare d’amore. Shakira inaugura stasera ad Assago la stagione dei tour
«Le mie canzoni, più forti della guerra»

Dal 14 giugno sette date negli stadi, con un mega-palco, 80 musicisti e ballerini, tanti ospiti


Un ritorno alla semplicità delle origini, con tredici nuove canzoni d’amore che spaziano da serenate leggerissime a brani in cui è forte l’eco della guerra. Con queste premesse Claudio Baglioni torna con il suo nuovo album, dal titolo ancora top secret, in uscita il 23 maggio. Da oggi invece esce nelle radio «Sono io», prima traccia del cd, da cui prenderà le mosse un tour di sette tappe dall’allestimento colossale. Il tour sarà tra gli eventi della stagione, che viene inaugurata stasera ad Assago dalla colombiana Shakira, nella sua unica data italiana. «L’ansia del finale del distacco dal disco mi colpisce ogni volta, oggi come 35 anni fa», spiega il cantautore romano, parlando dell’album «vero, nei testi e nella musica, senza trucchi e con pochissima elettronica». Dopo la trilogia di dischi di ricerca, partita tredici anni anni fa con il doppio cd «Oltre», continuata con «Io sono qu i» e conclusa nel novembre ’99 con «Viaggiatore sulla coda del temp o», Baglioni torna alla freschezza delle origini con canzoni dai testi semplici, diretti, come nel suo stile degli anni ’70, per assecondare - dice - «il rinnovato bisogno di genuinità, di verità, per far parlare il cuore più che la mente». L’amore a 360 gradi, individuale ma anche universale, gira intorno all’io. «Un io inteso come una storia, che vive accanto a tante altre storie, che dobbiamo fare incrociare di più» dice. Chiuso il ciclo dei «concept album», il disco racchiude tredici piccoli mondi compiuti, «tredici voglie d’amore: amore per le persone, per il mondo e per le persone del mondo». «Requiem» e «Per incanto e per amore» sono brani suggeriti dal bisogno di pace e di solidarietà. Il primo è un canto contro ogni guerra: partendo dal presupposto che l’umanità è una grande orchestra, «quando qualcuno smette di suonare il suo strumento, smette di far sentire la sua presenza, la sua voce, la sua opinione. Così altri strumenti prendono il sopravvento e sono spesso quelli dai suoni brutti. Finiscono per dominare la disarmonia, la bruttezza, la violenza, la guerra e la morte. È lì che il musicista ha la possibilità, o meglio la responsabilità, di ricominciare a suonare, a dire la sua. Anche se così non può arrestare completamente la morte, può suonare più forte di lei». Più che di un nuovo corso, occorre parlare di un’evoluzione dell’impegno del passato in canzoni come «Ninna nanna» di guerra, « Pace» e «Loro sono là», candidate a fare il loro ingresso in scaletta nei concerti estivi negli stadi (il 14 giugno ad Ancona, il 19 a Milano, il 23 a Padova, il 27 a Firenze; il primo luglio a Roma, il 5 a Napoli e il 12 a Catania). Assieme alle canzoni nuove, saranno riproposti anche alcuni dei più grandi successi, ultimamente relegati nel medley. Per il tour Baglioni annuncia un allestimento imponente, con una scena che occuperà l’intero spazio del campo di calcio: 70-80 presenze fisse (la sua band orfana del tastierista Danilo Rea, una sezione orchestrale di 42 elementi, e il corpo di ballo del coreografo Luca Tommassini) e centinaia di ospiti, integrati nello spettacolo e reclutati di volta in volta con casting locali fra danzatori, atleti e artisti di strada. «Da un magma iniziale - spiega Baglioni - prenderà forma il concerto, che durerà circa tre ore. Anche la scena cambierà nel corso delle serate, con il contributo di allievi delle accademie e di giovani esperti di arti figurative che hanno aderito con entusiasmo al progetto. Alla fine le canzoni faranno da colonna sonora - conclude - a tutto ciò che avviene sulla scena» : l’esatto contrario di quanto accadeva nell’ultimo tour « InCanto, tra pianoforte e
voce>>

Venerdi 18 Aprile 2003

Un grande tour attende il cantautore: tutto negli stadi, sarà spettacolarizzato da imponenti coreografie

Un ritorno alla semplicità delle origini, con 13 nuove canzoni d'amore che spaziano da serenate leggerissime a brani in cui è forte l'eco della guerra. Con queste premesse Claudio Baglioni torna con il suo nuovo album, dal titolo Top secret , in uscita il 23 maggio. Da oggi nelle radio Sono io , prima traccia del cd, da cui prenderà le mosse un tour dall'allestimento colossale in 7 stadi.
«L'ansia del finale, del distacco dal disco mi colpisce ogni volta, oggi come 35 anni fa», ha spiegato il cantautore romano, che ha realizzato un album, ancora in lavorazione, «vero, nei testi e nella musica, senza trucchi e con pochissima elettronica».
Dopo la trilogia di dischi di ricerca, partita 13 anni anni fa con il doppio Oltre , continuata con Io sono qui e conclusa nel '99 conViaggiatore sulla coda del tempo , Baglioni torna alla freschezza delle origini con canzoni dai testi semplici, diretti, come nel suo stile degli anni '70, per assecondare - ha detto - «il rinnovato bisogno di genuinità, di verità, per far parlare il cuore più che la mente». L'amore a 360 gradi, individuale ma anche universale, gira intorno all'io. «Un io inteso come una storia che vive accanto a tante altre storie, che dobbiamo fare incrociare di più», ha detto. Chiuso il ciclo dei «concept album», un disco che racchiude 13 piccoli mondi compiuti, «13 voglie d'amore: amore per le persone, per il mondo e per le persone del mondo».
Requiem e Per incanto e per amore sono due dei brani suggeriti dal bisogno di pace e di solidarietà. Così l'autore racconta ciò che lo ha spinto ad inserire nel disco una canzone come Requiem , contro ogni guerra. Partendo dal presupposto che l'umanità è una grande orchestra, «quando qualcuno smette di suonare il suo strumento, smette di far sentire la sua presenza, la sua voce, la sua opinione. Così altri strumenti prendono il sopravvento e sono spesso quelli dai suoni brutti. Finiscono per dominare la disarmonia, la bruttezza, la violenza, la guerra e la morte. È lì che il musicista ha la possibilità e la responsabilità di ricominciare a suonare e dire la sua. Anche se non può arrestare la morte, può suonare più forte di lei».
Più che di un nuovo corso, occorre parlare di un' evoluzione dell'impegno del passato di canzoni come Ninna nanna , Pace e Loro sono la , candidate infatti a fare il loro ingresso in scaletta nei concerti estivi negli stadi (il 14 giugno ad Ancona, il 19 a Milano, il 23 a Padova, il 27 a Firenze e, a luglio, il primo a Roma, il 5 a Napoli e il 12 a Catania). Ci saranno alcune canzoni nuove (non tutte) e anche alcuni dei più grandi successi, ultimamente relegati in sintesi nel medley.
Per il live Baglioni annuncia un allestimento imponente, con una scena che occuperà l'intero spazio del campo di calcio: 70-80 presenze fisse (la sua band orfana del tastierista Danilo Rea, una sezione orchestrale di 42 elementi, e il corpo di ballo del coreografo Luca Tommassini) e centinaia di ospiti integrati nello spettacolo e reclutati ogni volta con casting locali fra danzatori, atleti e artisti di strada. «Da un magma iniziale - ha spiegato Baglioni - prenderà forma il concerto, che durerà circa 3 ore. Anche la scena cambierà nel corso delle serate, con il contributo di accademie ed esperti di arti figurative. Alla fine le canzoni faranno quasi da colonna sonora a ciò che avviene sulla scena»: l'esatto contrario di quanto accadeva nell'ultimo giro di concerti InCanto, tra pianoforte e voce
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Giovedì 17 Aprile 2003
Da oggi “Sono io", uno dei brani del cd in lavorazione, in onda sulle radio
Baglioni: kolossal a Roma
«Al concerto di luglio voglio mille persone con me»

di MARCO MOLENDINI

ROMA — La sua ansia è una leggenda. «Se, potessi andrei a casa della gente a dare gli ultimi ritocchi alle mie canzoni, anche quando sono state già stampate, distribuite e comprate», confessa Claudio Baglioni. Racconta che nel disco precedente, Viaggiatore sulla coda del tempo, ha continuato a fare cambiamenti fino alla fase finale di masterizzazione. Se fosse giornalista inseguirebbe i suoi articoli fino alla rotativa. E anche stavolta il nuovo album, la cui uscita è fissata per fine maggio (ma ancora senza titolo e senza data, tanto per non avere tagliole ansiogene), resterà "aperto" a possibili ripensamenti.
È fatto così Claudio, pignolo, perfezionista e cacadubbi. Ma quell’ansia, quell’adrenalina che precedono il debutto sono la sua forza. È la voglia di fare meglio, di rendere al massimo. Anche dopo trent’anni di carriera e di successi con l’inevitabile maturazione e la maggior sicurezza acquisita. Sono i vantaggi (o le consolazioni) del tempo che passa. Confessa, cantando in una delle nuove canzoni, che si sente "un po’ più vecchio ad ogni inverno". «L’età pesa - ammette -, ma ho il privilegio di fare un mestiere che ti permette di restare giovane». A dispetto dei capelli grigi e della polemica innescata dai manifesti che annunciano i suoi concerti estivi e dove il cinquantenne Baglioni appare singolarmente platinato:. «Sono uno dei pochi che non si tinge. L’unico provvedimento che ho preso è stato di proibire i riflettori gialli nelle foto» racconta.
In questo disco punta su altro. Certo, la canzone che fa da apripista all’album e da oggi suonerà nelle radio, Sono io («ma non uscirà come singolo, perchè i singoli non hanno senso, li detesto: è solo la prima in ordine di ascolto»), è un tema semplice, melodico, alla Baglioni, che conquista subito. Il brano, però, sui cui viene diretta l’attenzione ha ben altre velleità. Velleità che si scoprono fin dal titolo: Requiem. Un pezzo che non è una canzone, che usa gli archi di un’orchestra sinfonica (incisi a Londra), che non dura quanto una normale composizione pop, ma neppure quanto una composizione classica (siamo sui sette minuti). Un pezzo (già offerto in ascolto ai fan del suo sito internet e sarà di nuovo disponibile nei giorni di Pasqua) che grida, parla del «mondo in agonia sulla scia di un lungo requiem» e ha l’ambizione di suonare forte «più forte della morte», mentre le percussioni tengo il ritmo degli spari.
Claudio indossa l’abito da sera (con le code), scende sul fronte dell’impegno pacifista anche se le parole di Requiem non si riferiscono al conflitto iracheno, essendo state scritte sei mesi fa. Ma sul tema ha le sue idee: «È mancato il grande gesto. Si sono sventolate mille ragioni e nessuna. La guerra è sembrata un grande pretesto per il grande mercato. Non è stato filato nemmeno il Papa. E ora è come se ci fossimo tolti un tumore, senza preoccuparci dei danni riportati dal nostro spirito». Però, non abbandona il sentiero dei sentimenti, a rischio di dare spago ad antiche accuse. «In questo album ci sono brani sentimentali stile anni 70, un po’ alla Mille giorni di te e di me. Ma parlo anche di me, di mio padre», racconta. Arriva al punto di definire il disco «una raccolta di inediti, un riassunto più che una ricerca. Una sorta di fotografia, un che punto sono?». Già a che punto è Claudio? Pacifista e sentimentale «con alle spalle trent’anni di mestiere» e la voglia di rendere la sua musica semplice e diretta. Forse proprio per questo si sbilancia: «Non l’ho mai detto in passato, ma questo mi sembra davvero il miglior disco della mia carriera». È ottimista, a dispetto dei tempi e della crisi che tocca il disco: «Mi dispiace il modo in cui è considerata questa musica. Passa l’dea del "sta lì e me la piglio". Siamo dei privilegiati, ma offende la scarsa considerazione che c’è verso quello che facciamo».
Disco e poi i concerti. Il debutto il 14 giugno ad Ancona, l’Olimpico di Roma il primo luglio. «Sarà un \tour kolossal - annuncia -. I grandi spazi vanno riempiti con qualcosa di grosso anche per l’ultimo spettatore. Ci sarà con me una moltitudine: 42 elementi d’orchestra, 80 figuranti. Voglio fino a mille persone a concerto con artisti, acrobati e sportivi presi città per città». Ultimo capitolo la tv: seguirà Claudio il percorso di Celentano o Morandi che, per lanciare i loro dischi, hanno accettato di fare tv? «Me lo chiedono ogni tanto. Solo che mi pare che la tv si sia infilata in una situazione di stallo. Dovrebbe ritrovare orgoglio e qualità, invece è presuntuosa, produce troppo, non si ferma mai (anche il sole ogni tanto tramonta). È ridotta a un videocitofono: basta accendere la telecamera. E questo si scontra con le mie idee e i miei tempi. A volte, attorno a una canzone, lavoro anche due anni».

