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Live8 4 Luglio Live8, il più grande show della storia Zapping planetario tra i concerti. Aprono McCartney e gli U2 da Londra. E' il via al giorno più lungo Live8: un giorno al Circo Massimo di Alfredo d'Agnese Live8, il più grande show di tutti i tempi, una clamorosa cavalcata mediatico-artistica di 11 ore, è stato anche un esercizio di zapping planetario. Le 10 città che hanno partecipato a Live8, hanno messo in contatto tra loro più di 3 miliardi e mezzo di persone sparse in quattro continenti. Una partecipazione da superlativi assoluti che ha messo in secondo piano errori, piccolezze e problemi di ego. L'importante era esserci, che si fosse dei grandi oppure cantanti nazional-popolari. Live8 ha messo in contatto artisti, pubblici e generazioni differenti. A ogni latitudine. Ecco come. Roma, Circo Massimo: è qui la festa? Ore 14:30: Walter Veltroni, il sindaco della Capitale, parla dello show come di "un grande momento di pressione sui potenti. Non possiamo convivere passivamente con la morte quotidiana di 30mila bambini in Africa". Fiorello presenta Francesco De Gregori davanti a poche migliaia di persone. Fa caldo. Il cantautore romano suona Agnello di Dio, La Donna Cannone e una irriconoscibile, in puro stile dylaniano, La storia siamo noi. Ore 15:00: è l'ora di Londra. Ad Hyde Park salgono sul palco Paul McCartney e gli U2 per una straordinaria versione di Sergent Pepper's Lonely Hearts Club Band. Su un grande schermo alle loro spalle, scorrono le animazioni del disco dei Beatles, sul palco quattro musicisti camuffati con le celebri divise colorate degli "scarafaggi" formano una incredibile sezione di ottoni. Bono presenta Paul, McCartney ricambia la cortesia. A seguire, gli U2 eseguono Beautiful Day, Vertigo e One. Bono lancia un appello: "Questo è il nostro momento, la nostra possibilità, non chiediamo soldi, vogliamo giustizia". Ore 15:25: a Roma sta cantando Zucchero, ma Raitre, che manda in onda l'evento italiano, inizialmente sceglie gli U2. Il cantautore suona Overdose d'amore. Ore 15:45: ancora Londra. I Coldplay con Richard Ashcroft intonano Bittersweet Symphony, poi Chris Martin ringrazia Geldof, il patron di Live 8, "un eroe dei nostri tempi". Ancora zapping. Si ritorna a Roma dai Duran Duran. Ma dov'è finito il duetto annunciato con Laura Pausini? Le Bon rifà se stesso con Save a Prayer. Ore 16:00: a Hyde Park Elton John nella sua versione più rockeggiante di sempre infiamma le centinaia di migliaia di fan con The Bitch Is Back e Saturday Night's Allright For Fighting. Poi con Pete Doherty duetta su Children Of The Revolution. A Roma sta cantando Elisa, un confronto impari. Appare Bill Gates (da Londra) che afferma: "Un giorno tutti nel futuro saranno in grado di condurre una vita sana". Poi, sic, arriva la pubblicità che sarà, nel bene e nel male, una grande co-protagonista. La grande defezione: Pino Daniele dà forfait. Ore 16:30: Dido e Youssou'N Dour a Londra e Ron a Roma (Non abbiam bisogno di parole) si contendono le telecamere mentre scoppia la grana Pino Daniele. Il cantautore non c'è al Circo Massimo. Al suo posto un laconico comunicato di accuse. Passano sul video i Gemelli DiVersi... Ore 17:02: prima finestra su Berlino con i Green Day. In Italia cantano i Negramaro. Ore 17:10: esibizione dei R.E.M. Michael Stipe infiamma la folla con Man On The Moon. La Rai prova a interpretare il ruolo di servizio pubblico intervistando leader politici, sindacali, attivisti di associazioni. Il video seleziona uno dietro l'altro Kofi Annan, Ms Dinamite, i Keane e i nostri validissimi Planet Funk (Stop me e The Switch). Ore 18:00: Bob Geldof passa la parola a Will Smith a Philadelphia che lancia il click spot Tu puoi cambiare il mondo. Da Londra (i Travis con Sing) a Roma (Le Vibrazioni e Sono più sereno) è un eterno gioco di rimandi. Poi san Bob Geldof sceglie di cantare: è, ovviamente, l'ora di I Don't Like Mondays. Ore 18:25: finestra su Parigi e su Andrea Bocelli per una atipica, per l'occasione, versione di 'O surdato 