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all'indice delle Rassegne Stampa Del Tour CRESCENDO
5
Febbraio 2004
Benvenuti
a Casa Baglioni
Sintonizzato
sull’ultimo Cd “Sono io – L’uomo della storia
accanto”, il tour invernale di Claudio Baglioni fa una doppia
sosta al Palamaggiò di Castelmorrone. Un concerto più raccolto
ed essenziale e quindi non una replica e tantomeno un riassunto
dello show estivo. Una scena spoglia ma emozionante ha accolto
gli oltre 15 mila fans accorsi per gustarsi la due giorni
baglioniana. E' cominciato con "Yesterday" dei Beatles.
“E’ un ricordo molto vicino e molto lontano -ha detto
Baglioni dal palco - è un ricordo di oltre 35 anni fa di quando
in una cantina capii che le parole e le note erano della stessa
materia con cui si fanno i sogni e dopo 35 anni mi piace
ritornare in questo posto che abbiamo voluto ricostruire come se
fosse una cantina". Lo spettacolo infatti si articola in
tre momenti e l'inizio dello show si riferisce scenograficamente
proprio a quelle cantine in cui Claudio Baglioni, giovanissimo
cantautore, immaginava di essere una star, poi salirà ai piani
alti di questa casa che per Baglioni è più di una metafora. E'
un Cucaio con tanta voglia di raccontarsi che affronta le oltre
tre ore di concerto riproponendo i pezzi che hanno segnato le
tappe della sua lunga carriera. Due, tre canzoni, e dall'alto
scende un secondo palco-soggiorno: cucina, divano letto, un set
di aspiravolvere, frullatore e lucidatrice da suonare come
percussioni. Persino un caffè in scena, spillato da una
preziosa macchinetta. Intanto scorrono languide "Quante
volte", "Domani mai", "Un giorno
nuovo"… E si ricomincia: ora dall'alto scende un
terrazzo: telescopio, camino con lucine, una scala. Il cielo si
fa notte, e partono "Acqua dalla luna", "Ninna
nanna", "Avrai", "Grand'uomo",
"Notte di note"…ed il sogno diventa realtà, le
ambizioni alimentate nello spazio angusto di una cantina ora
sono vero concerto. L'annuncio dello show arriva un attimo prima
di «Questo piccolo grande amore» e di un medley rubato alla
gloria di un passato d'alta classifica. «Poster» e «Strada
facendo» segnano il momento clou, mentre le emozioni del
pubblico corrono a precipizio.
5
Febbraio 2004
SUCCESSO
AL PALAMAGGIÒ
In
«casa Baglioni» un concerto contro la routine
DALL’INVIATO
FEDERICO VACALEBRE
Caserta.
In attesa dell’ormai imminente laurea in architettura, Claudio
Baglioni s’è disegnato il palco di «Crescendo», venti tutto
esaurito nelle prime venti date, altri duecentomila spettatori
attesi entro la fine di marzo: i primi dodicimila già li ha
collezionati nelle due serate casertane al Palamaggiò. Un palco
centrale, che un baule, un set di fredde luci al neon e le note
di «Yesterday» all’inizio dello show «vestono» da
scantinato anni Settanta, quando il cantautore muoveva i primi
passi: il suono e il look di Baglioni si adattano
all’atmosfera, ma non troppo, mentre la scena si anima di
musicisti e figuranti, che poi sono tecnici, addetti al catering
e quanti altri sono al seguito del tour. «Noi no», «Dagli il
via», «Quanto ti voglio», «Fotografie» (con quintetto
d’archi»), «Ragazze dell’Est», «Bolero», «Tienimi con
te», «Al di là del ponte» (dall’ultimo album, «Sono io,
l'uomo della storia accanto») preparano il trasloco, l’ascesa
al piano superiore, nel salotto-tinello di casa e l’approdo
del racconto al periodo del successo e della maturità artistica
di Claudio. Un tavolo, una partita di carte con i musicisti,
qualcuno che passa l’aspirapolvere: è il turno di «Notti»,
«Quante volte», «Serenata in sol», «Domani mai», «Adesso
la pubblicità». Poi si sale ancora, anche se in realtà sono i
«soffitti» a scendere, solo che stavolta i Beatles (e «Let it
be») non c’entrano proprio e la vista sulle nuvole ricorda
sogni e incubi, doveri e desideri: «Avrai» per sola voce e
pianoforte, «Acqua dalla luna», la «Ninna nanna» pacifista
di Trilussa, «Tutto in un abbraccio», «Grand’uomo», il
coro collettivo di «E tu». Poi lo show casalingo «sbaracca»,
il palco si fa ipertecnologico, c’è persino un roboante
annuncio da inizio show, ma in realtà tutto continua come
prima, tra l’entusiasmo della platea - per una volta al
Palamaggiò si sente bene - e l’effetto karaoke innestato da
«Strada facendo», «Questo piccolo grande amore», «Cuore di
aliante», il medley che mette in fila «Poster», «Amore bello»,
«Sabato pomeriggio», «E tu come stai», «Io me ne andrei».