 

17 Aprile 2003

«Sono io», il singolo di Baglioni
Da oggi nelle radio il brano
anticipa il disco in uscita a maggio


ROMA. Un ritorno alla semplicità delle origini, con 13 nuove canzoni d'amore che spaziano da serenate leggerissime a brani in cui è forte l'eco della guerra. Con queste premesse Claudio Baglioni torna con il suo nuovo album, dal titolo top secret, in uscita il 23 maggio. Da oggi nelle radio «Sono io», prima traccia del cd, da cui prenderà le mosse un tour dall'allestimento colossale in sette stadi. «L'ansia del finale, del distacco dal disco mi colpisce ogni volta, oggi come 35 anni fa», spiega il cantautore romano.
Baglioni ha realizzato un album, ancora in lavorazione, «vero, nei testi e nella musica, senza trucchi e con pochissima elettronica».
Dopo la trilogia di dischi di ricerca, partita 13 anni anni fa con il doppio cd «Oltre», continuata con «Io sono qui» e conclusa nel novembre '99 con «Viaggiatore sulla coda del tempo», Baglioni torna alla freschezza delle origini con canzoni dai testi semplici, diretti, come nel suo stile degli anni '70, per assecondare, dice, «Il rinnovato bisogno di genuinità, di verità, per far parlare il cuore più che la mente».
L'amore a 360 gradi, individuale ma anche universale, gira intorno all'io. «Un io inteso come una storia, che vive accanto a tante altre storie, che dobbiamo fare incrociare di più», dice. Chiuso il ciclo dei concept album, un disco che racchiude tredici piccoli mondi compiuti, «tredici voglie d'amore: amore per le persone, per il mondo e per le persone del mondo».
«Requiem» e «Per incanto e per amore» sono due dei brani suggeriti dal bisogno di pace e di solidarietà. Così l'autore racconta ciò che lo ha spinto ad inserire nel disco una canzone come «Requiem», contro ogni guerra. Partendo dal presupposto che l'umanità è una grande orchestra, «quando qualcuno smette di suonare il suo strumento, smette di far sentire la sua presenza, la sua voce, la sua opinione. Così altri strumenti prendono il sopravvento e sono spesso quelli dai suoni brutti. Finiscono per dominare la disarmonia, la bruttezza, la violenza, la guerra e la morte. E' lì che il musicista ha la possibilità, o meglio la responsabilità, di ricominciare a suonare, a dire la sua. Anche se così non può arrestare completamente la morte, può suonare più forte di lei». Più che di un nuovo corso, occorre parlare di un'evoluzione dell'impegno del passato di canzoni come «Ninna nanna di guerra», «Pace» e «Loro sono là», candidate infatti a fare il loro ingresso in scaletta nei concerti estivi negli stadi (il 14 giugno ad Ancona, il 19 a Milano, il 23 a Padova, il 27 a Firenze e, a luglio, il primo a Roma, il 5 a Napoli e il 12 a Catania).
Ci saranno alcune canzoni nuove (non tutte) e anche alcuni dei più grandi successi, ultimamente relegati in sintesi nel medley. Per il live Baglioni annuncia un allestimento veramente imponente, con una scena che occuperà l'intero spazio del campo di calcio: 70-80 presenze fisse (la sua band orfana del tastierista Danilo Rea, una sezione orchestrale di 42 elementi, e il corpo di ballo del coreografo Luca Tommassini) e centinaia di ospiti, integrati nello spettacolo con modalità sempre nuove e reclutati di volta in volta con casting locali fra danzatori, atleti e artisti di strada.
«Da un magma iniziale», spiega Baglioni, «prenderà forma il concerto, che durerà circa tre ore. Anche la scena cambierà nel corso delle serate, con il contributo di allievi delle accademie e di giovani esperti di arti figurative che hanno aderito con entusiasmo al progetto. Diciamo che alla fine le canzoni faranno quasi da colonna sonora - conclude - a tutto ciòche avviene sulla scena»: in sintesi l'esatto contrario di quanto accadeva nell'ultimo giro di concerti «InCanto, tra pianoforte e voce».

Il corriere della sera 17/04/2003 
SPETTACOLI 


In attesa del nuovo album, il musicista presenta il tour che dal 14 giugno lo porterà in sette stadi italiani
«Non fuggo più, è finito il Baglioni inquieto»

Il cantautore: comincio dalla riconciliazione con me stesso e da un Requiem contro la guerra


MILANO - «Sono qui, controlli pure, non sono biondo o platinato», esordisce Claudio Baglioni, 52 anni il 16 maggio. Scattiamo una foto digitale e, come per incanto, nello schermino i capelli sale e pepe sembrano biondo platino. «Ha visto, i capelli prendono il giallo dell'illuminazione». Chiarito il dettaglio del look (la capigliatura dei manifesti murali e stata infatti scurita dopo che in molti si erano stupiti, cambiando illuminazione) Baglioni racconta il suo ritorno discografico e sulla scena (il tour partirà il 14 giugno da Ancona e sarà a Milano il 19, a Padova il 23, a Firenze il 27, a Roma il 1° luglio, a Napoli il 5 e a Catania il 12). Intanto passerà la Pasqua a Milano, in sala d'incisione. La data di consegna del nuovo album, annunciato per maggio, è incerta, come il titolo. Certo invece il primo singolo intitolato «Sono io» da oggi nelle radio. Anche stavolta parole e musica pianificate secondo una precisa architettura? 
«Già, l'architettura. Lo sa che alla fine dell'anno mi laureo con una tesi sull'utilizzo degli spazi per l'intrattenimento? Io sono solo geometra e ho sofferto molto di questo. Ma nella zona periferica dove abitavo non c'erano licei. Poi mi sono iscritto ad architettura negli anni in cui si piangeva molto per via dei lacrimogeni, a Valle Giulia, dove ha sede la facoltà. Sono 25 anni che pago le tasse universitarie e finalmente?». 
Torniamo all'architettura della canzone. 
«Suoni, parole incastri. Tutto deve essere in ordine, definitivo. Sono maniacale. Io non lascio mai in disordine neanche le camere d'albergo, così che nessuno abbia un pretesto per toccare i miei oggetti o i miei abiti». 
La canzone dura oltre cinque minuti. La solita paura di non aver detto tutto? 
«E' la costante del mio lavoro e della mia vita. Ma stavolta meno del solito. Ci si abitua al silenzio, all'incompletezza, alla magia indeterminata della musica, alla semplicità di una singola storia che si incrocia con altre. "Ti voglio bene" a una donna e "mi manchi" ha un amico hanno più senso di tante puntigliose analisi». 
Questo «io» ricorrente della canzone che cosa significa? 
«Fiducia nella vita, scoperta che questi tanti "io" sono più importanti di un "noi", di una maggioranza che spesso pensa di avere ragione per forza». 
Varie fasi nella sua carriera artistica, la sentimental-descrittiva, quella più ermetica e introspettiva. E adesso? 
«Passato dalla condizione di chi scappa e non vuol essere in nessun posto (nemmeno Altrove, perché anche quello è un posto), a quella chi torna per stare in un posto fisso col piacere di essere reperibile. Una fase meno inquieta.» 
Sicuro? 
«No. C'è sempre l'inquietudine della vigilia, la voglia di superarsi. Ma un amico mi ha detto: smettila di mettere l'asticella sempre più in alto». 
L?album si conclude con una canzone sinfonica dai toni religiosi intitolata «Requiem»... 
«E il contrario di "io". Stavolta è? "noi". Io immagino l'umanità come una grande orchestra che suona ogni giorno una partitura differente. Qualcuno suona sempre meno e sempre peggio o delega ad altri il proprio ruolo. Prevalgono così i suoni grossi, brutti, della morte, della guerra, della sopraffazione dell'ingiustizia. E' una chiamata non alle armi, ma agli strumenti, affinché torni la fierezza dell'uomo-orchestrale. Anche se non fermeremo la morte suoneremo più forte di lei». 
E lo show? 
«Sette stadi per un concerto? non concertato. Un'orchestra di 42 elementi e un balletto di 80 persone. Coinvolgimento e improvvisazioni città per città con realtà artistiche (comprese le installazioni scenografiche) o sportive organizzate. Partendo da un concetto: si dice che non ci sono spazi per la musica, in realtà spesso non c'è musica per certi spazi. E' la musica che si deve adattare alla situazione e non viceversa». 

Mario Luzzatto Fegiz 

17 Aprile 2003

DA OGGI IN RADIO IL SINGOLO "SONO IO" DAL NUOVO CD CHE USCIRÀ A FINE MAGGIO. E POI "REQUIEM", IL BRANO DEDICATO ALLA PACE

BAGLIONI: HO I CAPELLI BIANCHI E SUONO FORTE PER FERMARE LA MORTE

PARTIRÀ A GIUGNO IL TOUR NEGLI STADI CON UN´ORCHESTRA E GLI ARTISTI DI STRADA

"HO RIPRESO LA PAROLA AMORE: ERA DIVENTATA IL NEMICO, MA OGGI NE SENTO IL BISOGNO"

 

GINO CASTALDO

ROMA - Di nuovo tra noi. A fine maggio uscirà il nuovo album di Claudio Baglioni, e ne abbiamo avuto un assaggio con il singolo Sono io (da oggi nella radio) e col pezzo Requiem, una dolente elaborazione sinfonica sul tema della pace. Ma già nei giorni scorsi, ad annunciare i concerti di giugno negli stadi, ci avevano pensato dei grandi manifesti che avevano indotto qualcuno a pensare a un imbarazzante nuovo look. Baglioni, togliamoci subito di mezzo la questione. Cosa è successo? Qualcuno ha frainteso?«Ero sepolto in studio, ma ho avuto la percezione che fosse partito una specie di pettegolezzo da fan su un presunto cambiamento del look in biondo platino, per non parlare di varie operazioni plastico-chirurgiche. Lì per lì mi sono divertito poi mi sono un po´ seccato, perché sebbene sia costumanza degli uomini di spettacolo tingersi per mantenere l´immagine giovanile, sono uno dei pochi che ha rinunciato a questo decoro. Nei manifesti c´era una foto scattata con un riflettore giallo che, com´è ovvio, sul bianco dei capelli - perché ribadisco: i miei capelli sono bianchi - poteva ingannare. Nel dubbio ho emanato un decreto, come i dittatori, per cui nei prossimi concerti ho fatto eliminare tutte le gelatine gialle».Torniamo alle cose più serie. I due brani ascoltati sono diversissimi tra loro...«È il risultato di nove mesi di lavorazione, molti per qualcuno, ma per me pochissimi, in cui mi sono allontanato dalle esasperate ricerche di linguaggio e di sonorità. Qui l´unica ricerca è su di me, come autore di canzoni, e sui 35 anni passati a fare questo mestiere, ho pensato che il sistema canzone doveva essere snellito, avvicinato più al cuore che alla mente».È anche riuscito a riaffrontare la parola amore. Cos´era successo, non ci riusciva più?«Era diventato il nemico, la parola da cui fuggire, era come una gabbia, ma ora avevo bisogno di amore, alla lettera, di dirlo, di raccontarlo, come se per un po´ me ne fossi dimenticato, è come una lettera scritta a molte persone a cui non lo dicevo da tempo. Ci sono quattro o cinque canzoni d´amore, anche leggere. E perfino alcuni elementi vintage, come se fosse un´antologia d´inediti».Non per sminuire la scelta, ma non le sembra che stia accadendo anche ad altri?«È un´esigenza diffusa, il riconoscersi nei momenti di cupezza, per quanto è possibile nella piccola arte della canzone, che non deve cercare la verità, ma inventarla. Requiem è un discorso a parte, ma è in tema perché è un atto d´amore e di partecipazione, un pezzo concepito una sera che suonavo con l´orchestra al Petruzzelli, era l´Epifania, c´erano i musicisti coi cappotti, il teatro che sembrava bombardato, ho pensato che l´umanità fosse un´orchestra a cui mancava qualche suono, qualcuno non suona più o suona troppo piano... Non siamo riusciti fermare la morte, almeno cerchiamo di suonare più forte».Tutto questo sembra stonare con i proclami di grandiosità annunciati per il tour...
«È che lo spazio è un forte condizionamento. Questa volta ho scelto gli stadi, e bisogna arrivare anche agli occhi degli spettatori. Ci saranno i miei musicisti, più 42 persone d´orchestra, ma c´è anche un elemento innovativo. In ogni città ci saranno artisti semiprofessionisti in grado di rappresentare l´arte di strada, così ogni concerto avrà una singolarità, ci sarà un happening dentro il concerto, sarà come un magma che dovrà essere concertato, e ogni concerto sarà diversissimo dall´altro».

 

 

17 Aprile 2003

INTERVISTA IL CANTAUTORE ROMANO ANTICIPA NOTIZIE SUL SUO PROSSIMO DISCO E IL TOUR ATTESO A PADOVA IN MAGGIO

BAGLIONI TORNA A CANTARE L'AMORE SEMPLICE

OGGI IN RADIO IL NUOVO SINGOLO "SONO IO", PRECEDUTO SU INTERNET DA UN "REQUIEM" SULLA GUERRA

 

Milano

NOSTRO INVIATO

Claudio Baglioni torna a coniugare cuore e amore, a modo suo naturalmente, e con i suoi tempi. Chiuso da settimane in uno studio milanese sui Navigli, il cantautore romano affiderà oggi alle radio l'anteprima del suo nuovo album atteso per metà maggio.

Tanto per rassicurare i fan disperati dopo la comparsa dei manifesti che annunciano il prossimo megatour di giugno chiariamo subito che il loro beniamino non si è tinto i capelli di biondo e che la sua pettinatura è scarmigliata ma simile a sempre. «Ormai su di me ne leggo e ne sento di tutti i colori - commenta sardonico - come la storia dei miei lifting, uno, due, e i vari titoli del mio nuovo album che non si chiamerà "Io". In realtà l'unico lifting l'ho fatto anni fa stirandomi la faccia contro il muro del palazzo delle sorelle Fendi. So che poi chi ha comprato il rottame della mia Porsche - che fra l'altro avevo già venduto - l'ha rimessa a nuovo e venduta a un amatore come "la macchina su cui Baglioni ha fatto l'incidente"».

