IL gazzettino on line

Mercoledì, 13 Novembre 2002


Verona
NOSTRO INVIATO
Aveva ...

Torna alle Rassegne Stampa

 

Verona

NOSTRO INVIATO

Aveva appena finito il lungo tour nei teatri culminato con la messa in rete delle sue canzoni poi raccolte in un megacofanetto venduto via internet dopo essersi reso conto che, nonostante tutto, la rete è ancora troppo giovane per la gran parte dei suoi fan. Ora lo ritroviamo a Verona, quasi a sorpresa e in sordina, per un concerto gratuito al palasport che apre la campagna "O ci sei o ti fai" del ministero, con il supporto della comunità di San Patrignano e altre associazioni di volontariato. Insomma il viaggiatore del sogno contro i "viaggi" di altro tipo. «Ma non vorrei diventare testimonial o trascinatore di nessuna campagna - dice Claudio Baglioni - semplicemente ero in studio a registrare il mio prossimo disco quando è arrivata la proposta di fare questi concerti, a Verona e poi il 9 a Roma, ci siamo guardati in faccia con i musicisti e ci siam detti: "Ci sei o ti fai? Noi non ci 'facciamo' quindi mi sa che bisogna esserci..."».

Il risultato è oltre due ore di concerto in quartetto anche se con un consistente supporto tecnologico di parti strumentali preregistrate a vestire i brani dei suoni "giusti".

Il pubblico non è quello delle grandi occasioni. La distribuzione degli inviti, unico modo per accedere, ha preso strade curiose, per cui uno spettacolo rivolto ai giovani e agli studenti è forse quello di Baglioni con il maggior numero di volti adulti e perfino anziani, con qualche posto vuoto e molti fan a lamentarsi per non essere riusciti ad accedere allo show.

Pepi Morgia ha creato per l'occasione un palco vuoto illuminato dall'alto di tre tralicci metallici da luci ambrate a scaldare l'ambiente con pochi tocchi e poche luci essenziali. Un pianoforte a coda, una tastiera elettronica, Lele Melotti alla batteria, Paolo Gianolio alle chitarre, Paolo Costa al basso, Baglioni torna a offrire un ampio estratto del suo repertorio.

Parte da solo con "Io sono qui" e poi attraversa con la band "Le vie dei colori", "Vivi", "Dagli il via". Da solo con la chitarra restituisce a "Poster" la forma originaria, aiutato dall'inevitabile coro del pubblico che lo segue in "Acqua dalla luna", "Chi c'è in ascolto", "Quante volte", "Quanto ti voglio" e "Bolero". "Avrai" in versione solitaria precede il momento di magior significato della serata con "Cuore di aliante" e un'intensa "Uomini persi". «Non bisogna perdere gli uomini, non bisognaperdere uomini neanche in qualla grande follia che pè la guerra», dice precedente l'antimilitarista "Ninna nanna nanna ninna" tratta da Trilussa. E visto che il tema della serata è il rifiuto delle droghe "Noi no" diventa una dichiarazione d'intenti a tema, non senza aver denunciato che non ci sono solo le droghe classiche ma anche un «mondo drogato e forsennato di suo, con l'informazione che non cerca la verità e una democrzazia che di fatto non c'è».

Diventa un messaggio di speranza "Un giorno nuovo" e un regalo agli "amici" il riassunto di una vita, da solo con il coro, riproponendo le sua canzoni più amate, da "Amore caro amore bello" a "E tu", "Sabato pomeriggio", "Tu come stai" e un inusitato ritmo elettrofunk per "Questo piccolo grande amore" prima del finale, "Adesso la pubblicità", "Mille giorni di te e di me", e i bis, da "Strada facendo" a "La vita è adesso" e "Via".

Il nuovo disco? «Sarà pronto per febbraio-marzo. Le musiche ci sono, i testi quasi. Sto cercando di non farmi incastrare dall'album a tema e di semplificare le musiche. Ci saranno molte chitarre, sezioni d'archi e una di fiati a fanfara, una cosa un po' bandistica, e poca elettronica. Ho scritto venti brani e insieme con i musicisti faremo una scrematura lasciandone una dozzina».

L'8 dicembre a Roma terrà il consueto raduno del ClaB, con un concerto autocelebrativo per la goduria dei suoi fan più accaniti e organizzati.

Il problema droga? «Si parla molto di una generazione vuota. Secondo me invece è troppo piena, troppi stimoli, troppe pressioni, troppe offerte. I ragazzi avrebbero bisogno di essere svuotati un po' e di prendersi un po' di tempo per pensare e dare valore alle cose».

Televisione. L'idea di un programma tuo è sempre in piedi? «Le proposte ci sono. Mi avevano anche proposto di andare a "Operazione Trionfo" a fare la chioccia, ma l'idea della chioccia non mi è andata molto giù. Comunque finchè l'unico problema della tv è l'auditel la cosa non mi interessa. In mutande come Morandi mi ci sono già messo anni fa, da Celentano...».

Giò Alajmo

Torna alle Rassegne Stampa