'nnammurato. Lo zapping diventa feroce tra Roma, Londra, Philadelphia: qui c'è Bon Jovi. Ad Hyde Park Annie Lennox esegue al piano Why: versione da brividi. Poi Sweet Dreams, ma c'è Bon Jovi dietro l'angolo con It's My Life. Al Circo Massimo i Tiromancino provano a far sentire la propria voce, a Berlino in contemporanea c'è Brian Wilson. Seguono, a Roma, Max Pezzali e Alex Britti. Ore 20:00: da Johannesburg si alza la voce di Nelson Mandela: "Bisogna sconfiggere la diseguaglianza, altrimenti il mondo non troverà mai pace. A Edimburgo gli 8 possono aprire la porta della speranza. Non farlo sarebbe un crimine contro l'umanità". Ore 20:05: uno dei momenti più toccanti dell'evento. Bob Geldof presenta Birhan Weldu, una giovane donna sopravvissuta allo sterminio della carestia grazie al lavoro di Band Aid e Live Aid e grida alla folla: "Non consentite loro (i potenti e i media) di dire che questa cosa non funziona". Poi passa il microfono "da una donna immensamente forte all'altra": Madonna, in completo bianco, sceglie di presentare Like A Prayer, Ray Of Light e Music. Il pubblico balla, a Londra e davanti alla tv. Ore 20:36: in tv c'è Fiorella Mannoia, sul palco Nek, definitivamente oscurato dall'appello di Angelina Jolie. Claudio Baglioni invita a "scommettere sui popoli" prima che Piero Pelù salga sul palco del Circo Massimo. Il tempo di ascoltare Io ci sarò e Lacio Drom, poi lo zapping riprende implacabile. Sullo schermo si susseguono i volti di The Killers, Craig David, Biagio Antonacci... A Roma la folla viene stimata in 500mila unità: sarà vero? Ancora zapping: Joss Stone, Linkin' Park con Jay Z. Ore 21:31: Tre brani per Fiorella Mannoia, salvata dalla mannaia dei collegamenti: Sally, Clandestino, Mio fratello che guardi il mondo. Ore 21:50: c'è Ligabue in acustico. Bello e coraggioso. Storica l'esibizione con Pelù e Jovanotti in Il mio nome è mai più. Ore 22:10: eccolo Jovanotti, caricatissimo. Scende tra la folla sulle note di Una tribù che balla. Anche lui lancia un messaggio: "L'evoluzione del mondo passa per la lotta alla povertà estrema. Chiediamo una mano, vogliamo giustizia". Salgono le note di L'ombelico del mondo. Ore 22:20: Sting a Londra ricorda i Police con ispiratissime versioni di Message In A Bottle e Driven To Tears. Poi sfida i potenti con Every Breath You Take di cui cambia il testo: "Qualunque cosa farete noi vi guarderemo". Ore 22:40: la tv passa da Laura Pausini ad Alicia Keys. Riflettori su Baglioni (Mille giorni di te e di me), ma la sua Strada facendo e il duetto con Antonacci sono oscurati dal collegamento con Londra. Ore 23:35: ecco gli Who, o quello che resta di loro. Roger Daltrey e Pete Townshend si scatenano in Who Are You e Won't Get Fooled Again. Ore 23:49: coretto inedito tutto italiano al Circo Massimo: Renato Zero canta con Baglioni e la Pausini I migliori anni della nostra vita con una piccola citazione di Roma nun fa' la stupida stasera. Ore 24:00: l'evento nell'evento. Dopo più di vent'anni Roger Waters e i Pink Floyd ritornano su un palco dimenticando i litigi. Esibizione commovente. L'inizio è balbettante con Breath, ma dopo Money la macchina ritorna a funzionare alla perfezione. Wish You Were Here è toccante, Comfortably Numb un pugno nello stomaco. I quattro alla fine si abbracciano, pubblico in delirio a Londra. Ore 00:30: a Philadelphia Stevie Wonder canta Hotter Than July, raggiunto da Rob Thomas per una scatenata versione di Higher Ground. E annuncia la scomparsa di Luther Vandross. Ore 00:40: il gran finale spetta a Paul McCartney. Per lui Raitre oscura il Circo Massimo e Antonello Venditti che canta con Carlo Verdone e Alex Britti. L'ex Beatles è in gran forma. Paul intona una dietro l'altra Get Back, Drive My Car (con George Michael), Helter Skelter, l'immortale The Long And Winding Road e infine Hey Jude, accompagnato dal cast londinese al completo. Uno affianco all'altro scorrono i volti, e le voci, di Mariah Carey, dei Pink Floyd, dei Travis e di Bob Geldof che ha vinto un'altra scommessa e prenota, prima o poi, un Premio Nobel per la pace.