E il titolo del disco?

«Era un gioco pubblicitario - spiega Rossella Barattolo, da anni compagna di Claudio - con un primo manifesto dove non c'era scritto altro che "Io Io" e in un secondo tempo il poster completo con la scritta ClaudIO BaglIOni che annuncia il tour».

«Il fatto è che come si chiamerà il nuovo disco non l'ho ancora deciso. Anche perchè - ride - non l'ho ancora finito. Il bello della tecnologia di oggi è che ti consente di rifare e ritoccare tutto fino all'ultimo minuto, ed è quello che sto facendo. Ho deciso di ricominciare da me, cantando semplicemente e facendo un bilancio di 35 anni di musica. Ci sono canzoni come "Domani", "Bolero un po' di più", "Per incanto per amore" che ho tratto dall'armonia di una famosa cantata di Bach e "Loro sono là" storia di guerra, scritta prima del conflitto nei Balcani, che racconta di un amore fra una ragazza di un paese occupato e un "occupatore". E altre che scopriremo fra un paio di settimane. È il disco più veloce che abbia fatto da anni. Ne avevo bisogno dopo aver chiuso con "Viaggiatore", molto filosofico, la trilogia iniziata con "Oltre". Qui parlo di amore, felice, maturo, consapevole, tragico, parlo di guerra, di assenza di guide, dell'assenza del padre».

Due assaggi sono comunque già pronti. Il primo è "Sono io", brano di apertura dell'album, che sarà dato oggi in anteprima alle radio. Il secondo è "Requiem", canzone sinfonica contro la guerra che qualche fortunato ha già ascoltato grazie a Internet.

«L'avevo messa da scaricare liberamente da internet sabato scorso come omaggio alla giornata pacifista. Non ho detto niente a nessuno, eppure si sono collegati il 37mila. È incredibile. Sto pensando di rimetterla in rete il giorno di Pasqua». I fan sono avvisati.

"Requiem" è un'inquietante canzone sinfonica che si apre con echi di tamburi lontani come esplosioni e cresce strofa dopo strofa mentre l'orchestra trova l'accordo.

"Lassù cantano le colombe della guerra mentre quaggiù urlano ai crcevia le trombe. Tutti a terra giù": «È un'idea che mi era venuta in mente prima degli ultimi sviluppi bellici. Ero al Petruzzelli di Bari, fra le macerie, per un concerto il 5 gennaio con l'Orchestra del teatro bruciato e faceva un freddo cane. Guardando i musicisti che cercavano di suonare con le mani gelate, fra le macerie, mi sono venute in mente altre macerie e l'idea di giocare con la metafora dell'umanità come un'orchestra in cui molti dimenticano di suonare il proprio strumento che poi è il pensiero, l'opinione, e che in un teatro assediato, un modo di contrastare la guerra è una chiamata agli strumenti, e se l'orchestra non può fermare la morte almeno può suonare più forte, superare il rumore dei cannoni».

È una metafora un po' felliniana che comunque rientra nell'idea che fa da filo conduttore al prossimo album, e che è espressa in "Sono io". Ballata rock dal ritmo popolaresco, autobiografica, tiria le somme della propria vita rivolgendosi alla donna a cui ha preso male e bene, al figlio a cui non ha datto tutto, a se stesso "un po' più vecchio ad ogni inverno, tutta una vita in gioco per quattro spiccioli di eterno", per poi rivelarsi come "l'uomo della storia accanto".

«L'io di cui parlo è il contrario dell'ego. È dare valore a ogni singolo "io" alle individualità, alle ricerche personali, fino a scopirire che Io è Noi e viceversa». Io-Noi è un concetto e anche un palindromo. Ma Baglioni questa volta ha cercato di giocare meno con le parole per ritrovare un modo veloce e diretto di raccontare le sue cose. Il disco - spiega - è una raccolta di canzoni diverse, ciascuna con una sua autonomia: «Dovrebbero essere 12, penso 13. stiamo rifinendole in questi giorni. E c'è una grande varietà musicale».

E sul concetto di varietà individuale in un mondo unico si svilupperà anche il concerto del tour che partirà il 14 giugno dallo stadio del Conero di Ancona, con tappa il 23 a Padova. Palco centrale, quaranta musicisti per un totale di settanta, ottanta persone in scena e tutt'attorno un continuo divenire di azioni, persone, danze, suoni, movimenti a creare i tanti quadri contemporanei della vita nel mondo, usando la musica di Baglioni come una colonna sonora: «Luca Tomassini e Pepi Morgia stanno curando questa parte scenografico-coreografica selezionando gruppi di performer, danzatori, acrobati, etnomusicisti, atleti, gruppi circensi e altro. L'idea è quella di coinvolgere gruppi e situazioni differenti in ogni piazza che toccheremo, coinvolgendo scuole di danza, istituti artistici, professionisti e semi professionisti. Ogni sera quindi lo spettacolo sarà necessariamente unico e diverso, a parte il 50/60 per cento di musica e cose che porteremo noi. Mi piace quest'idea dell'insieme collettivo di diverse individualità, perchè il destino del mondo si giocherà su questo».

In tempi lontani hai recuperato in "Ninna nanna nanna ninna" i versi antibellici di Trilussa. Di quello che sta succedendo oggi cosa pensi?

«Che è stata una occasione mancata per il mondo che si va a costruire. Umiliante per la predeterminazione con cui ci si è arrivati. La guerra è stata brutta come tutte. Insopportabile soprattutto la cappa asfissiante della sua preparazione, della sua "inevitabilità". Ti senti un nulla, impotente. Per questo quando vedo le bandiere che si alzano a protestare mi commuovo perchè vedo che qualcuno ha fatto qualcosa, che la partecipazione dei singoli è ancora una realtà. La verità nasce dal basso e sento molto oggi questo senso di patria mondiale, di un prossimo che non è solo chi è vicino ma anche chi arriverà da lontano. È il senso del "ragazzo della storia accanto" che è in questo lavoro».

Giò Alajmo

 

Baglioni, uno show dal «Conero»

17 Aprile 2003

 

ANCONA — Mancano meno di due settimane all'ennesimo grande evento per Ancona. Sabato 14 giugno Claudio Baglioni presenterà il suo nuovo spettacolo in anteprima nazionale. Non a caso abbiamo usato il termine «spettacolo», perchè quello del cantautore romano non sarà un semplice concerto, ma un vero e proprio show, con un'orchestra composta da quarantadue elementi, ballerini e «performers» provenienti da varie accademie di Belle arti, ed un grande spazio scenico, che trasformerà l'intero stadio in un enorme palcoscenico, che darà l'idea al pubblico di un set cinematografico. Ieri, a Milano, Baglioni nel corso di una conferenza stampa ha presentato il suo nuovo singolo «Sono io» e soprattutto il nuovo tour, che partirà proprio dalla nosra città. Cresce dunque l'attesa tra i tantissimi fans che Baglioni ha dalle nostre parti. E nonostante manchi quasi mezzo mese, è prevedibile che i biglietti per assistere al concerto andranno a ruba fin da subito.
I biglietti sono già in vendita presso il T.box (via Cameranense, presso il PalaRossini; telefono 071/2901224 e fax 071/2908936 esclusivamente nei giorni feriali dalle ore 10.30 alle 12.30 e dalle ore 15.30 alle 19.30), e in numerose prevendite sparse sul territorio.
Questi sono i prezzi dei biglietti: tribuna coperta numerata 46,00 euro; curve, gradinate e distinti 28,80 euro. Il concerto di Baglioni è promosso dal Comune di Ancona in collaborazione con le società Anno Zero e Capitanicoraggiosi.

 

 

 

MUSICA.

DAL 23 MAGGIO IL NUOVO ALBUM DEL CANTAUTORE, TITOLO ANCORA SEGRETO

TREDICI VOGLIE D’AMORE

BAGLIONI, UN RITORNO ALLA SEMPLICITÀ DELLE ORIGINI

 

Un ritorno alla semplicità delle origini, con tredici nuove canzoni d’amore che spaziano da serenate leggerissime a brani in cui è forte l’eco della guerra. Con queste premesse Claudio Baglioni torna con il suo nuovo album, dal titolo top secret, in uscita il 23 maggio. Da oggi nelle radio Sono io, prima traccia del cd, da cui prenderà le mosse un tour dall’allestimento colossale in sette stadi. «L’ansia del finale, del distacco dal disco mi colpisce ogni volta, oggi come 35 anni fa», spiega il cantautore romano, che ha realizzato un album, ancora in lavorazione, «vero, nei testi e nella musica, senza trucchi e con pochissima elettronica». Dopo la trilogia di dischi di ricerca, partita tredici anni anni fa con il doppio cd Oltre, continuata con Io sono qui e conclusa nel novembre ’99 con Viaggiatore sulla coda del tempo, Baglioni torna alla freschezza delle origini con canzoni dai testi semplici, diretti, come nel suo stile degli anni ’70, per assecondare - dice - «il rinnovato bisogno di genuinità, di verità, per far parlare il cuore più che la mente». L’amore a 360 gradi, individuale ma anche universale, gira intorno all’io. «Un io inteso come una storia, che vive accanto a tante altre storie, che dobbiamo fare incrociare di più», dice. Chiuso il ciclo dei “concept album”, un disco che racchiude tredici piccoli mondi compiuti, «tredici voglie d’amore: amore per le persone, per il mondo e per le persone del mondo». Requiem e Per incanto e per amore sono due dei brani suggeriti dal bisogno di pace e di solidarietà. Così l’autore racconta ciò che lo ha spinto ad inserire nel disco una canzone come Requiem, contro ogni guerra. Partendo dal presupposto che l’umanità è una grande orchestra, «quando qualcuno smette di suonare il suo strumento, smette di far sentire la sua presenza, la sua voce, la sua opinione. Così altri strumenti prendono il sopravvento e sono spesso quelli dai suoni brutti. Finiscono per dominare la disarmonia, la bruttezza, la violenza, la guerra e la morte. È lì che il musicista ha la possibilità, o meglio la responsabilità, di ricominciare a suonare, a dire la sua. Anche se cosìnon può arrestare completamente la morte, puòsuonare più forte di lei». Più che di un nuovo corso, occorre parlare di un’ evoluzione dell’impegno del passato di canzoni come Ninna nanna di guerra, Pace e Loro sono là», candidate infatti a fare il loro ingresso in scaletta nei concerti estivi negli stadi (il 14 giugno ad Ancona, il 19 a Milano, il 23 a Padova, il 27 a Firenze e, a luglio, il primo a Roma, il 5 a Napoli e il 12 a Catania). Ci saranno alcune canzoni nuove (non tutte) e anche alcuni dei piùgrandi successi, ultimamente relegati in sintesi nel medley. Per il live Baglioni annuncia un allestimento veramente imponente, con una scena che occuperà l’intero spazio del campo di calcio: 70-80 presenze fisse (la sua band orfana del tastierista Danilo Rea, una sezione orchestrale di 42 elementi, e il corpo di ballo del coreografo Luca Tommassini) e centinaia di ospiti, integrati nello spettacolo con modalità sempre nuove e reclutati di volta in volta con casting locali fra danzatori, atleti e artisti di strada. «Da un magma iniziale - spiega Baglioni - prenderà forma il concerto, che durerà circa tre ore. Anche la scena cambierà nel corso delle serate, con il contributo di allievi delle accademie e di giovani esperti di arti figurative che hanno aderito con entusiasmo al progetto. Diciamo che alla fine le canzoni faranno quasi da colonna sonora - conclude - a tutto ciò che avviene sulla scena»: in sintesi l’esatto contrario di quanto accadeva nell’ultimo giro di concerti InCanto, tra pianoforte e voce.