Prima di chiudere arrivano «Mille giorni di te e di me», «Io
sono qui», «La vita è adesso». Per non restare vittima
dell’«intronata routine del cantar leggero» Baglioni
continua a incorniciare i suoi show con trovate hi-tech, anche
se appesantite a tratti dal tono retorico-ecumenico di una
narrazione che diverte invece quando si fa realmente casereccia,
ludica e scapocchiona. Ma la platea più di tutto gode della
vicinanza con il «divo Claudio», cinquantaduenne ancora così
in forma da restare nei sogni rosa delle sue fans, anime
romantiche in rappresentanza ormai di almeno tre generazioni.
Gli arrangiamenti, a tratti spruzzati di incruento rock,
altrimenti ingentiliti dagli archi, vestono con gusto e senza
grossi cambiamenti melodie inesorabili e costruzioni a volte più
pretenziose. Baglioni è in forma, fisica e vocale, anche se a
volte osa troppo, ma risolve ogni incertezza con sicurezza.
L’uomo della porta accanto continua così ad attraversare
l’Italia con le sue canzoni: dicono che già prepari un
seguito di questo «Crescendo tour», pensato per i palasport e
da adattare in estate per gli stadi e poi per i teatri. A quel
punto, tanto, avrà anche la laurea da architetto in tasca. E
potrà sbizzarrirsi ancora di più.
1
Febbraio 2004
«La musica? L'hanno uccisa i
discografici»
Federico Vacalebre
I suoi colleghi appena pubblicano un disco vanno in tour,
rinnovando magari un po' il parco luci o spendendo qualche
spicciolo per una scenografia o due maxischermi. Per lui,
invece, ogni giro di concerti è un parto, un'operazione lunga e
complicata quasi quanto preparare un disco. «Crescendo», la
tournée di Baglioni attesa domani e martedì sera al Palamaggiò
di Caserta, ad esempio, arriva dopo quella kolossal negli stadi
dell'estate scorsa: completamente diversa, è impaginata come un
viaggio verticale nella carriera del cantautore, con una
complessa macchina scenica che parte dal basso.
«Crescendo» come termine musicale, come
segno di maturità e/o di invecchiamento, ma anche come
struttura dello spettacolo, Baglioni?
«Proprio così: partiamo dalla cantina, dagli esordi di
un ragazzo che come tanti sognava di fare il musicista e credeva
di poter cambiare il mondo. È il momento dell'ingenuità, del
rock, della mancanza di filtro, del baule da cui tiro fuori un
vecchio jeans: anche gli oggetti, oltre ai suoni, servono a
ricostruire l'ambiente e le emozioni. Poi "saliamo" in
casa, "cresciamo" e la musica si fa pop, trova la
forma della canzone, prima di proseguire ancora e ritrovarsi
come sul tetto o sulla terrazza dell'edificio, lasciando spazio
alla contemplazione dell'esterno e a suoni più rarefatti. A
questo punto si smantella tutto ed eccoci su un palco
tradizionale, a completare il concerto, che in fondo è una
riflessione sul mestiere di uno che spende molto più tempo nei
camerini e negli spogliatoi di teatri e di stadi che a casa.
Ecco perché in scena sale tutta la mia "seconda
famiglia", insieme con i musicisti anche i tecnici, gli
addetti al catering, il cuoco... chi capita, insomma. Non è
l'ora del dilettante, ma poco ci manca, e dà il senso di come e
con quali compagni cresce un artista».
In
piena crisi discografica, il mondo della musica italiana
riscopre la dimensione live, da sempre fondamentale per «l'uomo
della porta accanto».
«È vero, ma forse tutti abbiamo dato eccessiva centralità al
prodotto discografico. Bisogna, però, uscire dall'ipocrisia: la
crisi italiana è innanzitutto colpa di una pessima discografia.
È vero, la pirateria crea danni gravi, ma la disaffezione del
pubblico e le mutazioni nei consumi culturali sono fenomeni
reali, con cui bisognava fare i conti subito. Personalmente sono
perplesso, come chiunque, credo: non mi preoccupo tanto per la
mia carriera, anche se un mondo senza cd non riesco a
immaginarlo, quanto per la musica che verrà o potrebbe venire.
