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IL
MATTINO 31 Ottobre
Pino Daniele è il simbolo di questa prima Notte
bianca, Beppe Grillo il protagonista più scatenato, Claudio Baglioni
quello più applaudito, il mattatore dell’agorà più affollata. Quando
inizia, a notte fonda, un pasticcio tra ora legale (le 3.10) e ora
solare (le 2.10), in piazza del Plebiscito ci sono oltre duecentomila
persone, forse 250.000, un record assoluto, e tante più o meno
resteranno sino alla fine, quasi tre ore dopo, con l’alba ormai pronta a
spuntare e la notte che va via cullata dall’accompagnamento di un
quartetto d’archi al servizio delle melodie nazionalpopolari per
eccellenza («Amore bello, «E tu», «Sabato pomeriggio», «Solo», «Tu come
stai», «Questo piccolo grande amore»). L’inizio con «Reginella» non era
in programma fino a pochi minuti prima dell’avvio dello show.
Che cosa è successo, Claudio?
«Che mi sono affacciato dal mio albergo sul
lungomare e ho visto un mare di gente in festa, una festa di tipo
speciale, mi veniva in mente la fine di una guerra, quando il popolo si
riprende la propria vita, mette in scena il sollievo per una paura che
finalmente può mettere da parte. La sensazione si è fatta ancora più
intensa quando ho incontrato Bassolino che mi ha raccontato i suoi giri
da un palcoscenico ad un altro. Poi, quando è toccato a me, ho detto:
apro con ”Voce ’e notte”, ci vuole un regalo speciale, ma poi mi sono
accorto di non ricordarne bene i versi, non volevo, anzi proprio non
potevo, fare una brutta figura e ho fatto ricorso a ”Reginella” quella
vera però, non la mia».
E, poi via, «Tutti qui»,
come suggerisce il brano inedito del triplo cofanetto antologico appena
uscito.
«Non riesco ancora a trovare la maniera di
raccontare quello che è successo, se non facendo ricorso alla categoria
del miracolo, della dimensione parallela, del mondo a parte,
dell’esperienza extrasensoriale. Non era un concerto, anche se, pur
avendo cantato in tante piazze e tanti stadi, non ho mai visto prima
d’ora tanta folla. E non era soltanto una festa, anche se mi sembrava di
trovarmi al centro di un enorme salotto a cielo aperto. Era una Notte
bianca vissuta con un’intensità, e nello stesso tempo una leggerezza,
totale».
Al suo fianco, dal palco,
il governatore Bassolino ha parlato di «Notte bianca più riuscita
d'Europa.
«D’Europa non so, ma d’Italia certo, a Roma non
c’è stata questa partecipazione, non c’è stata questa maniera totale di
vivere l’evento collettivo. Alcuni miei amici hanno preso il treno a
mezzanotte per arrivare a vedere l’alba di Napoli, un’alba caricatasi,
forse, anche di speranze eccessive. Ma la speranza non fa mai male, anzi
serve per ripartire, per continuare un lavoro duro e quotidiano che ha
bisogno di pause restauratrici come questa. Ecco, per una notte s’è
invertita la tendenza, la piazza telematica è tornata piazza di gente in
carne e ossa, col sangue nelle vene e sogni e incubi negli occhi e nel
cuore. Sogni da coltivare anche cantando e ballando insieme, incubi da
esorcizzare con una camminata nel centro di una città che nessuna
televisione potrà mai raccontare».
Sarà per questo che la
Lecciso è stata sonoramente contestata alle Rampe Brancaccio?
«Certo che deve avere un coraggio da leone per
sfilare in abito nuziale. La storia della rivolta popolare contro di lei
al grido di ”Al Bano, Al Bano” gridata in stile ”yankee go home” ai
cortei no global è troppo bella, un ulteriore chicca in questa avventura
meravigliosa che, forse si può definire solo come un miracolo, sia pur
frutto del lavoro e del desiderio di uomini e donne di buona volontà».
IL
MESSAGGERO 31 Ottobre
La magia partenopea
contagia tutti
L’ironia di Beppe Grillo («Napoli è la città
più brutta e più bella del mondo», dice subito affrontando le 200 mila
persone che l’aspettano in piazza Dante), il grande neapolitan blues di
Pino Daniele (che ha aperto la notte al restaurato Auditorium Rai con
Napul’è , la più bella, tenera, amara canzone scritta sulla città),
tutto il meglio di Claudio Baglioni (che alle 3, o se preferite alle 2
ora solare, in una piazza del Plebiscito mai vista così gremita, ha
attaccato Reginella prima di sfoderare il suo repertorio), e tanti altri
artisti, da Franco Battiato (ha presentato al Modernissimo Musikanten ,
il suo film su Beethoven) alla band degli Stadio e Gegè Telesforo (alla
Stazione Marina), da Mario Merola (a San Giovanni a Teduccio) a Edoardo
Bennato, Enzo Gragnaniello, gli Almamegretta, i Bisca, i 24 Grana, i dj
di hip hop, dub e elektro alla facoltà di archittettura, fino
all’orchestra Scarlatti che ha chiuso all’alba, a San Martino, una notte
piena di glamour, di vita e di gente, due milioni di persone che hanno
ricordato al resto del paese come Napoli sia sede e crocevia di una
cultura a più strati che rappresenta un mix incredibile quanto
inossidabile.
E’ stata tutto questo, e molto di più, la Notte bianca che la città ha
appena vissuto e che per il presidente della Campania Antonio Bassolino
«è la più grande mai trascorsa, per numero di persone». Il fatto è che
Napoli è un posto speciale, dove musica, teatro, cucina, cabaret, poesia
e sceneggiata riescono a mescolarsi in modo miracoloso e a bollire nello
stesso calderone conservando però tutti i proprii sapori. E bastano
poche frasi pronunciate dai protagonisti della nottata per raccontarne
l’atmosfera. «La notte bianca qui è un’altra cosa rispetto a Roma perché
i napoletani riescono a mettere molto più pathos in tutto ciò che
fanno», dice Daniele. «La vostra è una grande città capace di esprimere
calore unico e persone fantastiche... come i comitati dei disoccupati,
gli unici al mondo a scioperare per avere un posto di lavoro», incalza
Grillo. «Erano 35 anni che sognavo di suonare in questa bellissima
piazza, e stasera il mio sogno si è avverato», ha sorriso commosso
Baglioni.
Non leggete queste frasi come dichiarazioni adatte all’occasione,
Frugate tra le righe e vi accorgerete che Napoli ha un pizzico di magia
in più che la distingue dalle altre città. Sembra pigra ma fa crescere e
maturare tutto, dalla musica ai friarielli, dal rap al cabaret, dal
teatro all’arte d’arrangiarsi, e basta l’esempio di poche canzoni di
Pino per capire questo tipo di percorso. Prendete la versione in inglese
e napoletano di O sole mio , cioè l’ It’s Now Or Never del suo ultimo
album, Io so’ pazzo, A me me piace ’o blues e Quanno chiove : in soli
quattro brani è un viaggio stellare. «Quattro note musicali e un po’ di
luci non bastano a cancellare disoccupazione, precarietà e degrado»,
diceva un cartellone a piazza Dante. Certo che no, ma le note che
nascono a Napoli arrivano molto più lontano delle altre e suonano molto
meglio. E’ già qualcosa
AGI
31 Ottobre
NOTTE BIANCA
RECORD, baglioni canta reginella
(AGI) - Napoli, 30 ott. - Non ci
sono cifre ufficiali sull'affluenza di turisti, napoletani e campani,
per le vie di Napoli nel corso della notte bianca, ma quelle ufficiose
sono vertiginose e parlano di quasi due milioni di persone in movimento
fra i 350 eventi programmati. In questura, dove per i bilanci ufficiali
rispetto a problemi di ordine pubblico si deve attendere ancora, al
momento risultano solo tre scippi denunciati e un ragazzo di 23 anni
fermato a Pozzuoli dalla Polfer. A creare problemi e qualche malore e'
stata l'enorme affluenza di persone sui mezzi pubblici. Il traffico
nelle poche arterie cittadine praticabili da auto e moto, e' andato in
tilt dopo la mezzanotte creando problemi anche ai bus del servizio
pubblico. In tilt anche le comunicazioni, con l'impossibilita' per buona
parte della notte di chiamare con i cellulari. Al 118 sono arrivate
circa trecento richieste di intervento, ma le decine di ambulanze
operative sul territorio erano impossibilitate a contattare la centrale
operativa e hanno avuto difficolta', in alcuni casi, a prestare soccorsi
per l'enorme folla di persone a piedi. Gli interventi sono stati molti,
ma solo per persone in preda ad attacchi di panico per la calca o con
qualche problema respiratorio. A chiudere la notte bianca di Napoli,
aperta da Pino Daniele alle 18 all'Auditorium della Rai, Claudio
Baglioni, nel luogo simbolo del rinascimento partenopeo, piazza del
Plebiscito. Il cantautore ha intonato al via del concerto "Reginella".
Il suo appello ai napoletani a lasciare la piazza con calma a fine
concerto e' stato inascoltato. Ressa e spintoni non sono mancati.
Vetrine aperte solo al centro e non oltre la mezzanotte. Pienone nei bar
e nei ristoranti, dove pero' gia' a meta' notte si era dato fondo alle
provviste. Intorno all'una del mattino, anche lo storico caffe'
Gambrinus ha dovuto abbassare le saracinesche. Boom di "vu cumpra'" e
bancarelle improvvisate per la vendita di bibite e panini.
IL MATTINO 29 Ottobre
di Claudio Baglioni
pubblicata su "Il Mattino" di oggi Trascritta
da Alex per Paroleinviaggio, Tonyassante.com e doremifasol.org
"Ho visto che in italiano esistono due parole, sonno e sogno, dove il
napoletano ne porta una sola, suonno. Per noi è la stessa cosa". Incanta
questa identità, raccolta tra i bassi di Montedidio da Erri De Luca.
Incanta e dà da pensare. Pensare a Napoli, coltivando, per una volta, il
silenzio e facendosi isola, per trovare un punto d'osservazione lontano
dagli scorci fin troppo ritoccati di certe cartoline, dalla simbologia
rituale e stantìa che manda in onda, in tutto il mondo, il "luogo
comune" Napoli; lontana dalla pruderie e dal
formulario semplificato e talvolta irritante delle cronache, quasi mai
esaltanti, di televisioni e giornali.
Pensare a Napoli, non al "fenomeno Napoli". Al volto, non alla maschera.
Alla voce, non all'imitazione. All'anima, non al "corpo". Tuffarsi come
ci si tuffa in mare, per lasciarsi alle spalle la superficie e
immergersi verso le profondità.
Qualcosa che, come per il mare, richiede preparazione e attenzione, ma,
soprattutto, rispetto.
Allora, forse, noi che la guardiamo da fuori senza capirla mai
veramente, noi che ne siamo attratti e respinti allo stesso tempo,
affascinati e storditi, innamorati e spaventati, ci renderemo conto che
non è un caso che la lingua di qui viva e proponga questa identità.
Perchè Napoli sogno lo è davvero. Tanto che sembra che i suoi "mali" le
siano stati buttati addosso apposta dalla divinità
che distribuisce i talenti, per cercare di compensare quanto di più era
stato donato allo spirito, all'intelligenza, all'ironia, alla
creatività, all'invenzione e al senso della vita di questa città. Come
in un tentativo, tardivo e maldestro, di non umiliare realtà meno
fortunate, nelle quali il bello è pur sempre bello, ma raramente riesce,
come qui, ad elevarsi sino a divenire sublime.
Un grande scrittore americano diceva che "un uomo che non sogna è come
un uomo che non suda: accumula in sè riserve di veleno" e mi piacerebbe
che il sogno di questa prima notte bianca, nella quale mille artisti
cercheranno di fare del loro meglio per "rubare la scena" alla città,
alle sue luci, al suo mare e alla sua gente, servisse soprattutto a
questo: a purgarci da ogni veleno, a farci
bucare la superficie e scendere in profondità per incontrare la Napoli
di dentro. Quella che, malgrado la zavorra accumulata nel corso della
sua lunga e, certo non facile, storia, riesce sempre a sconfiggere la
forza di gravità dell'esistere e a
levarsi in volo, lasciando tutti lì, con gli occhi alzati e la bocca
aperta, ad ammirarla, increduli. ,C'è una parola che, ogni volta che
vengo, mi accoglie ancora prima che lo facciano l'odore del mare, la
filigrana di questa luce (così diversa da quella che brilla a soli
duecento chilomentri da qui) o la voce inconfondibile della sua gente:
la parola passione. Passione intesa nel doppio
significato di amore e sofferenza, perchè credo che in pochi angoli del
pianeta amore e sofferenza si fondano con altrettanta intensità,
riuscendo a dar vita ad una così grande varietà e qualità di frutti. La
stessa varietà e qualità che daranno,
fondendosi, i colori-simbolo dei cinque itinerari di questa prima Notte
bianca di Napoli: un arcobaleno di occhi e di cuori che ricorderà a
tutti l'urgenza di dare più umanità a questa nostra umanità umiliata e
offesa e di insegnare a eliminare le
diffidenze per apprezzare le differenze. Le stesse di cui tutte le
città, e non solo Napoli, sono figlie.
E vorrei che questo fosse anche il senso del nostro appuntamento delle
prime ore del mattino in Piazza del Plebiscito e che questo "passare la
notte in bianco" ritrovasse lo spirito del suo significato originale:
una notte di veglia, tra pensieri e parole non banali, in attesa di un
giorno importante. E quando anche l'eco delle ultime note si sarà
dissolta e la luce tornerà ad illuminare questa città, il nostro "suonno"
non svanirà, così come non svanirà il brivido di aver appoggiato
insieme, per una notte almeno, l'orecchio sul petto
del Mediterraneo e aver ascoltato la voce rassicurante del suo
sciabordio.
IL
MATTINO 29 Ottobre
Si comincia con
Napule è«Napule è mille culure, Napule è mille paure, Napule è a voce
de' criature che saglie chianu chianu e tu sai ca' nun si sulo». Ore 18,
forse 18.30, si comincerà con Pino Daniele all’Auditorium della Rai,
inevitabilmente per pochi: i 300 inviti validi per 2 persone sono stati
assegnati ieri in appena quattro minuti ai navigatori più rapidi e
fortunati nel compilare l'apposito modulo elettronico sul sito
www.nottebiancanapoli.com, in 93.000 ci hanno provato per poi intasare
la rete con messaggi di rabbia, ma gli organizzatori non disperano di
poterli consolare mostrando almeno un paio delle canzoni dello show su
un maxischermo di salvataggio in una delle piazze della kermesse. Si
chiuderà con la Nuova Orchestra Scarlatti, pronta ad aspettare l’alba a
San Martino. In mezzo, di tutto, di più, anzi una scelta di suoni e
suggestioni, di risate newpolitane (la carica dei neocabarettisti
continua), di arte e intrattenimento, di spettacoli di strada e di
strade e piazze trasformate in spettacoli viventi. «Vivremo insieme una
notte speciale. Fatta di musica, danza, teatro, cinema. Una notte di
poesia. Ma anche di risveglio civile, di riscoperta del gusto di
incontrarsi e condividere la bellezza di questi luoghi», spiega
Bassolino dal suo blog. «Io vengo a vedere quello che succede», rilancia
Beppe Grillo, atteso alle 21.30 in piazza Dante, dopo i sons et lumieres
griffati Cirque du Soleil: «Non so davvero che farò, magari saltellerò o
mi spoglierò», continua il comico dal sorriso amaro pensando forse allo
sketch tra Celentano e Benigni. A proposito, ma la Notte bianca
newpolitana è rock o lenta? «Quella è una distinzione che va bene solo
per Adriano sulla base di un bel blues. La Notte bianca napoletana sarà
puro godimento, che è rock o lento a seconda del ritmo del momento,
dello stato del godimento». Grillo è gasato, sul suo ormai celebre blog
ci sono centinaia di messaggi e suggerimenti per il recital di stasera,
gli scrivono cose come «Napoli è l’unica città al mondo dove i
disoccupati scioperano per avere un lavoro». La teoria massmediatica
della città perduta non lo convince, come i titoloni del tipo «Napoli
addio»: «Ma chi lo decide? Napoli, come tante metropoli, è tutto e il
contrario di tutto». Un po’ come il cartellone di questa no-stop che
tiene dentro la sperimentazione tra canone bachiano e improvvisazione
jazz che Roberto De Simone affida a Maria Pia De Vito, ma anche Mario
Merola col figlio Francesco. Che mette in scena i nomi che contano del
neapolitan power che fu (Senese, Zurzolo, Esposito, Gragnaniello oltre
al jammone Daniele), ma anche i ragazzi cresciuti nei centri sociali
degli anni Novanta (Zulù, Almamegretta, 24 Grana) coi loro fratelli
maggiori Bisca. Che balla la tammurriata con Eugenio Bennato, Carlo
Faiello, i PietrArsa. Che suona il jazz e l’elettronica, canta con gli
Stadio e con Baglioni, riapre il Salone Margherita con le melodie
classiche partenopee affidate a Gianni Lamagna. Ritrova sugli schermi
delle piazze principali lo show di Benigni la settimana scorsa al Med e
all’Happy, elogio sviscerato alla napoletanità. Non dimentica le
tradizioni (a San Giovanni a Teduccio ci saranno anche i carri
allegorici). Unisce centro e periferia. Affida alle telecamere di Sandro
Dionisio il compito di girare il film che racconti questa notte di note
e chissà quante storie. f.v.
IL
MATTINO 29 Ottobre
E arrivò il giorno
della Notte bianca di Napoli, con almeno un milione di persone che si
riverserà nelle strade per una manifestazione unica nel suo genere.
Mille artisti per oltre 350 spettacoli: dai Decumani a Fuorigrotta, da
Mergellina a San Giovanni, dal Centro direzionale a Pianura, Napoli si
illuminerà per una grande kermesse. Pino Daniele si esibirà alle 18
all’auditorium della Rai, aprendo così la programmazione. Beppe Grillo
sarà a piazza Dante alle 22, Claudio Baglioni in piazza del Plebiscito
alle 3 del mattino, Franco Battiato presenterà al cinema Modernissimo il
suo nuovo film, «Musikanten», insieme con il filosofo Manlio Sgalambro.
Alla Stazione marittima gli Stadio daranno il via al loro tour. Il gran
finale a San Martino, con la nuova orchestra Scarlatti che saluterà
l’alba. A rendere magica la festa di luci saranno anche i negozi.
Maxi-isola personale dalle 20 alle 6, con sedici varchi. Potenziate le
corse degli autobus, funicolari e metrò resteranno aperti per tutta la
notte. Tutto esaurito in molti alberghi.
kataweb musica
27 Ottobre
Baglioni aziona la macchina del tempo
In triplo CD i successi di una carriera. La nuova Tutto qui titola
l'antologia. E ci sono anche tre inediti d'annata
di Enrico Deregibus
"Santa musica leggera" canta Baglioni in Tutto qui, il brano inedito che
dà il titolo al suo nuovo disco. E come dargli torto. Quel ragazzino che
vestiva di nero e che aveva il soprannome di
"Agonia" è diventato, grazie alle canzoni, prima icona da poster sui
muri delle camerette delle ragazzine degli anni Settanta. Poi autore via
via sempre più considerato. Tanto che oggi anche gli ascoltatori più
sofisticati di Baglioni dicono "non mi piace ma lo rispetto".
E rispetteranno anche Tutti qui, in uscita il 4 novembre, un triplo CD
(Baglioni da tempo è solito abbondare) con 40 hits che più greatest di
così non si può, più tre inediti presi dai cassetti e il brano che
intitola il disco. Per la serie: "Ora so cosa regalare a Natale alla
zia". Prezzo consigliato 29,90 euro.
"Non so se sono davvero tutti qui, ma so che sono tutti qui i pezzi
senza i quali, voltandomi indietro, non riconoscerei la strada, né
potrei essere la persona che sono" spiega Claudio. "Se sono quello
che sono - sparate al cuore, ma risparmiate il viso - lo devo anche a
loro. Sono i pezzi più fortunati, più ricordati e più cantati, certo,
anche se non necessariamente quelli che considero i più belli. Magari,
prima o poi, mi deciderò a raccogliere anche quelli".
La canzone nuova, che intitola la raccolta e che è già in radio da una
settimana, è un volgere lo sguardo indietro, a quasi 40 anni di canzoni.