 

17 Aprile 2003

PARLA IL MUSICISTA CHE STA PER PUBBLICARE IL SUO NUOVO ALBUM

BAGLIONI: «RICOMINCIO DA ME, MI FOTOGRAFO»

HA RIPRESO L’UNIVERSITÀ: ANCORA UN PAIO DI ESAMI, E SARÀ ARCHITETTO UNO DEI BRANI INEDITI SI INTITOLA «REQUIEM»: «NON È UN PEZZO CONTRO LA GUERRA, MA SULLA FIEREZZA DI ESSERE UOMO E MUSICISTA»

 

Inviata a MILANO La buona notizia (per lui) è che Claudio Baglioni ha ripreso l'Università: ancora un paio di esami e in autunno avremo un nuovo architetto. L'altra buona notizia (per i fans) è che Baglioni si appresta a dare alla luce un nuovo e come sempre soffertissimo album di inediti, di cui non rivela né la data di uscita («sarà in maggio, ma non certo il 16 perche è il giorno del mio compleanno») né tanto meno il titolo (secondo il suo ufficio stampa, non lo sa ancora neanche lui). Però da oggi comincia, in radio, la liturgia promozionale: il singolo si chiama «Sono io», è una ballad un po' acustica un po' elettronica un po' folk, che dice: «Io a una donna/Ho dato e preso il male e il bene...Io ad un figlio/Ho dato un po' di casa e il nome...chiedo il perdono/se non so chi sono io...». Insomma, un autoritratto dubbioso che però rivendica orgogliosamente: «Sono un po' di storia anch'io». La voce è sempre quella che ha attirato tante passioni in tantissimi anni di militanza musicale (lui dice addirittura 35): chiara, forte, piena, popolare anzi quasi popolaresca. Tutt'altra aria si respira nel «Requiem» che chiuderà i tredici brani in scaletta: un pezzo quasi classico, contro qualunque guerra, magnificamente suonato dalla London Session Orchestra, il ramo pop della London Symphony. Alla vigilia dei suoi primi magnifici 52 anni, Baglioni è sempre un bel tipo, smilzo e vivace, capelli sale e pepe, occhi inquieti, tutto vestito di nero (anche la sua compagna Stefania Barattolo: una coppia dark..). Pronto a prendersi in giro sulle leggendarie ansie da vigilia di disco. Completata la triade cominciata con «Oltre» e finita con «Il viaggiatore», com'è questo nuovo ciclo di lavoro? «Voglio inaugurare un nuovo corso che comunichi la mia voglia di immediatezza. Questo che deve uscire è un disco fatto a mano, molto suonato, a più voci e generi: come un'antologia di inediti. Prima guardavo fuori, ora guardo dentro. Ricomincio da me, perché m'importa trovare una mia fotografia. Già "Sono io" è una confessione, la sensazione di una storia accanto alle altre. Ma tutto il disco è contro le maggioranze, sempre scambiate per quelle che detengono la ragione». Il «Requiem» è stato pensato durante la guerra? «Macché. L'ho scritto un annetto fa, una sera al rudere del Petruzzelli a Bari, con un freddo cane, gli orchestrali con il cappotto. E' un brano di struttura operistica, dove dico che l'Umanità potrebbe essere come una grande orchestra nella quale poco a poco gli strumentisti smettono di suonare e man mano che smettono avanzano guerre e malattie. Ho messo le percussioni sulla mitraglia, gli archi sui lamenti... non è un pezzo contro la guerra ma sulla fierezza di essere uomo e musicista. Perchè il fatto che la musica non muoia dà una solidità diversa». Ma lei ha appeso al suo balcone la bandiera della pace? «No, però ho messo in rete il "Requiem". E quando vedo quelle bandiere appese mi commuovo, trovo orrido deridere il pacifismo. E poi, come le dicevo, non mi piace questa regola che la maggioranza ha sempre ragione». Il suo disco comincia con l'autoritratto e finisce con il Requiem. In mezzo, che cosa c'è? «E' un disco verso l'amore, non dato e da dare, alle persone del mondo. Ho scritto troppe canzoni d'amore e a lungo mi hanno dato imbarazzo, ma qui ce ne sono due o tre leggere, impalpabili; e c'è anche l'amore verso il mondo. E c'è un percorso sul bisogno di una guida, sul proprio ruolo nella vita, sul bisogno di comunanza: trovo che "ama il prossimo tuo come te stesso" sia la frase più rivoluzionaria. Bisognerebbe aumentare le telefonate di amicizia e di amore, di questi tempi: pensavamo al Duemila come a un faro, ora invece non sappiamo più neanche dove andremo a finire». Lei ha finito l'ultimo tour poco tempo fa, e dal 14 giugno ne inizia un altro, da Ancona. Perché non si ferma mai? «L'età avanza e resta sempre meno tempo. In quanto al prossimo tour, torno negli stadi con la consapevolezza che debbo mettere l'asticella più in alto. Ci sarà una collaborazione per performances con artisti di strada, diversi per ogni città, arriveremo ad essere in mille in scena, anche grazie a una collaborazione con le Accademie di Belle Arti». La tesi di laurea?

«E' sul riutilizzo delle zone degradate per intrattenimento. Mi laureo in autunno».

 

 

Fonte Il Nuovo del !7 Aprile 2003

PREMIO RECANATI, PER DIRE LUNGA VITA ALLA MUSICA D'AUTORE

LA RASSEGNA MARCHIGIANA LODATA DA CLAUDIO BAGLIONI ANCHE QUEST'ANNO PREMIERÀ GLI AUTORI DI TALENTO. NEL COMITATO ARTISTICO MAX GAZZÈ, GINO PAOLI, VASCO E I SUBSONICA. DIRETTA SU RAIUNO IL 10 MAGGIO.

 

ROMA - La canzone d'autore non è morta, anzi, è viva e vegeta. Parola degli organizzatori del Premio Recanati, la rassegna che ogni anno scopre il meglio della musica d’autore. La XIV edizione, in programma l'8, 9 e il 10 maggio nella cittadina marchigiana, sarà trasmessa in diretta su Radio1. Per il terzo anno consecutivo le tre serate saranno condotte da Massimo Cotto e da un'altra "prestigiosa presenza". Bocche cucite, oggi alla presentazione nella sede Rai di Via Asiago. Ma, secondo indiscrezioni, in pole position ci sarebbero l'attrice Vanessa Incontrada e la regina dello show-tv nazional-popolare, Raffaella Carrà.

Uno dei maggiori sostenitori del Premio Recanati è Claudio Baglioni che, alla vigilia del lancio del suo nuovo singolo, ha lodato la manifestazione marchigiana. "Non so se sia per il fatto che sono ormai un veterano tra i sostenitori, ma credo davvero che questa rassegna rappresenti un'isola felice e un punto di riferimento irrinunciabile, sia per chi fa che per chi ascolta musica. In un momento nel quale è particolarmente forte la crisi del sistema musica, Recanati è come un porto riparato, un approdo sicuro nel quale si incontrano anime che vibrano ancora per la comune febbre di musica e che mettono la loro sensibilità al servizio di quella di tutti".

Per Baglioni la manifestazione costituisce "uno dei rarissimi momenti nei quali, più che dare, si riceve in dote qualcosa. Una sorta di trasfusione al contrario che, attraverso parole e note nuove, trasferisce nuove energie, nuove motivazioni e, perché no, nuove domande alle quali provare a dare piccole risposte. Ed è bello - aggiunge - sapere che questo tendere non si è esaurito e non si esaurirà". Il primo premio (una borsa di studio di 20 mila euro) sarà assegnato dal pubblico di Recanati, dal voto telefonico dei radioascoltatori e dalle indicazioni di una giuria di giornalisti presenti in sala. Il comitato artistico del Premio Recanati è composto da Claudio Baglioni, Edoardo Bennato, Carmen Consoli, Cristina Donà, Max Gazzé, Jolanda Insana, Vivian Lamarque, Dacia Maraini, Alda Merini, Gianna Nannini, Gino Paoli, Piero Pelù, Fernanda Pivano, Vasco Rossi e Subsonica.

 

Fonte: “Libertà” del 17 Aprile 2003

IN USCITA IL NUOVO ALBUM DEL CANTAUTORE

BAGLIONI: “CANTO GUERRA E AMORI”

 

Roma. Un ritorno alla semplicità delle origini, con tredici nuove canzoni d'amore che spaziano da serenate leggerissime a brani in cui è forte l'eco della guerra. Con queste premesse Claudio Baglioni torna con il suo nuovo album, dal titolo top secret, in uscita il 23 maggio. Da domani nelle radio Sono io, prima traccia del cd, da cui prende le mosse un tour dall'allestimento colossale in sette stadi. «L'ansia del finale, del distacco dal disco mi colpisce ogni volta, oggi come 35 anni fa», spiega il cantautore romano, che ha realizzato un album, ancora in lavorazione, «vero, nei testi e nella musica, senza trucchi e con pochissima elettronica». Dopo la trilogia di dischi di ricerca, partita tredici anni anni fa col doppio cd Oltre, continuata con Io sono qui e conclusa nel novembre '99 con Viaggiatore sulla coda del tempo, Baglioni torna alla freschezza delle origini con canzoni dai testi semplici, diretti, come nel suo stile degli anni '70 «per assecondare il rinnovato bisogno di genuinità, di verità, per far parlare il cuore più che la mente».  

17 Aprile 2003

 

LA STAR

 

Milano. I capelli sono più lunghi, l'impressione è sempre di una nuvola nera che si muove leggera, perforata da uno sguardo intenso, velato, un po' miope. Claudio Baglioni è lì, lungo come Gary Cooper, con quel sorriso cortese che non ammette deroghe. Forse va meglio Clark Gable: era il re di Hollywood, anche se Hollywood era piena di re. Ma lui aveva fatto "Via col vento". Gli altri no.
Baglioni è nel reticolo di viuzze che nascondono set per la moda, studi di registrazione, l'armamentario per sfilate e glamour che fanno dei Navigli una Chinatown lussuosa e rocambolesca dell'immagine.
Sta ultimando il nuovo album, che oggi viene anticipato dalla pubblicazione del singolo "Sono io", e che dal 14 giugno, ad Ancona, finirà in un supershow con figuranti…

 

SETTE MESI IN STUDIO «Sarò sinfonico e leggero insieme»

 

Milano. Il nuovo album di Claudio Baglioni non ha ancora un titolo, ma ruoterà intorno al pronome personale "io". Intanto, il cantautore lo sta ultimando in uno studio con meraviglie tecnologiche e buon antiquariato.

 Baglioni, il suo disco è pronto?

«Quasi. Comuqnue uscirà a metà maggio. Non il 16, perchéè il giorno del mio compleanno e non mi sembrava il caso. Con l'andare del tempo, l'unica vera angoscia non è il successo, ma completare le cose, un progetto. D'altra parte, uno vorrebbe essere infinito, ma non si può».

E come lo definirebbe ?

«Un album al plurale, con tante facce e un certo imbarazzo da parte mia. Musicalmente, vado a cercare quello che ho fatto nei miei trentacinque anni di onorata carriera e cerco di ripensarlo oggi, con tutta la maturità ...

 

LA SORPRESA Un requiem per noi stessi

Milano«Non sembri una canzone scritta per la guerra, non sarei mai capace di approfittarne». Comincia con il rumore sordo dei cannoni, distanti, e finisce con il crepitio dei fucili mitragliatori, ma "Requiem" non ha nulla di retorico, anche se sarà una delle più discusse del nuovo album: «Noi siamo come un'orchestra, e quando in molti non suonano più, fanno sentire meno la propria presenza, il proprio cuore, allora c'è un rumore che prende il sopravvento: si chiama guerra e ingiustizia» spiega Baglioni. «Il mio invito è una chiamata agli strumenti in tutte le occasioni possibili. La musica non può debellare guasti e disastri, ma io canto: "non siamo riusciti a fermare la morte, ma almeno per un momento abbiamo suonato più forte di lei"». Nel nuovo album «parlo delle grandi ...

 

LA STAMPA

 

CLAUDIO BAGLIONI. Oggi esce nelle radio il nuovo singolo «Sono io». Il 23 giugno in concerto all'Euganeo di Padova

«E' il mio ritorno ai sentimenti»

«Porterò allo stadio mille giovani artisti delle scuole di danza»

Il cantautore romano racconta come è nato il suo prossimo album «Apro un nuovo ciclo per rivivere i miei 35 anni di onorata carriera» Un grande show

di Paride Sannelli

In un mondo di esistenze parallele, che spesso solo casualmente trovano il loro punto d'incontro, Claudio Baglioni cerca uno spazio tutto suo sussurrando all'orecchio delle anime sole «quello della storia accanto sono io». Avviene tra i solchi di Sono io, il singolo da oggi nelle radio ad assaggio del nuovo album, previsto per la fine di maggio, e del tour che vedrà il cantautore romano transitare a Padova il 23 giugno.

«Un disco in cui ricomincio da me» spiega, anticipando spirito e contenuti di quello che sembra reclamare fin da ora un posto fra i suoi lavori più sentimentali. «C'è stato un periodo in cui ho guardato alla parola amore quasi con imbarazzo, limitandone al massimo l'utilizzo. Ora no, questo viaggio alla ricerca di un io che sappia prevalere sul noi mi ha spinto a fare un cd che trabocca di sentimento. Un lavoro con cui apro un nuovo ciclo. Non si tratta di una ripartenza quanto piuttosto di un arrivo, visto che attraversa di fatto tutti questi miei 35 anni di onorata carriera. Prova ne sia che ad inciderlo mi sono bastati 6-8 mesi contro i 2-3 anni degli altri».

Requiem e Per incanto di un amore carezzano i sentimenti feriti dalla guerra.