Chi scommetterà sui giovani, chi lascerà loro lo spazio per
crescere - appunto - e maturare? Forse noi - voglio dire io e i
miei colleghi di una certa età e di un certo successo -
dovremmo trasformarci nei cavalieri della canzone perduta e
batterci per trovare spazi per una nuova creatività giovanile».
Curioso
di vedere come andrà a Sanremo?
«Moderatamente, il festival è uno di quei riti, come il
Capodanno, che alla fine ci coinvolge tutti e comunque. Io ci
sono andato solo una volta, nel 1985, per ritirare uno strano
premio. Ma non fa per me, anche perché non posso tradire un
altro santo: vinsi il mio primo concorso per voci nuove nella
mia parrocchia, San Felice da Cantalice».
Accusato di disimpegno e qualunquismo
negli anni Settanta, poi riabilitato a sinistra e ulivista
confesso, ora di nuovo strattonato a destra.
«Non ero inquadrato a vent'anni, figurarsi a 52. Sono un
irregolare, uno ch
e
crede più negli uomini che nelle ideologie, anche se non
nasconde quali sono le sue posizioni, chi ha votato e perché.
Se a destra piace quello che dice l'uomo della porta accanto
Baglioni, ne sono felice, ma io non parlo e non canto per
appartenenza politica, non mi esprimo a colpi di slogan e non
cambio idea solo perché un polo, invece di un altro, mi
blandisce».
31
gennaio 2004
Baglioni
al Palamaggiò
Aveva
promesso di ritornare e ha mantenuto fede al suo impegno.
Claudio Baglioni sarà sul palco del Palamaggiò di Castel
Morrone lunedì e martedì.
Il nuovo tour col quale il cantautore romano ripercorre i
primi trentacinque anni della propria carriera artistica si
intitola «Crescendo» ed è partito lo scorso novembre,
facendo registrare, ad ogni data, il tutto esaurito. Lo
spettacolo, che segue a distanza molto ravvicinata i trionfali
maxi-concerti dell'estate 2003 nei grandi stadi, è
caratterizzato da un originale allestimento scenografico che
permette al pubblico di assistere poco per volta alla
costruzione di una casa, all’interno della quale
protagonista e comprimari mettono in scena le tappe principali
della Baglioni-story.
«La performance non è un'edizione tascabile dello show negli
stadi né una replica in tono minore - spiega lo stesso
Baglioni - ma è il frutto di un progetto radicalmente nuovo».
La macchina scenica è, infatti, complessa e garantisce uno
spettacolo molto articolato e ricco di suggestioni. Il tutto
ruota intorno alle canzoni dell'ultimo album, «L'uomo della
storia accanto», specchio di un artista più maturo e
riflessivo, e a quelle migliori del passato più o meno
prossimo, da «Notte di note» a «Poster». Sul palco è
tutto un «crescendo» di sentimenti e tecnologia.
All'inizio la scena è spoglia, ma sul palco, poco alla volta,
dalla cantina al tetto, si va stratificando una vera casa con
tanto di ambienti e oggetti. Dapprima Baglioni, solo con la
sua chitarra e i suoi sogni di gloria, intona Yesterday, poi
compaiono i suoi musicisti, che all’inizio compongono una
sorta di garage-band, piena di desideri e di belle speranze.
Ci sono Paolo Gianolio (direzione, chitarre e cori), Simona
Cazzulani (violino e cori), Mario Guarini (basso e
contrabbasso), Federica Mozzanti (viola e cori), Stefano
Melone (piano, tastiere e cori), Adriano Molinari (batteria e
percussioni), Francesca Ruffilli (violoncello e cori),
Mariella Sancito (violino e cori), Pio Spiriti (violino,
tastiere, fisarmonica e cori). Insieme a loro, canzone per
canzone, Baglioni, va raccontando la sua storia all’interno
di questa casa che fa da cassa di risonanza di mille ambizioni
e di tutte le speranze per un futuro fatto di musica. E via
via che racconta sale di piano in piano, sino al tetto. Lì
Baglioni e la sua band toccano il cielo con un dito, proprio
come fecero i mitici Beatles, negli anni Sessanta, suonando
sul tetto della Apple. NICOLETTA SPELTRA
18/11/2003
Prove aperte per gli Associati Con riferimento all'oggetto si
comunica che per tutte le date del Tour "Crescendo"
2003/2004 di Claudio Baglioni, a tutti i soci in regola con
l'iscrizione all'Associazione Culturale ClaB, è riservata
l'entrata anticipata per assistere alle prove dei concerti.
Pertanto l'ingresso è previsto alle ore 17:00 presso i
cancelli contraddistinti dal cartello "Ingresso ClaB",
dove sarà necessario esibire la tessera ClaB, un documento
d'identità e il biglietto valido per il concerto in programma
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