Il testo è un po' ingenuotto e un po' sognante, com'era nei Baglioni nei
Settanta. Offre versi come "E una canzone non è
niente/ E' un odore o una bugia/ Soffia al cuore della gente/ Mentre
prova a volar via". Non c'è il giocoliere di parole degli Ottanta e
soprattutto Novanta, quando le sue mani diventavano sempre più ansiose
di cose proibite.
Il brano parla anche della forza della musica, che ha, dice Baglioni,
"la proprietà straordinaria di modificare il nostro rapporto con il
tempo e, qualche volta, di riuscire a girarlo a nostro favore.
Riascoltando queste canzoni ci accorgiamo che non serve una macchina del
tempo. La macchina del tempo esiste già. E' la musica. Niente, infatti,
è in grado di proiettarci
istantaneamente nel passato, restituendoci - intatti, lucidi, vividi -
fatti, luoghi, colori, profumi, voci, sensazioni, emozioni. E persone.
E, se la vita è l'arte dell'incontro, la musica è l'arte che meglio di
ogni altra rappresenta, fissa, perpetua quell'incontro".
I tre inediti d'annata sono curiosità ghiotte per i baglioniani. Non
sono pescati a caso, ma con una scelta oculata. Il che fa sperare che in
futuro venga fatta anche per altri artisti italiani, come accade spesso
in altri paesi. La prima rarità è Ci fosse lei, che è
niente popò di meno che la prima versione di Questo piccolo grande amore
(di cui Baglioni ha recentemente detto: "L'ho cantata 10mila volte, ci
sono invecchiato dentro per la metà di un secolo. La detesto!"). Al
posto della maglietta fina all'inizio c'era "Corri corri che fai corri
uomo lo sai/Verso il tuo destino", e chissà se con queste parole sarebbe
arrivato lo stesso il successone.
Poi c'è Annabel Lee, il primo brano scritto da Baglioni, nel 1967 (ma la
registrazione è di due anni dopo, ai tempi di una manciata di provini
alla Ricordi, cestinati in fretta) e ispirato a una poesia di Edgar
Allan Poe. E infine La suggestione, una delle tante canzoni
che Baglioni ha scritto per altri all'alba dei Settanta, epoca di vacche
magre. In questo caso era andata a Rita Pavone, che con la versione
francese Bonjour la France aveva scalato le classifiche.
Il cofanetto chiama a raccolta i pezzi più noti di Baglioni (più o meno
un quinto dell'intera produzione), ma in qualche modo anche i suoi fan.
Ovvero "quanti hanno fatto e fanno vivere in sé le mie
canzoni, regalandogli, di volta in volta, nuovo senso, nuovo valore,
nuova vita. Perché nelle canzoni si incontrano anche persone
irrimediabilmente divise dai chilometri o, addirittura, dagli anni.
Anime che vibrano per simpatia, che si ritrovano ad abitare uno stesso
sentimento, una passione, un sentire".
Il prossimo appuntamento per vibrare è per il 7 novembre, all'Auditorium
di via della Conciliazione di Roma, per un concerto speciale con la
Royal Philharmonic Orchestra a favore del Fondo per l'Ambiente Italiano.
Tutto qui - le canzoni
CD 1
Annabel Lee
La suggestione
Ci fosse lei
Signora Lia
Notte di Natale
Con tutto l'amore che posso
Porta Portese
Questo piccolo grande amore
Quanto ti voglio
W l'Inghilterra
Amore bello
Io me ne andrei
E tu
Poster
Sabato pomeriggio
Quante volte
Solo
CD 2
E tu come stai
Un po' di più
Via
Strada facendo
Buona fortuna
Fotografie
I vecchi
Avrai
La vita è adesso
E adesso la pubblicità
Amori in corso
Dagli il via
Io dal mare
Noi no
CD 3
Mille giorni di te e di me
Io sono qui
Acqua nell'acqua
Bolero
Fammi andar via
Da me a te
Cuore di aliante
Stai su
Sono io
Mai più come te
Tutto in un abbraccio
Tienimi con te
Tutti qui
Jugo.it
27 Ottobre
Tutti qui: il best of di Claudio Baglioni
Claudio Baglioni si racconta attraverso 40 anni di canzoni: esce ''Tutti
qui'', il greatest hits del cantautore romano.
Correva l'anno 1964 quando l'appena 13enne Baglioni si esibiva in quel
di Centocelle con uno dei brano storici di Paul Anka. Tra le note di
''Ogni volta'', l'oggi 53enne icona della musica italiana, emetteva il
primo vagito di una carriera longeva e ricca di soddisfazioni.
Per segnare l'inizio della propria storia in musica, raccontata
attraverso i brani di ''Tutti Qui'', Baglioni ha scelto una data che
rappresenta quasi un punto d'incontro tra l'esordio canoro e la
stipula del primo contratto discografico (1969 con la RCA): il 1967. Ma
il '67 è soprattutto l'anno del primo brano scritto di proprio pugno, è
l'anno di ''Annabel Lee''. Tappa fondamentale nella carriera
cantautorale di Claudio Baglioni, l'inedita ''Annabel Lee'', ripescata
negli archivi destinati ai provini, riemerge per diventare l'incipit di
''Tutti qui'', con i maggiori successi dell'artista romano dal 1967 ad
oggi. Il greatest hits, in uscita il 4 novembre 2005, si compone di tre
Cd contenenti ben 40 brani rimasterizzati in digitale, 3 rarità ed un
brano inedito (''Tutti qui''). Presenti tutti i successi che hanno
scandito le tappe di una carriera davvero ricca di soddisfazioni, da
''Sabato pomeriggio'', ''E tu come stai'' e ''Strada facendo'', fino ad
''Avrai'', ''Mille giorni di te e di me'' e ''Tienimi con te'', solo per
citarne alcuni. Non mancano poi curiosità (vere
chicche), come ''Ci fosse lei'', la canzone che sarebbe poi diventata
celebre con la versione dal titolo ''Questo piccolo grande amore''. Per
Claudio Baglioni ''Collezionare queste canzoni è stato come fare
l'appello. Raccogliere le cose che abbiamo sentito e che ancora sentiamo
più vicine. Le stesse che hanno segnato la mia storia personale e, in
qualche modo, accompagnato, punteggiato e, mi auguro, alleggerito la
vostra''. L'inedito ''Tutti qui'' rappresenta poi il filo logico, la
summa del sense/non-sense del tempo e del suo trascorrere che,
attraverso la musica, diventa quasi superfluo.
Tra le emozioni del passato e del presente, un Baglioni zingaro del
tempo ci conduce attraverso la sua e la nostra storia, in un viaggio
virtuale di musica e parole. ''Tutti qui'' esce il 4 novembre...
impossibile mancare all'appuntamento.
Flavio Sartini
RadioWebItalia
27 Ottobre
Il 7 novembre Baglioni in concerto per il FAI
Claudio Baglioni: Tutte le Notizie
27/10/2005 - Roma - Un cantautore straordinario per un concerto unico.
Così potremmo definire lo spettacolo che Claudio Baglioni proporrà il 7
novembre prossimo presso l'Auditorium della Conciliazione, a Roma. Un
vero e proprio evento nell'ambito del quale il cantautore romano ha
intenzione di mettere a disposizione le proprie canzoni per questa
serata, organizzata in
collaborazione ed a favore del FAI, Fondo per l'Ambiente Italiano. Il
ricavato, infatti, verrà utilizzato per sostenere la gestione dei beni
posti sotto la tutela dell' organizzazione. Uno spettacolo importante
che conferma il FAI come uno dei centri culturali che si
adopera per diffusione di musica di qualità.
Baglioni è un monumento della tradizione cantautoriale italiana. Durante
la serata ripercorrerà i momenti salienti della sua
brillante ed ormai decennale carriera.
Artista raffinato, originale ed irrequieto, ha saputo attraversare
trent'anni della nostra musica, regalando perle di poesia a migliaia di
persone che lo seguono fedelmente dai tempi di "Questo piccolo
grande amore", brano per cui, lui stesso, nutre un sentimento di amore
ed odio.
La capacità di rinnovarsi, la voglia di stupire sono le caratteristiche
che ormai lo contraddistinguono.
Il cantautore romano ha vissuto la gloria e la celebrazione di milioni
di fans. E' passato indenne tra le contestazioni di gente che non capì
un album geniale come "Oltre", perché, spesso, è difficile, per molti,
accettare che un artista cresca, si rinnovi, abbia bisogno di
comunicare qualcosa di diverso. Baglioni ha scritto pagine indelebili
della nostra storia musicale, senza mai ripetersi, mantenendo quella
integrità artistica che lo ha reso un mostro sacro della canzone
italiana.
Da ricordare la sua intensa e varia attività live. Dallo strepitoso tour
che, nei primi anni ottanta, trovò supporto nell'album "Alè òò",
registrato nella splendida cornice di Villa Borghese, passando per
"Assolo", in cui Claudio affrontava il proprio pubblico da solo, a
viso aperto, fino ai nostri giorni con i mega-concerti che hanno
riempito lo stadio Olimpico.
In occasione di questa serata, l'artista romano sarà accompagnato dalla
presenza della Royal Philharmonic Orchestra, una delle più famose e
prestigiose formazioni orchestrali del mondo. L'evento ha già trovato
un'ampia adesione, ed i biglietti vanno verso il tutto esaurito.
Restiamo in attesa di rimanere stupiti ed attoniti di fronte
all'ennesima 'magia' di Claudio.
ADN
Kronos
MUSICA: GIA' SOLD OUT BAGLIONI CON LA ROYAL
PHILHARMONIC ORCHESTRA TUTTO ESAURITO IL CONCERTO A FAVORE DEL FAI DEL 7
NOVEMBRE
Roma, 27 ott. - (Adnkronos) - E' gia' tutto esaurito il concerto a
favore del Fai, il Fondo per l'Ambiente Italiano, che Claudio aglioni,
accompagnato dalla Royal Philarmonic Orchestra, terra' a Roma lunedi' 7
novembre alle 21 all'Auditorium Conciliazione, (Via onciliazione 4).
Il
Mattino 27 Ottobre
BAGLIONI, BOX CON INEDITI
«Così è nata Questo piccolo
grande amore»
Doveva essere il suo anno sabatico, o
quasi, questo 2005, ma Claudio Baglioni l’ha affollato di appuntamenti e
impegni come non mai: nei negozi arriva «Tutto qui», collezione dei suoi
hit dal 1967 ad oggi, sabato sarà di scena alla Notte bianca napoletana
(«alle tre del mattino in piazza del Plebiscito, speriamo di non
arrivarci troppo stanco, anzi di arrivarci sveglio»), il 7 novembre sarà
all’Auditorium Pio di Roma per riproporre il suo repertorio con la Royal
Philharmonic Orchestra («con Paolo Gianolo ho preparato arrangiamenti
che partono da una matrice pop per arrivare a una commistione
classico-sinfonica»), ha già composto l’inno per le Olimpiadi invernali:
«Dev’essere una crisi da vecchiaia, una smania d’autore, per Torino ho
scritto cose tra la modernità e l’amarcord umbertino, sto persino
facendo non dico da architetto, ma da coaugolatore di un progetto di
riqualificazione delle Isole pontine». A riportarlo agli esordi della
sua carriera ora c’è questo triplo box antologico: «È quasi un incidente
di percorso, fino a ieri inimmaginabile e reso possibile dalla fusione
tra le due multinazionali che detengono i diritti della mia produzione,
la Bmg e la Sony. Non ci avevo mai pensato e quando è spuntata l’ipotesi
non sapevo come scegliere le canzoni: con il mio gusto avrei messo in
piedi una scaletta per il 60 per cento diversa, ma alla fine ho fatto
prevalere il mio destino di cantore popolare». Tutti i successi,
insomma, «dagli inizi a oggi, quelli veri, che la gente ha comprato,
cantato e vissuto», partendo però da «Annabel Lee», inedito del 1967: «È
la prima cosa che ho registrato, avevo 16 anni, ero magrissimo, vestivo
di scuro e mi chiamavano ”Agonia”: cosa potevo incidere se non una bella
solfa ispirata al mio scrittore preferito dell’epoca, Edgar Allan Poe,
su amore e morte, Eros e Tanathos?». Se è strano ascoltare questo
Baglioni, ancor più buffo è l’effetto che fa «Ci fosse lei», primissima
versione di «Questo piccolo, grande amore», secondo un referundum
televisivo di qualche tempo fa addirittura «la canzone del secolo». Il
ritornello più o meno è quello, il resto è un sorprendente beat
sinfonico, quasi progressive rock: «A quei tempi il rock
classicheggiante era la trovata del momento, ”Eloise” di Barry Ryan ci
aveva convinti che si poteva scrivere una piccola suite pop in 4
minuti». Terzo e ultimo inedito d’epoca (per le radio e la promozione
c’è il suono più contemporaneo del pezzo che dà il titolo alla raccolta)
«La suggestione», che Rita Pavone portò al successo oltralpe come «Bonjour
la France»: «È un provino del tardo ’68, quando proprio non sapevo come
sbarcare il lunario scrivevo per altri. Ero già sotto contratto con la
Rca, facevo il turnista, suonavo la chitarra in studio, ma non bastava.
Quel pezzo, semplice e orecchiabile, lontano dal filone
ermetico-esistenzialista che all’epoca prediligevo, finì nelle mani di
Rita, con Morandi simbolo e voce dell’Italia giovane. Quando andai a
trovarla a Parigi mi accorsi che la gente la fischiettava in
metropolitana». f.v.
Il
Messagero 27 Ottobre
Dall’“Agonia” al
successo: Baglioni è “Tutto qui”
di MARCO MOLENDINI
ROMA - Tutto Baglioni o quasi, anche quando vestiva di nero e gli amici
del Prenestino lo chiamavano “Agonia”. Quaranta titoli, dai più celebri
agli inevitabili resti d’archivio. Miracolo dei tempi nostri (la crisi
discografica e la conseguente fusione fra Bmg ex Rca, l’etichetta che lo
lanciò, e la Sony-Cbs). «Cose da archeologia» scherza Claudio. E
racconta di Annabel Lee , il primo pezzo della raccolta, voce
roca, quasi irriconoscibile, ispirato da una pesia di Edgar Allan Poe:
«Avevo 16 anni, era il ’67. Era il mio primo provino per la Rca. “Questo
qui non farà nulla di buono” commentò l’allora direttore artistico».
Ci fosse lei è l’altro ripescaggio , una sorta di prima versione di
Questo piccolo grande amore: «Le due canzoni hanno in comune la
parte centrale. Ricordo un pomeriggio, vivevo ancora al Prenestino.
Steso sul letto con la chitarra in mano composi la strofa di Piccolo
amore , ma l’inizio non mi piaceva, così venne l’idea di prenderlo a
prestito da Ci fosse lei , dove canto “lei era un piccolo grande
amore solo un piccolo grande amore, niente più ”».
C’è un terzo inedito d’epoca nella raccolta, La suggestione : «A
quel tempo facevo provini alla Rca per Sanremo, ho cantato di tutto,
anche Modugno: erano dei campioni che venivano fatti sentire ai
possibili interpreti per il Festival. Mi capitò, così, di incidere La
spada nel cuore di Donida (ma c’è chi dice che fosse di Battisti)
che poi cantò Little Tony. Ero fra quelli che soggiornavano al bar della
Rca sulla Tiburtina in attesa dell’occasione giusta. E l’occasione
arrivò con Rita Pavone che scelse La suggestione per farne una
versione accattivante destinata all’estero. In Francia vendette un
milione di copie. Mi ci sono comprato un Ford Transit». Infine c’è il
brano nuovo, Tutto qui, «canzone nata dal desiderio di dare un
significato a tutto ciò» spiega semplicemente Claudio che non nega la
sua sofferenza nell’affrontare la selezione finale per arrivare a 40
pezzi: «A 60 ho gettato la spugna e ho lasciato fare agli altri»,
confessa. E aggiunge: «Fa un effetto strano riascoltarsi a distanza di
tanti anni, è come guardare una vecchia foto, ma in fondo ho provato un
senso di allegria, nel constatare che qualcosa è successo, che ho fatto
un lungo percorso». Avrebbe voluto altre canzoni nel gruppo delle
elette: per esempio Le ragazze dell’est e Notte di note . Quanto
ai suoi pezzi più celebrati ammette una decisa preferenza per Mille
giorni di te e di me e per Fammi andare via : «Sono quelle che mi
rappresentano meglio, anche se Questo piccolo grande amore è
indubbiamente una canzone ben scritta».
Il triplo album uscirà il 4 novembre. Il 7 Baglioni riproporrà di nuovo
la sua collezione musicale in un concerto antologico all’Auditorium con
la Royal Philarmonic orchestra (in questi giorni sta lavorando con Paolo
Gianolio alle orchestrazioni). Il concerto è organizzato per sostenere
il Fai, la fondazione che lavora per salvare, restaurare e aprire al
pubblico luoghi d’arte e di natura tra i più belli d’Italia: «Sono per
la rivoluzione della bellezza, sono d’accordo con Celentano, dobbiamo
avere rispetto per le nostre città, è questa la cosa più rivoluzionaria
che ha detto nel suo show televisivo».
IL GAZZETTINO
Giovedì, 27 Ottobre 2005
Baglioni olimpionico: di lancio del disco
Oltre ai tre cd in uscita, Claudio ha scritto la sigla tv delle
Olimpiadi invernali e farà il tedoforo
di GIÒ ALAJMO
«È il mio quarto "inno", dopo quello degli europei di nuoto, della
nazionale di calcio e, non dimentichiamolo, dell'Atletico Van Goof -
dice Claudio Baglioni - per cui si può dire che io sia un artista
inno-vativo...». Sarà sua infatti la sigla che fino alla fine di
febbraio segnerà gli appunamenti televisivi con le Olimpiadi invernali
di Torino 2006. «I tagli al Fus hanno provocato anche una riduzione del
budget olimpico, per cui salterà il concerto che avevo previsto per
l'occasione, ma qualcosa inventeremo lo stesso. Intanto farò il tedoforo
olimpico. Porterò la fiaccola per il mio tratto. Mi sto già allenando».
Baglioni "olimpionico" sta anche allendandosi al... lancio del
disco. È infatti da oggi nei negozi la sua prima antologia "completa":
tre cd che abbracciano l'intero periodo della sua carriera, dal primo
provino "Annabel Lee" del 1967 di cui è stata trovatra una lacca in
archivio, fino all'inedita "Tutti qui", scritta per l'occasione e che,
oltre a dare il titolo alla raccolta, è un omaggio alla canzone e al suo
valore.
Perchè questa raccolta?
«Perchè è capitato che le mie due case discografiche, la Bmg-Rca
con cui avevo esordito, e la Sony per cui ho registrato negli ultimi
lustri, si sono fuse e quindi per la prima volta è stato possibile usare
in un unico progetto tanto le registrazioni di proprietà della prima
quanto quelle di quest'ultima».
Il triplo album contiene «tutte le canzoni che hanno fatto la mia
storia, anche se ovviamente solo una parte delle duecento che ho
scritto. Ci sono alcune cose curiose e rare, come "Ci fosse lei", una
«suite alla maniera di "Eloise" di Barry Ryan» che poi fu "revisionata"
e si trasformò in "Questo piccolo grande amore", o "La suggestione" che
non avevo mai inciso e che si prese Rita Pavone portandola in Francia e
facendone un successo da un milione di copie con lo sciovinistico titolo
di "Bonjour la France". I brani sono stati tutti rimasterizzati per dare
una uniformità sonora, ma sono essenzialmente quelli, com'erano, in
qualche caso anche con qualche imbarazzo da parte mia ma anche qualche
piacevole sorpresa al riascolto dopo tanti anni. "E tu" per esempio ha
ancora un suono irripetibile e alcuni arrangiamenti, come "Sabato
pomeriggio" hanno una dinamica che ci siamo dimenticati. Oggi è tutto
schiacciato, anche dal punto di vista della creatività. Si osa di meno».
Baglioni considera "Tutti qui" come il suo album di ricordi:
«Proprio in questi gorni facevo il mio primo concorso a Centocelle, a 14
anni, al festival di San Felice di Cantalice, e quindi sono 40 anni
suonati. In tutti i sensi».
E la canzone che dà il titolo alla raccolta?