«L'idea di comporre un pezzo maestoso e ottocentesco come Requiem m'è venuta lo scorso anno durante il concerto barese nel cantiere del Petruzzelli. Faceva un freddo tremendo e, osservando i miei musicisti intirizziti, gli ho letto negli occhi la sofferenza che l'amore per questo mestiere riesce a far sopportare. Ho pensato che l'umanità, in fondo, è un'enorme orchestra che suona la partitura della vita; qualche strumento ogni tanto s'ammutolisce e al suo posto allora echeggiano sopraffazione e violenza. Così ho scritto frasi come "non siamo riuscito a fermare la morte, ma almeno per un momento abbiamo suonato più forte di lei". Per incanto e per amore, invece, è una specie di preghiera che parte da una cantata di Bach per coniugare musica occidentale e sonorità orientali. Credo che sulla questione irachena il mondo abbia perso ancora una volta l'occasione di darsi una direzione. C'è troppo individualismo e troppo poca individualità. Manca una guida. E il viaggio nella nuova era è ancora là da cominciare. Mi commuovo quando alzo gli occhi e vedo le bandiere della pace al balcone, ma, come diceva Gaber, libertà è partecipazione. Libertà è superare i problemi assieme. Noi invece siamo un popolo che non ama molto gli ostacoli, perchè preferisce sperare nei miracoli».L'album arriverà nei negozi alla vigilia del tour negli stadi che vedrà l'idolo di E tu debuttare il 14 giugno ad Ancona per poi proseguire il 19 a Milano, il 23 all'Euganeo di Padova, il 27 di Firenze, 5 luglio di Napoli e il 12 di Catania.«Mi piacerebbe fare i concerti nei campi che ci sono all'estero, dove non esistono recinzioni, fossati, ma in Italia questo abbiamo e con questo dobbiamo fare i conti», conclude. «Gli stadi sono grandi strutture in cui devi fare necessariamente qualcosa di grande; così ho pensato di far salire sulla nostra carovana 70-80 performers professionisti, cui affiancare in ogni città 700-1000 giovani artisti selezionati localmente dal coreografo Luca Tommassini e dal regista Pepi Morgia attingendo alle scuole di ballo e di recitazione. Anche dal punto di vista scenografico abbiamo intenzione di lavorare a stretto contatto con le accademie delle belle arti per costruire e decostruire alcune scene durante lo spettacolo rendendole i set di un immaginario film musicale. Un kolossal di quasi tre ore perchè la gente se l'aspetta e perché in certi contesti anche la durata diventa contenuto. In scena avrò un'orchestra di 42 elementi, oltre ad un gruppo di 6-7 vecchi compagni di strada come Paolo Gianolio alla chitarra, Paolo Costa al basso, Danilo Rea al piano. Gli stessi che suonano nel disco, assieme a qualche amico inglese come il batterista Gavin Harrison o l'ex bassista dei Simple Minds John Giblin».

 

Il mattino di Padova – la nuova Venezia

www.musicaitaliana.it 16/04/2003
"SONO IO", BAGLIONI PRESENTA IL NUOVO SINGOLO

Nell'attesa che esca il nuovo album di Claudio Baglioni, da domani le radio trasmetteranno "Sono io", primo singolo estratto. E' una ballad acustica in perfetta armonia con l'impegno artistico ormai dichiarato dal cantautore romano, ma un po' più orecchiabile rispetto alla precedente produzione e dal testo più immediato, che mostra in Baglioni una nuova voglia di raccontarsi, senza ricorrere - com'è sua caratteristica - a giochi di parole."Io a una donna ho dato e ho preso il male e il bene - recita il testo - e un amore mettendo al cuore ali e catene, fiumi di pianto e un mare aperto nelle vene. Io a una donna non ho dato tanto, non so, forse no. Io ad un figlio ho dato un po' di casa e il nome e un sorriso, prestando il viso ed un cognome, il bello e il brutto, senza spiegargli cosa e come, io ad un figlio non ho dato tutto, non so".L'album non sarà nei negozi il 16 maggio (come si potrebbe pensare, essendo il giorno in cui Baglioni compirà 52 anni), ad annunciarlo è lo stesso artista, che in un incontro con Rockol anticipa: «Sarà nei negozi entro la fine del prossimo mese. Il disco non è ancora finito, siamo alla ricerca di alcuni effetti elettronici che dovranno avere funzione suggestiva. Sarà un disco plurale, e diversamente dagli ultimi non avrà una struttura a concept; vorrei che fosse un disco d'arrivo, che riporti ad oggi quello che ho fatto in 35 anni di carriera».L'album conterrà anche "Requiem", un inno contro tutte le guerre, scritto un anno fa, per cui non dettato dalle attuali vicende belliche: «E' un invito a far suonare il nostro strumento per coprire il rumore della guerra», spiega Baglioni.Con Rockol il cantautore parla, poi, del suo tour estivo fatto di poche date negli stadi: «Avrei preferito spazi meno ampi, e meno opprimenti - ammette - gli stadi italiani sono gabbie di cancelli, fossati, barriere... ma sono gli unici ambienti abbastanza grandi per ospitare uno spettacolo come questo». E di spazio ce ne vuole per ospitare l'orchestra che lo accompagnerà composta da ben 42 elementi, oltre alla band formata dai musicisti che hanno collaborato alla realizzazione dell'album. E ancora: «scuole di ballo, gruppi di performers dal circense all'acrobatico allo sportivo - svela Baglioni - inseriti in una situazione scenografica sempre diversa di città in città. Vorrei che lo spettacolo fosse un film con musica girato su set sempre diversi». E tra un sold out e un altro chissà che non ci scappi anche una soddisfazione in più: «Fra qualche mese finalmente mi laureo in architettura», dice tra le righe.


IL NUOVO.IT 16/04/2003
Claudio Baglioni sale sul palco

L'amato cantautore romano pubblica un nuovo album a maggio. Da domani il singolo, Io sono, in radio. A partire dal 14 giugno sette concerto nei grandi stadi. "Scrivere - ammette - è un privilegio". 

ROMA – A distanza di cinque anni dal fortunato tour Da te a me, Claudio Baglioni torna sotto i riflettori. Il cantautore romano porterà in sette stadi uno spettacolo imponente con il quale presenterà al pubblico il suo nuovo album anticipato dal singolo, Sono Io. Nella scaletta dei sette concerti (il 14 giugno ad Ancona, il 19 a Milano, il 23 a Padova, il 27 a Firenze e, a luglio, il primo a Roma, il 5 a Napoli e il 12 a Catania) trovano spazio anche i brani del repertorio, pezzi storici presi dai 22 album della sua discografia. 
In una lettera aperta a Sorrisi e Canzoni, Baglioni confessa i timori e le ansie di un artista che nonostante i successi (mille concerti, dischi di platino, riconoscimenti) si mette ancora in discussione. “L’ansia della vigilia è sempre la stessa. Ti giudicano e, si sa, il confronto con il passato è sempre drammatico”. La riga bianca, il verso che manca, le note che non si trovano fanno parte di un tormento creativo. Ma, aggiunge, “scrivere canzoni rimane un dono, un privilegio ancora più grande in questi giorni nei quali le notizie e le immagini di questo mondo ferito riportano le cose alle giuste proporzioni”. 
I biglietti per i concerti del cantautore sono in vendita presso le prevendite Ticket One. 
(16 APRILE 2003, ORE: 16.00)


ANSA - ROMA, 16 Aprile 2003
Musica: Torna Baglioni
S'intitola 'Sono io' il singolo di Claudio Baglioni che verra' trasmesso da domani dalle radio e che anticipa il nuovo album, in uscita a meta' maggio.
La canzone sara', insieme ad altri brani del cd ( il cui titolo e' ancora top secret) e ai vecchi successi, nella scaletta dei sette concerti negli stadi previsti il 14 giugno ad Ancona, il 19 a Milano, il 23 a Padova, il 27 a Firenze e, a luglio, il primo a Roma, il 5 a Napoli e il 12 a Catania.


15:13 Musica, Roma, 16 apr. (Adnkronos)
Baglioni: ''Un 'Requiem' contro la guerra''
 - Un Requiem contro la guerra, una canzone-confessione per mostrare il proprio disorientamento. Sono i primi due assaggi del nuovo album di Claudio Baglioni. ''Sono io'' (il primo brano dell'album ancora senza titolo) sara' da domani in tutte le radio italiane: una ballata acustica nel classico stile di Baglioni. ''L'album ruota intorno al concetto 'ricomincio da me' -spiega Baglioni- Dopo tre dischi molto complessi, introspettivi e un po'difficili, sentivo il bisogno di trovare un linguaggio piu' diretto e comunicativo, di evitare marchingegni letterari o poetici. E anche 'Sono io' cerca di evidenziare il bisogno di ritrovare l'identita' di ognuno e la storia individuale che e' degna di appartenere alla grande storia del mondo''. La canzone e' una confessione a una donna, a un figlio ('io ad un figlio non ho dato tutto', canta Baglioni), a se stesso ('ho dato paradiso e inferno... la vita in gioco per quattro spiccioli di eterno') e a tutti gli altri di non sapere cosa e' stato dato e tolto e un ritornello pronto ad entrare nei cori da stadio: ''Con questa faccia che sta sempre li' da parte con queste braccia che per te son qui aperte, chiedo perdono se non so chi sono io'' e una conclusione con il coro 'darsi piu' amore e' l'unica speranza'.

Completamente diversa l'atmosfera di 'Requiem', una sorta di inno-appello contro la guerra, che chiude il cd e ricorda la canzone 'Tamburi lontani' (che faceva parte dell'album 'Oltre'). Un brano sinfonico in cui Baglioni parla di guerra ('lassu' cantano le colombe della guerra mentre quaggiu' urlano ai crocevia le trombe, tutti a terra giu'... lassu' rullano sorde bombe come squassi, mentre quaggiu' le mine sono mute tombe sotto i passi... e ancora pioggia scura, come caffe' e zuppa di paura che dietro di se' trascina follia'). ''L'umanita' e' una grande orchestra che in alcuni elementi ha smesso di suonare -spiega- in cui il piu' violento e forte prende il sopravvento. La mia e' una chiamata non alle armi ma agli strumenti, il desiderio di partecipare contro l'asfissia generale in cui non si sa bene come collocarsi. La canzone e' nata un anno fa, volevo fare un brano sinfonico. E l'idea del testo mi e' venuta quando tenni un concerto al Teatro Petruzzelli e vidi gli orchestrali infreddoliti nei loro cappotti. Ho immaginato un mondo distrutto dalla guerra. Allora c'era il conflitto in Afghanistan ma, purtroppo, il brano non ha perso d'attualita''.

Nel caso della guerra in Iraq, Baglioni spiega che la cosa piu' terribile e' che stavolta e' mancata la logica del dialogo, e' prevalso solo il tornaconto personale. La vita con questa guerra ha fatto un passo indietro, la prossima volta chi ci governa deve pensare di piu' e meglio. Per fortuna sta nascendo un movimento molto interessante: c'e' la parte buona dei no global ma credo anche negli individui che mettono la bandierina della pace alla finestra. Hanno un'opinione, vogliono esprimerla, partecipare e sorvegliare''.

Il resto dell'album (in tutto ci saranno 13 brani) e' tenuto insieme ''all'emozione musicale. Trabocca di sentimento, e' suonato con poca elettronica e molti strumenti veri. Un disco d'amore per le persone, per il mondo e per un futuro molto difficile da decifrare. Una confessione semidolce, senza assoluzioni e condanne. Un album plurale, immediato, con pezzi piu' leggeri di 'Requiem': ci sono brani che parlano dell'amore di tutti i giorni, canzoni sull'amicizia e sulla complicita', brani sul senso di disorientamento provocato dal nuovo Millennio che doveva portarci chissa' dove. C'e' anche un brano sull'assenza del padre come figura trainante e una canzone sull'accettazione di diversita' culturali''.

Nessuna nostalgia per la tv. ''In questo periodo ne ho davvero poca voglia -dice- Continuamente vengo a contatto con dirigenti televisivi ed espongo loro le mie personalissime idee sul cosiddetto varieta' ma c'e' sempre l'insistenza ossessionante verso gli schemi e i format. Un'ostinazione che mi ricorda quella dell'industria discografica che continua a perdere da anni le sue battaglie''.

Al senso di partecipazione sara' ispirato anche il minitour di Baglioni, sette date negli stadi da giugno (il 14 ad Ancona, il 19 a Milano, il 23 a Padova, il 27 a Firenze, il primo luglio a Roma, il 5 a Napoli e il 12 a Catania). ''Saranno i piu' spettacolari che abbia mai fatto -spiega- con tre ore di esibizione, un centinaio di artisti di varia estrazione guidati da Luca Tomassini e con la regia di Pepi Morgia, un'orchestra di 42 elementi, danzatori e performers trovati interpellando varie accademie di Belle arti e un grande spazio scenico che prendera' tutto lo stadio per dare l'idea di un set cinematografico all'insegna della dismisura''. Gli spettatori troveranno un Baglioni un po' piu' 'imbiancato' nei capelli, come testimoniano le foto comparse sui quotidiani in bianco e nero che hanno fatto pensare ai fans a un inedito look biondo: ''Chissa' -scherza Baglioni- tingermi i capelli di biondo platino potrebbe essere la vera sorpresa del tour. Ma per evitare equivoci abbiamo addirittura abolito i riflettori gialli''.