CORRIERE.IT 4 Luglio Decolla con Liga, Jovanotti Pelù Pino Daniele dà forfait. Finale a sorpresa con Venditti, Baglioni, Verdone e Britti Balletto di cifre: il sindaco dice 700 mila, le forze dell'ordine 300 Quasi nessuno degli artisti ha firmato l'accordo internazionale Simon Le Bon: pensavamo di cambiare il mondo, non è stato così STRUMENTIVERSIONE STAMPABILEI PIU' LETTIINVIA QUESTO ARTICOLO ROMA — Antonello Venditti, Claudio Baglioni, Carlo Verdone ( alla batteria) e Alex Britti cantano « Roma capoccia » , accompagnati dal coro dei cinquecentomila ( per Veltroni sono 700 mila, per le forze dell'ordine 300). E' stato il momento più emozionante del maxiconcerto di ieri al Circo Massimo, con i duetti e i terzetti inediti, arrivati molto tardi: dal trio Jovanotti Ligabue Pelù con « Il mio nome è mai più » ( che ha fatto decollare l'intera serata) alla coppia Baglioni Pausini con « Mille giorni di me e di te » . Ed è Baglioni il più prodigo: con Biagio Antonacci canta « Strada facendo » , con Paola Cortellesi intona « Avrai » . L'attrice parla alla folla: « Questi Paesi poveri, anzi impoveriti, non hanno bisogno di pietà ma di diritti » . Baglioni poi si unisce a Renato Zero e Laura Pausini sulle note di « I migliori anni della nostra vita » . Il Live 8 dedicato all'Africa ha chiamato a raccolta i big della musica italiana e loro non si sono risparmiati. Ligabue arriva soltanto con una chitarra a tracolla ma anche per lui il boato della folla è assordante. « Oggi — dice — il mondo sta guardando se stesso. Questa roba non può finire stasera » . Prima di lui, Biagio Antonacci e la rabbiosa Fiorella Mannoia. Alla fine lo « porta » lei Vasco Rossi ( ieri in concerto ad Ancona) sul palco del Circo Massimo, intonando la struggente « Sally » . Jovanotti, che con cinque percussionisti brasiliani e l'Orchestra di Piazza Vittorio canta una trascinante « Ombelico del mondo » , lancia un appello: « Ai nostri politici, al presidente del Consiglio, alla destra, al centro e anche a chi sta sopra di loro, chiediamo giustizia » . Unico assente, fra gli artisti che avevano assicurato la partecipazione, Pino Daniele. In una nota ha rinnovato la stima a Bob Geldof ma ha spiegato di non poter accettare « lo strapotere degli inglesi nel sottoporre a noi artisti contratti inadeguati e con enormi lacune dal punto di vista della tutela degli obiettivi di solidarietà del progetto » . Ha lamentato che « l'incalzare mediatico ha messo in serie difficoltà la musica » e ha sottolineato come molti non potessero « esprimersi al meglio per poter contribuire alla causa » . Daniele è stato l'unico a non salire sul palco. Ma di tutti gli italiani quasi nessuno ha firmato il contratto inglese di cessione dei diritti di immagine, fonografici e morali. Hanno invece siglato un accordo preparato dai legali italiani che gli ha permesso di salire sul palco, ma non ha nessun valore per uno sfruttamento economico futuro da parte degli organizzatori mondiali del Live 8. Il concertone non è partito benissimo, con pause troppo lunghe nella prima parte, fra i diversi cambi di palco. Il primo a esibirsi Francesco De Gregori che ha aperto alle 14.40 il Live 8 italiano, accolto da nemmeno cinquemila persone. Introdotto da Fiorello, il cantautore romano ha intonato una dietro l'altra « L'agnello di Dio » , « La donna cannone » e «La storia » . Fiorello, ritornato sul palco, è stato un mattatore, anche se per pochi interventi: si è improvvisato batterista e ha eseguito « Il mio canto libero » di Battisti prima di lasciare il palco a Zucchero. « Vent'anni fa al Live Aid pensavamo di cambiare il mondo, non è stato così » , ha detto Simon Le Bon deiDuran Duran. Intense le esibizioni di Elisa e Ron. I più polemici Le Vibrazioni: « Abbiamo avuto l'impressione di esibirci davanti a giovani insensibili » . Sandra Cesarale
Live 8, ovvero “scusami, non volevo, cercavo solo di aiutarti”. Tutti felici e contenti, eppure il
boomerang di Bob Geldof spezza le reni al continente nero. In 700 mila al Circo Massimo per l'Africa ROMA, 3 LUGLIO 2005 - Il Circo Massimo
quasi completamente pieno con tantissimi arrivati per ascoltare alcuni tra
i più grandi cantanti italiani che si esibiscono per il 'Live 8' in favore
dell'Africa. Fonte: Il Messaggero 30 Giugno Non c'è soltanto il mercato: salviamo... |