«Da una parte è una domanda, dall'altra la speranza di aver
raccolto in tanti anni passati, pezzi di vita e di canzoni. Un po' lo
scrivo nel testo della canzone: la passione della musica leggera è nel
mettere insieme persone anche lontane o che continuano a vivere
nell'ascolto di quei brani».
Ma cos'è davvero la canzone?
«Continuo a pensare che sia comunque una seranata, sia che parli
di sentimento, di amore, o diventi un'invettiva. La canzone di impegno
civile, sociale è un lancio, una chiamata. Ma ci vedo sempre qualcuno
che canta davanti a un balcone»
Per Fernanda Pivano i cantautori sono i poeti di oggi.
«Forse è perchè i poeti di una volta si sono fatti fuori da soli.
Non si sono mai espressi a livello popolare. Il poeta o è di corte o dei
salotti. I veri poeti popolari cominciano a essere quelli della beat
generation, che facevano le letture in pubblico, mentre gli altri sono
finiti nelle pubblicazioni di nicchia o a leggersi le loro cose fra di
loro».
Lampedusa dopo il tuo festival "O scià" è tornata alla ribalta per
l'inchiesta dell'Espresso sul centro di accoglienza.
«Sì, ho incontrato il giornalista che mi ha detto di avere
approfittato della confusione per i concerti per buttarsi in acqua e
farsi trovare fingendo di essere un clandestino. Mi ha detto che mentre
era chiuso lì la nostra musica gli faceva compagnia. Mi auguro che tutto
serva a migliorare le condizioni del centro di accoglienza o a spostarlo
altrove, perchè è una vergogna assoluta. Quanto a "O' Scià" ha avuto
vasta eco e l'idea si sta consolidando. L'Unione Europea se n'è
interessata e l'anno prossimo dovremmo avere la collaborazione
necessaria a farne un vero festival d'incontro dei popoli e delle
musiche del Mediterraneo».
Il 7 novembre Baglioni si esibirà per il F.A.I. in un concerto
benefico all'Auditorium di via della Conciliazione a Roma con
un'orchestra sinfonica, «esperienza che mi piacerebbe ripetere un giorno
a Venezia, nella nuova Fenice a cui sono molto legato». È dalla fine
dell'anno promette di rimettersi al lavoro per un nuovo album.
Roma, 27 ottobre 2005 - «Rock e
politica ormai hanno lo stesso livello di spettacolarità. Il programma
di Adriano Celentano dimostra come ormai entrambi debbano recuperare un
loro equilibrio». Lo ha dichiarato in un'intervista a 'Libero' il
cantautore Claudio Baglioni commentando il nuovo show del molleggiato.
«Tutta quella denuncia sulla libertà di stampa - ha detto Baglioni -
quella classifica dove l'Italia passava dalle retrovie al primo posto,
mi sembra pura retorica. Credo che non abbia molto senso - ha aggiunto
Baglioni - che Santoro vada a parlare di quello. Il fatto è che in 'Rockpolitik',
Celentano segue una preparazione molto studiata, c'è un'architettura
molto stabilita della trasmissione».
«Rockpolitik è troppo sotto gli occhi di tutti - ha spiegato Baglioni -
e si corre il rischio di una pericolosa deformazione. A 'Svalutation'
avevo partecipato e mi era piaciuto. Ma in quel programma c'era più
spontaneità, improvvisazione. In questo - ha continuato Baglioni - forse
si legge lo spaccato di come noi siamo. Il nostro è un Paese di
anarchici conformisti: non ci si capisce nulla».
MusicaItaliana.com 26 ottobre
'Tutti qui':
Baglioni rimette insieme trentotto anni di canzoni
Anche le
fusioni aziendali, alla fin fine, possono avere i loro risvolti
positivi. Prendiamo le major discografiche Sony e BMG, per esempio:
depositarie, con gli antichi marchi CBS e RCA, dell’intero catalogo di
Claudio Baglioni, stanno per dare alle stampe (l’uscita è fissata per
venerdì 4 novembre) “Tutti qui”, prima “collezione” retrospettiva
completa dedicata al cantautore romano, addirittura su triplo Cd (a
prezzo consigliato di 29,90 euro) con quasi tutti i classici, qualche
rarità ad uso e consumo di fan e collezionisti e l’inevitabile pezzo
inedito da dare in pasto alle radio per promuovere l’intero progetto (si
intitola come il disco, vedi News). “E’ stato un avvenimento
imprevedibile, in effetti, a rendere possibile questa operazione ”,
racconta Baglioni al telefono; “il mio contratto con la CBS/Sony mi dava
la facoltà di vietare qualsiasi antologia, diritto che fino ad oggi ho
sempre esercitato. Non mi andava che sul mercato circolassero tante
raccolte diverse, e tutte incomplete”.
Questa invece ripercorre cronologicamente quasi 40 anni di carriera,
spalmati su 44 titoli scelti personalmente dall’autore. “Ho voluto
raccontare una storia, la successione cronologica dà l’idea di un
cammino in cui le canzoni fanno da contachilometri, da pietre miliari.
E’ come affacciarsi alla finestra e osservare un panorama dall’alto, o
rivedere in sequenza determinati momenti della propria vita. Per questo
ho selezionato i brani più popolari, quelli più eseguiti in pubblico e
più cantati”. Non necessariamente i suoi preferiti, dunque. “Non è stato
facile pescare da un repertorio di 160 brani… Avessi scelto in base al
mio gusto personale, la scaletta probabilmente sarebbe stata diversa al
60 %. Ma qui entra in gioco il gusto un po’ aristocratico del
compositore, quel vezzo di difendere sempre le opere passate
inosservate. ‘Notte di note’, che ha aperto diversi miei concerti in
passato, è una di quelle canzoni che avrebbero potuto esserci e non ci
sono. E poi ‘Le ragazze dell’Est’, ‘Le vie dei colori’, ma anche pezzi
più antichi come ‘Do re mi fa sol’. Tutto non si poteva includere,
sarebbe diventata l’enciclopedia britannica”.
Le tre “rarità” stanno in apertura. La prima, “Annabel Lee”, vede un
Baglioni sedicenne cimentarsi nel 1967 in un provino per la RCA, oggi
recuperato dalla “lacca” originale. “Quel pezzo”, ricorda Claudio, “era
ispirato a una poesia di Edgar Allan Poe. Così giovane cercavo già di
darmi un tono un po’ dark… Comincia come una classica canzone
cantautorale anni ‘60, alla Sergio Endrigo, e poi all’improvviso irrompe
quella specie di raptus teatralizzato, come in un musical in miniatura.
L’ho voluta inserire per ricordare che non è cominciato tutto con
‘Signora Lia', l’ho immaginata un po’ come quegli apripista senza numero
che aprono le gare di sci. Era anni che volevo riproporla, avevo in mano
una lacca di seconda generazione e poi ne abbiamo trovata una in
condizioni migliori”. La seconda è un provino, tardo ’68, de “La
suggestione”, canzone che con il titolo di “Bonjour la France” divenne
un hit milionario oltralpe per l’interpretazione di Rita Pavone.
“Scrivere per altri”, dice Baglioni, “non è mai stato il mio forte. Ma
in quel momento dovevo ancora incidere le mie prime canzoni, sbarcavo il
lunario senza grandi risultati. Avevo già un contratto con la RCA in
tasca, facevo il turnista, suonavo la chitarra in studio, e tra i
giovani autori ero uno di quelli che aveva più voce. Così cominciai a
mandare provini in giro, sperando che qualche interprete si decidesse a
inciderli. Mi venne fuori questo pezzo, molto semplice e molto diverso
dai miei altri del periodo che erano molto più inclinati sul versante
ermetico-esistenzialista. La Pavone, che in quel momento era l’artista
più popolare d’Italia insieme a Morandi, la propose ai francesi con un
testo molto accattivante che solleticava il loro sciovinismo. Quando
andai a trovarla a Parigi mi accorsi che la gente la fischiettava in
metropolitana”. Ancora più sorprendente è “Ci fosse lei”, beat sinfonico
dagli accenti western (!) che nel ritornello contiene i germi del
superclassico “Questo piccolo grande amore”… “C’era un po’ la moda del
pop rock classicheggiante, a quei tempi. Hai presente ‘Eloise’ di Barry
Ryan? Ci si sentiva autorizzati a creare minisuite, piccole sinfonie pop
in quattro, cinque minuti. Altri tempi, oggi è tutto più omologato…
Sembra che le mie canzoni di maggior successo debbano sempre avere una
gestazione lunga e difficile. E’ successo anche con ‘Mille giorni di te
e di me’, ci ho messo sei o sette anni a completarla”. Ebbe subito
l’impressione, Baglioni, di aver centrato il bersaglio con il suo
piccolo grande amore, e quella maglietta fina entrata nell’immaginario
collettivo di più generazioni? “La suonavo alla chitarra in camera mia e
avevo l’impressione di una freschezza speciale, di un racconto musicale
che scorreva fluido. Avevo già inciso tutte le parti strumentali
dell’album omonimo, un disco che anche a riascoltarlo oggi suona molto
complesso, e poi me ne ero partito per concerti nell’Est europeo, in
Polonia e in Cecoslovacchia dove ero diventato un piccolo divo e
cominciavo a guadagnare soldi. Tornato in Italia non avevo neppure
voglia di finirlo, quell’Lp, convinto che anche stavolta non sarebbe
successo nulla. Mi spronarono a completare il lavoro, e dopo tre
settimane ero già secondo in classifica. Furono Arbore e Boncompagni a
‘Per voi giovani’ ad adottare per primi ‘Questo piccolo grande amore’ e
a farne un successo”.
Fu anche una sterzata decisa, determinante, di stile: “Sentivo un gran
bisogno di farmi comprendere…Qualcuno, credo fosse Fabrizio Zampa sul
Messaggero, sentendomi interpretare ‘Notte di Natale’ alla Mostra
Internazionale di Venezia scrisse che cantavo cose isteriche e
incomprensibili. Stando all’estero avevo capito che il linguaggio doveva
servire a comunicare, decisi di smetterla con la ricerca ossessiva di
uno stile letterario. La maglietta fina apparteneva al linguaggio della
strada, dei tram e dei marciapiedi. Chi mi aveva apprezzato fino ad
allora finì per togliermi il saluto…”. Già, erano gli anni ’70 delle
lotte studentesche e dell’impegno, e non erano tutte rose e fiori per il
paladino degli amori adolescenziali. “Per tutti gli anni ’70, in
effetti, sono stato un irregolare. Il clima era teso, ogni volta ai
concerti si rischiavano legnate, minacce e contestazioni. Ma forse
qualcuno mi considerava persino innocuo, in fondo era più dura per gente
come De Gregori: lo ricordo distrutto, a cena, la sera dopo il famoso
processo pubblico a Milano. Alla fine anch’io ho avuto la mia
beatificazione da parte dell’intellighenzia: senza di quella l’ingresso
nell’olimpo dei grandi artisti ti è precluso…”.
Con “Solo” (1977) e il di poco successivo passaggio dalla RCA alla CBS
si avverte un altro cambio di passo, di intenzioni, di atmosfere.
“Concordo. Ci sono album più importanti di altri, e ‘Solo’ è uno di
quelli. Anche se il taglio netto col passato arrivò con ‘Strada facendo’:
lì la musica diventava più asciutta, il linguaggio più consapevole.
Nella carriera di tutti esistono dischi vagone e dischi locomotiva. A
quest’ultima categoria, secondo me, appartiene anche un disco come ‘Oltre’.
L’album più disorientante per tutti, anche per me. Uscì otto mesi dopo
il previsto, accompagnato da una campagna marketing dissennata. Rischiai
la faccia e la dignità, ma volevo completarlo alle mie condizioni. Lo
feci contro tutto e contro tutti: mi è servito per dare una spallata ad
un muro di convenzioni, è il disco che mi ha insegnato ad avere coraggio
e a mettermi in gioco. Pur con tutti i suoi difetti, le ossessioni e gli
eccessi. Era anche un momento difficile della mia esistenza, in quel
periodo vita privata e professionale si sovrapponevano come in un
reality ante litteram”. Uno shock per i fan, comunque, una fuga brusca e
volontaria dal successo e dalla popolarità accomodante, con quei testi
astrusi e quelle musiche fin troppo dense. “Tutti noi cantanti”, ammette
Baglioni, “attraversiamo un periodo in cui cominciamo a detestare l’idea
della popolarità, chiudendoci in noi stessi e diventando un po’
antipatici. Ci sono cascato anch’io, in questa trappola, più o meno tra
la fine degli anni ’80 e gli inizi dei ’90. Allora mi convinsi che non
fosse più il caso di consumare un rapporto così ravvicinato con il
pubblico, mi stavo quasi convincendo a seguire le orme di Greta Garbo,
di Mina e di Battisti. Poi, complice l’incidente d’auto che mi ha dato
una sveglia, ho ricominciato a prendere le cose con più leggerezza, a
rendermi conto nuovamente del privilegio che hai quando negli occhi e
nei gesti della gente leggi la soddisfazione dello stare insieme. A quel
punto ho ricominciato a moltiplicare le mie presenze in pubblico,
soprattutto nei concerti che sono il più grande regalo che possa
capitare a chi ha la fortuna di fare il mio mestiere”. Non solo. Gli
anni ’90, per Baglioni, non sono solo anni di dischi e di tournée ma
anche di tv al fianco di Fabio Fazio: quanto basta a stravolgerne
un’immagine consolidata di cantautore serioso e un po’ ingessato. “Porta
Portese” e "W l’Inghilterra”, altre selezioni di “Tutti qui”, servono
anche a ricordare che un certo tono scanzonato, in fondo, gli
apparteneva anche prima. “Certo, sul mio primo disco c’erano canzoni
sceme come ‘Mia cara Esmeralda’ o ‘Quando tu mi baci’ che prendevano in
giro la musica da piano bar. Ma sono stato etichettato come il cantante
sentimentale per eccellenza, quello che, almeno per tutti gli anni ’70,
scriveva gli hit dell’estate: e va bene così, per carità. La tv? Prima
di andarci con Fazio ci apparivo una volta ogni tre anni, la mia
immagine era così indefinita che dopo essermi tagliato i capelli potevo
andare in giro senza che nessuno mi riconoscesse. In tv in genere si dà
il peggio di se stessi, ma nel momento in cui ho potuto andarci senza
dover fare per forza il piazzista di me stesso l’ho vissuta per quello
che è, come il più grande teatro del mondo. Ho cominciato a provare un
sentimento d’affetto nei confronti della telecamera, a capire che da
qualche parte c’era un pubblico vero in ascolto”. Da qui a Sanremo il
passo è lungo, nonostante il fresco invito di Panariello? “Lo ringrazio
molto, ma insomma… ho molto da fare e chiuso il 2005 voglio prendermi
una pausa di riflessione per pensare ai miei prossimi progetti, primo
tra tutti un nuovo disco di inediti. In passato mi sono difeso dal
festival anche con storielle sciocche: sostenendo ad esempio di non
poter tradire San Felice da Cantalice, patrono del mio primo concorso
canoro quarant’anni fa in una piazza di Centocelle. Dopo ‘Anima mia’ mi
avevano addirittura chiesto di andarlo a presentare, Sanremo, ma poi ci
fu una mezza insurrezione dei discografici che gridavano al conflitto di
interessi… Mi sembra comunque che ultimamente il festival stia
cominciando a riequilibrarsi in favore della musica, dopo anni di gran
commedia mediatica”. A proposito di impegni: Baglioni racconta di aver
già scritto l’inno per le Olimpiadi Invernali a Torino, mentre il 7
novembre, all’Auditorium di via della Conciliazione a Roma, sarà sul
palco con la Royal Philharmonic Orchestra per riproporre il suo
repertorio in versione “sinfonica” (vedi News): “Io e Paolo Gianolio,
che insieme a me ha curato tutte le orchestrazioni, non abbiamo voluto
fare una trascrizione diretta degli arrangiamenti. Li abbiamo rivisti e
in alcuni casi completamente trasformati in funzione dell’apporto dei 67
orchestrali della Philharmonic. L’idea è di partire da una matrice pop
per arrivare ad una commistione classico-sinfonica. Abbiamo riadattato
anche brani rock come ‘Via’ e ‘Strada facendo’ e sono molto curioso di
ascoltare il risultato…E poi è per una buona causa, lo facciamo per il
FAI. Sono convinto che la prossima vera rivoluzione avverrà quando ci
metteremo a cercare la bellezza e l’armonia delle cose”.
ANSA
26 ottobre
Triplo cd con 40 brani, tra i quali un
inedito e alcune sorprese da collezionista appassionato, in arrivo per
Claudio Baglioni. E dal punto di vista storico, sono proprio le tre
rarita' i titoli piu' sorprendenti: 'Annabel Lee', 'Ci fosse lei' e 'La
suggestione'. 'Tutti qui', che e' anche il titolo della raccolta, e'
l'inedito scritto per la raccolta. Tra 'Annabel Lee' e 'Tutti qui'
scorre dunque la storia di uno dei protagonisti assoluti della musica
italiana.
ADNKRONOS
26 ottobre
MUSICA: BAGLIONI, CON 'TUTTI
QUI' COME FARE L'APPELLO DI 40 ANNI DI NOTE
ESCE IL 4 NOVEMBRE IL TRIPLO
CD CON 40 CLASSICI, 3 RARITA' E UN INEDITO
Roma, 26 ott. (Adnkronos) -
''Non so se sono davvero Tutti qui ma so che sono tutti qui quei pezzi
senza i quali, voltandomi indietro, non riconoscerei la strada fatta,
ne' potrei essere la persona che sono''. Cosi' Claudio Baglioni parla
del triplo cd, in uscita venerdi' 4 novembre, che mette per la prima
volta insieme tutti i suoi piu' grandi successi dal 1967 ad oggi (ben 40
brani rimasterizzati in digitale), piu' 3 vere rarita' e il brano
inedito ''Tutti qui'' che da' il titolo alla raccolta.
Corriere
della Sera 26 Ottobre
Il cd in vendita domani con «Magazine» assieme
al «Corriere» Ron: i miei duetti benefici con le star Potere della
beneficenza. Jovanotti, Baglioni, Carboni, Dalla, Elisa, Consoli,
Bersani, Raf e Bertè e altre star, tra le quali Anggun, nello stesso cd.
Le ha riunite Ron, mente e anima di «Ma quando dici amore», cd benefico
a favore dell’Aisla, associazione che si occupa di ricerca sulla
sclerosi laterale amiotrofica (il morbo di Lou Gehrig), che sarà in
vendita domani con Magazine del Corriere della Sera (a 10,90 euro oltre
al prezzo di copertina). «Il progetto - spiega Ron - nasce da una mia
sofferenza profonda. Un mio amico è stato colpito da questa malattia per
la quale non esiste terapia: si può sperare, in futuro, solo nella
ricerca». Così Ron ha preso il telefono in mano e ha convinto i
colleghi. «Ho saltato gli intermediari e mi sono rivolto direttamente
loro. Li ho sorpresi e hanno accettato. E tutti sono venuti
gratuitamente». Ognuno ha scelto una canzone di Ron ed ecco i duetti.
Nel cd c’è anche un video diretto da Renato Zero, un incontro-colloquio
fra lui, Ron e l’amico colpito dalla malattia. Chi l’ha sorpreso?