16/04/2003 www.rockol.it 
Claudio Baglioni: 'E' quasi pronto il mio nuovo disco'

Sarà da domani nelle radio "Sono io", primo singolo (e primo brano della tracklist) dell'imminente nuovo album di Claudio Baglioni. Il musicista ce l'ha fatto ascoltare questa mattina, mercoledì 16 aprile, negli studi milanesi nei quali sta completando la lavorazione del disco. "Sono io" è una canzone di immediato impatto, semplice e quasi acustica, che sembra promettere un album più diretto e "comunicativo" degli ultimi realizzati dal cantautore romano. Il testo è una sorta di autoritratto: "Con questa faccia che da sempre sta là da parte, con queste braccia che son qua per te aperte, tutta una vita in gioco per quattro spiccioli di eterno... L'uomo della storia accanto sono io, a tutti gli altri ho dato un po' di me: darsi più amore è l'unica speranza".
Baglioni appare stanco ma sereno, tutto vestito di nero, nella stanza arredata con apparecchiature futuristiche e mobili d'epoca ("Fra qualche mese finalmente mi laureo in architettura", lascia cadere come casualmente).
E annuncia: "L'album non uscirà il 16 maggio, il giorno del mio compleanno, ma comunque sarà nei negozi entro la fine del prossimo mese. Il disco non è ancora finito, siamo alla ricerca di alcuni effetti elettronici che dovranno avere funzione suggestiva. Sarà un disco plurale, e diversamente dagli ultimi non avrà una struttura a concept; vorrei che fosse un disco d'arrivo, che riporti ad oggi quello che ho fatto in 35 anni di carriera". Realizzato in sette/otto mesi di lavoro ("è il più rapido che abbia mai fatto negli anni recenti, e avrei voluto farlo in maniera ancora più istantanea, veloce") sarà "un album articolato sia nei testi sia nelle musiche, ora scarno e sottile, ora sinfonico": come molto sinfonica è "Requiem", un'altra delle canzoni che Baglioni ci ha fatto ascoltare, e che risente quasi inevitabilmente del clima di guerra. "Però è nata l'anno scorso, da un'intuizione che mi ha fatto pensare come ognuno di noi sia in fondo un elemento dell'orchestra della popolazione del mondo; ed è un invito a far suonare il nostro strumento per coprire il rumore della guerra ("Lassù cantano le colombe della guerra, mentre quaggiù urlano ai crocevia le trombe: tutti a terra, giù... Lassù rullano sorde bombe come squassi, mentre quaggiù le mine sono mute tombe sotto i passi").
Si parla, naturalmente, anche dei prossimi concerti: che (vedi News) saranno ambientati negli stadi ("avrei preferito spazi meno ampi, e meno opprimenti: gli stadi italiani sono gabbie di cancelli, fossati, barriere... ma sono gli unici ambienti abbastanza grandi per ospitare uno spettacolo come questo. 
Che prevede la presenza di un'orchestra di 42 elementi, oltre alla classica band pop-rock di sei elementi, che sarà composta in gran parte dagli stessi musicisti che hanno suonato nel disco. E coinvolgerà, oltre a me e ai musicisti e ai tecnici, almeno ottanta coprotagonisti e molte altre persone - non necessariamente i 'mille figuranti' di cui si è scritto nelle scorse settimane: scuole di ballo, gruppi di performers dal circense all'acrobatico allo sportivo, inseriti in una situazione scenografica sempre diversa di città in città. Vorrei che lo spettacolo fosse un film con musica girato su set sempre diversi. Durerà almeno tre ore: serve tempo, per raccontare la mia storia..."
Un resoconto più ampio del nostro incontro con Claudio Baglioni sarà prossimamente disponibile su Rockol.
(16 apr 2003)

16 aprile 2003

IN REGIONE
Prevendite per Baglion
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Saranno aperte il mese prossimo anche nella nostra regione (nei punti vendita Boxoffice) le prevendite dei biglietti per l'unico concerto triveneto di Claudio Baglioni, che farà tappa allo stadio Euganeo di Padova lunedì 23 giugno. E già si parla di un record di biglietti. Baglioni sarà protagonsita di un atteso ritorno con una tournée che toccherà solo pochi grandi stadi. La produzione si preannuncia imponente: si parla addirittura del più spettacolare show realizzato in Italia.

Claudio Baglioni, a Padova l'unica tappa triveneta


15/04/2003 Su sorrisi e canzoni in copertina c'è Claudio Baglioni, all'interno un articolo scritto da lui con foto.

Non so se scrivere canzoni sia un dono, un'arte o un mestiere. O un misterioso cocktail di tutte e tre queste cose. Ma so che è un privilegio. Un privilegio grande. Ancora più grande in questi giorni, nei quali le notizie e le immagini di questo mondo ferito riportano le cose alle giuste proporzioni e costringono, ciascuno, a ridefinire la propria scala di valori. A questo pensavo, mentre cercavo le parole per raccontare a "Sorrisi" la mia piccola storia. Questi trentacinque anni di parole e note, dischi e concerti (tanti ne sono passati dal mio primo, mai pubblicato, lavoro del 1968). E spiegare cosa significa ricevere emozioni e restituire canzoni, sperando che, a loro volta, trasmettano emozioni e che la magia di questo cerchio possa non spezzarsi mai. Confesso, però, che sono in difficoltà. Il rischio di andare fuori registro è davvero alto e le parole faticano a venire. Un po' come quando ti chiudi in te stesso per inseguire un testo o una melodia. Anche lì, è la paura la compagna di strada più fedele. Paura del vuoto. Vuoto di segni e suoni. Vuoto di emozioni. La riga bianca del verso che non riesco a completare; il nastro sul quale non ho inciso le note che sto ancora cercando. So che può sembrare strano, ma è così. Non importa quante canzoni hai scritto, quanti dischi hai venduto, quante volte sulle locandine di stadi, palasport o teatri, sia stato scritto "Tutto esaurito". Ogni volta è come la prima volta. Anzi, peggio. Si riparte sempre da zero. Ed è come se questi trentacinque anni non fossero mai passati. L¹ansia della vigilia è sempre la stessa. E, ogni volta, ti chiedi se ciò a cui stai cercando di dare forma riuscirà a raggiungere cuore e pensieri di chi lo ascolterà. E, tanto più le cose che hai fatto hanno avuto fortuna, tanto più avverti il peso della loro presenza. Le copertine dei dischi, le foto, i video degli spettacoli sono tutti lì, intorno a te. Ti giudicano. E, si sa, il confronto con il passato è sempre drammatico. Nel loro sguardo leggi sempre lo stesso verdetto. Un verdetto inappellabile: "Eravamo meglio noi!" A mano a mano che vai avanti, poi, il numero delle parole e delle note che hai cucito insieme cresce, e cresce la sensazione (tutt'altro che incoraggiante) che la riserva di idee a tua disposizione si vada, sempre più rapidamente, esaurendo. Ma, poi, ti rendi conto che questa paura è un piccolo prezzo per quel privilegio di cui parlavo all'inizio. Ed ecco, allora, che il bisogno di ricominciare si trasforma in bisogno di riconquistare, ogni giorno, e, ogni giorno, meritare questa condizione. E senti che devi rimettere tutto in gioco, ma raddoppiando la posta. E provare a fabbricare un sogno, se possibile, ancora un po' più grande, perché chi lo guarda possa provare la stessa vertigine che hai provato tu, nell'immaginarlo e nel costruirlo. Ecco, quindi, il perché di tutta questa attenzione ai progetti e di questa cura per i dettagli, che a volte può anche apparire maniacale e costringe a lunghe pause tra un lavoro e l'altro. Ecco il perché di questa ricerca continua del "concerto perfetto" e del "disco perfetto" che, naturalmente, non esistono e che, come l'orizzonte, sei condannato ad inseguire senza raggiungerlo mai. Ecco il perché di questo bisogno di avventurarsi per strade non ancora battute, anche a costo di perdere più compagni di viaggio di quanti non se ne riescano a coinvolgere. Perché è l'unico modo che c'è per provare a restituire almeno una piccola parte di quel grande dono ricevuto in quell'ormai lontano 1968 e di quello, ancora più grande, che ricevo ogni volta che, con il mio lavoro, riesco a depositare una piccola emozione nel cuore di chi ascolta. E, poi, perché dischi e concerti sono le uniche cose che parlano davvero di me. E lavorarci con ogni energia disponibile è l'unico modo che ho per essere davvero vicino a tutti quelli che sento vicini e che mi sentono vicino, senza che sia mai possibile stringersi la mano, ricambiarsi lo sguardo, restituirsi una parola, un silenzio, un abbraccio. Quando ci penso, mi prende un'urgenza senza nome. Una febbre ancora più forte della paura. E, prima ancora di capire cosa sta succedendo, mi ritrovo ancora lì a cercare di cucire insieme note e parole. E, in un momento come questo, nel quale il mondo attraversa una delle sue ore più difficili e, ancora una volta, la follia della guerra ci ha portati sull'orlo di una nuova Apocalisse, quell'urgenza senza nome e quella febbre mi attraversano con più forza che mai. Mi chiedono di avvicinare, ancora una volta, l'orecchio alla porta del mondo, per vedere se c'è materia sufficiente per costruire un piccolo bengala di emozione, che illumini, per qualche breve istante, la rada confusa dei nostri cuori. E la speranza è che il nuovo progetto al quale sto lavorando possa rappresentare, non un momento di evasione, ma un'invasione ­assolutamente pacifica- di pensieri e idee che ci aiuti a riflettere, di più e meglio, su queste e sulle altre cose che animano la nostra vita. Ho sempre pensato al tempo come a un contenitore e all'uomo come al suo contenuto. E mi convince poco l'idea di un tempo, di per sé, buono o cattivo. Siamo noi a renderlo l'uno o l'altro. Ed è già capitato che anche una canzone possa aiutare a capire e a scegliere. Non so se questo sia già successo con una mia canzone, né se potrà succedere ancora. E' l'unica cosa di me che non vi posso dire. Perché la risposta a questa, che è forse la domanda più importante, sono io che, ogni volta, da trentacinque anni, la aspetto da voi.
Claudio Baglioni

 

 

Va bene, diro' la verita'... Sapeste che paura che ho quando scrivo canzoni Non so se scrivere canzoni sia un dono, un'arte o un mestiere. O un misterioso cocktail di tutte e tre queste cose. Ma so che e' un priviliegio. Un privilegio grande. Ancora piu' grande in questi giorni, nei quali le notizie e le immagini di questo mondo ferito riportano le cose alle giuste proporzioni e costringono, ciascuno, a ridefinire la propria scala di valori. A questo pensavo, mentre cercavo parole per raccontare a *Sorrisi e canzoni* la mia piccola storia. Questi 35 anni di parole e note, dischi e concerti (tanti ne sono passati dal mio primo, mai pubblicato, lavoro del 1968). E spiegare che cosa significa ricevere emozioni e restituire canzoni, sperando che, a loro volta, trasmettano emozioni e che la magia di questo cerchio possa non spezzarsi mai. Confesso, pero', che sono in difficolta'. Il rischio di andare fuori registro e' davvero alto e le parole faticano a venire. Un po' come quando ti chiudi in te stesso per inseguire un testo o una meoldia. Anche li', e' la paura la compagna di strada piu' fedele. Paura del vuoto. Vuoto di emozioni. La riga bianca del verso che non riesco a completare; Il nastro sul quale non ho ancora inciaso le note che sto ancora cercando. So che puo' sembrare strano, me e' cosi'. non importa quante canzoni hai scritto, quanti dischi hai venduto, quante volte sulle locandine di stadi, palasport o teatri sia stato scitto *Tutto esaurito*. Ogni volta e' come la prima volta. Anzi peggio. Si riparte da zero. Ed e' come se questi 35 anni non fossero mai passati. L'ansia della vigilia e' sempre la stessa. E, ogni volta, ti chiedi se cio' che stai cercando di dare forma riuscira' a raggiungere cuore e pensieri di chi lo ascoltera'. E tanto piu' le cose che hai fatto hanno avuto fortuna tanto piu' avverti il peso della loro presenza. Le copertine dei dischi, le foto, i video degli spettacoli sono tutti li', intorno a te. Ti giudicano. E, si sa, il confronto con il passato e' sempre drammatico. Nel loro sguardo leggi sempre lo stesso verdetto. Un verdetto inappellabile: "eravamo meglio noi!". A mano a mano che vai avanti, poi, il numero delle parole e delle note che hai cucito insieme cresce, e cresce la sensazione (tutt'alro che incoraggiante) che la riservo di idee a tua disposizione si vada,sempre piu' rapidamente esaurendo. Ma, poi, ti rendi conto che questa paura e' un piccolo prezzo per quel privilegio di cui parlavo all'inizio. Ed ecco, allora, che il bisogno di ricominciare si trsforma in bisogno di riconquistare ogni giorno e, ogni giorno meritare questa condizione. e senti che devi rimettere tutto in gioco ma raddoppiando la posta. E provare a fabbricare un sogno, se possibile, ancora un po' piu' grande, perche' chi lo guarda possa provare la stessa vertigine che hai provato tu, nell'immaginarlo e nel costruirlo. Ecco, quindi, il perche' di tutta questa attenzione ai progetti e di questa cura per i dettagli che, a volte,puo' anche apparire meniacale e costringere a lunghe pause tra un lavoro e l'altro. Ecco il perche' di questa ricerca continua del *concerto perfetto* e del *disco perfetto* che neturalmente, non esistono e che, come l'orizzonte, sei condannato a inseguire senza raggiungerli mai. Ecco il perche' di questo bisogno di avventurarsi per strade non ancora battute, anche a costo di perdere piu' compagni di viaggio di quanto non se ne riesano a coinvolgere. Perche' e' l'unico modo che c'e' per provare a restituire almeno una piccola parte di quel grande dono ricevuto in quell'ormai lontano 1968 e di quello, ancora piu' grande, che ricevo ogni volta che, con il mio lavoro, riesco a depositare una piccola emozione di chi ascolta. E, poi, perche' dischi e concerti sono le uniche cose che parlano davvero di me. E lavorarci con ogni energia disponibile e' l'unico modo che ho per essere davvero vicino a tutti quelli che sento vicini e che mi sentono vicino, senza che sia mai possibile stringersi la mano, ricambiarsi lo sguardo, restituirsi una parola, un silenzio, un abbraccio. Quando ci penso, mi prende un'urgenza senza nome. Una febbre ancora piu' forte della paura. E, prima ancora, di capire che cosa sta succedendo, mi ritrovo ancora li' a cercare di cucire insieme note e parole. E, in un momento come questo, nel quale il mondo attraversa delle sue ore piu' difficili e, ancora una volta, la follia della guerra ci ha portati sull'orlo di una nuova Apocalisse, quell'urgenza senza nome e quella febbre mi attraversano con piu' forza che mai. Mi chiedono di avvicicnare, ancora una volta, l'orecchio alla porta del mondo, per vedere se c'e' materia sufficiante per costruire un piccolo bengala di emozione, che illumini, per qualche breve istante, la strada confusa dei nostri cuori. E la speranza che il nuovo progetto artistico al quale sto lavorando possa rappresentare non un momento di evasione, ma un'invasione assolutamente pacifica di pensieri e idee che ci aiuti a riflettere, di piu' e meglio, su questo e sulle altre cose che animano la nostra vita. Ho sempre pensato al tempo come a un contenitore e all'uomo come al suo contenuto. e mi convince poco l'idea di un tempo, di per se', buono o cattivo. Siamo noi a renderlo l'uno o l'altro. Ed e' gia' capitato che anche una canzone possa aiutare a capire e a scegliere. Non so se questo sia gia' successo con una mia canzone, ne' se potra' succedere ancora. E' l'unica cosa di me che non vi posso dire. Perche' la risposta a questa, che e forse la domanda piu' importante, sono io, che ogni volta da 35 anni, la aspetto da voi. 

