13 dicembre

«CRESCENDO»: IO, INQUILINO DEL CUORE
BAGLIONI RACCONTA IL SUO SPETTACOLO

UNO specchio. Questo è la casa. Lo spazio che, più di ogni altro, ci rappresenta. Quello che meglio parla di noi. Sogni e bisogni, pensieri e paure, desideri, delusioni. Ciò che abbiamo; ciò che ci manca. Allo stesso tempo rifugio e gabbia, isola e prigione, orizzonte e confine. E, come ogni specchio, qualche volta affascina, qualche volta disorienta. A volte ti guardi e ti piaci, a volte fatichi a riconoscerti. Ma, sempre, riflette e fa riflettere.
«Crescendo» è così. La casa di questi trentacinque anni di musica. Il luogo incantato nel quale abitano le note e le parole raccolte lungo la strada e cucite insieme, con l’ambizione di regalare un pensiero, un’emozione, un piccolo sogno. E, in mezzo a loro, abita l’uomo che indossa il mio viso e risponde al mio nome e che, col tempo, ha imparato a convivere con l’inquilino del piano del cuore, quello che non può fare a meno di raccogliere e cucire insieme quelle note e quelle parole.
«Crescendo» è la loro storia. La storia di una convivenza lunga trentacinque anni. Una storia che comincia nella cantina nella quale, insieme con un gruppo di amici, lanciavo un boomerang nel futuro, sperando che tornasse indietro con una risposta, e arriva sino al palco sul quale gran parte di quel futuro è andato e va in scena, trasformandosi, ogni volta, in presente. Un presente straordinariamente fortunato.
Ecco il perché di questo palco davvero insolito, nel quale trovano ambientazione le quattro anime narrative di «Crescendo»: dall’energia disordinata e graffiante della «cantina», in cui rivive il sapore forte degli esordi, al lento lavoro di riflessione e costruzione delle atmosfere, che cresce nel «soggiorno» della maturità; dall’immediata vigilia dello spettacolo sulla «terrazza» dalla quale si va incontro al tempo che viene, sino all’adrenalina pura dello show vero e proprio, quando la casa di «Crescendo» si trasforma definitivamente in un palco.
Ma «Crescendo» non è solo la piccola storia della mia vicenda personale di uomo e di musicista. E’ la storia di una crescita comune. La crescita di chi è legato, a filo doppio, da quegli oggetti misteriosi che sono le canzoni, e alimenta il magico cortocircuito nel quale la musica che scende dal palco si fonde con quella che sale dal pubblico. E crescere, in questo senso, significa anche curare, coltivare, alimentare, insieme il sogno comune nel quale attori e spettatori non sono che due frammenti, che si uniscono per dar vita a un sogno più grande.
«Crescendo», infine, è un viaggio. Un viaggio nel passato, nel presente, nel futuro. E, come per ogni viaggio, quello che conta non è tanto la meta, quanto la strada e, più che arrivare, è importante viaggiare.
Giorno dopo giorno, il viaggio di «Crescendo», lascia decantare in me una piccola, ma solida, certezza: che la qualità migliore di questo viaggio siano proprio i compagni di strada. Per questo non vedo l’ora di aprire le porte della casa di «Crescendo» a quelli di Cuneo, perché mercoledì prossimo al Palasport ci si possa specchiare gli uni negli altri, scambiarci gli occhi e la voce, gustare, insieme, il sapore autentico, intenso e appassionante che solo le cose fatte in casa sanno avere. Perché solo questo mi sento di garantire: che a «Crescendo» emozione e passione saranno sempre di casa.