«Carboni. Ha scelto "Anima", canzone che era stata scritta per essere
cantata a voce spiegata. Lui l’ha resa più interiore». Il cd non resta
un progetto isolato: «Mi piacerebbe organizzare un grande concerto. Non
finisce certo qui».Altre NOTIZIE SUL DISCO:Per un album che contribuisce
alla lotta alla Sclerosi Laterale Amiotrofica il cantautore pavese
chiama a sé molti artisti Sono ben 13 i duetti che costituiscono l’assatura
portante del nuovo cd di Ron, in uscita il 27 ottobre. Alla
realizzazione dell’album, intitolato “Ma quando dici amore”, hanno
partecipato: Anggun, Claudio Baglioni, Samuele Bersani, Loredana Bertè,
Luca Carboni, Carmen Consoli, Lucio Dalla, Elisa (nella foto), Jovanotti,
Mario Lavezzi, Nicky Nicolai e Stefano Di Battista, Raf e Tosca. più
apprezzati brani del repertorio del cantautore di Garlasco acquisiscono
nuove sonorità nell’inedita interpretazione a due: Non abbiam bisogno di
parole interpretato con Baglioni, Una città per cantare con Bertè, Anima
con Carboni, Cambio Stagione con Consoli, Sei volata via con Jovanotti,
Cosa sarà con Lavezzi, Chissà se lo sai con Nicolai/Di Battista. Ma nel
CD si possono ascoltare anche brani meno noti che gli artisti hanno
particolarmente apprezzato e quindi voluto riproporre insieme
all’autore: Le foglie e il vento con Bersani, Le ragazze con Dalla, Ma
quando dici amore con Elisa, La pace con Raf, Quanto amore c’è con
Tosca. Infine, Catch you, inedito scritto proprio per questa occasione
da Ron con Anggun ed interpretato dagli stessi autori, insieme per la
prima volta. Tutte le canzoni sono state registrate nello studio di
registrazione di Ron, l’Angelo Studio di Garlasco (Pavia) tra gennaio e
giugno 2005: sei mesi durante i quali, in momenti diversi, i singoli
interpreti si sono uniti a lui ciascuno per due/tre giorni di lavoro
comune. Nel disco si ascolta anche la voce di Renato Zero. Ma quando
dici amore è realizzato infatti per sensibilizzare l’opinione pubblica e
per portare aiuto all’AISLA (Associazione Italiana Sclerosi Laterale
Amiotrofica), onlus impegnata nella lotta contro una malattia
degenerativa a oggi ancora incurabile.
Pienone da Notte bianca. Fioccano le
prenotazioni per questo fine settimana. Gli alberghi sono in trend
positivo rispetto all’anno scorso. E si mira in questi giorni a centrare
il pienone, o almeno a sfiorarlo. «L’80% degli alberghi sono già
prenotati per il fine settimana, è un motivo di soddisfazione» spiega
l’assessore regionale alle attività produttive, Andrea Cozzolino, il
padre della notte bianca napoletana. Un’occasione di sviluppo, quindi,
per Napoli e le sue imprese. Non solo spettacoli. Turismo e commercio
dovrebbero prendere una boccata d’ossigeno dalla Notte bianca. «Ogni
euro investito - ricorda ancora l’assessore - produrrà, per la città e
per le attività commerciali e turistiche, 10 euro di ricavo. Questo
dimostra che l’evento non è solo un grande evento di promozione del
territorio, ma anche un grande fatto economico». Coinvolti anche i
commercianti, Ascom e Confesercenti, le due organizzazioni di categoria,
in testa. «Non meno di duemila vetrine saranno illuminate» assicura
Maurizio Maddaloni, presidente dell’Ascom. Altra luce verrà «da
diecimila torce che saranno distribuite dagli albergatori ai loro
clienti - afferma l’assessore comunale al turismo Luca Esposito - anche
quelli dei bed e breakfast, associazione con la quale abbiamo stretto
accordi perché punta a un’utenza giovanile». Massiccia quindi l’adesione
degli esercenti e, naturalmente, dei pubblici locali. Tanti ristoranti
proporranno un loro piatto speciale e comunque ci saranno vendite
promozionali e altre iniziative. A corso Umberto, per esempio, la
libreria Pisanti organizza un concerto su una pedana di legno.
Un’orchestra di otto elementi in una strada rimasta fuori dal circuito
di iniziative e lettura di libri. Negozi, dunque aperti almeno sino a
mezzanotte, con le strade dello shopping trasformate in palchi di
spettacoli e iniziative culturali, tutte a cura dei vari centri
commerciali. In piazza San Francesco e in piazzetta Volturno, ad
esempio, saranno allestiti palchi sui quali si esibiranno gruppi di
musica popolare fino all’alba. Nella Vicaria, l’associazione «Centovie»
sarà teatro dell’esibizione del campione del mondo di acconciature
maschili, saranno inoltre allestiti 12 gazebo per performance e sfilate
di moda. Mentre a via Nazionale la Notte bianca si prolungherà fino
all’Epifania, con vetrine addobbate e luminarie natalizie accese. Sconti
e gadget per chi fa compere dalle 20 in via Chiaia, mentre in via Toledo
saranno aperti anche gli esercizi della grande distribuzione con
iniziative promozionali. A Soccavo a partire dalle 20,30 «sagra della
salsiccia» con degustazione della birra «Cerveza presidente», prodotta
nella Repubblica Domenicana. Tutta la collina del Vomero sarà coinvolta
fino alle 3 di notte, con i negozi aperti e spettacoli musicali a piazza
Vanvitelli e lungo le principali strade dello shopping. A Fuorigrotta
vetrine illuminate di bianco e promozioni speciali per i clienti fino a
mezzanotte. Mentre Adolfo Masullo, presidente di Confesercenti annuncia
che lungo i Decumani, i bar aderenti offriranno sfogliatella e caff‚ al
costo di 1,50, mentre le pizzerie proporranno una margherita e una birra
a 4 euro. Altro momento importante, l’estrazione del biglietto fortunato
per vincere una crociera. Chi acquista un qualsiasi prodotto dalle 20 in
poi compilerà una cartolina presso il negozio in questione. Tutte le
cartoline saranno poi portate a piazza Plebiscito dove alle 5 ci sarà
l’estrazione. Altra curiosità: sarà un premio doppio, cosi che - come ha
ricordato l’assessore provinciale Giovanna Martano - «consumatori e
commercianti potranno andare in vacanza insieme». La crociera sarà su
una nave di Msc, colosso del settore che sta investendo sempre di più a
Napoli, «porto toccato - dice il direttore commerciale Leonardo Massa -
67 volte nel 2006 con un movimento di 135mila croceristi».
La 'Notte bianca' a Napoli sarà la notte del commercio. Negozi, bar
e ristoranti lungo i cinque percorsi dove avranno luogo i più di 350
spettacoli previsti, resteranno aperti, dal centro alla periferia, per
vivere l'evento dello shopping sotto le stelle. Al momento, le adesioni
si aggirano attorno all'80 per cento degli esercizi dislocati nelle
vicinanze degli eventi. Saranno circa duemila le vetrine illuminate dei
negozi del centro storico, del Vomero, di Chiaia, Fuorigrotta e Soccavo.
Ci saranno vendite promozionali, esibizioni e una crociera in palio tra
coloro che avranno fatto acquisti dalle 20 in poi, del 29 ottobre 2005.
Un premio doppio, che andrà anche al titolare dell'esercizio presso il
quale è stato effettuato il fortunato acquisto. A presentare le
iniziative legate al commercio per la 'Notte bianca' sono stati, ieri
mattina a bordo della nave MSC Sinfonia, l'assessore regionale alle
Attività produttive Andrea Cozzolino, l'assessore al Turismo della
provincia di Napoli, Giovanna Martano, l'assessore al Commercio del
comune di Napoli, Raffaele Tecce. Con loro, il presidente dell'Ascom-Confcommercio
della provincia di Napoli, Maurizio Maddaloni ed il presidente
provinciale di Confesercenti Napoli, Adolfo Masullo. Presente, inoltre,
il direttore commerciale di Msc Crociere, Leonardo Massa.
Nei giorni scorsi Antonio Bassolino, presidente della regione Campania,
ha più volte ribadito l'importanza di una manifestazione che deve
necessariamente vedere la collaborazione di tutti.
"L'80 per cento degli alberghi sono già prenotati per il fine settimana,
è un motivo di soddisfazione per Napoli e la Campania", sottolinea
l'assessore Andrea Cozzolino, il quale ricorda anche gli avvenimenti che
si terranno nelle periferie, sottolineando l'elemento di legalità che si
vuole evidenziare fuori dal centro cittadino: "Gli eventi sono notevoli,
avremo in apertura il disco di Pino Daniele, la conclusione di Claudio
Baglioni, poi la ricchezza di esibizioni sui palchi disseminati in
città. Insisto sulle periferie, San Giovanni e Pianura, dove ci saranno
eventi importanti. Sono due quartieri che hanno dato filo da torcere
alla camorra ed è giusto che la 'notte bianca' sia dedicata soprattutto
a loro", ribadisce Cozzolino. "Ogni euro investito produrrà, per la
città e per le attività commerciali e turistiche, 10 euro di ricavo.
Questo dimostra che l'evento non è solo un grande evento di promozione
del territorio, ma anche un grande fatto economico. Il successo
dell'organizzazione è merito soprattutto della grande collaborazione
istituzionale e di un comitato volontario", precisa l’assessore. La
città sarà sicura, garantisce Cozzolino "ringrazio il prefetto Renato
Profili e le forze dell'ordine che hanno disposto il raddoppio delle
normali misure di sicurezza. Questo è un impegno preso con i
commercianti. E dopo la Notte Bianca si aprirà un confronto
programmatico sul commercio in Regione, daremo il via agli Stati
Generali del commercio e renderemo stabile la Notte Bianca, che
diventerà un evento permanente anche nel resto della Regione", conclude
l’assessore. Secondo Antonio Pace, presidente napoletano della Fipe,
Federazione italiana pubblici esercizi. "La manifestazione è molto
importante e merita la nostra totale collaborazione, e in tal senso
l'entusiasmo dimostrato dai commercianti e nello specifico, dai gestori
di bar e ristoranti, è stato sinceramente inaspettato. Per quel giorno,
e ribadisco solo per quel giorno e mai più, i ristoranti serviranno un
menù ‘In bianco’, ossia pietanze unicamente dal colore bianco. Mentre le
pizzerie - prosegue il presidente Pace - non da meno, serviranno la
pizza bianca; e i bar, pure, hanno inventato un cocktail da aperitivo di
colore bianco. E' un'iniziativa che rende ancora di più l'unicità
dell'evento. In occasione di questa grande festa si è pensato molto alla
partecipazione dei commercianti, considerando il periodo di crisi che
stanno e stiamo affrontando. Vorrei che dal 29 ottobre - conclude il
presidente della Fipe - si risvegliasse quello stimolo che spinge tutti
noi commercianti a fare di più, sempre". Come sottolinea Giovanni
Allinoro, vice presidente dell'Ascom di Napoli, "Ritengo che una
manifestazione del genere possa essere la giusta spinta affinché si
risveglino gli animi troppo assopiti di questa città. Partire
dall'attività del commercio mi sembra la scelta più ovvia, ed è per
questo che all'Ascom di Napoli abbiamo istituito una task force per i
commercianti che vorranno aderire alla "Notte Bianca". Abbiamo lavorato
molto non solo per cercare più adesioni possibili - spiega Allinoro - ma
anche per tutelare la sicurezza di quelli che rimarranno aperti. Il
nostro intento, come Ascom, è quello di far aderire interi centri
commerciali, e non il singolo commerciante, che da solo non trova
stimoli a rimanere aperto l'intera notte. La risorsa commerciale,
rappresenta per questa manifestazione un elemento strategico", conclude
Allinoro.
La
provincia di Cremona 24 Ottobre
Televisione. E’ ufficiale la conduzione del comico Panariello racconta
il ‘suo’ Sanremo
ROMA — Un festival di Sanremo che coniuga modernità e tradizione, «con
il cuore di Pippo Baudo e il cervello di un Chiambretti e di un Fazio»,
che vuole ripartire dalla musica con grandi artisti sia come autori che
come ospiti, e che vedrà Giorgio Panariello «centrocampista anziché
attaccante» come ha detto lui stesso a Saint Vincent alla consegna delle
Telegrolle, dove l’incarico è stato
ufficializzato. «Partiremo dall’ottimo lavoro fatto l’anno scorso da
Paolo Bonolis per quanto riguarda le classifiche e le categorie con
qualche variazione», ha detto Panariello. E ha aggiunto: «Sarà un
Festival alla mia maniera, ma non il Festival di Panariello, sarà la
kermesse della canzone italiana». Panariello, prima di mettersi al
lavoro, ha chiesto la collaborazione dei grandi cantanti italiani in
veste di autori e sul palcoscenico perché, ha detto il comico «devono
esserci». Tra gli ospiti che gli piacerebbe avere, Claudio Baglioni,
Renato Zero, e tra i giovani Tiziano Ferro, i Negroamaro. Mentre per gli
artisti stranieri, tra i grandi sogni ci sono i Rolling Stones,
Springsteen, Michael Jackson, Julio Iglesias, «che si porta dietro un
mondo».
Il
Gazzettino 24 Ottobre
Saint Vincent
Un festival di Sanremo che coniuga modernità e tradizione, «con il cuore
di Pippo Baudo e il cervello di un Chiambretti e di un Fazio», che vuole
ripartire dalla musica con grandi artisti sia come autori che come
ospiti, e che vedrà Giorgio Panariello «centrocampista anziché da
centravanti che si diverte a fare gol». Giorgio Panariello parla così
del suo Festival di Sanremo 2006: in settimana il comico toscano firmerà
con Raiuno per l'impegno ufficializzando una notizia nota da mesi.
«Lavoriamo da giugno al progetto - spiega Panariello a Saint Vincent,
dove alle Telegrolle ha vinto il premio "Scommessa vinta" per la sua
interpretazione nella fiction "Matilde" - ci ho messo un po' per capire
come il mondo musicale sarebbe entrato nella mia vita».
Panariello non sarà solo il presentatore, ma anche il direttore
artistico del Festival assieme a Gianmarco Mazzi, alla sua terza
esperienza sanremese: «Siamo come Starsky e Hutch - scherza l'attore -
abbiamo cercato di capire come i discografici
avrebbero risposto a un mio eventuale sì alla conduzione. E Mazzi, che
ha superato indenne anche il festival di Tony Renis, penso che ormai
possa affrontare qualsiasi trincea».
Panariello parla di Festival «velluto e acciaio.
Voglio che sia un Sanremo gradito, se riesco a realizzare l'idea che ho
perfettamente chiara nella mente sarò tranquillo. Gli ascolti non mi
preoccupano: il risultato, rispetto all'edizione di Paolo Bonolis, sarà
sicuramente negativo, non è possibile fare gli ascolti che ha fatto lui.
Io voglio che la gente torni a fare gruppi di ascolto nelle case per
vedere il Festival. Sono un fan di Sanremo, mi piacerebbe riportarlo ai
fasti di un tempo». Per il momento, spiega Panariello, «stiamo ancora al
soggetto, ora ho cominciato a pensare ai personaggi e alla
sceneggiatura. Ho chiesto la collaborazione dei grandi cantanti
italiani, trovo che non possano esimersi dall'essere a Sanremo che è la
più grande vetrina musicale del mondo. Nomi non ne faccio ancora, sto
parlando molto, sono
andato a cena con diversi cantanti. Li voglio come ospiti, in gara o
anche come autori. Parlo di Baglioni, Dalla, Renato Zero», che
difficilmente, visto il rapporto di amicizia che lo lega a Panariello,
non sarà della partita. «Ho trovato una predisposizione ottima - dice
Panariello - il lavoro fatto lo scorso anno da Bonolis è piaciuto. Ma
vorrei anche Tiziano Ferro, i Negramaro, Mango. Gli ospiti? Mi
piacerebbero i Rolling Stones, Springsteen e Michael Jackson ma anche
Woody Allen. Ma soprattutto Julio Iglesias, che porterebbe un mondo
dentro il festival. L'importante è che non arrivino ospiti solo per fare
promozione e salutare in italiano».
Ovviamente Panariello non sarà da solo sul palco a presentare: «Ci sarà
una presenza femminile o maschile - puntualizza - non voglio le
classiche due vallette. Non intendo sconvolgere la liturgia del Festival
ma ho bisogno di avere sul palco persone che siano coprotagonisti
fortissimi e che mi permettano di giocare. Donne? certo, le donne con un
comico sono uno schema che funziona da sempre, dai tempi di Macario. Ma
nomi non ne faccio anche se un'idea ce l'ho». Tosca D'Aquino o Sabrina
Ferilli? «Vedremo».
L'abolizione delle due vallette non sarà l'unica novità del festival di
Panariello: confermata l'abolizione del "Dopofestival", Sanremo punterà
anche su eventi che, dalle prossime settimane fino all'inizio della
rassegna, accompagneranno l'evento principale. «Voglio che l'attenzione
non sia solo per l'Ariston ma che Sanremo si apra a tutta l'Italia,
all'Europa e al mondo. Voglio aprire la
porta dell'Ariston portando il Festival fuori». Oltretutto, la settimana
del Festival sarà quella di fine febbraio/inizio marzo, in piena par
condicio elettorale: «Le tensioni che potrebbero essere provocate dalla
vicinanza delle elezioni
saranno stemperate con la musica. Niente comici? Ci sono io. E comunque
non voglio che il giorno dopo la
serata, sui giornali la gente legga il titolo su Benigni che tocca "il
pacco" a Baudo mentre magari Mango, che è stato due mesi a preparare la
sua partecipazione, non ha neanche una riga».
Per quanto riguarda i giovani che parteciperanno in gara «vorremmo
riuscire a vedere direttamente noi i cantanti e a sceglierli. Già ricevo
un sacco di materiale di giovani bravissimi. Ci accuseranno di avere
troppo potere decisionale sulle canzoni perché saremo noi ad invitare i
cantanti. Ma ho lavorato per dieci anni in radio e l'orecchio per
riconoscere se uno è bravo ce l'ho. Non vorrei ritrovarmi a prendere
cantanti per forza ma volentieri». Insomma, spiega l'attore, «non sarà
il Festival di Panariello ma il Festival della
canzone italiana. E mi piacerebbe che alla fine il pubblico ricordi più
una canzone che l'eccezionalità o le stranezze degli ospiti». Anche se
il Cet di Mogol resterà il punto di riferimento per il training dei
giovani cantanti che saranno selezionati, qualche nube all'orizzonte c'è
già: per esempio l'irrisolta questione delle scommesse sui cantanti che
lo scorso anno portò a una dura battaglia
con i discografici. «Il problema - spiega Mazzi - è che i Monopoli
difendono la possibilità di scommettere su qualsiasi cosa e l'industria
non gradisce. La volontà dell'industria e degli artisti è che non si
scommetta più su di loro». Insomma Panariello, che già pensa a tornare
alla fiction dopo l'esperienza del Festival («Ho due-tre progetti con la
Rai e vorrei continuare a fare quel tipo
di cinema comico ma anche drammatico iniziato con "Matilde"»), non si
nasconde e già è pronto per la battaglia: «Per un artista fare Sanremo è
come entrare nell'album delle figurine o vincere uno scudetto. Come
avrei potuto dire di no?» R.C.
Il
Denaro 21 Ottobre
dalla sede rai di Napoli
Riapre l’auditorium restaurato, occasione di rilancio per il Sud
Un palcoscenico di 700 metri quadri in grado di ospitare un'orchestra di
100 elementi ed un'ambizione dichiarata: quella di far rivivere i fasti
delle prime serate tv che, in onda da Napoli, a cavallo tra gli anni
Sessanta e Settanta, tenevano incollati allo schermo l'Italia intera. Si
presenta con una nuova veste l'auditorium del centro di produzione Rai
di Napoli, restaurato in pochi mesi, e presentato ieri nel corso di una
conferenza che si è tenuta nel foyer della rinnovata struttura
intitolata a Domenico Scarlatti. In un video
clip scorrono le immagini della memoria: sul palco dell'auditorium
napoletano si riconoscono un Gianni Morandi versione 'fatti mandare
dalla mamma', Rita Pavone, Pippo Baudo, che qui nel 1974 presentò Senza
Rete, e ancora Alberto Lupo, Renato
Rascel, Massimo Ranieri, la grande Mina, un imberbe Claudio Baglioni,
l'orchestra della Rai. Un passato importante ed un futuro tutto da
scoprire ma già denso di appuntamenti: si comincia domenica con un
concerto dell'orchestra Rai, per l'occasione è
previsto un collegamento con Domenica In, la diretta radiofonica e la
ripresa televisiva di Raisat, seguito sabato 29 ottobre dal concerto di
Pino Daniele nell'ambito delle iniziative previste per la Notte Bianca,
alla prima edizione a Napoli. Ma in cantiere ci sono anche quattro prime
serate tv tra dicembre e gennaio di cui si saprà di più nelle prossime
settimane, due concerti a febbraio
dell'associazione Scarlatti e ancora il balletto del San Carlo e le
iniziiative del Maggio dei Monumenti. Il cartellone completo per il
biennio 2006/2007 sarà disponibile entro la fine dell'anno.