Claudio Baglioni

10/04/2003 DUE PAROLE:“MI SPIACE” e “GRAZIE” di Claudio Baglioni 
Due parole. Semplici, ma importanti.
Di quelle che portano pensieri veri.
Non vuoti a rendere, quindi, ma due piccole scatole da tenere a portata di mano per aprirle, ogni tanto, sbirciare dentro e provare la piccola emozione che certe parole sanno dare.
Sulla prima scatola c’è scritto “mi spiace”. Sulla seconda, “grazie”.
Mi spiace per come sono andate le cose a Palermo. Non solo perché è ancora forte il ricordo della notte di “Da me a te” alla Favorita e dei giorni inebrianti trascorsi tra voi in attesa di quel concerto, ma anche perché si è trattato davvero di un dietro-front improvviso, tardivo e dalle ragioni non chiare.Mi spiace perché so perfettamente cosa vuol dire quando qualcuno spegne un piccolo sogno e lo fa svanire un istante prima che lo si riesca a raggiungere.
Non so dire come finirà questa faccenda, ne so se la data di Catania riuscirà in qualche modo a compensare almeno qualcuno tra voi per questo piccolo “buco nero”. Quello che posso dire è che voi e la vostra città siete nei miei pensieri e che cercherò di costruire, al più presto, una nuova occasione per stare insieme. Sulla seconda scatola c’è scritto “grazie”. Grazie per l’affetto che, ogni volta, mi rinnovate e per la passione con la quale seguite questo mio trafficare con note e parole. Sono questo affetto e questa passione l’orizzonte del mio lavoro. Allo stesso tempo, carburante e meta di questo mio viaggiare che altrimenti faticherebbe ad avere un senso. Per questo, il mio grazie non perde il suo valore, perché è lo stesso valore della vostra firma, espressa o silenziosa che sia, per oggi e per tutte le volte che mi avete manifestato il vostro affetto in passato e per tutte quelle nelle quali - mi auguro - lo farete in futuro. Grazie per questo pezzo di strada fatto insieme e per quello che divideremo ancora.

A presto Claudio

Da “Il Giornale” pg. 29 intervista di Cesare G. Romana

9 Aprile 2003

BAGLIONI: 

LA CONFESSIONE IL MIO SUCCESSO

 E' COMINCIATO IN POLONIA

 

"Ai festival arrivavo sempre ultimo, allora mi mandarono in tounèe all'Est". No che non furono rose e fiori, gli esordi di Claudio Baglioni da “ ‘51 Montesacro e tutto cominciava… in un subaffitto e un muro che sudava", canterà lui stesso trent'anni dopo. Poi uno dice il successo: ma che fatica, e che calvario. A 17 anni gli fecero fare un primo disco: tutto registrato e mixato a puntino, solo che poi non piacque a chi l'aveva voluto e non uscì mai. E' vero, gli pagavano "loro" il sarto ed il parrucchiere: ma perché vestisse giacca a quadri bianchi e prugna su calzoni scarlatti e perché girasse coi capelli pitturati a mèches biondo platino, "che poi dovetti stare due mesi col cappello: sai com'è, vivevo al Prenestino, i miei amici del bar si chiamavano Er Sorcio, Er mastino ed Er Galleggiante, nel senso che faceva l'idraulico".

Oggi i dischi che fa non solo escono, ma vendono pure: non i milioni di copie dei tempi d'oro, chè si sa, la crisi non guarda in faccia a nessuno, ma pur sempre quelle 3-400.000. Come, vedrete, l'ultimo che Claudio sta mixando in questi giorni a Milano, in uno studio infrattato vicino a Porta Genova con una mensa da sogno, dove è splendido lo spezzatino avvolto in una sorta di besciamella e il vino incita alla confidenza.

 

Romana: E dopo il disco mai uscito, Bagliò?

Claudio: Mi fecero fare un tour in Polonia, poi in Cecoslovacchia. Ci diventai famosissimo, ma solo là: qui continuavo a non essere nessuno. Il Baglioni di Montesacro, quello che canta. Mi mandarono a tutti i festival, Disco per l'estate, Azzurro. La gondola d'oro, ed io sempre ultimo, a volte anche fischiato. A Venezia pensai di buttarmi nel Canal Grande: "Una volta morto, scopriranno che avevo talento", dissi. Ma mi trattennero.

 

Romana: E Sanremo?

Claudio: Quello no, mai fatto. Sai la battuta? Se un cantante muore e San Pietro non lo vuole, c'è sempre San Remo.

 

Romana: Poi a 20 anni un altro disco. Che però uscì.

Claudio: Avevo scritto le musiche, ma mi prese un tale sconforto che non volevo più farlo. Mi persuase Toto Torquati, il musicista: "Guarda che è un gran disco", disse. Così in 20 giorni scrissi i testi e nacque QPGA. Mi ritrovai secondo in classifica, quando lo seppi svenni.

 

Romana: E poi?

Claudio: Ormai ero famoso come in Polonia, passavo con il pullman sulla Tiburtina e dicevo: Dietro le finestre di quelle case ci deve essere qualcuno che mi conosce. E' una buffa condanna, la notorietà: sei conosciuto da persone che non hai mai visto, ti prende la curiosità d sapere chi sono. Altra stranezza: dopo averlo tanto rincorso, ebbi il successo quando non lo aspettavo più. Così, tutto quello che ho fatto dopo è stato per meritarlo.

 

Romana: Avevi i capelli da paggio, sembravi un bambolotto. Altro che adesso: scavato, sempre in pelle nera, i capelli grigi ch'è tutto fascino.

Claudio: Infatti mi etichettarono come il cantante dei ragazzini. "Romanticismo adolescenziale", scrivevate, e si intuiva il sogghigno.

 

Romana: Un pò era vero: "Quella sua maglietta fina..."

Claudio: Si, ma l'etichetta mi restò per 30 anni. E dire che Signora Lia, la mia prima canzone, parlava di un matrimonio fallito. Poi vennero, nel tempo, I vecchi, Le ragazze dell'est, Tieniamente, che parlava di Tien an men, e Uomini persi, sul terrorismo. Eppure....

 

Romana: Ci fu anche Ninna nanna, che ad onta del titolo era una canzone contro la guerra.

Claudio: Fu nel 73, il testo era un sonetto di Trilussa, l'aveva scritto nel 18. La guerra vista con gli occhi della povera gente, quella che le piovono le bombe in testa ed è l'unica che paga davvero. Attualissima anche oggi: che al TG, prima ti raccontano soldati morti, bambini ammazzati, ospedali

sbriciolati, poi analizzano gli effetti sulle borse: se queste vanno bene, vuol dire che le guerre sono utili.

 

Romana: Idee politiche?

Claudio: Me le hanno affibbiate tutte: democristiano, verde, rosso. Nel 69 scrissi “Un cantastorie dei nostri giorni”: parlavo di solitudine, dei vecchi senza pensione. Mi diedero dell'estremista di sinistra, "cantore di cose isteriche e incomprensibili".

 

Romana: Torniamo indietro: l'infanzia.

Claudio: Felice nella solitudine, da figlio unico. Mia madre mi diceva che i bambini si comprano, io mettevo da parte i soldi perché mi comprasse un fratellino. E lei: "Non bastano, hanno aumentato i prezzi.” Così mi abituai a restare solo.

 

Romana: Pesava?

Claudio: basta abituarti a stare con te stesso, ascoltare il silenzio, curare i dettagli delle cose. Mi inventavo dei giochi, facevo le squadre di calcio con i tappi delle bottiglie. I miei venivano dalla campagna umbra ed ogni fine settimana tornavamo là: nel rapporto con gli alberi, le stelle, gli animali si irrobustiva la parte più sognante di me. Facevo guerre incruente con i larici o i castagni: un pò indiano, un pò guerriero medioevale.

 

Romana: Timido?

Claudio: Un sacco. Mi accade tuttora di rasentare i muri per non farmi riconoscere, la notorietà è difficile da portare addosso. E' un diritto di possesso che gli altri hanno su di te, può diventare una prigione o un delirio di onnipotenza: o la gestisci con grande leggerezza o rischi una misantropia devastante.

 

Romana: E la famiglia?

Claudio: E' il luogo dove non devi mascherarti: come nell'arte, che è vera quando sei te stesso senza doverti decorare o indorare. Ma la famiglia può renderti cattivo: ti consente di scaricare la tua infelicità su chi ti è più vicino.

 

Romana: L'amore?

Claudio: Ne scrivi tanto perché in fondo lo conosci poco, come i cani urlano alla luna perché non sanno cos'è. E invece più ne scrivi, più sei ritenuto un esperto.

 

Romana: Lo dice anche Paoli: l'amore è quella cosa che se sapessimo cos'è non ne scriveremmo.

Claudio: Perfetto. Tra l'altro, le canzoni d'amore sono difficilissime: delicate come il cristallo, basta una nota di più, un aggettivo sbilanciato e tutto crolla. Nella canzone sociale puoi anche sbagliare invece: hai con te la forza delle masse. Il fatto è che sento, in giro, un incredibile bisogno d'amore: personale, cosmico, sarà la mancanza di segnali che rendano appetibile il futuro. A volte telefonerei a tutti quelli che non vedo da tempo, solo per dire "ti voglio bene".

 

Romana: La musica?

Claudio: Quando tornavamo dall'Umbria, la domenica sera, avevamo con noi gli animali che i parenti ci avevano regalato, e che non si  potevano portare in treno. Sicché cantavamo a squarciagola, perché il controllore non li sentisse. Fu così che scoprii la mia voce. Poi mamma mi fece studiare pianoforte e chitarra. Ma niente fuoco sacro, strimpellavo per farmi notare dalle ragazze e rispettare dai maschi. A 14 anni cantai un brano di Paul Anka ad un concorso di Centocelle: arrivai secondo, ebbi in premio un'aranciata. A 16 scrissi Signora Lia.

 

Romana: Sei credente?

Claudio: Da giovane sì. Andavo al catechismo e divenni catechista io stesso. Era un modo di sfuggire alla periferia: o suonavi o cantavi o rubavi o bazzicavi la chiesa. Pensai anche di farmi frate, poi la religione mi apparve una cupa via crucis e mi allontanai. Ma resta al voglia di crearsi un Dio, in questa realtà terrorizzante. Guardo con rispetto a questo Papa, così ostinato nel dire cose scomode in un'epoca in cui nessuno dice più niente. Ecco, più che in un Dio, ho bisogno di credere in poche parole giuste: "Ama il prossimo tuo come te stesso" è la frase più rivoluzionaria che sia mai stata detta.

 

Romana: La morte?

Claudio: Mi spaventa quella degli altri, ma è solo opportunismo, perché mi dà dolore. La morte mi fa paura quando uccide affetti, tempo, memoria. Ma è anche uno stimolo: se il tuo tempo si accorcia, cerchi di usarlo al meglio. Quanto alla mia, la vorrei un pò plateale, Vorrei essere ricordato bene, rimanere per un  pò.

 

Romana: VSCDT si intitola un tuo disco. A che punto è il viaggio?

Claudio: A 51 anni non riesco a collocarmi: terribilmente invecchiato? Terribilmente bambino? Forse tutti e due. E tuttavia da 2 anni, da quando è morto mio padre, avverto una nuova sicurezza: ho capito che, per il viaggio della vita, i nostri vecchi ci hanno lasciato un viatico che difficilmente lasceremo ai nostri figli.

 

Romana: Un pò di futilità: Baglioni e la tv.

Claudio: Ho fatto 2 serie di trasmissioni con Fabio Fazio perché è un amico. Ma mi inquieta giocare un pezzo della mia vita in una scatola. Tanto più che la televisione è spesso brutta, cinica, andarci è come essere insieme Don Chisciotte e Lancillotto, unire il senso del ridicolo e l'eroismo. E infine: alla tv di oggi manca un'idea di fondo, la sua sconfitta è che tutti credono di farla solo perché accendono una telecamera: E' diventata un grande videocitofono; hai presente il Grande Fratello…?