“A Roma tagliano i fondi per la cultura? Noi nei prossimi giorni
approveremo la legge regionale sullo spettacolo e stanzieremo più
risorse a favore di questo settore”. Risponde con un annuncio il
presidente della Campania Antonio Bassolino a chi gli chiede cosa pensi
dei tagli previsti dalla Finanziaria per la cultura e lo spettacolo. “Il
mio augurio - dice a margine della presentazione del
nuovo auditorium della Rai di Napoli - è che a Roma ci siano orecchie
sensibili che sappiano raccogliere l'appello di Roberto Benigni”.
Bassolino ribadisce l'auspicio che le risorse regionali per lo
spettacolo siano aggiuntive rispetto a quelle provenienti dal governo e
ribadito il suo giudizio critico verso la Finanziaria. “I tagli alla
cultura e allo spettacolo - ha sottolineato il governatore - sono
particolarmente gravi come lo sono quelli nel sociale perché attengono
alla nostra identità, mi batterò perché il Parlamento cambi la
Finanziaria. In ogni caso noi facciamo la nostra parte, investiamo
risorse rilevanti con la Rai a Napoli per l'Auditorium, l'archivio
multimediale delle opere d'arte, l'archivio della canzone napoletana,
oltre agli accordi per le riprese sul nostro territorio delle fiction di
maggior successo”.
Il
Mattino 20 Ottobre
Notte bianca: apre Grillo, chiude Baglioni
CRISTIANO TARSIA L’ultimo big, in ordine di tempo, è Pino Daniele. Certa
la sua partecipazione alla Notte Bianca. Da definire ancora location e
orario, probabilmente il cantautore si esibirà all’auditorium Domenico
Scarlatti sabato sera. In alternativa, ipotesi più remota, la Galleria
Toledo ai Quartieri Spagnoli. È l’ultima chicca di un programma
ricchissimo, che unisce centro e
periferie. Rispetto al progetto originario ogni giorno aumentano le
piazze-teatro, i luoghi dove sarà possibile festeggiare la Notte Bianca.
Basta dare uno sguardo a luoghi e orari per capire che c’è l’imbarazzo
della scelta tra concerti, spettacoli,
cabaret, cultura, teatro, gastronomia e chi più ne ha... Diverse le
piazze principali. A piazza Dante, a esempio, concerti, dalle 23, di
Maurizio Capone Bungt Bangt, Enzo Gragnaniello ed Eugenio Bennato. Il
tutto presentato da Maria Mazza, una delle voci di questa Notte Bianca.
Nella vicina piazza Matteotti, spettacoli di danza sulle gradinate della
Posta Centrale, dove alle 2 si esibirà
Peppe Lanzetta. A piazza del Carmine, alle 22, La Notte della Tammorra,
mentre piazza San Francesco, a Porta Capuana, sarà il regno dei
neomelodici, con l’esibizione di Mimmo Dani, Alessio, Albertuccio Cocò,
Rita Siani, Maria Nazionale, Enzo Ilardi,
Natale Galletta, Fabiana e Franco Calone. Si ballerà, invece, dalle 21
alle 5 alla Stazione Marittima con i dj di Radio Capital,
l’esibizione-anteprima degli Stadio e la performance di Gegè Telesforo.
Una Grande kermesse di musica, moda e cabaret
sarà invece a piazza San Pasquale, a Chiaia, con la presentazione di
Ornella Mancini e il concerto di Gianni Conte (voce), Mario Sbeglia
(pianoforte) e Marzo Zurzolo (sax), a seguire di Fausto Cigliano e dei
Neri per Caso. Preceduti dal cabaret di Gino Rivieccio. Musica etnica
alla Rotonda Diaz, con esibizioni dalle 21.30 dei Bisca, Almamegretta, O
Zulù in the al Mukawama Experiment, 24
Grana e Sud Sound System. E se alle 4.30 il Concerto della Nuova
Orchestra Scarlatti a Largo San Martino sarà per veri nottambuli, alle 3
il clou da non perdere sarà a piazza Plebiscito con Claudio Baglioni.
Sound anche nelle periferie. A San Giovanni a Teduccio Enzo Gragnaniello
precederà il concerto di Mario e Francesco Merola. Dall’altra parte
della città, a piazza Italia a Fuorigrotta, si
ballerà e canterà dalle 21 con James Senese-Napoli Centrale, Tony
Cercola, Popularia, Brunella Selo, Rino Zurzolo, Umberto Sangiovanni, Il
Giardino dei Semplici e Sasà Mendoza. Il tutto alternato con il cabaret
di Rosalia Porcaro, Antonio e
Michele (duo comico di Zelig), Nando Varriale e Giancarlo Barbara.
Performance unplugged per piano e voce al teatro Galleria Toledo a
mezzanotte con Meg e i Nous. Location particolare per Eugenio Bennato
nella «sua» Bagnoli, nel giardino della facoltà
di ingegneria a via Nuova Agnano. Altro big ingaggiato è Franco Battiato,
che presenterà il il suo nuovo film Musikanten al Modernissimo a
mezzanotte. Come detto, però, non ci sarà solo musica. A via Caracciolo,
dalle 21, dimostrazioni sportive, da lbasket al tiro con l’arco, allo
skateboard. Castel dell’Ovo, invece, illuminato a mezzanotte e trenta:
un gruppo di subacquei con un suggestivo gioco di luci creeranno un sole
sul castello.
A via Scarlatti e via Luca Giordano, mostra degli abiti storici del San
Carlo. Mentre a Rampe Brancaccio Lino D’Angiò, Monica Sarnelli e Lino
Daniele presentano una sfilata di moda. Altro clou della serata, ore 22,
l’inaugurazione ufficiale della manifestazione, a piazza Dante, con lo
spettacolo di Beppe Grillo. Nel centro storico, alle 21 a piazza del
Gesù torna Strit Festival, il teatro di strada, (Teatro Nucleo, Nuovo
Circo Immaginario, Du und Nichts, Adrian Kaye, Saeed Fekri, Duo Temba,
con il passaggio della Banda Do Berimbau,
itinerante lungo il percorso del festival) mentre a piazza Bellini La
piazza della solidarietà vedrà il teatro della Comapgnia dei Liberanti,
e la musica del senegalese Mai Kad, dei tunisini del Marzouk Ensemble,
dei Totramundos, con esibizione di capoeira, danza brasiliana che
assomiglia a un’arte marziale e del Baule di Silvio Sgariglia,
spettacolo teatrale.
Il
Denaro 20 Ottobre
Napoli
terziario & sviluppo
Notte Bianca: evento da 1 mln e 200mila euro
La città diventerà un unico grande palcoscenico. Le opportunità di
scelta non mancheranno fra i 350 spettacoli previsti. Ci sarà spazio per
il teatro, la cultura, la gastronomia, lo sport, i negozi terranno le
saracinesche aperte: è "La Notte Bianca" di Napoli, in programma per
sabato 29 ottobre, presentata ieri alla Regione Campania. L’evento
comporta un investimento di circa 1 milione e
200 mila euro da parte della Regione Campania e avrà - ne sono convinti
il presidente della Giunta regionale, Antonio Bassolino e il sindaco di
Napoli, Rosa Russo Iervolino - notevoli benefici sul commercio e sui
servizi.
Negozi a saracinesche alzate, vetrine illuminate, università e chiese
aperte: i napoletani, ma anche quanti verranno da fuori regione e da
altre località di Italia, sottolinea il Governatore Antonio Bassolino,
“avranno modo di vivere una grandissima esperienza che servirà a
valorizzare anche la nostra identità di grande città europea e
mediterranea”. Il sindaco Rosa Russo Iervolino
sottolinea la forte sinergia istituzionale e con le organizzazioni di
categoria per progettare l'evento, ribadendo “che la città ha risposto
immediatamente” e che la manifestazione riguarderà tutti i quartieri:
quelli del centro e della periferia. “Napoli sa mostrare sempre il suo
vero volto - aggiunge il sindaco - di città che sa vivere i momenti di
gioia e di dolore”.
L'evento è promosso da Regione Campania, Provincia e Comune di Napoli in
collaborazione con Confcommercio e Confesercenti. Dai Decumani a
Fuorigrotta, dal lungomare di Mergellina a San Giovanni, dal Centro
Direzionale a Pianura, la città si illuminerà per una grande festa. Gli
organizzatori hanno avuto la conferma dell'adesione di Pino Daniele, che
all'auditorium Scarlatti presenterà il suo ultimo album. E ancora: Beppe
Grillo a piazza Dante aprirà la manifestazione, Claudio Baglioni sarà in
piazza del Plebiscito,
con le canzoni che hanno accompagnato tre generazioni di italiani.
Franco Battiato, in veste di regista, presenterà al Cinema Modernissimo
il suo nuovo film, "Musikanten", insieme con il filosofo Manlio
Sgalambro.
“Sarà la festa dei giovani, del commercio, sarà una festa sicura. Quella
notte Napoli sarà illuminata anche dalle luci dei negozi.
L'organizzazione della Notte Bianca — commenta l’assessore regionale
alle Attività produttive Andrea Cozzolino - è un evento che rappresenta
una delle funzioni espletate dell'assessorato che rappresento. Bisogna
promuovere anche attraverso questi eventi lo
sviluppo produttiva della Regione. Non potevamo non partire da una
grande realtà come Napoli — prosegue - in uno straordinario rapporto di
collaborazione con i commercianti. Questa iniziativa è rivolta
innanzitutto a loro perché possano creare un’opportunità di ricchezza”.
“La notte bianca di Napoli è un’iniziativa - sottolinea l’assessore
regionale alla Sicurezza delle città Andrea Abbamonte - in cui la
sicurezza assume una valenza cruciale. Attraverso una serie di
interventi mirati, nel centro come nella periferia della città,
l’assessorato alla Sicurezza delle città fornirà il proprio contribuito
al successo di questa no-stop di shopping e cultura.
Attiveremo e coordineremo, in collaborazione con l’Assessorato
competente, gli operatori qualificati della Protezione civile,
attrezzati e dislocati in punti nevralgici. Predisporremo anche presìdi
della Croce Rossa, per le emergenze, nei luoghi di maggiore affluenza e
aggregazione”.
“Con questa iniziativa la Regione si conferma vicina alle esigenze dei
giovani — aggiunge l’assessore regionale all’Università e alla Ricerca
Teresa Armato — affiancandoli in tutte le loro iniziative, quale appunto
la Notte Bianca. L’Università non deve essere considerata solo un luogo
di studio e d’impegno dedicato alla formazione, ma anche un’istituzione
che li affianca nei momenti di
svago e libertà. Perciò la Regione ha inteso sostenere i giovani
studenti universitari nell’organizzazione di un evento dalla ricca
connotazione etica e sociale”. In quest’ottica la sede in via Nuova
Agnano della Facoltà d’Ingegneria — che per la prima volta aprirà al
pubblico i giardini — ospita per tutta la notte un evento-spettacolo che
si apre con l’esibizione di Rosalia Porcaro.
“La notte bianca — sottolinea l’assessore comunale al Turismo Luca
Esposito - rappresenta una grande opportunità per Napoli. Come già in
altre capitali europee, penso a Parigi e Roma, le strade della città si
illumineranno per ospitare eventi e spettacoli. Dai Decumani a Scampia,
dal lungomare a San Giovanni, al centro direzionale, la città diventerà
un unico grande palcoscenico. Napoletani
e turisti — aggiunge - saranno attori e spettatori di un evento
irripetibile. Un’iniziativa che ci permetterà di trasmettere un'immagine
di Napoli fresca e dinamica e di potenziare il turismo giovane nella
nostra città”.
“Non è che in una notte dimenticheremo i problemi di Napoli — dice
Bassolino - ma certamente mostreremo il volto vero della nostra città,
una città che sa fare davvero comunità”.
re. na.
Ansa
17 Ottobre
Torino 2006: salta lo show diretto da Claudio Baglioni17/10/2005
21.54.00
(ANSA) - TORINO, 17 OTT - Salta per mancanza di fondi lo spettacolo per
100 giorni dall'inizio di Torino 2006, di cui era direttore artistico
Claudio Baglioni. L'annullamento e' stato deciso dal Toroc in accordo
con lo stesso Baglioni e con la Rai, che avrebbe dovuto trasmetterlo in
prima serata, "a causa della situazione finanziaria - spiega una nota
del Toroc - presentata nei giorni scorsi", con la prospettiva di un
possibile taglio in Finanziaria. Lo spettacolo era in programma al
Palavela il 4 novembre. MRL
IL
MATTINO 17 Ottobre
Notte Bianca. Calcetto e scherma sul lungomare
Si arricchisce di giorno in giorno il programma
della Notte Bianca, notte di tredici ore (grazie al ritorno dell’ora
solare) e dai mille eventi. Come anticipato, l’area del porto e di
piazza Municipio saranno il centro dell’evento che ruoterà, in orari
differenti, fra sedici palchi piazzati nei punti strategici della città.
Al programma del 29 ottobre, stanno lavorando gli assessori comunali
Parente, Furfaro Esposito, quello provinciale Martano, e gli assessori
regionali Cozzolino e Cascetta. Gli Stadio alla Stazione Marittina. Sarà
il porto ad ospitare l’anteprima nazionale del tour degli Stadio per un
evento che animerà tutta «l’isola» compresa fra piazza del Municipio e
gli imbarchi. A scaldare il pubblico i dj di Radio Capital, la radio
partner della manifestazione. Dalle 22 selezioni di grandi classici ’70,
’80, ’90. Un’ora dopo l’anteprima assoluta del nuovo tour teatrale degli
Stadio. Il loro «L’amore volubile» è ai primi posti delle classifiche di
vendita da oltre un mese. Il palco e la notte verranno lasciati poi al
Groove Master di Gegè Telesforo e la sua band. La notte dello sport.
Campi di calcetto, gare, un’area della città attrezzata per chi volesse
passare un’insolita nottata inseguendo un pallone. Secondo anticipazioni
sul programma, che vedrebbe anche la partecipazione attiva di atleti
olimpionici, questa cittadella dello sport destinata a durare tredici
ore, dovrebbe sorgere a ridosso di via Caracciolo. Grillo a piazza
Dante. Trecento eventi in tutto con più di mille artisti impegnati. E se
l’appuntamento con Beppe Grillo - un successo ininterrotto nonostante
l’ostracismo dal video - è fissato alle 20 a piazza Dante, restano da
definire le coordinate di altri due eventi che dovrebbero riempire la
Notte Bianca. Franco Battiato sarà comunque a Napoli, per impegni.
Dovrebbe esibirsi anche nell’ambito della Notte Bianca al chiuso di una
sala cinematografica. Di Claudio Baglioni si sa che non dovrebbe
cambiare l’abituale location di piazza del Plebiscito, dove si è già
esibito con Gigi D’Alessio. Come muoversi. Con un euro si potrà
acquistare il passaporto per tutta la Notte Bianca. In città ma anche
dagli altri centri di tutta la regione, i trasporti pubblici
funzioneranno come se fosse giorno in quella che si preannuncia come una
bella prova per i sistemi integrati regionali di trasporto. Napoli,
sulla quale si convergerà innanzitutto dal resto della regione, sarà
divisa in due fasce; una zona rossa, in cui non si potrà andare in auto
(dalle 20 di sabato sino alle 6 di domenica mattina), e una verde. Gli
itinerari «colorati». L’azzurro del cielo per la musica, la danza, le
arti visive, l’astronomia; il giallo della terra per il ballo, il gusto
e il teatro; il verde dell’acqua per lo sport, il mare e la moda; il
rosso del fuoco per il cinema, la letteratura, la poesia e l’arte; i
colori della solidarietà, quelli dell’arcobaleno e della Pace, per
l'immigrazione, il commercio equo e solidale. Seguendo il colore dei
drappi si percorreranno percorsi a tema. Cinque i quartieri coinvolti.
Il centro (zona tra Stazione marittima, piazza Plebiscito e via Toledo),
Chiaia, Vomero, Pianura e San Giovanni a Teduccio. re.cro.
mazaraonline.it
15 Ottobre
«Notte bianca» a Mazara per il
Satiro tornato a casa
Il 15 Ottobre. Alla kermesse parteciperanno, fra gli altri, Claudio Baglioni e Vittorio Sgarbi
I capelli al vento, l'ebbrezza mistica indotta dal vino e dal moto
vorticoso, il Satiro in estasi è tornato a casa, dopo avere incantato
tre milioni e mezzo di ossequiosi giapponesi all'Expo di Aichi. E adesso
lui, che a orge e banchetti era avvezzo, avrà una festa ben più casta,
anzi una «notte bianca» ricca di ospiti, in programma il
prossimo 15 ottobre, a partire dalle 21, sul lungomare di Mazara del
Vallo. Claudio Baglioni e Vittorio Sgarbi mai e poi mai si perderebbero
l'evento e, infatti, saranno sul palco a parlare e cantare il primo, a
pontificare il secondo. Ci sarà un balletto di danza contemporanea con
le coreografie di Mvula Sungani dell'Italian DanceTheatre, e non mancherà la parte brillante affidata a
due comici ancora top secret. Condotto da Salvo La Rosa, lo spettacolo durerà due ore, poi tutti al museo di Sant'Egidio,
fino alle 6 del mattino. Ha spiegato ieri in conferenza stampa l'
assessore regionale ai Beni culturali e ambientali, Alessandro Pagano:
«Per questa festa vogliamo sfruttare l'onda
lunga prodotta dall'America's Cup. Con la statua bronzea abbiamo
esportato la Sicilia positiva catturando una fetta di mercato turistico
giapponese che in Italia non cerca più solo Firenze e Roma.
L'attenzione sui Satiro non deve mai calare, intorno a lui deve andare
avanti il dibattito scientifico».
Ma come sta il nostro Satiro dopo la lunga trasferta? «Il Satiro sta
bene e si muove sempre con accanto i suoi angeli custodi, ovvero i
tecnici dell'Istituto Centrale del Restauro, che possono contare su
tecniche avanzate che permettono l'esposizione e il trasporto della
statua»,ha riferito, rassicurante, il soprintendente ai Beni culturali
di Trapani, Giuseppe Gini. Il sindaco di Mazara del Vallo, Giorgio
Macaddino ha annunciato che la Snav Rete Gas ha accolto la richiesta del Comune ed è disponibile a partecipare alla gestione
diretta dell'appalto per una campagna di ricerca sottomarina nell'area
in cui è stato ritrovato il Satiro. Bella notizia, che apre una
questione importante: la ricerca di una nuova dimora per il cittadino più
famoso di Mazara. L'ipotesi «da sogno» sarebbe quella di utilizzare
l'ex carcere mandamentale e l'attigua chiesa di San Francesco che un ingente restauro, finanziato con fondi Por
2007/2013, trasformerebbe in un grande contenitore in grado di accogliere il «pescato» delle previste campagne di scavo nel
Mediterraneo. Buone notizie anche per Francesco Adragna, capitan Ciccio,
«esempio di legalità» per aver consegnato quel «fagotto» senza
braccia e senza la gamba destra, catturato nel Canale
di Sicilia 114 marzo del 1998. L'iter burocratico è concluso, il
capitano è vicino al suo oro, più o meno 500 mila euro, ovvero, come
vuole la legge, al massimo un quarto del valore stimato dell'opera che
è di circa 2 milioni e 350 mila euro. (antonella filippi)
LA
SICILIA 14 Ottobre
La
festa per il rientro del satiro
Baglioni, Sgarbi e don Mazzi e il
museo aperto di notte Mazara. Sono cominciati i preparativi per «La
Notte Bianca del Satiro Danzante», l'evento annunciato in una
conferenza stampa, dall'assessore regionale ai Beni culturali Alessandro
Pagano. Da quel giorno è iniziata la concertazione fra il Comune di
Mazara e l'assessorato ai Beni culturali per la definizione del
programma.
Finalmente, dopo giorni di trattative con diversi artisti nazionali, è
stato ufficializzato il programma della manifestazione. Così domani
sera la cittadinanza potrà festeggiare il ritorno della statua bronzea
pescata nel 1998 dall'equipaggio del motopesca mazarese «Capitan Ciccio».
A proposito, proprio durante lo scorso Consiglio comunale, era scoppiata
una polemica fra opposizione e maggioranza circa il ritardo dell'invito
pervenuto all'equipaggio, protagonista del famoso ritrovamento.
I festeggiamenti inizieranno intorno alle 21.30 in Piazzale G.B. Quinci
con uno spettacolo presentato dal noto intrattenitore Salvo La Rosa.
Durante lo spettacolo si esibiranno: il comico "Litterio", La
compagnia di danza "Mvula Sungani", la "Dance Works"
diretta dalla coreografa Carla Favata, Aida Satta Flores, i "Folkage"
ed i "Beati Paoli". Ospiti d'onore della serata: il critico
d'arte Vittorio Sgarbi, padre don Antonio Mazzi, e Claudio Baglioni che
si esibirà in alcuni dei suoi più famosi brani.
In seconda serata, dopo le 24, lo spettacolo si sposterà in Piazza
della Repubblica con momenti di musica latino-americana, e con la musica
del DJ Mario Cecè. Ci sarà anche la possibilità di effettuare una
visita notturna gratuita al centro storico con una una guida. Al cinema
Teatro Rivoli verranno proiettati alcuni film al costo di un euro. Ma il
momento più atteso sarà quello della riapertura del Museo del Satiro
in piazza Plebiscito, sarà così possibile riammirare l'opera che ha
riscosso molto successo nella sua trasferta nipponica, e che ha
contribuito a far registrare la presenza di tre milioni di visitatori
all'Expo 2005. L'entrata al museo, possibile per tutta la notte e fino
alle 6 del mattino, sarà gratuita.
Francesco mezzapelle
Il
Gazzettino 13 Ottobre
MUSICA
Nuova canzone inedita per Baglioni e presto un triplo cd antologico
Claudio Baglioni (foto) è appena tornato da Lampedusa dove ha tenuto il
suo festival di solidarietà, ha partecipato al concertone di Gigi
D'Alessio in piazza Plebiscito a Napoli e ora si appresta a
dare alle stampe un triplo cd antologico, il primo della sua lunga
carriera che uscirà il 4 novembre raccogliendo un selezione di brani
dal 1967 a oggi. Intanto domani sarà affidata alle radio una canzone
inedita composta per l'occasione: "Tutti qui", riflessione sul
particolare potere delle canzoni di "anticipare o fermare il
tempo".
MTV.IT
13 Ottobre
Canzone Popolare e d'Autore Riparte il
concorso 'Musicultura', il Festival della Canzone Popolare e d'Autore
che nella passata edizione ha visto trionfare Simone Cristicchi e che
nel 2003 ha lanciato Povia con "I Bambini
Fanno Oh".
Per chi fosse interessato a partecipare, sul sito www.musicultura.it
si trova il bando di concorso che permette ai giovani artisti di
proporre la propria candidatura per l'edizione 2006. La limitazione
temporale per poter essere ammessi alle selezioni è fissata per il 14
novembre.
Le 16 canzoni finaliste saranno giudicate dal pubblico e dal Comitato
Artistico di Garanzia, formato quest'anno da artisti del calibro
di Vasco Rossi, Claudio Baglioni, Franco Battiato, Carmen Consoli e
molti altri esponenti e pesi massimi della musica italiana.
www.musicultura.it
L'Arena
13 Ottobre
Gli annunci e le confessioni di due
artisti Ultimo cd «best» per Eminem e Baglioni: «Volevo farmi
frate»
Los Angeles. L’uscita del prossimo disco di Eminem prevista per il 6
dicembre, una raccolta dei suoi brani più famosi intitolata «Curtain
Call», sembra confermare la sua intenzione a ritirarsi dalla scena
musicale. Nonostante la scaletta dell’album non sia ancora pronta la
casa discografica Aftermath/Interscope ha annunciato che ci saranno
anche due nuove canzoni, oltre ai brani di successo del rapper bianco
come «Stan», «The Way I Am»,
«My Name Is» e «Lose Yourself». Eminem ha iniziato a lavorare su
questo disco all’inizio dell’estate, prima di essere costretto per
motivi di salute a interrompere il tour. «Ci sono mie canzoni - ha
affermato il cantante - che piacciono a molti, ed altre che ascolto solo
io. Questo disco sarà la raccolta di quelle che piacciono a molti».
Da un cantante staraniero a uno di casa nostra. «A 16 anni volevo farmi
frate». È l’esclusiva rivelazione che Claudio Baglioni fa
fatto a Vanity Fair, che gli dedica la copertina del numero in uscita.
Ma anche: «Ho votato Pci e sono sempre stato di sinistra».
Questa e altre inaspettate dichiarazioni nell’intervista che Baglioni
ha rilasciato alla vigilia dell’uscita il 4 novembre di «Tutti Qui»,
il primo «best of» della carriera dell’artista, un album in 3 cd che
raccoglie una quarantina dei suoi più amati e conosciuti successi.
Nella chiacchierata emergono anche lati sconosciuti, aneddoti ed
esperienze del cantante che racconta la propria vita partendo
dall’adolescenza, giungendo agli anni dei grandi successi senza
nascondere però i periodi di depressione, descritta come «una fedele
compagna di viaggio». E ancora, sull’amore: «Ho avuto due sole donne
importanti». E sull’amicizia, come quella con Francesco De Gregori «complice»
con Baglioni negli anni ’80 di un improvvisato concerto notturno per
le strade di Roma: «Ci mettemmo a suonare per strada con il cappello
per terra. Non si fermò nessuno e rimediammo giusto 100 lire .. Nessuno
ci riconobbe, come negli incubi».
Per finire con un’ironica cronistoria di «Questo piccolo grande amore»
e una dichiarazione a sorpresa: «L’ho cantata 10 mila volte, ci sono
invecchiato dentro per la metà di un secolo. La detesto».
LA
REPUBBLICA 12 Ottobre
Il cantante racconta a Vanity Fair
"la vocazione" a sedici anni
L'amore, il successo, le difficoltà: "Depressione, compagna
fedele"
Baglioni,
nuovo disco e rivelazioni "Volevo farmi prete, poi ho votato Pci"
Esce nei negozi il suo primo "best of", dal titolo "Tutti
qui"
"Le canzoni che hanno segnato la mia storia e accompagnato la
vostra"
VOLEVA
farsi prete, ha votato Pci, è sempre stato di sinistra, e soprattutto
(chi se lo sarebbe mai aspettato) detesta Questo piccolo grande amore.
Rivelazioni in parte sorprendenti e un nuovo album nei negozi (dal 4
novembre) per Claudio Baglioni, che si racconta al settimanale Vanity
Fair. Confessa aspetti sconosciuti del suo carattere e della sua vita,
esperienze positive ma pure negative, come la depressione, che chiama
"una fedele compagna di viaggio". Mentre esce il suo primo
"best of", una raccolta in tre cd intitolata Tutti qui, una
quarantina di successi fra i più amati, ascoltati, conosciuti (e,
forse, da lui detestati).
Dall'adolescenza all'età adulta passando per vocazioni e ideali. A
sedici anni, dice, voleva farsi frate. Non accadde. E passata la
confusione adolescenziale si interessò alla politica: "Ho votato
per il Partito comunista italiano - racconta - e poi sono sempre stato
di sinistra". Poi ci sono i successi. E l'amicizia, come quella con
Francesco De Gregori, con il quale, in una notte degli anni Ottanta,
improvvisò un concerto per le strade di Roma. "Ci mettemmo a
suonare con il cappello in terra, ma non si fermò nessuno. Rimediammo
giusto 100 lire... Nessuno ci riconobbe, come negli incubi".
Eccezion fatta per quella notte, il successo, si sa, non gli è mancato.
Nonostante questo, il cantante non nasconde i suoi momenti difficili,
come quando è stato vittima di una profonda depressione, "una
fedele compagna di viaggio". E in quanto all'amore, rivela:
"Ho avuto due sole donne importanti". Dichiarazione a
sorpresa, quella su Questo piccolo grande amore, brano-simbolo di
un'intera generazione: "L'ho cantata diecimila volte, ci sono
invecchiato dentro per la metà di un secolo. La detesto".
Ci penserano i suoi cultori a riascoltare ancora una volta la
maglietta fina, la camminata strana, il bacio a labbra salate, grazie
all'uscita di Tutti qui, raccolta di tre cd, con quaranta classici
rimasterizzati digitalmente, che comprende successi dal 1967 a oggi, con
tre chicche: Annabel Lee del 1967, il primo brano scritto da Baglioni,
mai uscito su disco e recuperato dalla "lacca" di uno dei
primi provini discografici; Ci fosse lei, primissima versione di quella
che sarebbe diventata Questo piccolo grande amore, e infine La
suggestione, il primo brano scritto da Baglioni per un altro artista,
che Rita Pavone portò al successo in Francia, vendendo un milione di
copie.
"Non so se sono davvero 'tutti qui' - spiega Baglioni nelle note di
presentazione della raccolta - ma so che sono tutti qui quei pezzi senza
i quali, voltandomi indietro, non riconoscerei la strada fatta, né
potrei essere la persona che sono. Collezionare queste canzoni è stato
un po' come fare l'appello, raccogliere le cose che abbiamo sentito e
che ancora sentiamo più vicine. Le stesse che hanno segnato la mia
storia personale e, in qualche modo, accompagnato, punteggiato e, mi
auguro, alleggerito la vostra".
Baglioni “Tutti Qui” Da venerdì´ 14 ottobre su tutte le radio
sarà possibile ascoltare "TUTTI QUI", inedito di Claudio
Baglioni, che si potrà ...
Da venerdì´ 14 ottobre su tutte le
radio sarà possibile ascoltare "TUTTI QUI", inedito di
Claudio Baglioni, che si potrà contemporaneamente anche acquistare in
tutti i negozi digitali.
Il nuovo brano è stato composto appositamente e da il titolo ad una
raccolta, la prima dell´artista, che uscira´ il 4 novembre e che
conterra´ in tre CD i "classici"del repertorio di uno degli
artisti più amati e seguiti del panorama musicale internazionale, a
coprire un arco di tempo che va dal 1967 ad oggi.
Ed e´ da qui che nasce il singolo "Tutti qui": come
riflessione sul senso di questi anni di parole e di note e sul
particolare potere delle canzoni di "anticipare o fermare il
tempo". Anticiparlo -spiega Baglioni- perché "parole e note
possono spingerci più avanti del punto nel quale ci troviamo" e
"farci vivere, con l´intensità del presente, cose che presenti
non sono"; fermarlo perché, riascoltando queste canzoni ci
accorgiamo che la musica è una "macchina del tempo in grado di
proiettarci istantaneamente nel passato, restituendoci intatti fatti,
luoghi, colori, profumi, voci, sensazioni, emozioni". (red)
LA
SICILIA
12 Ottobre
A lezione con i big
musicali
Claudio Baglioni, Gianna Nannini, Jovanotti. Tre artisti e
un'iniziativa: lezione d'artista, voluta e promossa da Calogero Firetto,
assessore provinciale alla Pubblica istruzione. Baglioni, Jovanotti e
Gianna Nannini terranno una lezione agli studenti della provincia
agrigentina e, tra una nota e una battuta, racconteranno loro del mondo
dorato dello spettacolo, colorato di vizi e virtù e, a volte, anche di
compromessi. Ospiti importanti anche per le altre iniziative e per
«Percorrendo le pagine della letteratura», il 26 novembre prossimo,
Sandro Piazzese, noto scrittore palermitano, incontrerà gli studenti del
liceo scientifico Leonardo. Sarà poi la volta di Piergiorgio Di Cara,
scrittore, commissario della Polizia di Stato in servizio a Palermo. Con
questi due noti scrittori, si concluderà il capitolo datato 2005
dell'iniziativa per dare spazio, immediatamente dopo, al nuovo ciclo
legato alla stagione 2006, anch'esso ricca di personaggi in grado di
attirare l'attenzione dei giovani e stimolare costruttivi dibattiti. «Il
manager torna a scuola» quest'anno si avvarrà di ospiti
professionalmente di successo: Katia Bonsignore, avvocato, figlia di
Vito che ha curato la consulenza legale per la Società autostrade e le
Case automobilistiche. Si parlerà di affari e investimenti con Stefano
Balsamo, della Jp Morgan, nota banca d'affari inglese una cui filiale è
stata aperta anche in Italia. Poi sarà la volta di Massimo Cioffi di
Terna (una società di teletrasmissione), di Corrado Formiglio di Sky,
di Andrea Pezzi, organizzatore di eventi e spettacoli e conduttore
televisivo, di Gabriele Gabrielli, capo del personale della Wind, di
Cecilia Valmarana, responsabile di Rai cinema e di Anna Adriani,
responsabile marketing e relazioni esterne della Illy caffè. «Tanti
personaggi, tante esperienze da far vivere ai più giovani per
indirizzarli nel migliore dei modi possibile, verso il complesso
meccanismo del mondo occupazionale - ha ommentato l'assessore Firetto -
Ma non solo. Con «Percorrendo le pagine della letteratura» cerchiamo di
avvicinare i ragazzi alla lettura, stimolando la voglia di leggere e la
loro fantasia. Ogni incontro sarà caratterizzato dal dialogo».
Rita Baio
TGCOM 12 Ottobre
Tutti qui, una novità da Baglioni
Esce il 14/10 il singolo di Claudio
Da venerdì 14 ottobre su tutte le radio sarà possibile ascoltare "Tutti
qui", il nuovo brano inedito di Claudio Baglioni.
Il singolo potrà essere acquistato in tutti i negozi digitali. Il pezzo
"Tutti qui" darà il titolo ad una raccolta (la prima di Baglioni), che
uscirà il 4 novembre e che conterrà in tre CD tutti i "classici" del suo
repertorio, a coprire un arco di tempo che va dal 1967 ad oggi.
Quella che sbarcherà nei negozi a partire dal prossimo 4 novembre è in
assoluto la prima raccolta di tutti i più grandi successi di Baglioni,
dal '67 ad oggi. Ed è proprio pensando a questi ultimi 30 anni che
Baglioni ha composto il brano "Tutti qui". La canzone nasce
come riflessione sul senso di questi anni di parole e di note e sul
particolare potere delle canzoni di "anticipare o fermare il tempo".
"Anticiparlo - spiega Claudio - perché parole e note possono
spingerci più avanti del punto nel quale ci troviamo e farci vivere, con
l'intensità del presente, cose che presenti non sono".
"Fermarlo - continua l'artista - perché, riascoltando queste
canzoni ci accorgiamo che la musica è una macchina del tempo in grado di
proiettarci istantaneamente nel passato, restituendoci intatti fatti,
luoghi, colori, profumi, voci, sensazioni, emozioni".
In attesa del nuovo inedito, fans, ammiratori o semplici curiosi possono
(nel frattempo) leggere l'intervista esclusiva che il cantautore romano
ha rilasciato al settimanale "Vanity Fair", dove subito ci stupisce con
una rivelazione ("A 16 anni volevo farmi frate"). Nella
chiacchierata, oltre a confessare quali siano le sue convinzioni
politiche, emergono anche lati sconosciuti, aneddoti ed esperienze del
cantante che racconta la propria vita partendo dall'adolescenza,
giungendo agli anni dei grandi successi.
Tutto questo, senza nascondere però, i periodi in cui è stato afflitto
da depressione, descritta come "una fedele compagna
di viaggio". E ancora, sull'amore ("Ho avuto due sole donne
importanti"). Sull'amicizia, come quella con Francesco De Gregori
"complice" con Baglioni negli anni '80 di un improvvisato concerto
notturno per le strade di Roma. "Ci mettemmo a suonare
per strada con il cappello per terra - racconta - non si fermò nessuno e
rimediammo giusto 100 lire... Nessuno ci riconobbe, come negli incubi".
Per poi concludere con un'ironica cronistoria di "Questo Piccolo
Grande Amore" e una dichiarazione a sorpresa: "L'ho cantata 10 mila
volte, ci sono invecchiato dentro per la metà di un secolo. La detesto".
ADNKRONOS 12 Ottobre
MUSICA: BAGLIONI, DA VENERDI' IL SINGOLO 'TUTTI QUI'
Arrivera' nelle radio italiane venerdi' ''Tutti qui'' il brano
inedito di Claudio Baglioni. La canzone potra' essere anche
contemporaneamente acquistata in tutti i negozi digitali.
PUBLIITALIA
12 Ottobre
Su reti Mediaset gli spot di Gruppo Radio Italia Claudio Baglioni, Gianluca Grignani, Alex Britti
e Gemelli Diversi sono i testimonial dello spot del Gruppo Radio Italia,
che andranno in onda su Canae 5, Italia1 e Rete 4 dal 23 ottobre. Ad
annunciarlo è stato il presidente del Gruppo Radio Italia Mario
Volanti, ieri sera a Roma, nel corso della presentazione della nuova
veste del gruppo. Come per la campagna stampa e affissione, che ha
coinvolto 14 tra i più importanti artisti della musica made in Italy,
anche in questo caso protagonisti degli spot televisivi sono proprio dei
cantanti italiani. La campagna porta la firma di WarmUp creative
consulting.
SEVENPRESS.COM
12 Ottobre
CLAUDIO BAGLIONI, MASSIMO BOLDI E CARLO
CONTI OSPITI DEL SALONE NAUTICO
Prosegue all’insegna di un sole
splendente la quarantacinquesima edizione del Salone Nautico
Internazionale, in corso alla Fiera di Genova fino a domenica 16
ottobre.
Nella giornata di oggi erano in programma ben venti appuntamenti fra
conferenze stampa, presentazioni e convegni. Il tema principale è stato
la formazione, cui Ucina ha dedicato molti eventi, a partire dal
convegno di apertura di stamattina, Nautica & formazione: manager in
azienda, manager a bordo. Vanda Rebuffat del Ministero delle
Infrastrutture e dei Trasporti si è soffermata sul nuovo decreto sui
titoli professionali del diporto e delle diverse realtà formative
italiane, come gli istituti nautici e i corsi post-universitari. Paolo
Colombo ha parlato del progetto ViareggiofUcina, la scuola che offre
corsi di specializzazione rivolti a tutti i professionisti del settore
nautico e di cui è general manager. In occasione del convegno ha
debuttato la guida “I titoli professionali del diporto”, un vademecum
realizzato da Ucina destinata a chi vuole intraprendere una carriera
nell’ambito della nautica da diporto.
E’ stato il presidente della Provincia Alessandro Repetto a parlare
della neonata “Accademia del Mare” di Genova, frutto della
collaborazione tra la stessa Provincia e la Regione Liguria– due anni di
istruzione post diploma con stage a bordo – che ha registrato un boom di
richieste di iscrizioni : 425 su 120 posti disponibili.
*** Contemporaneamente in sala stampa si è tenuta la conferenza stampa
sul progetto Le perle dell’Alto Tirreno, che coinvolge le
amministrazioni regionali di Liguria, Sardegna e Toscana, con il
supporto del ministero delle Attività produttive. Scopo dell’iniziativa
è creare un ideale collegamenti via mare tra le regioni, promuovendo
l’habitat marino di questo tratto di Mediterraneo. Tema dell’iniziativa
è la riscoperta del viaggio per mare, unita alla visita dei siti di
maggiore rilevanza ambientale della costa e dell’immediato entroterra.
*** 1128 kg di spazzatura raccolti, 429 sacchi di spazzatura
differenziati, 34 Comuni, 24 giorni di manifestazione, 8 pescherecci
partecipanti, 1.300 tra diportisti e turisti coinvolti. Sono questi i
numeri di Mare Pulito 2005, il progetto integrato - varato
dall’Assessorato all’Ambiente della Regione Liguria e realizzato
dall’Osservatorio Ligure Pesca e Ambiente – finalizzato alla
sensibilizzazione dei rifiuti solidi abbandonati.
*** La Guardia di Finanza durante un incontro tenuto in sala stampa ha
sintetizzato i risultati dei primi nove mesi di attività nel 2005: il
servizio navale ha effettuato oltre 17 mila crociere per un totale di
875 mila miglia percorse: i natanti controllati sono stati oltre 20
mila, i verbali elevati 4.314, i sequestri 1.136. In Liguria i mezzi
navali a disposizione della Guardia di Finanza sono ventuno e l’attività
di polizia marittima e di soccorso nel periodo gennaio-settembre 2005 si
è articolata in 1.096 natanti controllati, 394 verbali elevati e dodici
persone salvate. Nello specchio acqueo antistante il quartiere
fieristico le unità navali delle Fiamme Gialle hanno poi effettuato una
spettacolare simulazione di inseguimento.