 

ARGENTA

mercoledì 9 aprile 2003, V di Quaresima

 

UNA PREGHIERA PER LA PACE

ANCHE GLI ISLAMICI D'ARGENTA CONTRO LA GUERRA

 

S.M. CODIFIUME. Mentre nei giorni scorsi il Papa a Roma invitava tutte le religioni a pregare per la pace, c'era chi, come la comunità cristiana di Santa Maria Codifiume in accordo con il gruppo islamico del centro di Argenta, aveva "anticipato" le parole e la proposta del pontefice per la sera stessa. «Abbiamo pregato senza bandiere e non contro qualcuno ma per la pace» - fanno sapere alcuni parrocchiani che hanno pregato per la pace. E su queste fondamenta che mercoledì sera presenti una quarantina di persone giunte a Santa Maria Codifiume anche da Ferrara, che il parroco don Nevio Magri, ha celebrato una messa nella chiesa della frazione argentana. Un momento di raccoglimento supportato dal coro della parrocchia, che fin dall'inizio ha riservato una sorpresa con la lettura di questa frase, attribuita al popolare cantautore Claudio Baglioni: «non c'è alcun merito nella guerra perchè i meriti li incarna tutti la pace. La guerra contiene in se solo rischi: gli stessi rischi che la pace è capace di annullare con il semplice apparire. La pace è progetto. La guerra, rigetto. Al contrario di quello che i cattivi maestri del passato e del presente predicano, la guerra non è necessaria alla pace... Se c'è qualche cosa di necessario alla pace, è la giustizia». E mentre a Codifiume si prega, ad Argenta presso il centro islamico di via Trieste, altri e nella loro religione, pregavano per la pace.

 

Fonte: “La Nuova Ferrara”

Il concerto in programma a Palermo il 12 Luglio avrà luogo a Catania, allo Stadio Angelo Massimino: prossimamente in vendita i biglietti per il live  http://www.ticketone.it 

STADIO Angelo Massimino Piazza Spedini 95129 Catania Tel.0957225730 0957225724 I Biglietti prossimamente in vendita Posto Unico Gradinata 25.00 + 3.80 Euro Tribuna numerata coperta 50.00 + 7.50 Euro

 

5 aprile 2003
Corriere Adriatico

Baglioni riparte da Ancona
Il cantautore in città già dal 26 maggio

ANCONA - "Un grosso laboratorio di idee itinerante e viaggiante". Parole di Pepimorgia, storico regista di Claudio Baglioni, che dirigerà assieme al cantautore romano anche questo nuovo tour.

E' il primo assaggio verbale di un anteprima nazionale - presentata ieri con una conferenza stampa - che vedrà la luce il 14 giugno allo stadio Del Conero di Ancona, grazie alle sinergie tra Comune e società Anno Zero e Capitanicoraggiosi.

Un megashow. Un evento stratosferico che vede il "poeta di note" arrivare assieme all'intero staff già dal 26 maggio. Quasi venti giorni per costruire ed allestire un megaspettacolo. Un numero stratosferico di "addetti ai lavori". stile Notre dame de Paris. Ma non solo. Questo nuovo viaggio live che vede Ancona come apripista, e che toccherà appena sette città in Italia tra cui Milano e Roma, avrà il supporto di mille figuranti "che sceglieremo di città in città ad integrarsi con quelli già presenti nell'entourage. Le audizioni (ad Ancona) avverranno durante le prove. Coinvolgeremo le varie Accademie delle Belle Arti, giovani artisti come fosse appunto un grande laboratorio di idee" ha spiegato Morgia.

Ma l'organizzazione dell'evento è già ufficialmente partita. Così come si è già acceso l'entusiasmo dei fans. "Sono quasi tremila i tagliandi già staccati", hanno rivelato Domenico Mascitti e Giulio Spadoni dell'Anno Zero. I biglietti (46 euro la tribuna coperta numerata, 28,80 le curve, gradinate e distinti) sono in prevendita presso i punti che fanno riferimento al T.Box. Dunque c'è Ancona nel diario di viaggio di Claudio Baglioni. Solo tre mesi fa il "Piccolo grande amore" nazionale regalava al capoluogo marchigiano un evento esclusivo, facendo entrare per la prima volta la musica leggera al Teatro delle Muse. "Facile capire che si tratta di un evento importantissimo per la città - ha sottolineato il sindaco Fabio Sturani - la conferma che Ancona è entrata di diritto a far perte dei circuiti nazionali dello spettacolo. Non è la prima volta che viene scelta da Baglioni per dare il via alle sue tournèe, magari gli portiamo fortuna". Un po' per scaramanzia ma soprattutto per i meriti acquisiti sul campo. Così, "Ancona è diventata faro per il centro Italia", ha rimarcato Antonio Recchi, assessore alle politiche giovanili. Ed anche per quel che riguarda il concerto di Baglioni il Del Conero sarà punto di riferimento per tutto l'Adriatico. "Anche perché - ha ribadito il ligh and show designer Pepimorgia - non si tratta di una data zero, ma di un'autentica prima".

ERIKA BARBACELLI

 

 

5 Aprile 2003

 

Baglioni parte da Ancona

 

ANCONA — Partirà il prossimo 14 giugno dallo Stadio Del Conero di Ancona il nuovo tour di Claudio Baglioni (nella foto), che dopo l' evento esclusivo del gennaio scorso, al Teatro delle Muse, torna nel capoluogo marchigiano questa volta per un megashow. Uno spettacolo mastodontico, annunciano gli organizzatori, che richiederà ben 19 giorni di allestimenti. Tra giochi di luce ed effetti speciali, saranno in scena — nel palco posizionato al centro del prato per garantire una visione dello spettacolo a 360 gradi — ben mille tra danzatori, mangiafuoco e saltimbanchi. Lo spettacolo è ideato e diretto dallo stesso Baglioni e dal regista Pepi Morgia. Le coreografie sono affidate a Luca Tommassini, artista noto per le sue collaborazioni con i più importanti musicisti della scena internazionale, tra cui Madonna. Un tour breve ma intenso, quello di Baglioni: saranno in tutto sette le date. Dopo il debutto marchigiano, il viaggio live toccherà il 19 giugno lo stadio di San Siro a Milano, il 23 lo stadio Euganeo di Padova, il 27 il Franchi di Firenze, il 1° luglio lo stadio Olimpico di Roma e il 5 lo stadio San Paolo di Napoli.

 

5 Aprile 2003

 

ANCONA — Ormai è una piacevole abitudine. Da qualche anno a questa parte cantanti ed attori scelgono Ancona come trampolino di lancio per i loro nuovi spettacoli. E tra loro c'è anche chi fa il... bis. E' il caso di Claudio Baglioni, che, come due anni fa, regalerà agli anconetani l'anteprima nazionale del suo nuovo tour. Il grande evento è previsto per il 14 giugno allo stadio «Del Conero». E l'aggettivo «grande» è assolutamente giustificato. Tra giochi di luce ed effetti speciali, l'intero campo sportivo si trasformerà in un gigantesco palcoscenico popolato da decine di figuranti, danzatori, mangiafuoco e saltimbanchi. Ci vorranno venti giorni di prove per preparare il mega show. Baglioni e il suo staff arriveranno infatti il 26 maggio, pronti a «ridisegnare l'idea convenzionale di stadio, che per una sera cambierà pelle». «Ci saranno grandi sorprese» annuncia il regista e light designer Pepi Morgia, che anticipa: «La visibilità sarà a 360 gradi, per cui tutti gli spettatori potranno vedere Baglioni. Parte dei figuranti saranno selezionati durante i giorni delle prove nelle varie città in cui andremo, Ancona compresa. Quanto alle coreografie di Luca Tommassini, più che di un corpo di ballo si può parlare di 'movimento di masse'. Coinvolgeremo anche i giovani artisti delle Accademie di belle arti, per creare una sorta di grande laboratorio di idee itinerante». Pepi Morgia sottolinea che il concerto di Ancona è l'unico per tutta la fascia adriatica, e che come «prima» assoluta, attirerà nella Dorica giornalisti e televisioni da tutt'Italia. Un bel colpo per l'immagine della città, per la gioia del sindaco Sturani, il quale parla di «evento importantissimo, che conferma il feeling particolare che esiste tra Baglioni ed Ancona» e dell'assessore Antonio Recchi, che definisce il capoluogo «un faro per il Centro Italia. Ormai i tour partono da qui». L'evento, organizzato dal Comune e dalle società Anno Zero di Domenico Mascitti e Giulio Spadoni, e Capitanicoraggiosi, è un successo annunciato. «In pochi giorni di prevendita abbiamo venduto già 3.000 biglietti — ricorda Giulio Spadoni —. Per noi questa è un'esperienza molto più significativa ed impegnativa rispetto alla data di un tour normale, anche perchè abbiamo l'occasione di assistere alla nascita di uno spettacolo. La nostra programmazione è un motivo d'orgoglio: nemmeno Roma ce l'ha». Informazioni e biglietti (tribuna coperta numerata 46 euro; curve, gradinate e distinti 28,80 euro): T.Box, 0712901224 (10.30-12.30 e 15.30-19.30 nei giorni feriali).

 

 

4 Aprile 2003

Riepilogo della situazione "Tour in Sicilia" a beneficio di tutti i Fans siciliani ... 

1) Claudio ha fatto una richiesta all'Assessorato dello Sport di Catania per la concessione dello Stadio Cibali; l'Assessore, grande fan di Cla', sembra sia favorevole .... se verranno superate alcune difficolta' tecniche ed economiche 

2) Domani (sabato) i clabbers palermitani , allo scopo di raccogliere firme per far in modo che Cla' possa venire allo Stadio Barbera di Palermo, si riuniranno presso il MegaStore Ricordi di via Cavour .... saranno presenti per l'occasione le telecamere di TGS ( nota emittente televisiva privata palermitana) ....

 

 

NON SI PLACA, ANZI SI INASPRISCE

3 Aprile 2003

 

la guerra ai decibel contro il concerto - farfallamaliziosa.com ne aveva già parlato - di Claudio Baglioni e non solo. Le associazioni «Gruppo Verde San Siro» e «Missione rumore» sono sul "fronte" a difendere i timpani dai concerti estivi in programma al Meazza, (San Siro) di Milano. Il comitato ha dato incarico ai legali Alberto Beretta, Valerio Cerritelli e Federico Stella di tentare ogni strada per evitare disagi durante e dopo gli spettacoli. La "querelle" nasce dalla decisione del Comune di consentire, in deroga all'attuale normativa, rumori fino a 80 decibel. Scatta la diffida al sindaco Albertini. Un esposto è già stato inviato anche al Tar e si pensa anche alla Procura della Repubblica. "Il sindaco - sostengono i rappresentanti del comitato - ha l'obbligo istituzionale di tutelare la salute della popolazione. Se le nostre richieste non saranno raccolte, intraprenderemo ogni ulteriore iniziativa legale a tutela della salute". Albertini poverino è tra l'incudine e il martello. Convinto dai fans e dall'importanza degli eventi, deroga una normativa che effettivamente imporrebbe musica più bassa. Insieme a Claudio Baglioni rischiano i Rolling Stones, Bruce Springsteen e Vasco Rossi. Tutti i concerti sono in pratica già "sold out".

 


Concerto Baglioni
Ancona

Un nuovo, importante, evento musicale vedrà ancora una volta Ancona protagonista sul piano nazionale: il concerto che Claudio Baglioni terrà il 14 giugno allo Stadio del Conero. Con l’intento di presentare questo ulteriore appuntamento con la musica d’autore, è stata fissata una conferenza stampa per venerdì 4 aprile, alle ore 12, presso la sala giunta della residenza municipale. Saranno presenti il sindaco Fabio Sturani, l’assessore alle Politiche giovanili, Antonio Recchi, Domenico Mascitti della società “Anno Zero” ed il direttore artistico Pepi Morgia

 

 

2 Aprile 2003

LA NOVITÀ

"PALAFIUMARA"

 -BAGLIONI PER INAUGURARLO

 

di Raffaella Griggi

Claudio Baglioni, i cestisti dell´Nba e le All Stars di pallavolo tutti insieme alla Fiumara per inaugurare il palazzetto dello sport del centro commerciale che con ogni probabilità sarà pronto per la terza domenica di ottobre. Con cautela, forse imposta da un misto di necessità e scaramanzia e per non sbottonarsi troppo sui tempi del progetto che potrebbero smentirlo, lo ha annunciato il responsabile della futura "arena" del Ponente, Dario Della Gatta durante un incontro alla Centrale del latte di Fegino con i bambini delle scuole elementari, presenti l´assessore allo sport Giorgio Guerello e i campioni Alessandro Angelini e Diego Negri per rispondere alle domande dei giovanissimi. I protagonisti sono stati proprio gli scolari della San Giovanni Battista di Sestri, un po´ delusi per il forfait di Grandoni e Giacchetta, ma determinati a chiedere con il candore degli otto anni al pallanuotista della Pro Recco e all´olimpionico di vela come si diventa numeri uno. Risposte: questione di sacrifici, rinunce, passione, testa a posto e dedizione.«Cosa mangiate la mattina?»: curiosità di Elena, codini e mollettine in testa. «Latte e biscotti» è la risposta di Angelini. E la colazione viene servita: negli stanzoni dello stabilimento, in mezzo a litri e litri di «Oro» la risposta non poteva essere che questa.

 

Fonte: “Repubblica”

 

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