*** Continuano gli arrivi di ospiti di prestigio: oggi è stata la volta
di tre grandi nomi dello spettacolo come Claudio Baglioni, Massimo Boldi
e Carlo Conti, oltre al pluriprimatista di apnea Gianluca Genoni sempre
presente all’appuntamento con il Nautico.
*** Gli appuntamenti di domani Mercoledì 11 è attesa in Salone
Alessandra Sensini, la velista che ha stabilito un record conquistando
tre medaglie olimpiche in classe Mistral, di cui una d’oro a Sydney
2000. Fra gli appuntamenti in programma segnaliamo la presentazione del
progetto Anctartica Sailing Project, che sarà la prima imbarcazione da
diporto italiana a circumnavigare il continennate antartico (ore 11,
Teatro del Mare). Alle 12, sempre al Teatro del Mare, la presentazione
del libro Vento di prua di Amedeo Sorrentino, introdotto dal giornalista
Fabio Pozzo. Sorrentino è il primo skipper italiano a partecipare alla
Gloobal Challenge, e il libro racconta la storia di questa avventura
nella regata intorno al mondo controvento e controcorrente. Il Salone è
aperto tutti i giorni dalle 10 alle 18.30. Il biglietto d’ingresso costa
13 euro, 10 euro il ridotto.
Siae, aspettando il neo presidente il TAR cancella il neo direttore
generale
La Siae, in questo momento, è un corpo senza testa: niente presidente, e
niente direttore generale. Alla massima carica della società è stato
designato - con il benestare di autori come Baglioni, Venditti, Mogol e
Morricone - l’avvocato Giorgio Assumma (vedi News), tuttora in attesa di
un sì da parte di Governo e Parlamento.
Ma la vera novità delle ultime ore è che la terza sezione del TAR del
Lazio ha accolto un ricorso presentato dal consigliere (di nomina
governativa) Giuseppe Afeltra e dal Codacons, annullando la revoca del
mandato al direttore generale Gianni Profita e la sua sostituzione con
Angelo Della Valle (vedi News). Al consiglio di amministrazione della
società, autore delle due delibere, sono stati
contestati vizi di forma e di procedura: la prima in particolare,
risalente al 30 luglio scorso, venne presa in assenza dei due membri di
nomina governativa (Afeltra e Augusto Pistolesi) e dello stesso Profita,
in quel momento impegnato a rappresentare la Siae in un’assemblea in
corso alla Rai.
La situazione, a viale della Letteratura, resta nebulosa: Profita
potrebbe essere reintegrato nelle sue funzioni, mentre qualcuno profila
per l’ennesima volta l’ipotesi di un commissariamento, già minacciato
dal ministro Buttiglione qualche mese
addietro. (vedi News).
Il
Quotidiano 6 Ottobre
Luca Borro ancora tra "Gli amici di Maria de Filippi"
SAN BENEDETTO DEL TRONTO - Dopo la pratecipazione al Festival "Voci
nuove" di San Benedetto, il giovane cantante è nel cast del programma
"Amici" in onda su Canale 5.
Da quasi un mese ormai il giovane talento di Velletri prosegue
imperterrito il suo cammino alla grande "scuola" di Maria de Filippi e
compagni nonostante ha dovuto esibirsi più volte causa lo scarso
approccio di alcuni suoi colleghi al pubblico e alle telecamere.
Anche Luca all'inizio si è trovato un pò spaesato ma gli è bastato poco
per adattarsi alla nuova situazione e quindi gli insegnanti gli hanno
affidato sempre fino a sabato scorso, l'esibizione pubblica in diretta e
l'esibizione nella sigla iniziale.
Sabato scorso l'abbiamo potuto vedere ed applaudire in una ottima
interpretazione del pezzo "Estate" dei Negramaro; complimenti dalla
commissione e un bell'otto come voto alla sua esibizione e un buon nono
posto in classifica dei risultati televisivi, mentre l'altro sabato
l'emozione lo ha in parte tradito su un difficile pezzo di Baglioni ma
comunque il suo talento gli ha consentito di
rimanere e di non andare mai in "sfida".
Proveniente dal "Voci Nuove" di S. Benedetto del Tronto di certo sta
tenendo alto l'onore della Promostar che ha creduto in lui e continua a
crederci chiedendo a tutti di sostenerlo tramite le votazioni su
internet (per la verità un pò scarse!) sul sito www.canale5.com,
cliccare su "amici", su "vota" e sul nome dell'Artista Luca Borro e
...... appuntamento a sabato prossimo!
Il
Messaggero 6 Ottobre
Giovedì 6 Ottobre 2005
Tredici nuovi pezzi e “’O sole mio” in versione inglese
ROMA - «Ho cominciato dalla tazzulella ’e cafè poi ho aperto il bar»
scherza Pino Daniele parlando del suo nuovo, ultimo disco. Titolo:
Iguana cafè. «È l’omaggio a un posto che mi piace dove si fa musica
latina dal vivo a Parigi» spiega il cantautore napoletano prima di
provare al Big Mama, piccolo luogo di culto trasteverino dedicato al
blues e ai suoi derivati, uno show di presentazione
delle nuove canzoni dall’album: tredici pezzi dal sapore latino, tenuti
insieme dal forte senso della melodia.
È un Pino Daniele minimalista, che si offre in punta di piedi, che si fa
accompagnare (nel disco) da una band raccolta (lui, Gianluca Podio alle
tastiere, Karl Potter e Nanà Vasconcelos alle percussioni, Fabio Massimo
Colasanti al computer programming) con l’aggiunta dei colori del
quartetto d’archi Amit. Canzoni semplici, che parlano di sentimenti
(«scrivo poesie d’amore con la mia
cultura elementare»), senza toccare temi d’impegno («non faccio il
profeta, parlo di me e della mia vita, del mio modo di essere. I
discorsi sociali quando erano naturali li ho fatti, adesso non li sento
credibili») . Canzoni a volte molto brevi («perchè mi interessa il
discorso della qualità e non della quantità» spiega), alcune
orecchiabili e gustose (l’iniziale Narcisista in azione, Ma che tempo
fa, Serenata a fronne ’è limone che ricorda la vecchia Chellallà di
Umberto Bertini) , altre meno riuscite. Un paio di classici riletti: la
versione morbida, assai poco presleriana, di It’s now or never (ovvero
la cover inglese di ’O sole mio già trasmessa dalle radio), la rilettura
semplice, quasi elementare tutta strumentale di Patricia , il celebre
mambo di Perez Prado. C’è un
brano, l’unico, in napoletano («ma non ho mai smesso di cantare nella
lingua della mia città») che è una curiosa strizzata d’occhio ai
neomelodici Serenata a fronne ’e limone : «C’è una parte che è
interessante nel neomelodico, genere nel quale non mi sarei mai sognato
di infilarmi, eppure c’è qualcosa di buono anche lì, solo che poi loro
si sono indirizzati verso cose moderne». Pino, però, ci
tiene a restare lontano dalle immagini da cartolina illustrata della sua
città, am è pronto a difenderla dalle accuse: «Napoli viene addidata
come un posto di delinquenti, ma ha gli stessi problemi di altre città,
di Parigi, di New York, di Roma.
Chissà perchè, però, mettere in copertina l'immagine cattiva di Napoli
va di moda».
Iguana cafè già prevede un seguito il prossimo anno («sennò la casa
discografica mi ammazza»), intanto il primo episodio dovrà fare i conti
con un artista che non ama i luoghi della promozione, le vetrine
televisive e radiofoniche e non lo manda
a dire. «La tv è animata da una massa di ignoranti, mi sento offeso
quando la guardo. Lo posso dire tanto non ho intenzione di andarci, a
parte i programmi di settore come Cd live e Top of the pops. E spero che
non mi costringano ad andare a Domenica in». Non c’è indulgenza neppure
per un suo idolo come Maradona («bisogna saper invecchiare con dignità»
è la frecciata). Ma ce ne è anche per la radio «Sono tutte uguali». E
Pino assicura di non aver voglia neppure di mettersi in viaggio con
l’obbligatorietà dei tour: «Voglio suonare quando mi va». Di eventi come
quelli organizzati da tanti suoi colleghi neppure a provarci: «Baglioni
ha Lampedusa, Dalla le Tremiti, io che faccio? Vado a Procida?».
Il
Mattino 6 Ottobre
DALL'INVIATO FEDERICO VACALEBRE
Roma. Mentre i suoi colleghi fanno
a gara a chi spara l'evento più grosso, passando dai palchi multipli ai
teatri
d'opera, Pino Daniele accorcia le sue canzoni, usa le parole ormai come
prestesto per fare musica, lancia il suo nuovo disco in uno storico
blues club romano, il Big Mama, con il solo apporto di Alfredo Paixao al
basso e di Lele Melotti alla batteria. Innanzitutto, il titolo, «Iguana
Cafè». «Ero all'Iguana Cafè di Parigi, perfettamente a mio agio per la
musica che mi girava intorno, quando è
nata l'idea di questo album». E poi l'iguana è un animale preistorico,
un sopravvissuto, quasi come «It's now or never» o «Patricia» di Perez
Prado. «Mi dava il senso del rettile che si crogiola al sole, non avevo
considerato la simbologia dell'animale ”resistente” ai tempi moderni».
Veniamo al sottotitolo, «latin blues e melodie». «Parto dalla ricerca
madrigalistica di ”Passi d'autore” per
approdare a una forma canzone in cui il chitarrista che è in me si è
sbizzarrito, si è divertito. Quasi un ”Mascalzone latino” bis. Un sound
latino, unito alle mie melodie nate all'ombra del Vesuvio». Da dove
arrivano «'O sole mio» e «Serenata a fronn'a 'e limone». La prima è una
sorpresa: l'inventore della nuova canzone napoletana alle prese con
l'elegia oleografica del capolavoro di Capurro e Di Capua. La seconda un
ritorno alla scrittura in dialetto. «La melodia del classico dei
classici napoletani è immortale, va ben oltre i versi
da cartolina: come nel jazz esistono gli standard, nella canzone
esistono dei topos in cui è difficile non imbattersi ogni tanto.
Sceglierne la versione internazionale, portata al successo da Elvis
Presley, il mio mito musicale, vuol dire scegliere una Napoli patrimonio
del mondo, contribuire al dibattito sul suo destino: per qualcuno è
improvvisamente una città dolente e destinata a
sconfitta sicura, a me sembra simile a Roma, Londra, New York. Il
dialetto? Mi appartiene anche quando non lo uso e quella piccola
serenata è una sfida ai neomelodici che hanno abbandonato la loro
importante trincea glocal per omologarsi». La rabbia del nero a metà,
però, non c'è più. «C'è ancora, anche se lotta con la rassegnazione
quotidianamente. Agli inizi era la rabbia di una generazione
ribelle e politicizzata, di una Napoli che sognava la rivoluzione. Oggi
è quella di un uomo, un artista, un marito, un padre, che sa quando è il
momento di esplodere, ma preferisce lasciar parlare l'amore. Per sperare
ancora, per credere ancora. Resto a sinistra, anche se ho visto abbracci
che avrebbero potuto spingermi verso Fini e Alemanno. E resto
arrabbiato: vendermi al meglio non è il
mio obiettivo. Ormai posso permettermi di fare quelo che voglio senza
l'ansia dello share, dell'hit parade. Il vero potere in Italia non ce
l'ha il governo, ma l'Auditel. Quello che vedo in tv, che sento in
radio, musica compresa, mi fa senso, mi offende». Oggi tutti sparano sul
«Live 8» e sul «professionista della solidarietà rock» Geldof. «Io no.
Ho detto la mia ritirandomi dal concertone
romano, indetto per l'Africa, ma senza artisti africani». Il «Tango
della buena sorte» dello scorso cd ha portato bene a Maradona, sembra
aver vinto la partita con la vita. «Vedere Diego in forma fa bene al
cuore, ma vederlo in tv da Milly Carlucci... Ho cinquant'anni e ho
deciso di invecchiare con dignità, non mi metterei a ballare sotto le
telecamere nemmeno in cambio dell'Isola dei
Galli». E per l'«Isola dei famosi»? «Non scherziamo. Però un'isola la
vorrei: Baglioni fa il suo festival a Lampedusa, Dalla alle Tremiti, io
potrei farlo a Procida o a Ponza. O forse sull'isola che non c'è, quella
di Bennato. A proposito, mi piacerebbe suonare con Edoardo». L'album è
un inno all'amore che si chiude con «voci sospese che parlano di pace».
In tempi di guerra e di ritrovata
militanza, che fa il Masaniello di «Je so pazzo»? «Crede alla forza
dell'amore, come Sting, come il Benigni dell'ultimo film. Scrive poesie
d'amore col suo italiano provvisorio, parla con la chitarra, usa la voce
come uno strumento. Ai Bush e ai Berlusconi di oggi, come ai Lauro di
ieri, posso opporre ben poco, se non il mio sdegno, ma nella mia
famiglia posso seminare un futuro diverso: sono
quelli che amano, non quelli che ammazzano a cambiare il mondo. Ho amici
a Marrakesh e dalle parti di Ground Zero, brave persone che le religioni
vorrebbero mettere contro».
La
Sicilia 6 Ottobre
L'arrivo a casa il 15 ottobre con una «notte bianca»
Il Satiro tornerà a «danzare» in Sicilia
Trapani. Si è conclusa l'avventura giapponese del «Satiro
danzante». Ora la statua bronzea è tornata a Mazara del Vallo, al museo
Sant'Egidio. Ma l'assessore Alessandro Pagano e il sindaco Giorgio
Macaddino non pensano di tenere l'opera in cassaforte. Così, per il 15
ottobre 2005 è stata programmata a Mazara del Vallo la «notte bianca del
Satiro», una megafesta che coinvolgerà i siciliani
e il popolo dell'America's Cup. Condurrà la serata Salvo La Rosa. Tra
gli ospiti Claudio Baglioni, Vittorio Sgarbi e Mvula Sungani; quest'ultimo
con uno spettacolo di danza moderna. L'evento del rientro del «Satiro
danzante» è stato oggetto di una conferenza stampa tenutasi ieri
all'assessorato regionale ai Beni culturali. Erano presenti l'on.
Alessandro Pagano, il sindaco di
Mazara del Vallo Giorgio Macaddino, il sovrintentende di Trapani
Giuseppe Gini e il capo sezione archeologia Caterina Greco.
«Il Satiro - afferma l'assessore Pagano - è stato il nostro ambasciatore
nel mondo e oggi rappresenta il simbolo di un patrimonio culturale
senza precedenti. E' un dato incontrovertibile, infatti, che la cultura
non solo si autoalimenta, ma genera un vero business, che significa
aumento del turismo e dell'occupazione. Il fatto che 3 milioni e mezzo
di visitatori sono stati ammaliati dalla
statua è la conferma che avevamo visto bene nel puntare sul Giappone per
realizzare un'immagine positiva della Sicilia».
Vincenzo Prestigiacomo
La
Sicilia 6 Ottobre
Mazara: deciso il compenso per il
ritrovamento del satiro «Soddisfatto» capitan Ciccio
Mazara. Si chiamerà «la Notte Bianca del Satiro» la manifestazione
per celebrare la riapertura del Museo del Satir«o il 15 ottobre. La
manifestazione è stata presentata ieri mattina a Palermo dall'assessore
regionale ai Beni Culturali Alessandro Pagano alla presenza del sindaco
Giorgio Macaddino del sovrintendente ai Beni Culturali Giuseppe Gini.
Sarà presentata dal catanese Salvo La Rosa e vedrà alcuni ospiti di
eccezione quali Claudio Baglioni e il critico d'arte Vittorio Sgarbi.
Non è escluso che altri noti artisti potrebbero dare la loro
disponibilità per la manifestazione che prevede l'apertura al pubblico
del Museo del Satiro per tutta la notte fino alle 6 del mattino. Sempre
ieri Pagano ha annunciato la chiusura della transazione con l'equipaggio
del motopesca «Capitan Ciccio» protagonista, nel 1998, del ritrovamento
del Satiro. All'equipaggio andrà un quarto
del valore dell'opera, stimata 2 milioni e 600 mila euro.
«Ringrazio l'assessore Pagano - ha dichiarato il sindaco - per l'impegno
profuso nel valorizzare un'opera d'arte».
Infine Macaddino ha voluto anticipare la disponibilità, manifestata
attraverso una recente missiva della Snam Rete Gas a partecipare alla
gestione diretta di un appalto finalizzato allo svolgimento di una
campagna di ricerca sottomarina che possa contribuire al ritrovamento di
reperti archeologici presenti nel tratto di mare del Canale di Sicilia,
in cui è stato rinvenuto il Satiro. Era stato il Macaddino ad
indirizzare una missiva il 3 agosto, alla direzione Costruzioni della
Snam Rete Gas chiedendo la collaborazione.
IL
TEMPO 6 Ottobre
Da Latina a New York col musical di
Preziosi
Nuovo impegno dopo le collaborazioni in «Manuale d’amore» e «Tre metri
sopra il cielo»
Emanuele Bossi, giovane artista pontino, ha diretto l’orchestra d’archi
di «Datemi tre caravelle»
LATINA — Fare della propria passione un mestiere? Emanuele Bossi (nella
foto), 25enne di Latina, ci è riuscito. Da sempre appassionato di musica
(vista rigorosamente da «dietro le quinte» fin dai tempi del liceo al
G.B.Grassi), il giovane pontino
si sta facendo strada nel panorama nazionale e non solo. Ultimo impegno:
l’arrangiamento (oltre al sound engineering) delle musiche di «Datemi
tre caravelle», il musical diretto dal premio Oscar Gianni Quaranta con
Alessandro Preziosi - il bello
della fiction «Elisa di Rivombrosa» - Mario Venuti e Niki Nicolai. A
lui, anche il compito di dirigerne l’orchestra d’archi. Lo spettacolo ha
debuttato a Taormina lo scorso 20 luglio ed ora «salpa» alla volta di
Genova, Milano, Torino, Roma (da marzo al teatro Sistina) per arrivare
fino a New York. «Le musiche originali - ha spiegato Emanuele - sono di
Stefano Di Battista, Simone Ciammarughi ed io ci siamo occupati di tutto
il resto. Cosa c’è dietro un successo come questo? Due mesi di duro
lavoro, tra registrazioni delle basi
musicali e live». Nel suo curriculum Emanuele, malgrado la giovane età,
vanta già collaborazioni di prestigio: «Gangs of New York» di Martin
Scorsese, «Te lo leggo negli occhi» di Nanni Moretti, «Il grande Torino»
(Rai 1), «Cose da pazzi» di Vincenzo
Salemme, «La passione di Giosué l’ebreo» di Pasquale Scimeca nonché i
campioni d’incassi al botteghino «Tre metri sopra il cielo» (cult per i
giovanissimi) e «Manuale d’amore» di Carlo Verdone. «Partnership» anche
con Daniele Luttazzi e Riccardo
Fogli all’indomani del trionfo nel reality show «Music Farm» condotto da
Simona Ventura su Rai 2. Attualmente Emanuele lavora a Roma
dove, insieme a Simone Ciammarughi, ha fondato la House Recording
Studio. «Stiamo lavorando al dvd di Renzo Arbore
- ha concluso Bossi - Si tratta del live newyorkese che ha registrato un
vero e proprio record di presenze in termini di pubblico. Abbiamo appena
terminato invece il remix (vale a dire la versione più ritmata) di
"Sabato pomeriggio" di Claudio Baglioni». Insomma, una carriera tutta in
ascesa per l’ennesimo enfant prodige di Latina. Peccato però che questi
giovani trovino la Mecca al di là dei confini pontini. Sarebbe più
giusto creare delle concrete opportunità di lavoro anche nella città che
li ha visti crescere e muovere i primi passi in campo artistico. Al di
là delle «bellezze da esportazione» delle quali la tv è satura, infatti,
c’è di più.
VIPLINE.IT
5 Ottobre
Ron recluta per 13 duetti Jovanotti,
Elisa, Bersani e AnggunPer un album che
contribuisce alla lotta alla Sclerosi Laterale Amiotrofica il cantautore
pavese chiama a sé molti artisti
Sono ben 13 i duetti che costituiscono l’assatura
portante del nuovo cd di Ron, in uscita il 27 ottobre. Alla
realizzazione dell’album, intitolato “Ma quando dici amore”, hanno
partecipato: Anggun, Claudio Baglioni, Samuele Bersani, Loredana Bertè,
Luca Carboni, Carmen Consoli, Lucio Dalla, Elisa (nella foto),
Jovanotti, Mario Lavezzi, Nicky Nicolai e Stefano Di Battista, Raf e
Tosca.
I più apprezzati brani del repertorio del cantautore di Garlasco
acquisiscono nuove sonorità nell’inedita interpretazione a due: Non
abbiam bisogno di parole interpretato con Baglioni, Una città per
cantare con Bertè, Anima con Carboni, Cambio Stagione con Consoli, Sei
volata via con Jovanotti, Cosa sarà con Lavezzi, Chissà se lo sai con
Nicolai/Di Battista.
Ma nel CD si possono ascoltare anche brani meno noti che gli artisti
hanno particolarmente apprezzato e quindi voluto riproporre insieme
all’autore: Le foglie e il vento con Bersani, Le ragazze con Dalla, Ma
quando dici amore con Elisa, La pace con Raf, Quanto amore c’è con
Tosca.
Infine, Catch you, inedito scritto proprio per questa occasione da Ron
con Anggun ed interpretato dagli stessi autori, insieme per la prima
volta.
Tutte le canzoni sono state registrate nello studio di registrazione
di Ron, l’Angelo Studio di Garlasco (Pavia) tra gennaio e giugno 2005:
sei mesi durante i quali, in momenti diversi, i singoli interpreti si
sono uniti a lui ciascuno per due/tre giorni di lavoro comune. Nel
disco si ascolta anche la voce di Renato Zero.
Ma quando dici amore è realizzato infatti per sensibilizzare
l’opinione pubblica e per portare aiuto all’AISLA (Associazione
Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica), onlus impegnata nella lotta
contro una malattia degenerativa a oggi ancora incurabile.
AGENEWS.IT
SICILIA: DAL GIAPPONE TORNA IL SATIRO DANZANTE
(AGE) PALERMO - Il Satiro danzante torna in Sicilia. La statua bronzea
ripescata nel Canale di Sicilia nella primavera del 1998 su un fondale
di
circa 500 metri, e' ritornata nel museo di Mazara del Vallo il 30
settembre scorso dopo essere stata ammirata da 3,5 milioni di giapponesi
in sei mesi
all'Expo di Aichi, e sara' nuovamente visitabile il 15 ottobre. Il suo
rientro ''a casa'' sara' celebrato con una notte bianca, che iniziera'
alle 21 con uno spettacolo condotto da Salvo La Rosa, a cui
parteciperanno grandi personalita' del mondo mediatico e culturale, come
Claudio Baglioni e Vittorio Sgarbi. Il museo sara', invece, aperto alle
23 quando i mazaresi e tutti gli altri visitatori potranno riabbracciare
il Satiro e fargli compagnia fino alle 6 del mattino. ''Abbiamo voluto
aspettare ancora qualche giorno - ha detto l'assessore regionale ai Beni
culturali Alessandro Pagano - per fare in modo che il ritorno del Satiro
seguisse un'altra grande manifestazione come la Louis Vuitton Cup, in
modo che tutti i turisti venuti qui per la vela potessero ammirare
questa statua straordinaria''. L'incremento turistico e' stato infatti
uno degli obiettivi del viaggio del Satiro in Giappone e i risultati,
almeno a guardare i sondaggi, sono sorprendenti. ''Tra i giapponesi che
hanno visto la statua - dice Pagano - il 62 per cento ha adesso
intenzione di venire a
visitare la nostra regione''. ''La decisione di mandarlo nel paese del
Sol levante piuttosto che negli Stati Uniti - ha detto il sindaco di
Mazara del
Vallo, Giorgio Maccadino - e' stata sicuramente lungimirante, perche' i
giapponesi hanno uno spiccato senso dell'arte''. Il rientro del Satiro
anticipa
una serie di manifestazioni che vedranno l'arte siciliana protagonista a
livello mondiale, come la mostra di tre quadri di Antonello da Messina
(l'Annunciazione, il Ritratto di ignoto marinaio e la Madonna con il
bambino) a New York dal 12 dicembre al 12 febbraio, e la mostra in Cina
a marzo dal titolo ''Continente Sicilia''. Il prossimo anno potrebbero
anche cominciare le ricerche dei pezzi mancanti del Satiro e di altri
tesori nascosti,
proprio nel punto dove venne trovata la statua bronzea. ''L'intervento -
ha detto il sindaco - sara' finanziato dalla Snam, una societa'
italo-algerina dell'Eni, con cui e' gia' stato firmato un accordo. Per
iniziare le immersioni e' pero' necessario anche il benestare del
governo tunisino,
perche' la statua si trovava in acque internazionali''. Sbloccato anche
il pagamento del premio di ritrovamento al capitano Francesco Adragna,
piu' noto come Capitan Ciccio, che assieme ad altri quattro pescatori
del suo equipaggio il 4 marzo del 1998 isso' sulla barca il Satiro. ''Al
capitano e
al suo equipaggio - ha detto Pagano - andranno circa 500mila euro, un
quarto del valore stimato del Satira''. L'opera, alta circa 2,5 metri,
potrebbe essere un originale di eta' ellenistica, datato tra la fine del
IV e il III sec. a.C., oppure una replica piu' tarda realizzata tra il
II e la
fine del I sec. a.C. La prossima scommessa dell'assessorato e del Comune
di Mazara e' di trasferire il Satiro, ''in un luogo - ha detto Pagano -
che
sia alla sua altezza e piu' vicino alle altre bellezze della citta'''.
La nuova sede potrebbe essere finanziata con i fondi del Por 2007-2003.
(AGE) ANDREA NUNZIATA
ANSA
5 Ottobre
il Satiro Danzante torna in Sicilia
Il Satiro torna a danzare in Sicilia. Ammirata da 3,5 mln di giapponesi
all'Expo di Aichi, la statua e' ritornata al
museo di Mazara del Vallo. Il suo rientro a casa sara' celebrato con una
notte bianca il 15 ottobre, che iniziera' alle 21 con uno spettacolo a
cui parteciperanno personalita' come Claudio Baglioni e Vittorio Sgarbi.
Il museo aprira' invece alle 23, quando i mazaresi potranno finalmente
riabbracciare il Satiro e fargli compagnia fino alle 6 del mattino.
Il
Messaggero 5 Ottobre 2005
Antonello Venditti chiude venerdì il tour al
Palalottomatica e lancia un’idea: un concerto con i colleghi romani
di MARCO MOLENDINI
ROMA - «Sarebbe entusiasmante: Claudio, Renato, Francesco, io e altri a
cantare per la nostra città tutti insieme. Una bella sfida, ma ci
sarebbe sicuramente qualcuno pronto a storcere il naso». Antonello
Venditti, il più romano dei cantautori romani (per numero di canzoni
scritte: «Sono un autore realista e Roma è il set delle mie azioni»,
spiega) confessa che gli piacerebbe che venissero «tempi in cui ci si
rivede con la voglia di
creare assieme». In effetti, un po’ di questa voglia, l’ha provata pochi
giorni fa accettando l’invito di Baglioni ad andare a Lampedusa. E lì ha
incontrato un altro “core de Roma”, Renato Zero. Quanto a De Gregori,
beh sono cresciuti insieme dal Folkstudio in avanti. Chissà se mai si
farà un
concerto così in una delle prossime estati. Comunque, ci si potrebbe
provare: Roma che canta Roma. Intanto Antonello si prepara a ritrovare
il suo
pubblico con le sue canzoni e la sua band. L’appuntamento è per venerdì
al Palalottomatica, ultima tappa del viaggio estivo Campus live :
«È il mio più lungo tour dagli anni ’70»,
fa notare Venditti.
È una prova di forza che la rende felice?
«Ci credo davvero ai concerti, al rapporto
diretto con il pubblico. Per questo, rispetto a marzo abbiamo deciso di
abbassare i prezzi. Una volta
c’era lo scandalo dei dischi, adesso lo scandalo sono i biglietti. Ci
deve essere una misura fra 50, 60 euro e il “non pagare” dei tanti
appuntamenti
gratuiti. La musica deve arrivare al pubblico in tutti i modi. È
importante».
“Campus live” ripropone tutti i suoi grandi successi rivisitati con
nuovi arrangiamenti molto rock, senza pianoforte...
«Venerdì, con il permesso della mia band, usciremo dalla gabbia degli
arrangiamenti precisi. E porterò con me anche il pianoforte. Del resto
sono
nato con lui».
Un modo per riconciliarsi con chi all’inizio ha
storto la bocca per questa virata.
«Qualche fondamentalista c’è sempre. Il fatto è che ascoltare Ci
vorrebbe un amico completamente cambiata può sconvolgere le abitudini.
Adesso,
però, sarebbe difficile tornare ad ascoltarla come era prima: in questa
veste rock grida la disperazione, la rabbia con un’energia che
l’edizione
originale non aveva. E nel grigiore che ci circonda ha un senso
preciso».
C’è una canzone, fra quelle del concerto, che descrive la sua idea
dell’Italia attuale?
«Una delle tre nuove , Che fantastica storia la vita, racconta in
estrema sintesi tutto. È dedicata alla famiglia e anche a Dio».
Lei è credente osservante?
«Credo, ma senza liturgie. Vado a pregare in chiesa ma anche in sinagoga
o nella moschea. Prego per l’umanità. Le religioni, tutte le religioni
sono importanti, anche se qualcuno usa male questa idea dell’aldilà.
Comunque, c’è un’altra canzone del concerto che ha grande forza
attuale».
Un’altra delle nuove?
«No, è Sotto il segno dei pesci. È addirittura più moderna di Che
fantastica storia ».
E’ una canzone degli anni ’70. Erano anni pesanti, di piombo, quelli .
«Furono un vero massacro, con uno Stato tremendo che conserva ancora
adesso i suoi orribili segreti. Pasolini aveva capito tutto».
Pare di capire che oggi non è l’“ottimista dall’aria vagamente
socialista”, come diceva una sua vecchia canzone.
«Siamo un Paese orfano dello Stato. Ognuno fa come gli pare. L’unica
figura straordinaria a cui possiamo aggrapparci è Ciampi, è l’unico che
può
rappresentarmi: tutto il resto va precipitando. C’è uno stallo totale».
Sta scrivendo qualcosa su questo?
«Certo, non potrei scamparla. Sono un realista. Un realista romantico».
rockol.it
5 ottobre
Antonello Venditti lancia un’idea: un
concerto con i colleghi romani
In attesa del concerto, al Palalottomatica di Roma, che concluderà il
suo tour, Antonello Venditti ha lanciato una proposta: “Sarebbe
entusiasmante Claudio Baglioni, Renato Zero, Francesco De Gregori, io e
altri a cantare per la nostra città tutti insieme. Una bella sfida, ma
ci sarebbe sicuramente qualcuno pronto a storcere il naso”.
ADNKRONOS
4 Ottobre
MUSICA:
BAGLIONI E ROYAL PHILHARMONIC IN CONCERTO PER IL FAI
Pubblicata il 04 Ottobre 05
Un concerto per sostenere la gestione dei beni posti sotto la tutela del
Fondo per l'ambiente italiano (Fai). E' questa l'iniziativa realizzata
dal Fai con il contributo di Bnl, Enel, Regione Lazio, Astaldi e Philip
Morris. Il concerto vedra' l'esibizione di uno dei piu' amati cantanti
italiani, Claudio Baglioni, e della Royal Philharmonic Orchestra.
Baglioni riproporra' il suo classico repertorio rivisitato ed esaltato
dai suoni e dagli arrangiamenti di un ensemble musicale famoso e stimato
in tutto il mondo. Il concerto si svolgera' il prossimo 7 novembre
all'Auditorium della Conciliazione a Roma.
Rockol
3 Ottobre
NUOVA OPPORTUNITA' PER GIOVANI AUTORI E
COAUTORI CON L'AVVIO DEL NUOVO BANDO DI CONCORSO PER MUSICULTURA M U S I
C U L T U R A FESTIVAL DELLA CANZONE POPOLARE E D’AUTORE
(già
Premio Recanati)
AL
VIA LA XVII EDIZIONE DEL CONCORSO DOPO POVIA (2003), GIUA (2004) E
CRISTICCHI (2005)
INIZIA
LA RICERCA DEL NUOVO VINCITORE
Confermati
i partner RadioUno Rai e RadiocorriereTv a fianco del prestigioso
Comitato Artistico La XVII edizione di “Musicultura – Festival della
Canzone Popolare e d’Autore” (già Premio Recanati) ha preso il via
con il nuovo bando di concorso per la selezione dei migliori cantautori
ed esponenti della musica popolare emergenti in Italia. Affermatosi
negli anni come uno dei più credibili banchi di prova per chi scrive e
compone musica, il Musicultura Festival ha rivolto sempre una costante
attenzione alla ricerca di nuovi talenti, capaci di far vibrare sulla
scia delle sette note emozioni autentiche, raffinatezza musicale ed
elaboratezza delle parole. Una speciale formula di selezione è il
timbro di qualità che contraddistingue la scelta dei brani partecipanti
al concorso. Dopo una prima scrematura ad opera di Musicultura, che
prevede anche delle audizioni live aperte al pubblico, saranno
individuate 16 canzoni finaliste che andranno a comporre il CD
compilation del Festival. Le scelte incrociate del Comitato Artistico di
Garanzia (quest’anno composto da Claudio Baglioni, Franco Battiato,
Edoardo Bennato, Carmen Consoli, Lucio Dalla, Teresa De Sio, Tiziano
Ferro, Max Gazzè, Dacia Maraini, Alda Merini, Pacifico, Gino Paoli,
Vasco Rossi, Michele Serra, Daniele Silvestri, Sandro Veronesi,
Antonello Venditti, Federico Zampaglione), del pubblico di Radio 1 Rai,
dei lettori del RadiocorriereTV e degli utenti web di Musicultura.it,
designeranno gli otto artisti che accederanno alle serate finali del
Festival - seguite nelle passate edizioni da Radio1 Rai, Rai 3 e Rai Sat
- che si terranno nel mese di giugno 2006 all’Arena Sferisterio di
Macerata. Al vincitore assoluto andranno in premio € 20.000,00. Ci
saranno anche altri importanti riconoscimenti, come la Targa della
Critica (€ 5.000,00) e tre borse di studio (€ 2.500,00 ciascuna)
rispettivamente per il Miglior Testo, la Migliore Musica e la Migliore
Interpretazione. Per partecipare al concorso è sufficiente inviare
(entro il 14 Novembre 2005) due brani inediti di cui si è autori o
coautori, e interpreti. La gara è aperta a tutti i possibili generi
musicali, tutti i partecipanti riceveranno risposta scritta in merito
all’esito della loro partecipazione. “Si trasformano i modi di
fruizione della musica, non muta il bisogno di belle canzoni. Un brano
che ti emoziona, che aggiunge un colore alla tua giornata è un piccolo
miracolo: vale la pena dare una mano a coloro che questo miracolo hanno
le potenzialità di rinnovarlo” Questa l’idea di Piero Cesanelli,
direttore artistico di Musicultura, quando nel 1990 varò la prima
edizione del concorso. Da allora, il palco di Musicultura Festival ha
ospitato il gotha della canzone e della poesia italiane ed
internazionali, mettendo in scena un originale confronto tra discipline
diverse e allo stesso tempo affini. Tra i nomi che in passato il
concorso ha contribuito a valorizzare: Avion Travel, Gian Maria Testa,
Max Manfredi, Pacifico, Amalia Grè, Patrizia Laquidara, Povia… ed
infine Simone Cristicchi, vincitore assoluto dell’ultima edizione,
svoltasi nella splendida cornice dell’Arena Sferisterio di Macerata.
Il Festival Musicultura si realizza grazie al sostegno del Comune di
Macerata, della Provincia di Macerata, della Regione Marche, della
C.C.I.A.A. di Macerata; tra i partner della manifestazione, oltre a
Radio1 Rai e RadiocorriereTv, l’Imaie e le Università di Camerino e
di Macerata. Per consultare il bando di concorso e avere maggiori
informazioni: www.musicultura.it, musicultura@musicultura.it;
tel: 071-7574320/1 (03 ott 2005)
IL
MATTINO 3 Ottobre
«Ora mi vogliono in Inghilterra e
Francia»
Federico Vacalebre
Napoli.
Mario Merola e Claudio Baglioni sullo stesso palco, Lucio Dalla che
torna nella «sua» piazza («non l’avevo mai vista così piena,
bella, vera»), l’applausometro che incorona Alessando Siani a
discapito del divo Panariello. E il coro dei duecentomila di piazza del
Plebiscito che canta in coro «Non c’è vita da buttare» e «L’amore
che non c’è», ma partecipa con tutt’altra intensità quando
arrivano «Annarè», «Cient’anne» (naturalmente in duetto col re
leone della sceneggiata), «Fotomodelle un po’ povere»)... La
piedigrotta pop e glocal di Gigi D’Alessio va persino oltre le
aspettative della vigilia, e poco importa che il blasonato Luca
Tommasini si sia davvero sforzato poco per le coreografie e che non
tutti i «friends» invitati riescano a scaldare il cuore della piazza:
le presenze di Anna Falchi, Giorgio Panariello, Luciano De Crescenzo e
Carlo Buccirosso (handicappato entrando in scena da una caduta)
aggiungono poco o niente, ma il one man show supergeneralista e
supernazionalpopolare della star neoromantica è più forte di tutto.
Piaccia o meno, il potere consolatorio degli amori cantati da
D’Alessio fa centro, nel backstage c’è Lapo Elkann, sponsor e fan,
a fargli i complimenti; nei camerini Baglioni riflette: «Ci siamo
conosciuti sul piccolo palco di una festa di piazza a Sant’Anastasia,
ora ti ritrovo su questo palco-kolossal». L’insostenibile leggerezza
dell’essere trova balsamo melodico nell’ugola che non rinnega le sue
radici, anzi le reclama con l’orgoglio prima ricordando quel pugno di
canzoni che lo resero big del contingente neomelodico, e poi sguazzando
nell’oleografia di «Napule», immediatamente ripudiata con «’A
città ’e Pullecenella», perla newpolitana di Claudio Mattone
egualmente divisa con Dalla, Sal Da Vinci e Gigi Finizio. Dietro
l’angolo c’è il rischio dell’autosantificazione, ma Simone
Cristicchi («Voglio cantare come Gigi D’Alessio») e Tony Tammaro («Non
chiamarmi Annarella»), come anche lo sketch di Siani, immettono
salutari germi ironici nella parata di numeri clou: Baglioni, che passa
da «Insieme a lei» a «Mille giorni di te e di me» e «’O surdato
’nnammurato»; il videomessaggio di Paolo Bonolis che introduce
l’omaggio carosoniano di «’O sarracino»; l’ex Blue Lee Ryan che
traduce in inglese «La donna che vorrei» e poi chiede al nuovo amico
italiano di «scrivere qualcosa per me: l’Inghilterra ti aspetta». E
non è l’unica, anche se sarà la più difficile da espugnare: Gigi
l’8 sarà ad Atene, poi partirà per l’Australia, Dubai, il Kenia. E
la Emi francese vorrebbe lanciarlo sul mercato d’Oltralpe, tra gli
osservatori speciali del concerto partenopeo c’è un dirigente della
sede parigina della multinazionale convinto più che mai delle
potenzialità dell’operazione. «Tornerò in Italia a metà novembre,
per lanciare ”Cuorincoro”, cd e dvd testimonianza di questa serata»,
racconta D’Alessio, «anche se è davvero difficile immaginare che
emozioni come quelle provate venerdì possano essere catturate anche
dalla più fedele delle registrazioni dal vivo. Ryan, Merola, Baglioni,
il finale in quattro... Lo so che mi accusano di essere retorico, ma
ogni arrivo in scena era un nuovo brivido». La soddisfazione più
bella? «Quella del giorno dopo: così tante persone felici e contente,
arrivate da tutta la Campania, ma anche da Torino, Venezia, Genova, la
Svizzera, Bari. La piazza pulita in poche ore. nessun problema di ordine
pubblico. Ma non era una città da buttare, Napoli? Non era una sfida
persa, una metropoli irrecuperabile al vivere civile? I nostri censori
l’avrebbero dovuta vedere come l’ho vista io, dall’alto di quel
palco: bella, unita, emozionata. E noi dovremmo provare a mostrare
sempre questo volto, non l’altro, che dà ragione ai nostri critici».